Cookie

Questo sito utilizza i COOKIE per gestire e migliorare la tua esperienza di navigazione del sito. Proseguendo con la navigazione accetti l'utilizzo dei COOKIE.
Per maggiori informazioni e su come rimuoverli consultare la nostra politica sui COOKIE.

Privacy Policy

giovedì 28 febbraio 2013

Scorzonera


Questa è una non ricetta. Bè, mica sempre si ha voglia di cucinare,impastare, infornare, impiattare...Stasera metto in tavola la semplicità e i ricordi.

" Il nome della scorzonera deriva da un'antica parola spagnola, escurco, che vuol dire "vipera". Infatti, anticamente, a questa radice si attribuivano poteri contro i morsi terribili delle vipere.
La scorzonera è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle composite, a cui appartiene anche il carciofo, di cui si consuma la radice forte e carnosa. E' di forma allungata ed è rivestita da una corteccia grigio-marrone con polpa bianca. Il suo sapore è leggermente amarognolo, ma gradevole.
Ricca di vitamina C, calcio e fosforo, risulta essere molto indicata per gli anziani e per le persone convalescenti, nonchè per i diabetici. Ha proprietà depurative e leggermente lassative. Inoltre contiene potassio che favorisce l'attività dei reni"  Questa è la spiegazione che trovate in rete.

Quello che vi posso dire io è che fin da piccola ho apprezzato il gusto di questa radice, cosi' amaro che ancora adesso, quando dico che mi piace, mi domandano come poteva una bambina apprazzare una cosa con quel gusto!
Forse è proprio il suo gusto amaro ad avermi conquistata. Quando la mamma la cucinava davevro facevo i salti di gioia perchè per me era un piatto speciale. Come si apprezzavano le cose semplici una volta!
Bene,quella ceh vedete nella foto me la sono mangiata tutta io, perchè a nessuno in famiglia piace. E questo non mi blocca l'acquisto! Me la compero, me la cucino, me la mangio io...dov'è il problema?!

Non serve nessuna dote o preparzione particolare per questo piatto. Basta prendere la radice che deve essere compatta e turgida, senza ammaccature, e pelarla con il pelapatate se l'esterno è troppo "sporco" , tagliarla a lunghi tocchetti e bollirla in poca acqua.
Una volta cotta, scolarla, condirla con olio e pepe nero (io ho usato quello di Tec-Al ).
A me piace mangiarla ancora calda, anche se mi ricordo che mia mamma mi diceva che mi sarebbe venuto il mal di pancia se l'avessi mangiata cosi...ma questo me lo diceva anche quando preparava la torta, il budino, il ripieno dei ravioli, che io mangiavo anche crudi...dei tortelli di zucca...uhm...non è che faceva apposta per tenermi lontana dalla cucina??!!
Conclusione, mangiatela come volete, calda, fredda, condita, o come ingrediente nei risotti. alcuni la preparano anche fritta, ma io sinceramente non l'ho mai provata cosi'. Preferisco gustarla in purezza, per poter assaporare fino in fonfo le sue proprietà organolettiche. Non lasciatevi spaventare dal gusto amaro che ha, perchè è davvero delizioso e gradevole! Mi hanno sempre detto che i cibi amari, come il carciofo e il tarassaco, purificano il sangue e il fegato.....vero o no, a me piace davvero tutto quanto, come avrete potuto constatare!

mercoledì 27 febbraio 2013

Sockerbullar salati al forno


Strana la vita della food blogger. Che poi come definizione mi sembra un tantino esagerata....in effetti sono una normalissima donna,ehm...con una vena di sana follia artistica, che ama cucinare per i propri cari e gli amici. Ricette della tradizione,tramandate in famiglia da sempre,che le fai ad occhi chiusi. Ricette completamente inventate, con un'elevata dose di rischio, e qui si gioca il tutto per tutto. Ricette rivisitate e qui entra i gioco un po' di inventiva e di leggero azzardo,ben dosato. Ricette che proprio non riesci a ricordare e anche se le hai fatte un sacco di volte,sei sempre li a sfogliare il tuo quaderno come se fosse la prima volta....Insomma, la cucina per me è relax, gioia, rifugio. E anche se gli invitati sono tanti, non mi spaventa la cosa anzi...mi butto a capofitto nella preparazione e anche se poi sono morta di stanchezza, sono appagata nel vedere che tutto cio' che ho preparato è stato gradito fino all'ultima briciola! Invidio la capacità di mia mamma, di improvvisare e di cucinare sempre senza pesare nulla. E quando le chiedo gli ingredienti e le dosi mi risponde sempre...e un po'...e ma ti accorgi quando è abbastanza...e, un paio d'etti....e cucina dei piatti da leccarsi i baffi anche se non li hai! E io che peso sempre tutto quanto....
Poi capita che curiosando tra i vari blog, ne scopri di fantastici, di normali, di semplici, di nostrani e scopri simpatici contest e giochini, ai quali partecipi con curiosità ed allegria, perchè cosi' sei stimolata a provare nuove ricette e giocare con la fantasia. E in queste occasioni scopri un lato di te che non avevi mai pensato di avere...perchè a volte partecipi a iniziative che ti vedono impegnata a cimentarti in ricette che mai e poi mai avresti pensato di cucinare.
E questo capita tutti i mesi, con il contest di Quanti modi di fare e rifare, che propone appunto di rifare a proprio piacimento, ma rispettando alcune regole di base, piatti veramente interessanti. Il mese scorso, chi ha partecipato, ha imparato a fare i Sockerbullar svedesi, in pratica i bomboloni, ma cotti al forno! E sono stati una vera scoperta per me! E cosi, puo' capitare che una ricetta, che non avevi mai considerato di fare, la provi, ti piace, e poi la riproponi e puo' diventare il tuo cavallo di battaglia!

E curiosando qua e là, mi sono imbattuta nel blog di Claudia, che utilizza anche lei la pasta madre. Quindi mi ha subito conquistata....perchè non partecipare al suo contest con questa versione salata ?
Devo precisare che non è una mia invenzione. Infatti l'ispirazione me l'ha data Spery ,che ha partecipato lo scorso mese per i Sockerbullar,ma proponendo la sua versione salata e ho voluto subito provarla! Ho seguito le sue spiegazioni e sono usciti dei bomboloni fantastici! L'unica variante sta nel ripieno e nella dimensione, che ho voluto fare leggermente piu' piccola. Li ho farciti con 4 ripieni differenti, e posizionati sulla placca del forno con una logica, per riuscire a ricordare, una volta cotti, che cosa contenevano. Peccato che poi....non mi ricordavo piu' la sequenza!! Cosi' a tavola, c'è stata una sorta di caccia al tesoro, a chi trovava quel ripieno piuttosto che un'altro! E' stato anche divertente. Ma se volete un'atmosfera piu' tranquilla e pacata, ricordatevi di posizionare delle bandierine, un segno o qualsiasi cosa vi venga in mente, per ricordare il contenuto...logico no?!!

E questa ricetta è servita anche per festeggiare il rientro del lievito madre che ho rischiato di perdere per sempre!! Diciamo che quando un ingrediente prezioso fa il suo ingresso in una casa, ho pure il kefir!lo si tratta con un riguardo particolare, lo si cura, lo si nutre, si hanno mille attenzioni! Potrebbe sembrare esagerato ma non è cosi'. E' dallo scorso anno che utilizzo questo lievito, che è stato donato a mio marito dalla barista che c'è vicino al Conservatorio. Le è stato tramandato da non so quante generazioni, ha detto, quindi potete immaginare quando mio marito si è presentato a casa con questo barattolo con dentro il prezioso contenuto, che ansssssia mi è venuta! E se mi muore? E se non sono capace?....Si perchè già una volta avevo tentato di crescerlo ma poi è andato tutto a farsi benedire. Cosi', dopo aver fatto i dovuti scongiuri per la lunga vita al lievito, mi sono messa a curarlo giorno dopo giorno. A dire il vero è mio marito che lo rinfresca,quindi non chiedetemi la quantità di acqua,farina e miele,perchè lui risponde come mia mamma...Ed è ancora bello,anzi, piu' bello e tanto di prima! L'ho utilizzato per preparare panettoni, colombe,pane, pizze, focacce...e veramente non riesco piu' a farne a meno! Tutto sembra avere un altro sapore,un sapore quasi antico...di una volta...E visto che parecchie persone me lo hanno chiesto, Rino, l'ultima volta che lo ha regalato, ne ha combinata una che a momenti...muoro ahahah! ! Si è dimenticato di tenerne da parte un po' per noi e lo ha dato tutto alla Rita, la bidella del Conservatorio! Potete immaginare il colpo che mi è venuto quando mi sono accorta che il barattolo di vetro non era piu' là dove era sempre stato! Era sabato sera quando mi sono accorta e guarda caso proprio quella sera mi era venuta voglia di fare un lievitato! Per fortuna, è riuscito a rintracciare il suo telefono e l'ha chiamata subito. E lunedi è ritornato a casa con il vasetto con il prezioso contenuto! Non finivo piu' di guardarlo! Folle ? Puo' darsi...sono artista!!! ahahaha
Certamente i tempi di lievitazione si allungano, ma la resa è fantastica e il risultato è un prodotto cosi' buono da far dimenticare l'attesa!
Chiedete in giro se qualcuno ve ne puo' dare un po'...ne rimarrete conquistati da non poterne fare a meno! Certamente è un "impegno", perchè richiede poche ma essenziali cure, che una volta che si è presa la mano non ci si accorge nemmeno di doverlo rinfrescare. L'unico problema arriva quando si avvicinano le vacanze, nel caso andaste via...mi hanno detto che lo si puo' surgelare, e che poi la ripresa è un po' piu' lenta ma ritorna tutto come prima. Io, per non rischiare, visto che mi ci sono affezionata cosi tanto...ho chiesto ai nostri amici che non partivano nello stesso nostro periodo di darci una mano....cosi' a scadenze ben precise e puntuali, a seconda di chi dovevano nutrire....hanno sfamato la gatta, nutrito il lievito madre, bagnato le piante....e quest'anno si è aggiunto alla famiglia anche il kefir...ma questo non l'ho ancora inserito nell'elenco delle cose da badare!!!! Ahahah...ma prima o poi dovro' avvisarli!
Bene, veniamo alla ricetta ora....
Ingredienti
150 gr di pasta madre rinfrescata 3 volte e matura (oppure 25 gr di lievito di birra)
200 gr di latte (250 se con lievito di birra)
15 gr di zucchero
500 gr di farina 00 W 330 (in alternativa manitoba del supermercato ) (600 gr se con lievito di birra)
100 gr di burro
3 tuorli + 1 per spennellare
15 gr di sale
50 gr di parmigiano grattugiato
pepe qb
100 gr di formaggio filante a dadini
100 gr scamorza
100 gr scamorza affumicata
100 gr di prosciutto cotto
Pomodorini ciliegia q.b.
Radicchio di Treviso q.b.

Nella planetaria o in una ciotola, preparare il preimpasto con il latte, in cui è stato disciolta la pasta madre, metà della farina (250 gr) e lo zucchero.  Amalgamare bene gli ingredienti, fino ad ottenere un impasto molto simile ad una pastella. Se si utilizza la planetaria, utilizzare la foglia a velocità 1.
Lasciar lievitare per circa 3-4 ore. Deve raddoppiare e riempirsi di bolle in superficie.
NB: con il lievito di birra ci vorrà una mezz'oretta.
Trascorso questo tempo, aggiungere tutti gli altri ingredienti, tranne il burro, il prosciutto e il formaggio a pezzetti.  Far andare la planetaria, raggiungendo gradualmente la velocità 1,5.
Quando l'impasto risulterà incordato, aggiungere il burro morbido a pezzetti e inserire il pezzetto successivo solo se il precedente sarà stato assorbito.
Fare in modo che l'impasto risulti sempre incordato.
Lasciar riposare un paio d'ore.
NB: con il lievito di birra ci vorrà una mezz'oretta.
Accendere il forno a 250°.
Dividere l'impasto in pezzi da circa 50 gr cadauno. Appiattire ciascun pezzo leggermente e porre nel centro i 4 diversi ripieni:
1)  i 3 tipi di formaggi a dadini
2)  dadini di formaggio,radicchio e prosciutto
3)  formaggio e radicchio
4)  pomodorino,formaggio e prosciutto

Chiudere avvicinando i lati della pasta, schiacciarli leggermente per sigillarli e arrontondare tra le mani.
Adagiare i sockerbullar in una teglia ricoperta da carta forno, distanziandoli l'uno dall'altro.
Lasciar riposare un'ora, coperti con pellicola.
Spennellare con un tuorlo leggermente sbattuto (facoltativo)
Cuocere in forno caldo a 250 per i primi 5 minuti e poi a 200° per ancora 5 minuti.
Ed ecco,dopo la caccia al...ripieno....

 "con questa ricetta partecipo al contest organizzato da Carotina Abbrustolita dedicato alla pasta madre"

sabato 23 febbraio 2013

Open Kitchen Magazine.....romantico,allegro,stupefacente.....



E finalmente è arrivato il giorno della pubblicazione! Il giorno che ci vede tutte quante in trepidazione,collegate chi piu' chi meno,in base ai propri impegni lavorativi,alle 12 in punto,per sfogliare il nuovo Open Kitchen Magazine .
Già la redazione ci da un piccolo anticipo,mostrandoci solo la copertina, come quella che vedete qua,aumentando la nostra curiosità e agitazione.
E poi,quando scocca l'ora x.....mi immagino già quello che succede....una scorsa veloce,per mangiare con gli occhi,in un colpo solo,tutto quanto e poi,sfogliato lentamente,pagina dopo pagina e complimentarsi mentalmente davvero con tutte,quasi come se questo pensiero possa arrivare veramente ad ognuna di noi!
E stupirsi e meravigliarsi di quello che abbiamo creato.Non nel senso che non lo ritenevo possibile ,anzi,è proprio il contrario!Quello che fino a poco tempo prima era un semplice elenco con i nomi delle ricette,proposte,varianti,scambi di post,mail ecc,ora si è concretizzato davanti ai nostri occhi.Fotografie stupende,testi con caratteri accattivanti,spiritosi o romantici.Sfondi e mise en place da togliere davvero il fiato per la bellezza e fantasia.
E vi garantisco che tutte le volte è un'emozione! Come quella di un bambino di fronte a un giocattolo nuovo o a qualcosa che ha desiderato con tutto il cuore. Ed ecco,che passato lentamente il batticuore iniziale,ci si ricompone e si sfoglia con calma per gustarsi ogni particolare e ogni sfumatura,che all'inizio era momentaneamente sfuggita,perchè proprio non si riesce a trattenere la curiosità.

E io questo momento lo vivo quando torno dal lavoro,di pomeriggio,quando tutte le altre ormai hanno sfogliato e risfogliato il Magazine. E vorrei saper volare,per riuscire a tornare a casa il piu' in fretta possibile!
Già la copertina di questo numero è tenerosa vero? Certo,si parla anche di San Valentino! E poi vi portiamo a festeggiare il Carnevale e poi.....e poi scopritelo voi!
Gustatevi ogni pagina e ogni fotografia e soffermatevi anche sull'ultima pagina,quella che ci vede "in copertina" con due righe su chi siamo e da dove veniamo....per me,quello che riusciamo a creare è come una magia! Cosi' lontane,cosi diverse ma cosi unite da una sinergia e collaborazione che ci tiene unite ogni volta con un unico scopo: quello innanzi tutto di divertirci,e di creare e portare avanti,con il nostro divertimento ma anche con tanta determinazione,serietà e costanza di impegno,un progetto nel quale crediamo fino in fondo e che ci fa sentire bene e attive.

Proponete le ricette ai vostri cari e ai vostri amici. Ne rimarranno conquistati di sicuro!
E io,in questo numero,mi sono pazzamente divertita a preparare delle ricette che mi hanno messa alla prova e mi hanno fatto sembrare una folata di vento,anzi un ciclone,che si aggirava tra la cucina,con foglietti con ricetta scritta e disegnata (si...perchè io le mie ricette le penso,me le vedo prima con gli occhi,con la mente ,con il cuore.....) pirottini,mestoli,impiattamenti e sfondi e fotografie e dai ancora una....no aspetta non mi piace...ancora un'altra...si,forse...ok questa va bene.....ma allora si puo' mangiare o no???? mi chiedono.
E poi,sbirciare la faccia che fanno Rino e Alice quando assaggiano il primo boccone....la prova del nove!Le mie cavie...ahahah
E quando senti dire uhm...buoooono,finalmente tiri un respiro di sollievo perchè anche questa volta hai fatto centro.
Cosa ho preparato per questo numero? Un Morbido dolce al cioccolato e pere in scatolina fondente (pag 48), una tenera Fashion sweet box (pag 51) e dei Cuori fondenti (pag 52) per la sezione romantica della rivista e poi....festaaaaa....Pollo frito (pag 84),Fiho (pag 90) ,Papos de anjo (pag 92),Quindim (pag 96) e Frango ao vinho (pag 98)....se uno ha dei dubbi sul mio coinvolgimento e di quanto mi diverto a cucinare mi sa che si deve ricredere!!

E concludendo...un abbraccio alle mie compagne di mestoli,fornelli,teglie e macchina fotografica con i piu' sinceri complimenti per quello che hanno saputo creare! Siete grandi e fantasiose!

E a tutti voi,che avete avuto la pazienza di arrivare a leggere fin qui,do' appuntamento a maggio,per l'uscita del nuovo numero,che vi garantisco è fantastico. Come faccio a saperlo? Perchè già abbiamo messo in pentola le nostre idee!!!

venerdì 22 febbraio 2013

Red velvet cake gluten free con butter cheese cream al cioccolato e mandorle



Ecco la seconda versione di questa torta che per me è stata una vera scoperta!Grazie mille Stefy !Non ho mai cucinato volutamente ed espressamente per persone che hanno il problema della celiachia,ma dopo questo dolce mi sono resa conto che non è niente di scialbo,triste e incolore e senza sapore!
Anche questa versione è stata letteralmente spazzolata...a dire il vero,visto che la precedente era un po' dolce,a detta di marito e figlia,ho pensato di aggiungere il cacao amaro e le mandorle...ed è risultata buonissima,considerando la fine che ha fatto!
L'avevo preparata da portare ai miei amici giovedi sera,perchè volevamo guardare insieme la finale di  Masterchef. La sera prima la preparo,ne assaggio una micro fettina,per sincerarmi che fosse buona.Ho dovuto resistere alla tentazione di fare il bis...La metto in un contenitore semitrasparente e la ripongo in frigorifero.Quando alla sera torno dal lavoro,apro il frigorifero e...noooooo.....anche se è semitrasparente mi rendo conto che il dolce non è piu' come lo avevo lasciato la sera prima....e alla domanda...ma hai mangiato tu la torta? mio marito risponde..eh si...un pezzettino.Ne mancava piu' di metà e durante il tragitto per andare dai miei amici si è pure rovesciata! Non vi dico quando ho aperto il contenitore che faccia avevo!! Ero mortificatissima....con tutte le cosine buone e la cura che ci metto anche nell'impiattamento questa è stata la peggior torta che ho portato a casa di amici!
Mi devo far perdonare e sicuramente ne portero' una tutta per loro prossimamente,visto che è davvero una delizia!
La storia della red velvet e qualche curiosità la trovate qui
come per l'altra versione la descrizione della sua torta la trovate anche descritta qui.
Io l'ho decorata in maniera diversa quindi ho aggiunto le mandorle che ho utilizzato per la decorazione
Tra parentesi sono indicate le marche dei produttori di cibi glute free

Ingredienti
160 gr di farina di riso sottilissima tipo amido (Le Farine Magiche Lo Conte, Pedon, Rebecchi)
60 gr di fecola (Cleca, Pedon, La Dolciaria, Sma & Auchan)
30 gr di farina di tapioca (che potete sostituire con Maizena)
1/2 cucchiaino da tè di sale
8 gr cacao amaro (Venchi, Easyglut, Pedon, Olandese)
110 gr burro non salato a temperatura ambiente
300 gr di zucchero
3 uova medie (io uso quelle bio codice 0, ma non è rilevante ai fini della celiachia)
1 cucchiaino da caffè di estratto vaniglia bourbon (o i semi di una bacca, ma non usate la vanillina)
240 ml di buttermilk (ma se non lo trovate, fate inacidire per 20 minuti la stessa quantità di latte con un cucchiaio di limone)
1 cucchiaio di colorante rosso (Rebecchi e Loconte)
1 cucchiaio di aceto bianco
1 cucchiaino da tè di bicarbonato di sodio

Esecuzione
Pre-riscaldate il forno a 175°C.
In un recipiente mescolate le farine, il sale, il cacao. In un altro recipiente, sbattete il burro per 2-3 minuti, finché sarà soffice e poi aggiungete lo zucchero e sbattete per altri 3 minuti.
Aggiungete le uova, una alla volta, sbattendo 30 secondi dopo ogni aggiunta.
Mescolate il colorante al buttermilk e quindi versate poco per volta al composto di burro, alternando le polveri al buttermilk. Possibilmente iniziate e finite con la farina. Aggiungete anche la vaniglia e mescolate.
In una tazzina (capiente) mescolate il bicarbonato all’aceto bianco, facendo attenzione a versarlo subito nell'impasto (altrimenti ve lo troverete per tutta la cucina) e incorporatelo bene con una spatola.
Imburrate due teglie da 18/20 cm e spolverizzate con farina di riso. Fate cuocere per 40/45 minuti, o finché non vedete che è cotto (con il trucchetto dello stuzzicadenti!)
Lasciate raffreddare la torta dentro la teglia (potete usarne anche una in silicone, ma è meglio usare la  carta forno per evitare contaminazioni) per 10 minuti. Poi toglietela dalla teglia e lasciatela raffreddare, quindi fasciatela nella pellicola trasparente. Fatela riposare in frigo per diverse ore (io l'ho lasciata tutta la notte). In questa maniera sarà più facile da tagliare senza che si sbricioli e sarà più semplice mettere la farcitura. Non spaventatevi se vi sembra troppo dura, perché a temperatura ambiente tornerà morbidissima.
Questa è la ricetta base, a questa si possono aggiungere infiniti sapori. Si può conservare in frigo in un contenitore ermetico e riutilizzare quando se ne ha bisogno.

Io ho farcito con la classica  Butter cheesecream
Ingredienti:
220 gr - formaggio cremoso tipo Philadelphia (cioè una confezione grande)
120 gr - burro morbido
140 gr - zucchero a velo (Eridania, Pedon, La Dolciaria, Sma&Auchan, Cannamela, Arpa)
cacao amaro Venchi q.b.
mandorle q.b.

Esecuzione
Sbattete bene il burro finché è cremoso. Quindi unite lo zucchero, il cacao e il formaggio e sbattete per almeno 5 minuti. A questo punto potete farcire la torta. Se vi sembra troppo morbida, potete lasciarla riposare un po' in frigo e il burro la farà compattare di nuovo. La crema va conservata in frigo, anche se a temperatura ambiente non si scioglie.
Questa è una torta abbastanza umida che non ha bisogno di essere bagnata per essere farcita, quindi si presta splendidamente alle torte in pasta di zucchero. Ma se lo scopo vostro, non è rivestirle, potete bagnare un po' gli strati, per renderla più simile al sapore delle nostre torte.
A questo punto, farcite la torta, senza bisogno di bagnarla, aggiungendo in ogni strato interno le mandorle e poi ho coperto il tutto con la crema e decorato con le mandorle.
Servitela però a temperatura ambiente, perché è molto più buona e dura anche tre giorni se la conservate in frigorifero.

con questa ricetta partecipo al contest


Red velvet cake gluten free con butter cheese cream e amarene....tra Notazioni neumatiche,Romanticismo e casse armoniche....



No,io dico, con tutte le ricette sicule da proporre proprio questa che di siculo non ha niente ,ci vede in pista questo mese?? Miiii......
Ma andiamo per e con ordine...si, come se fosse facile! Allora, un bel respiro e raccogliamo le idee per spiegare bene il perchè e il percome.
Il mese scorso,per il contest dell' MTChallenge c'è stata una frenesia da pici che ha visto la preparazione di ben 188 ricette da parte di tutte noi. Sembravamo impazzite per davvero!Pici in tutte le salse e in tutte le versioni!
E mi sono sgnasciata dalle risate quando ho visto i commenti e le foto in attesa della proclamazione della vincitrice!
Bene,tra tutte le ricette ha vinto quella di Stefania! E sono doppiamente,triplamente,infinitamente felice per lei,anche se ho iniziato il mio post scrivendo che l'avrei strozzata! Ahahaah....
Parlando seriamente,sono felice perchè è una vittoria importante. Non si tratta di una vincita di chissà che cosa,perchè qua non si vince un bel niente,se non il fatto di mettersi alla prova e cimentarsi in piatti di antiche tradizioni,regionali,di famiglia ecc,che la vincitrice propone quando è la sua volta.
Ho avuto la fortuna di conoscere questa donna sicula piccoletta ma lasciatemelo dire,con le palle! in occasione di una pizzata tra fodd blogger in una delle poche credo,pizzerie di Milano che cucinano anche senza glutine. Era nella mia città in occasione di un congresso appunto su questo tema, si, perchè la Stefy è celiaca e insieme ad altre compagne di post e fornelli (non scrivo i nomi perchè non voglio correre il rischio di tralasciare qualcuna e mi dispiacerebbe) ci siamo incontrate per la prima volta.Già sentirla parlare mi faceva morire dal ridere per la sua simpatia,trasporto e coinvolgimento.Solare,schietta,aperta,vulcanica,non se ne stava zitta un attimo!! Dopo aver mangiato ci siamo sedute nel giardino di questo locale per continuare a parlare e sapete come è andata a finire? Che un timidissimo cameriere,ad una certa ora (tarda....) ci è venuto a dire che ehm,scusate....dovremmo chiudere il locale....
Questo per farvi capire la personalità della Stefy,e che non avremmo mai voluto interrompere la serata perchè si stava troppo bene tutte insieme! Veramente a malincuore ho salutato queste mie nuove amiche. E una grande ammirazione per questa piccola grande donna!
E sono contenta perchè porta avanti una battaglia che vede coinvolte tante persone che hanno questo "problema" della celiachia. E' un po' la paladina e la promotrice per far capire quanto sia importante prestare attenzione a quando si cucina per queste persone,cosa e come lo si utilizza.Ma soprattutto vuole fare capire che queste persone,che sono meno fortunate perchè devono avere un sacco di accorgimenti che noi manco ci sognamo di avere,non è che sono sfigate o malate. E quello che mangiano è ugualmente gustoso e accattivante solo che diverso da come lo prepariamo noi.
E io, che prima manco sapevo cosa fosse la celiachia,ho scoperto nel tempo che cosa vuol dire,per fortuna non direttamente sulla mia pelle,non perchè la considero una sgiagura ,ma vuoi perchè ho conosciuto persone celiache o per sentito dire,ora capisco quante attenzioni si devono avere e i salti mortali che queste persone devono fare per reperire in commercio i prodotti senza glutine,anche se adesso alcuni si cominciano a trovare un po' piu' facilmente sugli scaffali dei supermercati, ma la maggior parte nelle farmacie , con costi ovviamente piu' elevati.
Cosi, la grande Stefania,che tutti i giorni si trova a dover affrontare queste problematiche,anzichè proporre una ricetta tipica della sua terra,e anche li avremmo dovuto tirare fuori tutta il nostro coraggio e maestria,ha pensato di lanciare questa grande sfida,forse per far conoscere a chi non conosce il problema,scusate il bisticcio di parole,che gluten free non vuol dire piatto scialbo,tristerrimo, incolore e insapore, ma vuol dire anche festa,colore,sapore,varietà....e cosa c'è di piu' azzeccato di questa torta della tradizione americana, alta,burrosa,colorata e festosa?
E qui trovate una interessantissima storia sulla nascita di questa torta ! Leggetela perchè davvero ne vale la pena.
Mannaggia...ho letto e riletto non so quante volte ingredienti e preparazione,per paura di sbagliare,di non aver capito,come se davvero dovevo preparare questo dolce per un celiaco,quindi non potevo permettermi di sbagliare nemmeno una virgola. Il passaggio che piu' mia ha messo ansia e terrore è stato il momento in cui ho mescolato il cucchiaio di aceto con il bicarbonato,perchè c'era scritto di versarlo immediatamente nella ciotola,altrimenti si correva il rischio di vederlo sparso per tutta la cucina....già immaginavo un'esplosione tipo piccolo chimico imbranato....invece è andato tutto liscio,non c'è stata nessuna esplosione e la cucina è ancora integra!
E con mia grande sorpresa,mi sono anche resa conto che alcuni degli ingredienti elencati,li utilizzo già per fare torte o altre preparazioni!
Cosi',anche se inizialmente ero un po' spaventata,non solo per il bicarbonato con l'aceto,ahah,ma perchè non ho mai fatto una torta del genere,domenica ero proprio tanto ispirata e bendisposta e viaaaa....a fare la base di questa torta...ah si,perchè tra Notazioni neumatiche,Romanticismo e casse armoniche? Perchè l'ho decorata il giorno in cui Alice ha dato l'esame di Storia della Musica. Giornataccia,perchè due giorni prima dell'esame ha pensato bene di beccarsi l'influenza con relativa febbre ed effetti collaterali,cosi,chiesto un giorno di ferie,l'ho accompaganata all'esame che è andato bene nonostante lo stato pietoso in cui riversava e appunto ha pescato la tesi sulla Notazione neumatica, il Romanticismo e acustica....cosi' per festeggiare la promozione ho fatto questa torta a tema.
Certo,non è perfetta,non ho la pretesa di essere annoverata tra le cake designer dei blog,ma ce l'ho messa quasi tutta....provate voi ad appoggiare minuscole codette di cioccolato aiutandovi con la pinzetta delle sopracciglia,facendo attenzione a non sbavare la crema al burro e a fare un motivo il piu' preciso possibile! Solo per questo merito il premio per la pazienza certosina!!

Ah,ultima cosa: per rendere la prova piu' intrigante e difficile,come se non lo fosse già abbastanza,ci è stato chiesto di preparare la torta indossando un tacco 20! Ovviamente perchè c`è tutta una serie di messaggi ,post pici,che ci ha fatto fare un sacco di risate e di proposte "indecenti" ahahah.Io,e le altre già lo sanno,non ho cucinato con tacco 20,ma con pantofola raso terra,vista la mia altezza.Avrei rischiato di cadere da tanta altezza e poi chi l'avrebbe fatta la red velvet'??!!
Bene,ora ,dopo aver spaziato tra argomenti toccanti,seri e semiseri,veniamo al momento fatidico della ricetta.....invitandovi a visitare il blog della Stefy. Rimarrete sicuramente impressionati da quante ricette invitanti e gustose ci sono racchiuse!

La descrizione della sua torta la trovate anche descritta qui.
Io l'ho decorata in maniera diversa quindi ho elencato alcuni ingredienti che ho utilizzato io.
Tra parentesi sono indicate le marche dei produttori di cibi glute free

Ingredienti
160 gr di farina di riso sottilissima tipo amido (Le Farine Magiche Lo Conte, Pedon, Rebecchi)
60 gr di fecola (Cleca, Pedon, La Dolciaria, Sma & Auchan)
30 gr di farina di tapioca (che potete sostituire con Maizena)
1/2 cucchiaino da tè di sale
8 gr cacao amaro (Venchi, Easyglut, Pedon, Olandese
110 gr burro non salato a temperatura ambiente
300 gr di zucchero
3 uova medie (io uso quelle bio codice 0, ma non è rilevante ai fini della celiachia)
1 cucchiaino da caffè di estratto vaniglia bourbon (o i semi di una bacca, ma non usate la vanillina)
240 ml di buttermilk (ma se non lo trovate, fate inacidire per 20 minuti la stessa quantità di latte con un cucchiaio di limone)
1 cucchiaio di colorante rosso (Rebecchi e Loconte)
1 cucchiaio di aceto bianco
1 cucchiaino da tè di bicarbonato di sodio

Esecuzione
Pre-riscaldate il forno a 175°C.
In un recipiente mescolate le farine, il sale, il cacao. In un altro recipiente, sbattete il burro per 2-3 minuti, finché sarà soffice e poi aggiungete lo zucchero e sbattete per altri 3 minuti.
Aggiungete le uova, una alla volta, sbattendo 30 secondi dopo ogni aggiunta.
Mescolate il colorante al buttermilk e quindi versate poco per volta al composto di burro, alternando le polveri al buttermilk. Possibilmente iniziate e finite con la farina. Aggiungete anche la vaniglia e mescolate.
In una tazzina (capiente) mescolate il bicarbonato all’aceto bianco, facendo attenzione a versarlo subito nell'impasto (altrimenti ve lo troverete per tutta la cucina) e incorporatelo bene con una spatola.
Imburrate due teglie da 18/20 cm e spolverizzate con farina di riso. Fate cuocere per 40/45 minuti, o finché non vedete che è cotto (con il trucchetto dello stuzzicadenti!)
Lasciate raffreddare la torta dentro la teglia (potete usarne anche una in silicone, ma è meglio usare la  carta forno per evitare contaminazioni) per 10 minuti. Poi toglietela dalla teglia e lasciatela raffreddare, quindi fasciatela nella pellicola trasparente. Fatela riposare in frigo per diverse ore (io l'ho lasciata tutta la notte). In questa maniera sarà più facile da tagliare senza che si sbricioli e sarà più semplice mettere la farcitura. Non spaventatevi se vi sembra troppo dura, perché a temperatura ambiente tornerà morbidissima.
Questa è la ricetta base, a questa si possono aggiungere infiniti sapori. Si può conservare in frigo in un contenitore ermetico e riutilizzare quando se ne ha bisogno.

Io ho farcito con la classica  Butter cheese cream
Ingredienti:
220 gr - formaggio cremoso tipo Philadelphia (cioè una confezione grande)
120 gr - burro morbido
140 gr - zucchero a velo (Eridania, Pedon, La Dolciaria, Sma&Auchan, Cannamela, Arpa)
1 cucchiaino di scorza di limone bio grattugiata
amarene sciroppate Toschi

Esecuzione
Sbattete bene il burro finché è cremoso. Quindi unite lo zucchero, la scorza del limone e il formaggio e sbattete per almeno 5 minuti. A questo punto potete farcire la torta. Se vi sembra troppo morbida, potete lasciarla riposare un po' in frigo e il burro la farà compattare di nuovo. La crema va conservata in frigo, anche se a temperatura ambiente non si scioglie.
Questa è una torta abbastanza umida che non ha bisogno di essere bagnata per essere farcita, quindi si presta splendidamente alle torte in pasta di zucchero. Ma se lo scopo vostro, non è rivestirle, potete bagnare un po' gli strati, per renderla più simile al sapore delle nostre torte.
A questo punto, farcite la torta, senza bisogno di bagnarla, aggiungendo in ogni strato interno le amarene tagliate a metà e poi ho coperto il tutto con la crema.
Quindi con tanta pazienza, lanciando le codeste verso la torta, cercate di appiccicarle ai bordi della torta. Servitela però a temperatura ambiente, perché è molto più buona e dura anche tre giorni se la conservate in frigorifero.


con questa ricetta partecipo al contest


Ciao grande Stefy!!!

lunedì 18 febbraio 2013

Quadrotti agli spinaci,alghe e tofu con salsa di soia


Qui ho voluto giocare molto minimal e molto fusion . Carissime Cinzia e Valentina ,peccato non abbiate visto la faccia di Rino quando gli ho comunicato il tema del contest!! L'ho visto molto perplesso e anche un po' preoccupato...per quello che avrei cucinato...ahahah.
Il formato della pasta mi ha fatto venire in mente questo abbinamento,e cosi', come ho fatto per i ravioloni , mi sono armata di forbici e ho tagliato l'alga a misura del formato della pasta.....con un cuore di tofu,da gustare necessariamente con la salsa di soia perchè il tofu proprio saporito non è.

Ingredienti
2 uova
400 gr di farina
200 gr di spinaci freschi
sale q.b.
alga q.b.
formaggio tofu
salsa di soia

Esecuzione
Il procedimento per la preparazione della pasta lo trovate spiegato qui
Cuocete i quadrotti di pasta in abbondante acqua salata,scolateli e conditeli con una noce di burro affinchè non si attacchino.Disponeteli sul piatto da portata alternandoli con un quadrato di alga che avrete ritagliato e proseguite cosi' per quanti starti volete creare. Terminate con un pezzetto di tofu,in questo caso a forma di cuore creati con il levatorsoli di GP&me
La proposta originale voleva essere servita in maniera elegante e appunto minimal ma...dimenticavo di avere in casa delle boccucce che non si accontentano del minimal e cosi' il mio piattino......


è stato sostituito da una ciotola decisamente piu' capiente e soddisfacente dal punto di vista quantitativo......
che insaziabili commensali!!

con questa ricetta partecipo al contest


Pappardelle al burro e wasabi


E questa è la seconda ricetta fusion per il contest di  Cinzia e Valentina.Sembra facile ma non è proprio cosi....bisogna trovare idee originali e non scontate. Questa proprio originalissima non è. Il tocco fusion è dato dal burro nel quale ho sciolto il wasabi e li viene il bello....se non lo dosate nella giusta quantità queste pappardelle diventano infuocate! Anche se il piccante viene mitigato dal gusto intenso degli spinaci.
Anche questa ricetta è sfacciatamente verdissima!

Ingredienti
2 uova
400 gr di farina
200 gr di spinaci freschi
sale q.b.
burro q.b.
1 cucchiaino di wasabi ( o a piacere)


Esecuzione
Per la preparazione della pasta procedete come spiegato qui.
Con l'apposita rotella create le pappardelle. Cuocetele in abbondante acqua salata,scolatele e conditele con burro fuso nel quale avrete sciolto il wasabi.

con questa ricetta partecipo al contest


Ravioloni con spinaci,alga e taleggio al burro fuso



Bene! Eccomi qua nuovamente per il contest stimolante e coinvolgente di Cinzia e Valentina . Ho saltato il mese scorso e spero di non averle fatte preoccupare piu' di tanto,vista la mia assidua frequenza ahaha! Quindi....mi rimetto in pista adesso ma....quando ho visto il tema di questo mese,Cuisine fusion & green color mi sono detta ussssignur! Ma quelle due menti proprio ne inventano di ogni! Utilizzare ingredienti tradizionali che si fondono con quelli di altre culture gastronomiche. Non con ricette scopiazzate ma di nuova creazione. E il piatto non deve essere sfacciatamente verde ma contenere i due elementi che si fondono...ecco,siamo a posto ! Gia dalla foto,il mio raviolo è sfacciatamente verdissimo! All'interno pero' c'è una sorpresa che fa fusion con il resto...che dite,lo accettano il mio raviolone?!
Come ho già detto piu' di una volta,quando faccio la pasta fresca,ottimizzo tempo e formati,cosi' con le dosi sotto riportate ho realizzato 11 ravioloni e 500 gr di pasta che ho fatto in due formati e che troverete nei prossimi post.
Di solito i ravioli li faccio cosi',alla mia vecchia maniera,come mi hanno insegnato mia nonna Cornelia e mia mamma Romilda....un giorno vi elenchero' tutti i nomi strani dei miei parenti e allora si che ne leggerete delle belle! Ma questa volta ho voluto inaugurare un utensile che mi hanno regalato,tra le altre tante cose,i nostri amici Marco e Cristina a Natale, appunto questo forma ravioli,che ho in tre formati.Ho iniziato con quello piu' facile,quello piu' grosso,per gli altri ci organizzeremo!
Anche con questo forma ravioli è veloce realizzarli e anche divertente,anche se pero',nella mia vecchia maniera,mi sembra che sappiano piu' di casa,di vecchi sapori e vecchie tradizioni tramandate. ogni movimento ha un suo perchè,che ti riporta indietro nel tempo...

Ingredienti
2 uova
400 gr di farina
200 gr di spinaci freschi
sale q.b.
alga
100 gr di taleggio

Esecuzione
Lavate accuratamente gli spinaci e metteteli in una pentola senza scolarli dall'acqua. Fateli cuocere per pochi minuti fino a quando saranno teneri. Frullateli e tenetene da parte 100 gr che utilizzerete per fare i ravioli.
Gli altri 100 gr mescolateli insieme al taleggio tagliato a pezzettini.
Versate la farina sul piano di lavoro e fate la fontana al centro.Sgusciate le uova,un pizzico di sale e con l'aiuto di una forchetta mescolate,raccogliendo pian piano la farina. Aggiungete gli spinaci frullati e amalgamate bene fino a formare un panetto elastico.
Coprite con un canovaccio e lasciate riposare 15/20 minuti.
Stendete la pasta con il mattarello,o con la macchina per la pasta.

Procedete alla creazione dei ravioloni seguendo le istruzioni : con lo stampo create la base rotonda del raviolo,con una forbice ritagliate dall'alga un cerchio grande quanto la pasta,adagiatelo sulla pasta,mettete al centro il ripieno di spinaci e taleggio,richiudete lo stampo facendo pressione,riapritelo e togliete il raviolo cosi' ottenuto.

e questo è il magnifico ripieno!


con questa ricetta partecipo al contest


venerdì 15 febbraio 2013

Lonza di maiale con frutta secca


Di solito lo si prepara per le feste natalizie,ma essendo avanzata della frutta secca,lo propongo in questo periodo carnascialesco,che anche se non c'entra nemmeno con questa festa è buono uguale! Insomma dovevo finire questi ingredienti quindi....un po' ne ho messa in questa ciambella e il resto nella lonza. Quindi è stato un pranzo all'insegna del riciclo totale ma che risultato goloso !!
Sempre per il contest della Dauly!
Ad essere sincera non mi sono mai cimentata in questi tagli di carne ripieni ma ho voluto provare ugualmente. Anzichè praticare un unico taglio centrale,la famosa tasca,ho preferito inciderne tre.Questo perchè quando mi è capitato di mangiare questi tagli di carne,ho notato che il ripieno non rimaneva compatto attaccato al contorno di carne ma si spezzettava e questo non mi piaceva molto come aspetto.E poi si sentiva molto il sapore del ripieno e poco quello della carne.Cosi mi sono detta,se il ripieno è circondato in piu' punti dalla carne magari rimane piu' insieme e compatto. E cosi è stato! E questa è un'altra proposta per riciclare quello che abbiamo in frigorifero...scatenate la fantasia e via!
E con questa ricetta termina la mia partecipazione al contest...ho terminato di riciclare,per ora.....

Ingredienti
1 kg di lonza di maiale intera
1 bicchiere di Marsala
1 cucchiaio di miele
burro e sale q.b.
pepe nero di Tec-Al
frutta secca: albicocche,fichi secchi,noci,prugne denocciolate,datteri,uvetta.

Esecuzione
Fate marinare la frutta secca con il Marsala per circa 30 minuti.
Incidete la lonza con un coltello affilatoin tre punti formando tre tasche senza arrivare fino in fondo. Sgocciolate la frutta secca e riempite le tre tasche. Chiudete bene cucendo con del filo da cucina.
Adagiate la carne in una pirofila da forno,aggiungete sulla superficie qualche fiocchetto di burro e un generoso pizzico di pepe nero. Mescolate il Marsala che avete utilizzato per fare macerare la frutta secca con un cucchiaio di miele.Versate sulla carne e infornate a 180° per 50 minuti,a seconda della grandezza della lonza. Tenetela sempre umida con il suo liquido di cottura.
Se dovesse scurirsi troppo coprite con carta d'alluminio
Una volta cotta togliete dal forno e lasciate raffreddare leggermente. Versate liquido di cottura della carne in una padellina antiaderente.Aggiungete qualche pezzetto di frutta secca e lasciate insaporire.Tagliate a fette la carne e adagiate sul piatto da portata guarnendo con la frutta secca.

con questa ricetta partecipo al contest

Ciambella di albumi con frutta secca


Quando ho visto il contest di Dauly sul riciclo bè...ho detto fantastico! Come lei del resto! L'ho conosciuta in occasione di un pranzo tra food blogger in Franciacorta e anche se non abbiamo pranzato allo stesso tavolo,quando ci siamo presentate è stata simpatia a prima vista! Forse perchè ho dei parenti di Parma e la sua inflessione dialettale mi piace un sacco? Forse perchè anche lei è una cancerina (con tutti i pro e i contro del segno)? Forse perchè anche lei si rifugia nella cucina come faccio io? Mah!
Comunque sia,il suo contest mi piace perchè...il mio frigorifero passa da momenti di piena,che quasi non riesci a chiuderlo , a momenti di desolazione assoluta,che quasi senti l'eco se per caso ci parli dentro! Un po' come il mio carattere...dalla gioia alla lacrima facile...quindi la materia prima non manca di sicuro!
E anche se il suo contest si chiama La cucina del riciclo mica deve essere preso sottogamba o essere snobbato o sentirsi il Cenerentolo nei confronti degli altri contest! Anche perchè a pensarci bene,se uno deve creare una ricetta da zero,con tutti gli ingredienti comperati apposta per realizzarla,basta che legga il procedimento,e giusto un tocco di fantasia nell'impiattamento e morta li. Ma se una apre il frigorifero e ci trova una serie di avanzi e moccichini di ingredienti, rinchiusi fino a data da destinarsi ma preferibilmente non fino alle calende greche come si suol dire...in contenitori a chiusura ermetica o in lenzuola di pellicola trasparente...bè allora la cosa cambia e di parecchio anche! Perchè in questo caso si scatenano tutti i neuroni che abbiamo e cominciamo a pensare ai possibili abbinamenti che non siano prorio azzardati e improponibili! E qui viene fuori la bravura della cuoca,che deve essere abile a creare una ricetta con degli avanzi,facendola risultare come un piatto creato appositamente prorio con quegli ingredienti.
Dite che è un'inganno? Non credo,perchè la cuoca che ha saputo scatenare tutta la sua fantasia e sapienza culinaria è capace di realizzare un piatto strepitoso, e impiattarlo in maniera elegante,rustica,simpatica,
azzardata....come in una vera magia!Quindi ben vengano i piatti del riciclo!
Non è la prima volta che propongo questa deliziosa ciambella. Infatti la potete trovare in un'altra versione
qua. E' di una semplicità assoluta! E in questa nuova versione ho fatto un po' come si fa di solito con le frittate e le torte salate nelle quali si butta dentro di tutto realizzando un piatto succulento! Cosi dopo aver fatto la  frittata bianca ai formaggi e la  frittata di albumi con verdure....ho detto rivisitiamo la ciambella!
Natale è passato da un bel po', infatti tra un po' è quasi è Pasqua,ma mettendo a posto nella dispensa ho trovato ancora qualche pacchetto di frutta secca con la scadenza a giugno,che non ho utilizzato tutta perchè mi verrà in mente qualcosa d'altro di sicuro,qualche noce nel porta frutta,quindi....in questo caso diciamo che la base sono gli albumi e poi,scatenate la fantasia e aggiungete a questo ingrediente davvero quello che volete....senza esagerare pero' nè!!!

Ingredienti
8 albumi
1 vasetto di kefir ( o yogurt  bianco o alla frutta)
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva Dante con vitamina D
250 gr di farina con lievito
( in alternativa: farina normale + una bustina di lievito)
150 gr di zucchero
1 bustina di vanillina
frutta secca: 10 datteri,5 fichi secchi,5 albicocche disidratate,5 noci,100 gr di uvetta sultanina)
1 pizzico di sale

Esecuzione
Mescolate lo yougurt con lo zucchero. Aggiungete gli albumi montati a neve. Versate tutta la farina in una sola volta,il pizzico di sale e amalgamate il tutto.
Aggiungete la frutta secca tagliata a pezzetti
Infornate a 140° per 60 minuti.

E boccone dopo boccone trovate le sorprese all'interno!!


con questa ricetta partecipo al contest

domenica 10 febbraio 2013

Krumiri



No...io dico...io lo strozzo...immaginatevi la scena: ho tutto l'occorrente per fare la red velvet  ma non sono molto ispirata e rischierei cosi' di fare una brutterrima torta quindi lascio perdere! Allora decido di fare i krumiri,che anche se è la prima volta che li faccio mi sembrano meno rischiosi.Li preparo e mi dico dai faccio anche una ciambella per la colazione visto che accendo il forno. I krumiri son pronti per essere infornati e tiro fuori bilancia farina ecc per la ciambella.Poi mi dico (e basta sto cervello pensare e pensare!!!) quasi quasi rifaccio i bomboloni,si,dai che faccio il primo rinfresco. Guardo sul piano della cucina e ...non lo vedo...guardo sul carrello delle spezie...non c'è...guardo nel frigo...non c'è....salivazione a zero e battito cardiaco in aumento....un urlo squarcia l'aere........
noooooo....dov'è il barattolo del lievito madre??? Chiedo,anzi,urlo a mio marito...dove l'hai messo??? Atroce sospetto.......noooooooooo.....disperazioooone!!! Sabato ha portato alla Rita,la bidella del Conservatorio un barattolo con il kefir e il barattolo del lievito madre....ma TUTTO il lievito!!!! Tristerrrrrima!Sciagura!!!! Per cosi poco direte voi? Si,è una sciagura per chi ormai dallo scorso anno lo usa per fare pizze,pane,focacce....Era un lievito vecchissimo tramandato dai tempi dei tempi.... Spero di recuperarlo domani,quando ritorna in Conservatorio e rivede la Rita,sperando che non lo abbia usato tutto e che me lo abbia trattato bene e che me ne ridia una noce...mi sembra che sia stato rapito...oh ma vi rendete conto di cosa vuol dire? Voi che avete a che fare con il lievito madre mi capite vero???!!! :-(
Cosi ho infornato i krumiri e ho rimesso via l'occorrente per fare la ciambella...ero troppo tristerrima....Ma vi rendete conto....e stasera ho voglia di mangiare tutti i lievitati del mondo....
Per fortuna i krumiri non hanno risentito del mio umore nero e sono riusciti proprio buoni! La ricetta l'ho presa dal blog di Veruska ,che non ha usato la farina di mais come ho visto invece utilizzata in altre ricette.Provero' anche le altre versioni di sicuro!
Io adoro questi biscotti di origine piemontese,di Casale Monferrato per la precisone, la cui nascita pare risalga al 1878,anno in cui mori il Re Vittorio Emanuele,e la loro forma si sia ispirata ai suoi baffi a manubrio.
Facili e veloci da realizzare,ancora piu' veloci spariscono perchè uno tira l'altro!
E questo ho fatto,con la speranza di addolcirmi perchè...stà storia del lievito mica mi è andata giu'...uff....

Ingredienti (per 43 biscotti)
350 grammi di farina 0 oppure 1 di grano tenero
110 grammi di burro
140 grammi zucchero
1 uovo
2 tuorli
Mezza bacca di vaniglia fresca

Esecuzione
Ammorbidite il burro a temperatura ambiente e mescolatelo a mano con lo zucchero fino a formare una crema morbida quindi aggiungete l’uovo intero e i due tuorli e sbattete con lo sbattitore elettrico.
Aggiungete la farina setacciata e la vaniglia fresca e mescolate per bene fino ad ottenere un composto compatto e abbastanza duro.
Mettete l’impasto in frigo per un’ora circa (la ricetta tradizionale prevede che la pasta riposa per una giornata intera ma con 1 ora il frigo il risultato è garantito) quindi prendete la pasta e inseritela nello sparabiscotti,tagliate alla lunghezza desiderata, adagiandoli sulla teglia ricoperta con carta forno o su tappetino di silicone.Modellate dando la forma leggera di una curva e con i rebbi di una forchetta incideteli leggermente e delicatamente.

Infornate per 5 minuti a 200° in forno caldo quindi per altri 15-16 minuti a 180°. Sfornate e lasciate raffreddare.

mercoledì 6 febbraio 2013

Sockerbullar,Pariserbullar,Bomboloni al forno......


......per Quanti modi di fare e rifare di Anna e Ornella . Lo scorso mese proprio mi sono lasciata sfuggire i Baci di Dama sotto il naso! Mille impegni e contrattempi e quando mi sono ricordata ciao...era già passato.
Anche se poi,non ho resistito alla tentazione,e mi sono ritrovata a preparare 80 Baci di Dama!
E se la volta scorsa eravamo in Piemonte,questa volta,preparate il passaporto e allacciate le cinture di sicurezza perchè si vola in Svezia,dove Barbara ci insegna a fare questi deliziosi bomboloni,che non sono fritti ma al forno!
Mi piacerebbe andare a visitare la Svezia....la Lapponia,Stoccolma, Göteborg e Malmö.
Troppo fredda? Non importa. Deve avere un fascino tutto speciale. Vi ricordate il personaggio di Pippi Calzelunghe? Quella strampalata e originale bambina con abiti colorati,scarpe enormi,trecce e lentiggini rosse,che viveva da sola,in compagnia di un cavallo bianco a pois neri che chiamava Zietto e la scimmietta signor Nilson,frutto della fantasia della scrittrice Astrid Lindgren?
E come non apprezzare il gruppo famoso in tutto il mondo formato da Agnetha, Björn, Benny e Anni-Frid conosciuti come gli ABBA, la mitica band svedese in stivali con le zeppe e tutine di paillettes che ha rivoluzionato la musica pop tra il 1972 e il 1983 regalandoci capolavori come “Dancing Queen”, “Summernight City” e “Knowing me, Knowing you” "Fernando" "The winners take it all"....e nonostante il gruppo si sia sciolto 30 anni fa, il film musicale Mamma Mia! con la colonna sonora degli ABBA ha sbancato i botteghini di tutto il mondo.
E le attrici Anita Ekberg divenuta famosa nel film di Fellini La dolce vita nel 1960 dove fa il bagno nella Fontana di Trevi, e Greta Garbo che per la sua bellezza e bravura venne soprannominata la Divina...
Certamente il clima non sarà clemente e il cibo ben lontano dalla nostra varietà ma questi deliziosi dolci fanno dimenticare queste mancanze!
Dire che sono una delizia è limitante. Già l'impasto lievitato e morbido fa pregustare quello che sarà poi il risultato finale. Non sono difficili da fare.E' terapeutico oserei dire...stendere la pasta,porre al centro un po' di crema,richiuderli con calma e attenzione,dare una forma sferica senza schiacciarli troppo tra le mani,allinearli sulla placca del forno,vederli lievitare e poi quando li apri la crema che esce...una vera meraviglia!
Ho riportato integralmente la ricetta di Barbara perchè spiega tutti i passaggi in maniera impeccabile.
Io,oltre a quelli con la crema pasticcera,li ho riempiti anche con la crema al cioccolato.

Ingredienti

Preimpasto
500g di latte
75g di lievito di birra (18g di lievito essiccato)
25g di zucchero semolato
600g di farina (io ho usato 200g farina di forza e 400g di farina 00)

Nella planetaria sciogliere il lievito con il latte e lo zucchero. Aggiungere la farina ed impastare a bassa velocità per 5~6 minuti (o per 10 minuti a mano). Far lievitare coperto per 30~45 minuti.

Crema alla vaniglia
1 baccello di vaniglia
500g di latte
6 tuorli d’uovo
125g di zucchero semolato
40g di amido di mais
25g di burro

E’ meglio farla nell’intervallo tra i due impasti (ma va bene anche il giorno prima). Dividere il baccello di vaniglia e raschiarne i semi, unirli al latte e far bollire. Tenere da parte a raffreddare. Montare i tuorli con lo zucchero, quindi aggiungere la farina e mescolare per farla assorbire. Quando il latte sarà diventato tiepido, versarlo nel composto di uova, zucchero, farina e sbattere con la frusta. Mettere sul fuoco ed aggiungere il burro, cuocere a fuoco lento fino ad addensarlo. La crema non deve essere calda quando si farcisce l’impasto.

Impasto finale
Tutto il preimpasto
200g di burro
150g di zucchero semolato
25g di zucchero a velo vanigliato
5 tuorli d’uovo
600g di farina (io ho usato 200g farina organica e 400g di farina per tutti gli usi)

Preriscaldare il forno a 250°C. Nella planetaria aggiungere al preimpasto tutti gli ingredienti eccetto il burro, impastare a bassa velocità per 5~6 minuti (o per 10 minuti a mano). Unire il burro a piccoli pezzi, e far impastare per altri 10 minuti a velocità medio-bassa (o per 15~20 minuti a mano). Lasciar lievitare per 30 minuti in una ciotola appena unta d’olio. Travasare l’impasto sul piano di lavoro infarinato e dividere in 4 pezzi, prendere un pezzo e coprire gli altri con una ciotola capovolta per non far formare la crosta. Dividere il pezzo in 7~10 parti di 60g circa ma i miei erano di 65~75g circa perche’ a me i bomboloni piacciono grandi. Stendere con il matterello ogni parte senza far sgonfiare l’impasto, mettere un cucchiaino di crema al centro, chiudere bene i bordi ed arrotondare. Allineare i bomboloni in una teglia ricoperta da carta forno, distanziandoli perché in cottura aumentano di volume. Cuocere per 4~5 minuti a 250°C e per altri 4~5 minuti a 220°C. Estrarli dal forno, spennellarli con burro fuso e cospargere con zucchero semolato. Appena sfornati sono veramente irresistibili.

Nella mia versione li ho spolverizzati con zucchero a velo quelli con la crema pasticcera e con il cacao amaro quelli con la crema al cioccolato.....

con questa ricetta partecipo a



martedì 5 febbraio 2013

Panettone per San Biagio


Chi è San Biagio e cosa c'entra con il panettone? Si narra che un giorno,una madre disperata chiese aiuto a Biagio,perchè suo figlio,mangiando del pesce,aveva ingoiato una spina e stava soffocando.Senza perdersi d'animo,fece mangiare al giovane,un pezzo di pane,e il ragazzo ritorno' a respirare nuovamente.Niente di miracoloso dunque,se non per il fatto che,prima di dare al ragazzo il pezzo di pane,lo benedi' facendogli il segno della croce e quindi si grido' al miracolo.Biagio aveva studiato medicina,ma la popolazione voleva che diventasse vescovo.Quindi,un po' per le sue conoscenze mediche,un po' per onorare l'abito talare,riusci a salvare la vita del malcapitato.
E quella di mangiare il panettone il 3 febbraio,giorno di San Biagio,è un'usanza ben radicata nel territorio milanese.Infatti,a colazione,per proteggere la gola e dai malanni stagionali,si scarta un panettone,o avanzato da Natale,o comperato scontato,come vuole la tradizione.

Cosi' i colleghi,con la scusa di essere ligi e rispettare la tradizione,hanno richiesto il panettone per questa ricorrenza. Ho cercato di convincerli dicendo che il panettone deve essere quello avanzato e non fatto fresco ma non c'è stato verso di convincerli! Ho persino detto di portare pazienza,che tra un po' avrei fatto la colomba....niente da fare!
La ricerca della ricetta perfetta,come il surfista cerca la sua onda perfetta da cavalcare,mi stava facendo girare come una trottola da un blog all'altro.Già mi ero cimentata due anni fa tra panettoni e pandori e a detta di chi li ha mangiati e ricevuti come regalo,erano buoni ma...io non ero proprio soddisfatissima del risultato ottenuto.Lo scorso Natale invece mi sono dedicata a preparare biscotti a tutto spiano.Anche questi regalati ad amici,parenti e colleghi di lavoro. Quindi pensavo di essermela cavata cosi', e di aver scampato "l'operazione panettone", ma ho fatto i conti senza l'oste!
Cerca di qua e cerca di là ho finalmente trovato quella giusta! Sono andata a cercare nel blog di Adriano, Profumo di lievito ,un blog che per chi ama i lievitati,quindi pane,pizza,focacce e tutto cio' che è lievito madre,di birra e forno...è una vera delizia!
Ci si perde veramente in mezzo a quelle leccornie,le si vorrebbe provare a fare tutte!
Quindi,dopo aver visto la fotografia del suo panettone e letta la descrizione mi sono detta o la va o la spacca!
E,non per essere presuntuosa o per darmi delle arie ma...questa volta ho davvero fatto centro! E' riuscito veramente come volevo ed era buonissimo! Talmente buono,che con la scusa che ho su la mano,ma ti sei scritta la ricetta vero?...mi hanno detto che lo devo rifare e ma perchè non lo prepari anche per ferragosto? Ahahah....
A rischio di sembrare impazzita...quasi quasi li accontento!!
Intanto vi lascio questa ricetta,che visto che ormai San Biagio è passato e siamo quasi in perdiodo di colombe...sicuramente potrete provare il prossimo Natale.....
Io ho seguito pari pari le dosi e la spiegazione di Adriano . E il risultato,a parte la cupola che non è venuta come quella che tutti conosciamo,perchè ho avuto paura ad inciderla troppo profondamente, è veramente fantastico!
Nella foto....quello che è rimasto di un panettone.....
Ingredienti per un panettone da 1kg
312 gr Farina 00 w360 - 400
  72 gr Lievito madre rinfrescato 3 volte
127 gr Acqua
142 gr Zucchero
  30 gr Miele (possibilmente non pastorizzato)
   8 Tuorli 8 (uova medie)
175 gr Burro
 3/5 gr Sale
 40 gr Cedro candito
110 gr Arancia candita
110 gr Uvetta
3/5 gr Malto diastasico in polvere (facoltativo)
Zeste grattugiate di 1 arancia e ½ limone
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (o 1 stecca)
2 cucchiai di marsala

Esecuzione
1° Impasto (serale)
Farina 219gr
Zucchero 72gr
Tuorli 4
Acqua 85gr
Burro 85gr
LM 72gr

Montiamo la foglia ed idratiamo il LM spezzettato nell’acqua, insieme ad una cucchiaiata abbondante di zucchero; aggiungiamo tanta farina quanta ne occorre a legare la massa.
Inseriamo i tuorli uno alla volta, seguiti da una parte dello zucchero e, poco dopo, dalla farina
sufficiente a riportare l’impasto in corda.
N.B.: lo zucchero dovrà essere inserito in quantità leggermente crescente e la successiva immissione di tuorlo dovrà avvenire non prima che l’impasto torni elastico.
Aggiungiamo il burro morbido (ma non in pomata) a piccoli pezzi in tre volte, ribaltando ad ogni porzione l’impasto nella ciotola.
Una volta assorbito il burro, montiamo il gancio ed impastiamo per pochi minuti, ribaltando l’impasto 1 volta.
N.B.: facciamo attenzione a non eccedere con i tempi di impastamento, la massa non dovrà risultare
lucida. Tutta la lavorazione va fatta a ca. 90 - 100 giri al minuto.
Arrotondiamo la massa, sigilliamo con pellicola e poniamo a 26° fino a che triplica il volume (ca. 10 – 12 ore).
Fondiamo 30gr di burro (presi dagli 90gr dell’impasto successivo), uniamo le zeste di agrumi e portiamo ai primi sfrigolii. Uniamo i canditi cubettati e l’uvetta fatta rinvenire in acqua tiepida e marsala e successivamente strizzata, scaldiamo brevemente poi sigilliamo.

2° Impasto (mattino)
Farina 93gr
Zucchero 70gr
Miele 30gr
Tuorli 4
Acqua 42gr
Burro 90gr
Sale 3.5gr
Malto diastasico in polvere 3.5gr (facoltativo)
Massa aromatica con canditi e uvette
Mescoliamo la farina con il malto.

Avviamo la macchina con il gancio a bassa velocità, fino a serrare l’incordatura.
Uniamo l’acqua, un cucchiaio di zucchero e poco dopo la farina occorrente perché l’impasto riprenda elasticità; aumentiamo leggermente la velocità.
Con la massa bene in corda, uniamo i tuorli, lo zucchero e la farina con le stesse modalità dell’impasto precedente, lasciando il miele alla fine ed aggiungendo il sale con l’ultimo tuorlo.
Inseriamo i 60gr di burro rimanente a piccoli pezzi in 2 volte, ribaltando l’impasto ad ogni porzione, terminiamo con la vaniglia.
Una volta assorbiti i grassi, fermiamo la macchina, aggiungiamo la massa aromatica con i canditi e le uvette, leggermente riscaldata, e distribuiamola nell’impasto, avvolgendolo con la spatola.
Avviamo la macchina a velocità minima e lasciamo andare brevemente, ribaltando la massa un paio di volte, fino a che canditi e uvette non siano regolarmente distribuiti ed il burro assorbito.
Lasciamo riposare 30’, spezziamo nelle pezzature desiderate e facciamo una prima pirlatura,(si piega l'impasto su se stesso prima da una parte e poi dall'altra e poi si da la forma tonda) imburrando mani e piano di lavoro.

Copriamo a campana e lasciamo riposare altri 30’.
Pirliamo di nuovo le forme e trasferiamo negli stampi. Sigilliamo con pellicola e trasferiamo nel forno appena intiepidito (28°), fino a che l’impasto non sia arrivato a 2 dita dal bordo (pirottino da 1kg).
Scopriamo e lasciamo lievitare ancora una mezz’ora.
Incidiamo la superficie a croce, con una lametta bagnata e mettiamo al centro un fiocchetto di burro, alzando leggermente le 4 punte.

Inforniamo a 175° in forno statico fino a cottura (ca. 30 - 40’ per pezzature da 500gr – ca. 50’ per pezzature da 1kg). Temperatura al cuore 94°.
Trapassiamo la base con degli spiedini e lasciamo raffreddare capovolto.


Lasagne con zucca,cavolfiore e verza



Ogni tanto capita che tra colleghi ci vien voglia di mangiare tutti assieme nel nostro "salone delle feste",che nient'altro è che una stanza spaziosa con due scrivanie ma occupata solo da una collega. Allora ci si mette d'accordo sul quando, chi , cosa e quanto portare da mangiare. E' un momento conviviale molto bello, perchè già andiamo d'accordo,seduti allo stesso tavolo poi,diventiamo ancora piu' simpatici e compagnoni!
Questo è successo durante le feste di Natale....l'organizzazione del pranzo aziendale,detto con tono fantozziano per rendere piu ilare il tutto!
E siamo ben assortiti : un vegano,qualche salutista,qualche bocca buona...e tutti cavie delle mie ricette sperimentate o cavalli di battaglia....insomma una bella compagnia di 16 persone !
Cosi' dopo esserci suddivisi i compiti,chi fa il pane,chi la focaccia,chi le pizzette,chi la frutta...il collega vegano prepara le sue torte di sfoglia senza uova con vari ripieni di verdure e io la pasta al forno,intesa come lasagne , per tutti e una di verdure per lui. Preparo ragu' e besciamella e comincio poi ad assemblare la mia lasagna nella teglia.Ad occhio calcolo le porzioni che possono uscire per farle bastare a tutti quanti e...nooooo.....Antonino non mangia la lasagna col ragu'!! Ho promesso che ne avrei fatta una solo con le verdure! Panico,mamma mia che svista. Apro il frigorifero con la speranza di trovare qualche cosa che non fosse di origine animale da poter utilizzare e con un senso di colpa enorme!
Come sono fortunata pero'! Trovo un fetta di zucca avanzata dalla zucca intera utilizzata per fare i tortelli,i cavolfiori cotti la sera prima ma che è un po' un supplizio farli mangiare,e una piccola verza che avevo comperato per fare i pizzoccheri ma che poi non ho preparato quindi era li povera in attesa di collocazione...
Forse son salva,mi sono detta. Anche se a dire la verità non avevo mai accostato queste verdure cosi diverse come gusto e consistenza tra di loro!
Il dolce della zucca,con il sapore forte dei cavolfiori e della verza,mah! Ma non potevo fare tanto la delicata,solo quello avevo,e avevo promesso lasagne per tutti,vegani e no,quindi.....
Morale della favola: la lasagna al ragu' è stata spazzolata dai carnivori,che hanno voluto anche assaggiare la lasagna alle verdure,che è stata apprezzata con immensa gioia dal vegano per l'accostamento originale e anche dagli altri,che non si fanno mancare niente!
Quindi,dopo un attimo di panico iniziale,come ti riciclo tre verdure tipicamente invernali e salutari,avvolte da una cremosa besciamella....creando un piatto insolito e gustoso.....

Ingredienti
pasta sfoglia per lasagne
1 fetta di zucca
1 verza
cavolfiori
1 l di latte
100 gr di farina
100 gr burro
sale
Olio extravergine di oliva Dante con vitamina D

Esecuzione
I cavolfiori, essendo avanzati,erano già cotti (stufati in pochissima acqua).Le altre verdure le ho stufate in due padelle antiaderenti separate,con un filo di olio extravegine di oliva e un goccio di acqua fino a quando sono risultate morbide.
Preparate la besciamella sciogliendo il burro e aggiungendo la farina.Fate assorbire bene tutta la farina e versate poco alla volta il latte,mescolando il tutto con una frusta per la polenta, facendo attenzione a non far formare i grumi.Aggiustate di sale e continuate a mescolare per circa 15/20 minuti fino a uqando si sarà ben addensata.
In una teglia fate una base con la pasta per lasagne,aggiungete la zucca,qualche cucchiaiata di bescîamella,pasta,qualche cimetta di cavolfiore tagliata a pezzettini,besciamella,pasta,qualche foglia di verza e cosi' via fino alla fine degli ingredienti.Terminare con la besciamella.
Infornate per circa 30 minuti a 180°.


con questa ricetta partecipo al contest



domenica 3 febbraio 2013

Frittata di albumi con verdure e....


....tutto quello che vi è avanzato e siete stufi di fare la solita torta salata , o appena acquistati e volete utilizzare per fare una frittata diversa dal solito!
Avendo fatto non so quanta crema pasticcera per non so quanti cannoncini per il fratello e cognata golosi (che hanno affermato che da quando hanno mangiato i miei non piacciono piu' quelli della pasticceria...
uaooo come gongolo!!!)...ho avanzato un sacco di albumi che è un vero peccato buttare. Quindi per non fare le solite meringhe o il ciambellone , che ho fatto ultimamente ma che non ho fatto in tempo fotografare , ho rivisitato un attimo la ricetta della frittata bianca ai formaggi....perchè questa volta di avanzi ne avevo un bel po'....carote che si stavano quasi rammollendo,una mezza verza reduce da una lasagna,che postero' se non mi dimentico,cipolla e un indefinito numero di fondi di formaggio....una superfrittata bella ricca,colorata e saporitissima!
Non ho indicato le dosi,anche perchè gli ingredienti,essendo da riciclo,non sono stata a pesarli!
La mia è solo da esempio,perchè è adattabile a qualsiasi altro ingrediente...voi aprite il frigorifero e scatenate la fantasia!

Ingredienti
albumi,carote,cipolla,verza,grana grattugiato,scamorza,formaggio latteria,scamorza affumicata,olio extravergine di oliva Dante con vitamina D,1 cucchiaino di bicarbonato.

Esecuzione
Sbattete leggermente con una frusta gli albumi per "rompere" la collosità e la densità del composto,ma non a neve!
Fate cuocere le verdure tagliate a dadini in una padella con un filo di olio extravergine di oliva.Tagliate a dadini i formaggi.
Aggiungete questi ingredienti agli albumi,aggiustate di sale e fate cuocere e dorare da entrambi i lati .
Io ho utilizzato una padella doppia per frittate,quelle che si girano sottosopra,senza fare troppi colpi di polso,rovesciamenti con coperchi e chissà quali altre evoluzioni,con il rischio di vedere la frittata spiaccicata per terra!Il risultato è questo....una gonfissima frittata bianca.


con questa ricetta partecipo al contest

sabato 2 febbraio 2013

Baci di Dama


Si narra che questi baci abbiano avuto origine in Casa Savoia nel 1852. Molte sono le storie vere o presunte che narrano le sue origini. Di certo pero' sono nati a Tortona . Dall'abilità dei pasticceri Tortonesi che fanno risalire all'ottocento le origini di questa ricetta,che vedeva l'utilizzo delle mandorle,che costavano assai di piu' delle nocciole,altro prodotto tipico piemontese. Per questa ragione,la città di Tortona è famosa in tutta Italia per la produzione dei suoi Baci di Dama.
Ed eccomi qua alle prese con questo capolavoro di piccola pasticceria. Inteso non come mio capolavoro ovviamente,non sono cosi' presuntuosa! Anche se devo dire che comunque,per essere stata la prima volta che mi sono cimentata,sono abbastanza soddisfatta del risultato!
La prossima volta li devo lasciare nel forno un po' meno tempo,cosi dovrebbero risultare leggermente piu' morbidi.
Comunque sia,sono stati letteralmente divorati dai colleghi.Si,quei colleghi che a volte sono le cavie delle mie preparazioni,e che tutte le volte apprezzano cio' che assaggiano e che io speravo di soddisfare e di confondere con questi dolcetti...di modo che dimenticassero il panettone.
Cosa c'entra il panettone? C'entra eccome...due anni fa ho regalato ad ognuno di loro un panettoncino ,lo scorso Natale ho preparato i biscotti di pan di zenzero,ma per San Biagio hanno richiesto il panettone perchè non l'ho ancora preparato ed era proprio buono quello della volta scorsa...Ho cercato di convincerli dicendo che a San Biagio si deve mangiare il panettone avanzato di Natale e non un panettone nuovo,ma non hanno voluto sentire ragioni!
Cosi,mentre sto scrivendo questo post,il lievito madre sta finendo il terzo rinfresco e stasera comincero' col primo impasto!
Questa ricetta era prevista per l'appuntamento mensile di Quanti modi di fare e rifare che io mi sono proprio scordata di fare! Ero talmente presa con mille impegni e contrattempi che proprio mi è sfuggita! Ma non importa,visto che non è una gara ma un bell'appuntamento che ci vede sincronizzate alla stessa ora dello stesso giorno a pubblicare le nostre creazioni,lo faccio ora.Meglio tardi che mai!
Andate a vedere come ha preparato i baci La casa di Artu'! Una meraviglia!
Sono veramente facili da preparare,direi rilassante,creare quelle piccole palline da mettere ben ordinate in fila e poi appaiarle l'una con l'altra,unite da uno strato di cioccolato...come in un dolce bacio!

Ingredienti
250 farina di mandorle
300 gr di farina bianca
250 gr zucchero semolato
200 gr di burro
cioccolato fondente
(con queste dosi ho realizzato 120 palline cioè 80 baci)

Esecuzione
Impastate gli ingredienti a mano in una ciotola. Formate le palline di impasto e disporle nella teglia, vi consiglio di farle piccole,6 gr l'una, e di lasciarle un poco distanziate perchè in cottura si allargano.
Potete vedere la differenza con le dimensioni della noce.Cuocendo, la base si appiattisce e la parte superiore si gonfia a cupola...

Cuocete a 170-175°C per circa 20-25 minuti. Lasciate raffreddare in teglia, senza toccarli.
Fate fondere a bagnomaria o nel microonde del cioccolato fondente ed accoppiare le calottine a due a due, utilizzando il cioccolato fuso come "collante".
Note: se impastate invece con robot da cucina o planetaria probabilmente otterrete un impasto troppo sbricioloso, quindi  aggiungete due o tre cucchiai di acqua, se necessario.

con questa ricetta partecipo ai contest