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mercoledì 27 novembre 2013

Lat e castegn,ultima tappa dopo un viaggio tra i ricordi.....


Mamma,hai qualche ricetta vecchia con le castagne che facevate tu o la nonna?

" Ricett vecc,no.Fam pensà.Eh si,el lat cunt i castegn. Ma quela a lè minga nà riceta. La faseva la nona quand a serum picinin e la se mangiava al post della minestra o a culasiun.Ma i giuin a la cugnusen no. Nà volta quel che ghera se mangiava....el lat cun la pulenta o el ris o i castegn. Te se ricordet no che te la fasevi anca a ti quand te seret picinina e te la mangiavet insci' vulentera"....

Gnicccc....riapro il cassetto dei ricordi e...si,mi ricordo! Quando ero piccola la mia mamma mi faceva riso e latte per cena,e per me era una grande evento,quanto mi piaceva!
O al mattino a colazione mangiavo dei tazzoni con la polenta abbrustolita o con le castagne!
La polenta aveva quelle righe lunghe e nere che erano state lasciate dalla bistecchiera che usava per abbrustolirla,e la superficie era secca e quando la tuffavo nel latte andava a fondo.Poi bastava inciderne un po' la superficie col cucchiaio,ed ecco che allora si susseguivano una serie di sapori e consistenze...il latte caldo,il morbido della polenta,la crosticina che scroccava sotto i denti....
Il latte con le castagne,sempre abbrustolite,cosi grosse che quasi non ci stavano in bocca...o forse erano normali,ma si sa che da piccoli,tutto ci sembra piu' gigantesco.....

Si ma come si fa che non mi ricordo? C'è un modo particolare?

"Ma vaaa,particular cusè! Te ciàpet i castegn e te le fe braschè,e pö ti a pelet,te fe scaldà el lat e ti a metet denter. Se no ti a pelet a crüd e ti a fe buli' nel lat fin che diventen tener"

Mamma parla italiano...braschè...cosa vuol dire brascheeeeeè?

"Brüstuli'...te fe un tai e ti a metet süla padela per i castegn"

Ahh ho capito!Ok grazie ciao...Si ciao fam savè.....fai sapere cosa? Se sono riuscita a fare le castagne nel latte?Mah....Con tutte le cose che preparo piu' complicate....

dopo due minuti...suona il telefono e..... ma perchè te servis la riceta cunt i castegn?...e si bella domanda...già...perchè mi serve la ricetta con le castagne?....ehhh,è per il blog,la ricetta del mese,quella dell'MTC,ogni mese una sfida diversa.....lemmecusè ?...Si va bè mamma,te lo spiego la prossima volta va....

a te pödet fa la pasta o i crespel. Iu mangià sü a Tej (Teglio) dumenica pasada cun la marmelada de maron glasè, a l'eren insci' bun!

Si ma io cercavo una ricetta antica....va bè faccio le castagne abbrustolite col latte...ciaooo

Questa è la conversazione mattutina con la mamma,alla ricerca di una ricetta antica,che non fosse banale,troppo inflazionata o sontuosa,ma che fosse davvero datata,un po' una ricetta della memoria.
E questa è davvero una ricetta dei ricordi.Anzi,una "non ricetta".Certo,mia mamma per esigenze legate al momento e al territorio dove abitava,era quasi obbligata a mangiare quello che c'era.
In tempo di guerra,nonni e zii vivevano nelle campagne mantovane,vivevano di quello che offriva la terra.Dove davvero non si buttava via niente.
Dove c'era il rispetto per il lavoro,la fatica nei campi e il raccolto dei suoi frutti.
Dove le bestie venivano accudite e poi vendute.La cascina dello zio Guglielmo,fratello della nonna Cornelia,con tutte le bestie,e i miei nonni alle prese con i campi e il maiale.
Momenti di vita contadina scanditi dalle fase lunari,dalla semina e dal raccolto,dall'uccisione del maiale e la preparazione del salame,della cassöela,del sanguinaccio....

Piatti della tradizione che senza la continuità di chi ama i legami e gli affetti andrebbero altrimenti persi.Ricette scritte su quadernetti a quadretti,con bella grafia.Ricette scritte solo nella mente,che quando ne chiedi le dosi,ti senti rispondere ...eh vai a occhio,lo vedi quando è pronto....eh si,sembra facile,potrebbe dire qualcuno. Si. All'inizio si fa un po di fatica,ma poi quando queste ricette diventano i tuoi cavalli di battaglia,li fai con tanta naturalezza che quasi ti sorprendi.
Ed ecco che per la besciamella non pesi niente ma vai ad occhio.E ti accorgi dalla consistenza e dal sapore,che non deve essere troppo di farina,che la besciamella è pronta. Perchè sa di besciamella.E il ripieno dei tortelli di zucca è pronto quando sa di cosi....e quello di carne anche....difficile da spiegare a parole!
Una serie di "non ricette" che ti porti impresse nella mente e nel cuore.

Mai nessun altra sfida,mi ha fatto tornare indietro nel tempo come questa.E pensare che aveva un solo ingrediente...una semplice ed umile castagna.Cosi semplice ma cosi preziosa.Che sa di tempi andati,di lunghe passeggiate nel bosco,con un piccolo bastone,gli scarponcini e un vecchio zaino da riempire col prezioso bottino.E poi tutti davanti alla stufa ad abbrustolirle,dopo che i grandi le avevano incise,e noi si aspettava con impazienza,tra uno scoppiettio e l'altro.E la mamma e la nonna che si ustionavano le dita per pelarle ancora calde e offrircele da mangiare subito perchè calde erano sono piu' buone.
Ecco perchè per l'ultima tappa del mio breve viaggio tra le castagne,concludo con una "non ricetta" del cuore
Ecco perchè prendo gli album di fotografie,la maggior parte in bianco e nero,e comincio a sfogliarli.Un gesto quasi inutile perchè le ho impresse nella memoria una per una.Ma riguardarle,mi da un senso di sicurezza,che quei momenti sono davvero stati vissuti e immortalati.E dentro di me mi sento esclamare....è vero guarda qua...mi ricordo questa foto....ecc....e quanta nostalgia risale dentro di me!

E voglio condividere questi scatti,che sembrano cosi "antichi"...ricordi e valori che ho trovato in comune anche con un altra amica di questa sfida ....la Eleonora in arte Tata Nora....non ho parole per descriverla!Il suo blog non è una vetrina di ricette e basta ma un pezzo di vita ogni volta.
.... io a 3 mesi...in una posa da brivido! Sul calorifero che se solo mi entusiasmavo un po' di piu' facevo uno di quei voli!!E oggi i bimbi sono messi nella sdraietta,nel dondolino con la musica,ben ancorati con le bretelle e cinture...i primi passi nel pratone,dove in pratica sono cresciuta,perchè mia mamma lavorava in una lavanderia,infatti la frazione si chiamava Lavanderie di Segrate,e quindi io passavo allo stato brado le mie giornate con i figli del padrone,a gattonare e poi a camminare e correre e giocare a nascondino,in mezzo alla terra,le formiche,l'erba che ti macchiava i vestiti...altro che asili nido e baby sitter....in posa dal fotografo,per la "foto bella"....a carnevale,vestita da marajà,ma solo per il tempo necessario per scattare la fotografia,perchè era del Mauro,uno dei figli del padrone.Come mi piaceva quel vestito!La cosa sconvolgente è che pur essendo piccola,io mi ricordo nitidamente quel pomeriggio quando ho indossato e tolto poi con dispiacere quel meraviglioso vestito luccicante riccamente rifinito con perle e ricami!....la macchinina rossa,anche quella non mia,perchè di soldi mica ce n'erano....e finalmente la mia pianola! Con il libriccino con il pentagramma e le canzoncine da suonare.I miei primi passi nel mondo della musica.Come mi piaceva suonarla!!......Al mare a Rimini,in braccio alla nonna Cornelia,che è morta due anni fa e mi manca un casino.Mi raccontava che ero una piccola bisbetica,parlavo con tutti,e anche in spiaggia andavo da tutti a chiacchierare e fare domande!Ma tutti le facevano i complimenti perchè ero una bambina simpatica,tiè!.....Il giorno del mio primo compleanno in braccio al nonno Armando,anche lui ormai non c'è piu',da 15 anni ma sembra ieri.Ero il suo orgoglio,perchè ero la sua prima nipote e per di piu' femmina....e poi con mia cuginetta acquisita,anche lei di nome Antonella,due mesi di differenza,a fare il trenino su un muretto a Parre e al di là c'era il vuoto.Anche qui una sicurezza!!!!


e intanto il tempo passa...alla festa dei pizzoccheri in pineta,con il coro di montagna che mi piaceva un sacco e guardavo meravigliata quei vestiti fiorati e lunghi,e quante canzoni cantate insieme!....e qui ecco la signorina Zaira,la padrona di casa,che abitava al piano terra e noi avevamo il timore quando passavamo di fianco alla sua porta.Che non capivo mai perchè aveva la casa divisa in due,la cucina col grande camino sulla sinistra e la camera da letto sulla destra.Che si entrava in silenzio nel piccolo ingresso e poi piano piano salivamo le scale di legno facendo attenzione a non fare scricchiolare i gradini.E le volte che rumoreggiavi un po',
spalancava la porta della cucina e ti faceva morire di spavento!La signorina Zaira,zitella come si diceva allora,che aveva dei lunghi peli ispidi sul mento e pure i baffi,che ci dava i bacini e a me sinceramente facevano un po' schifo e senza essere vista,almeno lo spero! me li asciugavo via.Sono stata a rivedere la casa un po' di tempo fa ed è rimasta cosi come l'abbiamo lasciata noi,come la ricordavo,con il filo della luce esterno di cordoncino ritorto e l'interruttore bianco o nero con una levetta da girare a destra e a sinistra,e il bagno in comune,senza la vasca e il bagno lo facevamo nel grande catino,e i grandi,boh,sinceramente non mi ricordo dove lo facessero.Ma che stupende estati passavamo tutti insieme! Ognuno nella sua parte di casa in comune,tutti per uno e uno per tutti.E quando si doveva asciugare l'insalata,si andava nel corridoio "a scurli' l'insalada" chiusa dentro un canovaccio,tanto tutto il pavimento era di legno e si asciugava subito.E quando era l'ora della merenda mi ricordo che andavo nel pollaio,prendevo un uovo e lo bevevo cosi da crudo,o una bella fetta di pane burro e zucchero....ecco che dall'estate valtellinese sono ancora a trovare gli zii a Parma,questa volta in ottobre,nel mio cappottino color cammello,le mani in tasca che mi pulsavano perchè un cigno mi aveva data una beccata coi fiocchi!....e arriva di nuovo Natale,stessa letterina destinazione via del Cielo 1,questa volta una giacca a vento e un carrello con pentolini e tazzine di plastica (segnale??? ahahah) e l'immancabile scatola di Lego....il giorno di Natale con i nonni Armando e Cornelia e lo zio Adriano,con la mia mamma un tantino incinta di mio fratello Giordano che sarebbe nato a gennaio.....e con i nonni Lino e Teresina.....



Il tempo che scorre,un po' a colori e un po' in bianco e nero....una parte dei regali di Natale.Che tu non capivi mai perchè se sulla letterina a Gesu' Bambino che abitava in via del Cielo 1 avevi scritto che volevi il morbido Cicciobello tutto da abbracciare,ti arrivava tut'altro,dalla bambola Susanna, e poi Lisa,rigide che non potevi coccolartele come volevi e poi la cucina di plastica (sarà un segno....),e l'abbigliamento per la montagna...che strano,io il giradischi,il disco con i Cori di montagna,gli scarponi da sci e i pantaloni,mica avevo scritto che li volevo, su quella letterina!.....e la gita fino a Gressoney col pulman! Mi ricordo ancora adesso,ero la mascotte del pulman,e mi dondolavo in mezzo al corridoio facendo leva sulle braccia,nei miei pantaloni e scarponcini nuovi e tutti guardavano i miei capelli lunghi e lisci fino al sedere......



Tutte le volte che guardo questa foto mi vengono i brividi! Cosi a ridosso del burrone....in cima al P.so dello Stelvio,con il Ghiacciaio del Livrio sullo sfondo.....con mio fratellino Giordano,un patatone che dove lo mettevi stava,vestiti da tirolesi,di fronte alla cappellina della Madonna a Teglio...e sempre a Teglio,il giorno del mio compleanno,festeggiato con tutti i parenti per davvero,perchè era estate e tutti stavamo nella grande casa della già descritta signorina Zaira.....e su in pineta alla Festa dei pizzoccheri,con mio fratello che mi guarda mentre spalanco la bocca chissà pensando cosa e il nonno che mi sorride,già fin da piccola ero una buona forchetta.....e poi con la signora Pina e le sue figlie,a festeggiare l'ultimo dell'anno....



e qui si colorano i ricordi....a Parma,col vestito della festa,a trovare gli zii,con la borsettina ad uncinetto color celeste.....a Teglio,in mezzo a un campo di grano saraceno,quando ancora questa coltivazione la faceva da padrone,caduta un po' nell'oblio,e fortunatamente ritornata in auge adesso,con la riscoperta dei sapori antichi e delle tradizioni.....nella mia maglietta rossa mentre aspetto che dalla stazione della ovovia che portava a Prato Valentino,usciva una cabina di colore rosso,e non c'era verso di scattare la fotografia se per caso uscivano quelle di colore verde,giallo o blu.Io volevo quella rossa punto e basta.Ora la stazione della ovovia non c'è piu'....io e il mio papà,in una scalata di grandissima difficoltà,in doppia cordata! Che a vederla oggi la fai con un balzo ma allora,che messinscena e che racconto dettagliato al ritorno a casa!!....



Si cresce,e il tempo dei giochi deve essere condiviso con gli impegni di scuola.La maestra Lucia,una signorina bella in carne,venuta dal sud,che aveva un grande neo sopra il labbro e che ci voleva un bene dell'anima! Tutti col grembiulino nero col fiocco azzurro,classe mista,si scriveva con la penna a sfera Bic e il primo biondino sulla sinistra seduto,era il mio amore segreto.Claudio si chiamava e io per tre anni, il tempo trascorso alle Lavanderie prima di trasferirci a Milano, tutte le mattine quando entrava in classe,mi batteva forte il cuore,gli correvo incontro e gli bisbigliavo in un orecchio io da grande ti sposero'. Bè,non ci siamo mai sposati nè so piu' che fine abbia fatto.Chissà se ha tirato un sospiro di sollievo quando me ne sono andata o se un tantino non gli è dispiaciuto!!....io in posa sul pattino,quando andavo in colnia con l'Alfa Romeo.I pianti che facevo quando ritornavo a casa e quando non ci sono piu' potuta andare, "per sopraggiunti limiti d'età".Ho passato i piu' bei momenti delle mie vacanze di bimba in quelle colonie....e poi ancora nei boschi di Teglio col nonno Armando...la nascita dell'altro fratellino Lorenzo,che è stato in pratica il mio bambolotto vivente,che mia mamma mi affidava quando era al lavoro di pomeriggio e io tornavo da scuola,bè non desideravo un Cicciobello morbido da coccolare??avevo solo 10 anni ma cosi era....la scalata piu' ardua questa volta,per davvero!!...e la poesia ai miei zii il giorno del matrimonio,una vergogna!Mi sentivo gli occhi di tutti puntati su di me,mentre recitavo i versi scelti dalla Suor Marina dell'asilo delle Lavanderie,asilo dove si mangiava il minestrone piu' buono della galassia!Quanto piangere quando non sono piu' potuta andare all'asilo per..."sopraggiunti limiti di età"!!!Mio fratello,il patatone, piangeva perchè non ci voleva andare e io piangevo perchè non ci potevo piu' andare!



....e qui mi fermo.....non so nemmeno quante siano le foto che ritraggono la mia vita dalla nascita ai giorni nostri.So solo che da mio padre ho imparato ad amare la fotografia e a fermare ogni ricordo oltre che nella mente anche con gli scatti fotografici. Dai miei genitori ho imparato ad amare la montagna,le cose semplici della vita.Pochi elogi....q.b. per dirla in termini culinari e tanto senso del dovere.Nessun capriccio perchè bastava uno sguardo fatto come si deve che subito si capiva che aria tirava e che si doveva obbedire senza tante storie....noi che a Natale era festa solo quel giorno,e i regali arrivavano solo quel giorno. Perchè di soldi.....che se una cosa la potevi fare la facevi altrimenti niente,per la serie non fare il passo piu' lungo della gamba.E questa cosa mi è rimasta ancora adesso.

Ecco,questa sono io.Io che sono cresciuta senza tanti frizzi e lazzi per la testa,con "e dopo il carosello tutti a nanna".Che ha imparato a scrivere davanti alla televisione con il maestro Manzi nel programma Non è mai troppo tardi,prima che a scuola con la maestra Luisa.Che non c'erano reality,e il tempo lo passavo all'aperto a correre nei campi di pannocchie e a costruire capanne insieme ai miei compagni di scuola.Che mi immedesimavo nella Freccia nera o ne La Citadella con il grande Alberto Lupo.Che cantavo a squarciagola Acqua azzurra acqua chiara e tutte le canzoni dei grandi,quelle "in bianco e nero" ....Io che da quel Gesu' Bambino che abitava in via del Cielo 1 ho ricevuto sempre qualcosa anche se non era quello che avrei voluto ricevere.Che ho imparato a memoria le arie delle Opere che ogni domenica mattina,tra un raviolo e l'altro,riempivano la casa.Che sono cresciuta nella semplicità delle cose,nei racconti dei nonni,di guerra,della filanda,dell'allevamento dei bachi da seta,della mamma che faceva i vestiti con la stoffa dei paracaduti degli americani.Che non erano favole ma storie vere.Che piange nel vedere il cartone animato Bamby o Pochaontas.Che rivedrebbe un migliaio di volte Pomodori verdi fritti alla fermata del treno o Il colore viola o tutti quei film che tanti considerano troppo sentimentali.Che Per un amico in piu' andrei davvero a piedi fino a Bologna.che so mantenere un segreto,che mi indigno davanti ai torti e alle ingiustizie,che mi incazzo anche da morire,che mi annullo per gli altri,perchè sono altruista a volte troppo.Io che do un sacco senza aspettarmi niente,anche se poi alla fine dentro di me un pochino indietro di tutto quel bene,ne vorrei indietro almeno una briciola.Che sono romantica,precisa,alternativa,rompiballe q.b.Che ho sofferto un sacco quando ho dovuto appendere la mia viola al chiodo e ho dovuto smettere di suonare,e ancora adesso mi fa male questo ricordo,che rivivo ogni giorno nei gesti e nei concerti di mio marito e di mia figlia.Che anche se faccio finta di niente e sembro forte,ogni nota è una sofferenza e una gioia. Che grazie al mio lavoro ho girato e rigirato mezza europa,conoscendo grandi musicisti,e un pezzetto di mondo,seguendo le tournee di mio marito.Io che sono cresciuta con le mie certezze e le mie debolezze.Io che sembro forte e tutta d'un pezzo ma che poi per la miseria,crollo ogni tanto.Io che speriamo che me la cavo...sempre.... Io,che ogni mese mi metto in gioco con una sfida.Sempre diversa e sempre coinvolgente.Che nonostante i periodi neri che ho passato e sto passando,trovo il tempo,strappato con le unghie dai ritagli che mi rimangono,per riuscire a stare a galla e a trovare un senso in quello che faccio....perchè come dice la bellissima canzone Senso di Vasco,che non amo particolarmente,ma in questa e in altre mitiche canzoni si, voglio trovare un senso a questa vita anche se questa vita un senso non ce l'ha......

e la mia colazione antica in bianco e nero ha anche un colore.Quello dei giorni nostri. Perchè nonostante internet,cellulari,palmari,e altre diavolerie che subito vanno fuori moda perchè si.....i ricordi genuini,quelli che ci hanno lasciato un segno nel nostro cuore,quelli che ci portiamo gelosamente custoditi dentro il cassetto dei ricordi,quelli non scadono mai.Non vanno mai fuori moda e non ci tradiscono.E basta un colore,un profumo,
un suono,uno scorcio,a farci riaffiorare questo grande tesoro,che ci fa compagnia per sempre e che non ci lascerà mai.Ricordi che ci fanno increspare le labbra in un tenero sorriso,o in una sana risata o...perchè no,anche allagare gli occhi di nostalgia......



con la mia non ricetta di castagne abbrustolite e latte,ringrazio la Serena per aver proposto questo grande tesoro di ingrediente,tutti coloro che hanno avuto la bontà di arrivare fino in fondo a questo viaggio in bianco e nero e anche no....
 e partecipo alla sfida dell'MTC




lunedì 25 novembre 2013

Passato di castagne con pancetta affumicata e crostini di pane al rosmarino e.....sempre ricordi


Ci sono dei piatti che sono dei veri toccasana.A volte compiono miracoli e guariscono piu' delle medicine....piatti che fanno bene al corpo e alla mente.
Al corpo per la loro composizione e alla mente perchè ci fanno tornare indietro nel tempo,e magari ci scappa anche un groppo in gola per la nostalgia!
E allora,visto il tempo che non è dei piu' miti,anzi,è proprio freddino freddino,cosa c'è di meglio di un bel passato profumato,caldo e fumante? Certamente non è propriamente dietetico,ma è ricco di potassio,
magnesio,calcio fosforo,ferro....
Un passato denso,che ti fa sentire meglio,coccolata al punto giusto. Perchè una bella pastina aggiusta tutto,come ci diceva mia mamma quando eravamo piccoli.E io adoravo tutto quello che preparava,pastina in brodo compresa! Che quando si era in montagna,estate o inverno che fosse,un piattone di pastina o di minestrone con le verdure dell'orto,non quello surgelato delle buste,che non mi ricordo nemmeno se già c'era, non mancava mai sulla nostra tavola.Si passava il pomeriggio a "mundà la verdüra" sul balcone,
salutando la gente che passava sotto e che guardava su,perchè ci si conosceva proprio tutti e veniva spontaneo buttare su l'occhio quando si passava sotto casa di qualcuno che conoscevi,anzi guai se non lo facevi,veniva scambiato come uno sgarbo, o nella piccola piazzetta sulla quale si affacciavano le poche case,insieme all'Angelina,una simpatica e attivissima vecchina,che andava a preparare il pane di segale nel piccolo forno che aveva un po' distante da casa,il pane di segale quello vero,quello bello scuro,non come quello di adesso che è cosi chiaro che per me non è piu' nemmeno lo stesso anche nel sapore.Tutte,tra una chiacchiera e l'altra ad aprire i baccelli dei fagioli e dei piselli,a scartare le foglie piu' brutte delle coste,e poi su in casa con la cesta di vimini piena,a lavare le coste e le carote,il sedano e le zucchine ,a pelare le patate.E poi a tagliarle a tocchetti. E fare cuocere il minestrone ore ,che si sentiva il profumo fino in fondo alla via.
Pranzo e cena erano scanditi da orari ben precisi:alle 12 e alle 19.E su questo non si ammettevano discussioni.Sapete che il nonno vuole mangiare a quell'ora,quindi chi c'è c'è....
Ma con questa sospensione... che se per caso ti capitava una sola volta di arrivare tardi,te la dovevi vedere con il nonno,che comunque sia,brontolava un po' e basta,eravamo sempre puntuali.

Di solito a mezzogiorno si mangiava "la pastasüta",che il nonno accompagnava con una michetta di pane e un buon bicchiere di vino rosso che faceva il padrone di casa che aveva le vigne,e  alla sera qualcosa in brodo. Perchè cosi era.Punto e basta.E per noi era naturale fosse cosi.
E nel minestrone si buttava il riso,perchè al nonno piaceva cosi e nessuno aveva nemmeno l'ardire di controbattere. Non perchè non si potesse fare,ma semplicemente perchè era come un dato di fatto!
E il nonno Armando la pastina la allungava con un po' di vino rosso e.... pure io,anche se bambina, mangiavo con tanto gusto quel liquido fumante che da trasparente diventava rosso rubino,dal gusto un po' pungente...

E ancora adesso me la allungo col vino,tra la faccia schifata di marito e figlia,che diciamoci la verità....non capiscono proprio niente!! E il minestrone lo preferisco con il riso,e si mangia alle 12 e alle 19, impegni vari permettendo...le vecchie abitudini non muoiono mai!

Purtroppo la sfida dell'MTC sta giungendo al termine,le idee sono tante,ma c'è un limite massimo di 5 ricette quindi,bisogna un attimo fare la conta per vedere la fortunata che apparirà nel blog...ahahah. Oltre al limite delle ricette anche il mio tempo scarseggia purtroppo.Quindi idee tante ma il tempo non è mai tanto quanto quello che vorrei dedicare a tutte le cose che mi interessano e che mi stanno piu' a cuore,quindi sono sempre tirata e di corsa. Ma siccome mangiare bisogna mangiare...ecco che direziono le mie preparazioni verso quello che è il tema del mese e cioè la castagna,nel caso non si fosse capito!! "Colpa" di  Serena,che già mi sta simpatica perchè è toscana e perchè adoro i pici e le castagne,dalla faccia furbetta e sbarazzina come si puo' vedere nella pagina del suo dolcissimo e bellissimo blog Pici e castagne, semplice e dalle fotografie stupende,come tutti i blog che ho avuto l'occasione di visitare e commentare,di tutte le altre Emmeticine,blog che rappresentano la personalità e caratteristica di ciascuna di loro/noi....
Serena che ci ha lanciato una sfida proprio tutta da ...pelare! Qui un po' di storia.....e via,con la mia ricetta
per affrontare tutto questo,i rigori del freddo e i ricordi che ti saltano alla mente...se deve essere un tuffo nel passato...che passato sia!
Con dei contrasti di sapori e consistenze che hanno sorpreso anche mio marito,che quando ha visto la sua porzione ha detto ...ma io mica mangio tutta questa roba qui.....Come osi chiamare questa roba qui questa delizia??!! Va bè,mangia quella che ti senti,se ti piace,altrimenti me la mangio io....tempo di assaggiare due cucchiai e....con un sorrisone da orecchio a orecchio,marito e figlia,si sono trangugiati "sta roba qui" in un batter d'occhio!
Il gusto "dolciastro" della castagna,ridotta ad una purea vellutata e morbida,con il contrasto della pancetta croccante affumicata e dei crostini di pane insaporiti con il rosmarino....è stato veramente sorprendente!

Ingredienti
Castagne q.b.
3 patate
1 carota
1 scalogno
250 g di pancetta affumicata
sale q.b.
pane
rametto di rosmarino
olio extravergine di oliva

Esecuzione
Incidete e fate abbrustolire le castagne sulla apposita padella o nel forno e pelatele. In una padella fate stufare lo scalogno tagliato sottile e la carota a dadini con un filo di olio e un goccio di acqua.Aggiungete la pancetta tagliata a dadini Fate rosolare il tutto e aggiungete poi le castagne e le patate tagliate a tocchetti.Fate insaporire,versate acqua fino a ricoprire gli ingredienti,e fate cuocere fino a quando le patate e le castagne si cominciano a disfare.



In un tegame versate un filo di olio,aggiungete il rametto di rosmarino e il pane tagliato a cubetti.Fate dorare da tutte le parti e tenete al caldo.Con un minipimer passate tutto quanto,aggiustate di sale
Servite il passato aggiungendo il pane e la pancetta,come nella foto.....

Con questa ricetta partecipo al contest


lunedì 18 novembre 2013

Lasagne di castagne con radicchio e funghi porcini e tanti ricordi....


Ci sono giorni,momenti e situazioni,nelle quali non riesci a spiegarti perchè ti senti cosi.O meglio,tu lo sai il motivo,ma agli occhi degli altri sembra che non ci sia nessuna spiegazione per quel tuo sguardo triste,il sorriso spento e il tuo ostinato mutismo.Anzi,pensano che sei un'ingrata nei confronti della vita che stai vivendo.Insomma hai un lavoro,una casa caruccia,un marito che ti ama e che ti aiuta in ogni istante appena puo',una figlia che visto quello che si sente in giro non si droga,non beve e non si vende...cosa vuoi di piu' dalla vita?
E allora decidi che per non dare troppo nell'occhio e per riuscire a stare a galla,tutte le mattine o alla bisogna,indossi la tua bella maschera,spari str... stupidate con le tue compagne di viaggio verso il lavoro,vai a prendere il caffè con le colleghe,fai,disfi e forchi fino a ritimbrare il cartellino e via di nuovo verso casa,ti togli le scarpe e cominci l'altra parte della giornata,quella di moglie,mamma,cuoca,casalinga,fannullona...
dipende da cosa trovi da fare e da come ti senti.E quando è ora di andare a dormire,punti la sveglia e posi la maschera sul comodino.
Con questo non voglio dire che sono una persona falsa,diciamo che non posso e non voglio far pesare i miei problemi sul resto del mondo e cosi uso questo innocuo stratagemma. Fino a quando dura,perchè poi alla fin fine,a furia di far finta di stare bene e di non far pesare i malumori o i momenti gnagnierosi,crollo...perchè va bene tutto ma non sono mica la super eroina che affronta tutto e che sta bene con se stessa e con il mondo intero ecc ecc ecc....
E allora mi vengono questi attacchi di gnagnerite acuta,magari fuori c'è il sole che sorride alla vita e io mi sento proprio scarica e uno si chiede ma perchè???
Perchè oggi butta cosi e penso a un po' di cose successe...allora uno dice,ma guarda avanti!!! Il passato è passato,non si cambia piu'.Certo,ma quando un bel...anzi,un certo giorno,ti capita tra capo e collo una notizia che mai e poi mai avevi minimamente pensato potesse arrivare.Una notizia che ti coglie cosi impreparata,di sorpresa,che inizialmente ti va in pappa il cervello,come se quella massa pensante perdesse la sua consistenza molliccia,e ti senti aggrovigliare le budella,la salivazione si azzera di colpo,e per fortuna sei seduta altrimenti potresti cadere per terra. In un nanosecondo,giusto per non far spaventare chi sta all'altro capo del telefono e per non fare la figura dell'ebete che è rimasta senza parole,cerchi di rimetterti in sesto,di far ritornare il cervello alla massa pensante iniziale,sperando che ti escano parole sensate,devi farti tornare la salivazione altrimenti esce un rantolo....cosi accusi il colpo,prendi tempo,elabori un sacco di cose,ti fai un sacco di pensieri,attendi,tergiversi,rinunci,no,aspetta e se poi...allora ci ripensi...
bè in fondo cosa sarà mai,passa il tempo,ti consigli con l'amica del cuore,fai tesoro dei suoi consigli.E rimani in contatto con i tuoi fratelli che anche loro si sono trovati coinvolti loro malgrado in questa cosa e visto che sei la sorella maggiore sembra quasi che sei investita dello scettro di quella che porterà avanti la cosa,perlomeno che fa da portavoce tra chi ti ha dato la notizia e noi...ma anche no per la miseria! Io non voglio essere investita di e con nessuna carica.Voglio tornare al giorno prima di ricevere quella telefonata,in quel lontano giugno,caldo e assolato,che ha rivoluzionato la mia...nostra vita. E come è giusto che sia,ognuno di noi ha reagito alla sua maniera,chi piu' coinvolto,chi si è lasciato scivolare le cose rimanendo ai margini della cosa,e chi invece ha speso ogni istante della giornata e ogni energia della sua vita per affrontare la cosa.E sta ballando ancora adesso e chissà fino a quando ballerà!
Una situazione che mi ha portato indietro nel tempo,un dolore che non se n'era mai andato via,ma solo sopito,come sotto uno strato di cenere.Che mi ha portato a ricordare e rivivere ogni istante di nuovo,lasciandomi sfiancata e inebetita per il coinvolgimento fisico ed emotivo che avveniva su e dentro di me.
Un ritorno anzichè al futuro,come dice il film...un viaggio a ritroso con la macchina del tempo.....e immancabilmente sto ancora viaggiando e chissà per quanto tempo ancora viaggero'.....

E oggi mi sento proprio un po' gnagnierosa per via di questi pensieri ricorrenti,per via del tempo,per via del mese che non è molto felice,mi manca la mia nonna,per via che devo sempre modificare i miei piani in funzione di chi di cosa di come è perche'. E visto che quando mi metto in mente di fare una cosa,proprio mi tiro il collo pur di farla e getto la spugna proprio se non so da che parte girarmi, ho dovuto anticipare la mia tabella di marcia del tipo,sono sveglia dalle 4 di mattina,e dopo che mi sono girata nel letto come una bistecca sulla griglia,fino alle 6,mi sono decisa ad  alzarmi per  preparare quello che mi ero prefissata.Una colazione veloce,altro che Uova alla Benedict della scorsa sfida! e poi via...con la preparazione.

Quella che è la mia "terapia"...la pasta fatta in casa che ormai la faccio ad occhi chiusi.Ma questa volta,ho voluto mettermi alla prova preparandola con la farina di castagne,perchè è con questo ingrediente da utilizzare come ci dice la fantasia e il cuore,che ci ha istigati la grandissima Serena,quindi chissà se mi viene come al solito o se esce una schifezza,mi sono detta!Per fortuna c'è la sfida dell' MTC che mi "costringe" a mettermi in gioco e cercare di sentirmi un po' meglio! A volte ci riesco,a volte no...e questo è un momento...ni!

Pensavo infatti di estraniarmi e svagarmi,invece sono ripiombata nei ricordi,ancora piu' lontani,a quando eravamo piccoli e alla domenica arrivavano nonni zii e cugini per il pranzo o eravamo invitati noi da loro e si cominciava all'alba coi preparativi stile caserma,scanditi da orari e tabella di marcia per arrivare prima dell'ora di pranzo con tutto pronto,perchè tassativo,cascasse il mondo,il nonno mangiava alle 12 in punto!
 E allora mi ricordo di sveglie all'alba...sarà per questo che mi è rimasta questa abitudine??!!,sedie sul tavolo,io che passavo la lucidatrice che mi divertivo un sacco nel vedere il sacco color amaranto che si gonfiava quando schiacciavo il pedalino per azionarla e faceva un rumore infernale che bisognava urlare per sentire la propria voce.E la raccomandazione della mamma...tieni il filo perchè se ti va sotto le spazzole è pericoloso...uhm...sarà per questo che...e poi giu' le sedie dal tavolo e tassativamente le pattine sotto i piedi che tutte le volte rischiavi di spaccarti la testa perchè sguishhhh facevi dei lunghi sul pavimento di marmo tirato a specchio! Per che cosa poi,dal momento che si era in metà di mille e quindi ....quindi quasi tutti dotati di pattineeee!!!! ahahahah
E mentre si apparecchiava la tavola col servizio bello della festa...uè sapete che ho ancora qualche pezzo??!!
mia mamma metteva sul giradischi l'opera e cominciava a cantare...e allora tra una gelida manina che ricamava fiori,un vissi d'arte vissi d'amore o un Rigoletto che cercava la sua Gilda...le nostre voci si incrociavano all'unisono....sarà per questo che....ho incominciato ad amare la musica classica e a studiare musica e a sapere le opere a memoria che mi prendono tutti in giro dicendomi che posso fare il suggeritore in buca??!! E quando arrivavano gli ospiti,la musica si spegnava e cominciava il sottofondo delle voci,stai dritta a tavola,mangia tutto,sta ferma sulla sedia,le linguacce tra cuginetti,spintarelle di gomiti,è stato lui,no ha cominciato prima lei,non è vero,stupido...uè cuminci no a litigà...
Comunque sia....ricordo quelle domeniche con gioia e anche nostalgia.Domeniche fatte di profumo di cera sui pavimenti,di brodo di gallina,di ravioli, di sfoglie tirate,di dopobarba del papà e del nonno che era tirato a festa col suo panciotto e cravatta,e dopo pranzo si sdraiava in cameretta a riposare e russava con lo sbuffo..si,faceva sbuffare un lato della bocca e....mi dicono che anche io russo cosi'!!!
Certo che la mente è pazzesca...a volte non vuoi pensare a niente e invece c'è un mulinello di pensieri e fotogrammi che proprio non riesci a fermare! Partiti da un colore,da un profumo da una foto che hai girato e rigirato tra le mani o una diapositiva che non sapevi nemmeno piu' ci fosse e come per magia ti ricordi quel momento come se fosse successo ieri...e allora li è la fine...o sorridi o crolli...

Ad ogni modo,mentre tiravo la mia pasta e pensavo,ricordavo,canticchiavo dentro di me,ad un certo punto mi sono trovata con la pasta sbriciolata tra le dita...ussignur,cosa è successo? Ma cosa mi è venuto in mente?Ma come faccio a trasformarla in una palla bella liscia? Olio di gomito e....via! Non prima di aver rotto un uovo che mi è rovinosamente scivolato di mano e la ciotola piena di acqua della gatta...uhm....cominciamo bene....segnali??!! Mah.

E' nata cosi' la mia lasagna con la farina di castagne....una bontà che non vi dico,ve la lascio immaginare!
Impastata e tirata con tanta calma e come in trance....ogni gesto era pacato e pieno di riflessione e serenità.
"Scoppiare" tra le dita i grumi di farina che non avevo setacciato era stupendo!E mentre alternavo strati di pasta sfoglia e ripieno mi sentivo proprio bene.Vedevo la mia lasagna prendere forma,tra uno strato di radicchio,funghi e besciamella....e il ricordo di tutto quel casino che c'era nella mia mente è stato sostituito dalla gioia di preparare un piatto nuovo per i miei cari.
Senza sedie sul tavolo,lucidatrici rombanti o arie d'opera per l'aere...tutto dentro il mio cuore e i miei pacati ricordi.
E quando ho visto con che gusto hanno assaggiato tutto questo, ho detto, ho fatto centro...e mi sono sentita appagata per questo momento di armonia.Ho lasciato da parte per un attimo i pensieri,che non mi hanno abbandonata del tutto ma mi hanno lasciato per un attimo in pace......ed ecco a voi la ricetta.

Ingredienti
150 gr di farina di castagne
100 gr di farina bianca
  50 gr di farina di grano duro
    3 uova
un pizzico di sale

2 cespi di radicchio rosso di Treviso
100 gr di funghi porcini secchi
1 scalogno

per la besciamella
150 gr di burro
150 gr di farina bianca
1500 ml di latte
sale q.b.

Esecuzione
La besciamella potete prepararla anche il giorno prima.Sciogliete il burro senza farlo friggere,aggiungete la farina e fatelo assorbire.Versate poco per volta il latte e mescolate bene stemperando i grumi.Salate e fate bollire fino a quando non avrete ottenuto un composto bello morbido ma non troppo liquido.
Io vado ad occhio,ho fatto una fatica a ricordarmi di segnare le dosi esatte...per me la besciamella è pronta quando "sa di besciamella",non troppo di farina ma con quel gusto..tutto suo.....come mi ha insegnato mia mamma....
Ammollate i funghi secchi in acqua per almeno un 'ora.Scolateli e fateli insaporire con un po' di burro e un bicchiere di latte.Dovranno risultare cremosi.
In un altro tegame fate stufare lo scalogno tagliato sottile con il radicchio tagliato a listarelle.

Sulla spianatoia (io sulla mia compagna inseparabile di molte ricette,l'asse per la pasta in legno massello della Gp&me ),versate le farine mescolate,fate la fontana al centro e sgusciate le uova. Un pizzico di sale e con l'aiuto di una forchetta cominciate ad impastare raccogliendola man mano dal centro,fino a quando si sarà assorbito tutto l'uovo.Con olio di gomito cominciare ad impastare fino ad ottenere in panetto liscio e compatto,che lascerete riposare coperto da un canovaccio per 15 minuti.


Con l'aiuto della macchina per tirare la pasta,ricavate le sfoglie che se troppo lunghe andrete a tagliate della lunghezza della pirofila che utilizzerete per cuocerle.Fatele bollire in acqua salata  con un filo di olio per pochi minuti.


Cominciate a comporre la vostra teglia di lasagna....uno strato di pasta,uno di funghi,uno di besciamella,
pasta,radicchio e besciamella,fino ad esaurire gli ingredienti.....


Infornate per 30 minuti circa e......questo è il cremoso e gustoso risultato!!



Un boccone davvero indescrivibile....che ti riporta indietro nel tempo....fatto di cose semplici,genuine,sincere.
Un tempo dove nulla veniva sprecato,ma goduto fino alla fine.Un tempo scandito dalle lune,dal raccolto e dalla condivisione di tanta fatica.Un tempo dove la fretta non si sapeva nemmeno cosa fosse.Dove tutto era preparato a mano,tramandato dai vecchi.Dove non c'era ancora la pasta sfoglia già pronta nè tantomeno la besciamella nel cartoccio!Un tempo dove era una gioia stare a tavola con i propri cari,e si era davvero in tanti ma ce n'era abbastanza per tutti.Un tempo dove non esistevano tweet o whats o viber che interrompevano  il momento magico del pranzo.Un tempo fatto di valori e di tante piccole cose,che seppur poche,ti riempivano ugualmente di gioia.
E io,questa sera,assaporando questa lasagna,mi sono sentita come proiettata di nuovo in quel tempo.Non nella mia bianca cucina moderna,ma nella grande cucina col camino dello zio Guglielmo e della zia Giulia,oggi ultranovantenni,a Pietole, vicino a Mantova.Noi,parenti di città,che quando andavamo da loro in campagna, passato il primo momento di imbarazzo,nel mio vestito della festa,mi sentivo poi rinascere e libera di correre per l'aia,con le galline che scappavano di quà e di là,lanciarci dall'alto nel fienile,roba da spaccarsi la testa,e poi andare sul trattore e fare finta di guidarlo e poi giocare a nascondino tra le pannocchie,con i miei cugini acquisiti,mentre i grandi erano nella cucina a fare i discorsi da grandi,per crollare di stanchezza, nel viaggio di ritorno verso casa,sulla 500 color sabbia,pieni di sacchetti con verdura,galline,farina, formaggi....mamma mia che amarcord!!!



e con queste lasagne del buon ricordo...partecipo al contest


giovedì 14 novembre 2013

Pici alle castagne e sapori d'autunno


La giornata di oggi è alquanto strana.O forse sono io ad esserlo. Già è iniziata in maniera vorticosa dal momento che tutti e tre abbiamo puntato la sveglia piu' o meno alla stessa ora,minuto piu',minuto meno,quindi ci siamo ritrovati ad occupare gli stessi spazi,ovvero cucina,bagno e disimpegno nello stesso momento.
Sembravamo palline del flipper,sguissshh di qua...sguissh di là. Dinnng,il timer del microonde che suona,
Vrrrrrr,la macchinetta del caffè che spande per la casa il suo profumo,Vvvvvv,il phone di Alice al massimo perchè altrimenti perde il treno...trucco, parrucco e barba davanti allo stesso specchio,ho finito la schiuma da barba,chi va a prendermela,scendo in cantina,che è una cosa che odio,e prendo la schiuma per Rino,hai tutto,si,il biglietto del treno,si,guardo se ho l'abbonamento,finestre chiuse,tutto a posto ok...
Ciao...ciao...a che ora tornate,alle otto,ok va bene,bacio,bacio...io da una parte verso il pulmann per Milano,loro due dall'altra,verso la stazione,destinazione Torino....
Un po ingrugnata,perchè la settimana non mi passa piu',è lunghissima...e quando sono in metropolitana,mi rendo conto che oggi non è mercoledi come ero convinta che fosse,ma giovedi!!!! Mi si apre il cuore,farei i salti di gioia,che bella notizia!
La giornata passa come al solito piena di cose da fare,una piccola pausa per il caffè e....usti...colpo al cuore...ho dimenticato la Minnie sul balcone!!! Noooo...poverina come faccio adesso?Come fa? Se deve mangiare,bere,andare in bagno,poi prende freddo,mado' che panico.Ho lo stomaco aggrovigliato,salivazione azzerata,povera micia,ma che stordita che sono,come si fa a dimenticarla sul balcone!!
Penso ad una soluzione poi Gnnnicccc,mi blocco di colpo...calma....ripeto a ritroso tutti i gesti che ho fatto prima di uscire di casa e.....no,non l'ho chiusa fuori sul balcone...l'ho anche accarezzata prima di chiudere la porta di casa.....ecco,forse non sono solo strana...sto impazzendo,o forse lo sono già....
Esco dall'ufficio e comincia a piovere,a dirotto,uff che tempo,ho freddo e sono senza ombrello,e non vedo l'ora di ritornare a casa perchè mi sono messa in mente di fare i pici alle castagne e non cambio certamente idea!
Ci ho pensato per tutto il viaggio di ritorno ai pici. Li ho scoperti per la prima volta in occasione di una delle sfide dell'MTC,quando la Patty,aveva vinto una sfida e proposto,come esige il regolamento,una sua ricetta per quella successiva.E mi sono letteralmente innamorata di quei lunghi fili di pasta semplici semplici,tant'è che ne ho preparati in un sacco di versioni....che se volete sapere quali li trovate qui.
Tempo a disposizione per realizzare quello che ho in mente,prima che ritornino a casa,tre ore.Si dovrei farcela,devo farcela!
Cosi mi metto di buona lena a preparare la cena,e nel giro di poco la cucina è ridotta ad un campo di battaglia! Verso la farina sull'asse di legno e dico tra me e me,vuoi scommetetre che quando comincio ad impastare suona il telefono...e cosi è mannaggia! Tutte le sere quelli che ti propongono contratti mega scontati e convenienti,ma signora lo sa che lei spende 35 euro al mese pe l'abbonamento,ah si,non lo sapevo nemmeno,ma come fa a saperlo lei resta un mistero! Non mi interessa,ma signora aspetti...click,metto giu'. Poi è il turno di Rino,che è alle prove di Alice e mi continua a mandare frammenti di registrazione...mamma mia che bravi che sono,Romeo e Giulietta,West Side Story...ciao adesso pero' non ti rispondo piu' perchè sto impastando i pici,ciao.Metto giu' con lui e telefona mia mamma....no ma allora se volete farmi uscire pazza ditelo! E poi ci si meraviglia se perdo i colpi!!! In un batter d'occhio arrivano le otto,sento girare la chiave nella toppa,sono loro,mamma mia che precisione,manco fossero svizzeri! E la prima cosa che dice Alice,quando vede che la cucina è ancora sottosopra e la tavola con la macchina fotografica sopra, che è ancora da apparecchiare,mormora,ecco,
anche stasera minimo minimo si mangia alle dieci.....Uhhh che nervi! Devi andare da qualche parte,no,e allora!Ma come li fai...ah no,io li voglio solo con i funghi,dice Alice,e io col sugo,dice Rino....va bè insomma,ne ho preparate tre versioni apposta,una almeno piacerà!
Padelle e pentole che sobbollono,finalmente i pici sono pronti e....via...impiattare e fotografare...ma allora si mangia o no,si ma che pochi che ne hai fatti....adesso li strozzo...con i pici magari,che son lunghi abbastanza per farlo!
Bè,per farla breve,si sono gustati tutti e tre le versioni,nessuno che parlava,solo un che buoooooniiiiii all'inizio dell'assaggio e poi silenzio....bè....la giornata vorticosa si è placata per un attimo durante la cena,che soddisfazione vederli mangiare con gusto questo mio esperimento!!

Il sapore della castagna che si lega al sapore dei funghi,della frutta secca e del sugo particolare,bè,è davvero l'autunno che ti esplode in bocca!
Ecco qua il procedimento per la realizzazione di questa gustosissima versione di pici,proprio come li fa la grande Patty,e questa ricetta la dedico tutta alla ideatrice della sfida del mese....la signorina Pici e castagne...
ovvero Serena!

Ingredienti
200 gr farina di castagne
100 gr farina di grano duro
acqua q.b. (quasi un bicchiere)
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
un pizzico di sale

Frutta secca (noci e nocciole) q.b.
castagne arrostite
funghi porcini secchi
pancetta affumicata
sugo di capriolo
burro e latte q.b.

Esecuzione
(La quantità di acqua è variabile dal tipo di farina che userete. In genere per questa quantità di farina un bicchiere o poco meno è sufficiente, ma sta a voi osservare quanta ne incorpora il vostro impasto per essere morbido e malleabile.
La proporzione dell'uso delle 2 farine è sempre 2:1, ovvero due parti di 00 ed una di semola rimacinata che conferisce struttura all'impasto. In questa maniera non avrete bisogno di uova.)

Fate la fontana con le due farine miscelate. Versate l’olio, il pizzico di sale e cominciate a versare lentamente l’acqua, incorporando la farina con una forchetta. Attenzione al sale. Non esagerate perché questo indurisce la pasta.
Quando la pasta comincerà a stare insieme, cominciate ad impastare con energia utilizzando il palmo delle mani vicino ai polsi. Se necessario, aggiungete acqua o farina.
Piegate la pasta su se stessa come quando impastate la pasta all’uovo e non stirate mai troppo l’impasto per non sfibrarlo.
“Massaggiate” con energia per almeno 10 minuti. Ricordatevi che la vostra “palla” di pasta è una cosa viva, dovete volerle bene.
Dovrete ottenere una pasta liscia, vellutata e abbastanza morbida.
Fate riposare una mezz’ora avvolta nella pellicola.
Quando la pasta è pronta, tagliatene un pezzetto e fatene una pallina, quindi sulla spianatoia stendetela con il matterello ad uno spessore di 1 cm. Con un tagliapasta o un coltello affilato, tagliate tante striscioline larghe c.ca 1 cm e coprite il resto della pasta con la pellicola affinché non si secchi.
Cominciate a "filare" i pici, rollando la pasta con il palmo delle mani e contemporaneamente stirandola verso l'esterno.
Quando si tirano pici molto lunghi, la tecnica è quella di tirarli da un lato tenendo l'altra estremità con il palmo e piano piano allungandoli fino ad esaurire la pasta. Una volta tirato il vostro picio, fatelo rotolare nella farina di semola o di fioretto affinché non si appiccichi agli altri. Una pasta morbida e riposata si tira con estrema facilità.


Alcune Note importanti mentre preparate i vostri pici:
Non devono essere pici lunghissimi.
Ricordate che la pasta cresce nella cottura. Il picio non deve essere troppo grosso altrimenti vi troverete con una pasta grossolana. La dimensione corretta è più o meno quella del bucatino.
Il picio non è perfetto! Non deve esserlo. La sua bellezza deriva da bozze, schiacciature, diametro irregolare.
Ricordatevi di spolverare i vostri pici con farina di semola o fioretto una volta fatti. Smuoveteli ogni tanto nella farina per fargli asciugare e non appiccicarsi. E scuoteteli con delicatezza prima di immergerli in acqua.


Ecco qua i miei pici impastati su Asse per pasta in legno massello di Gp&me e fatti riposare in vassoio ovale medio palma Ecobioshopping ...e la frutta secca per il condimento....


I condimenti:
Ragu' di capriolo (già pronto)

Per il condimento ai funghi,fateli rinvenire in acqua,e quando sono ammorbiditi,strizzateli e fateli cuocere in una padella con del burro e del latte.Aggiungete la frutta secca tagliata in piccoli pezzi.Deve essere molto morbido.

Per la "carbonara" fate soffriggere la pancetta affumicata con un filo di olio,aggiungete le castagne tagliate a piccoli dadini e fate dorare il tutto.Aggiungete l'uovo alla fine,sulla pasta,come quando fate la carbonara classica.


Ed ecco le mie tre versioni al completo.....



e con questa partecipo alla sfida


mercoledì 13 novembre 2013

Castagnaccio e altro....per una sfida all' MTChallenge coi....ricci....


Mese nuovo sfida nuova! C'è trepidazione in casa MTC a ogni cambio mese.Lasciata la vecchia sfida che ci ha viste infornare,spremere,sgusciare e cuocere una quantità industriale di uova che le galline quasi hanno avuto un tracollo e si nascondevano al primo accenno di passi che orbitavano nei dintorni del loro pollaio....sfida che ci ha visto proporre colazioni ricche e sontuose,per contenuto e quantità di calorie e ingredienti,che ci ha messo alla prova nel cuocere in maniera insolita le famigerate uova,che anche chi era abituata a colazionare con un sorso di caffè nero e via,è stata rapita da questa ricca proposta oltreoceanica...
bene,abbiamo abbandonato pollai e aie e....siamo finite nei boschi in cerca di.....quando ero piccola mi sciorinavano questa filastrocca/indovinello...."Son dura e tondetta,color del caffè,sto chiusa in un riccio ma non per capriccio,vivo in montagna e mi chiamo....CASTAGNA"!!!!
Sfida rustica e....pungente!!
Quando ho visto l'annuncio del nuovo tema,ho fatto i salti di gioia! Si,adoro le castagne,anche se ad essere sincera,piu' che mangiarle come caldarroste e fare castagnaccio nella mia vita non ho fatto!
Ricordo le lunghe passeggiate nei boschi in cerca del prezioso frutto autunnale,da piccina,con mamma,papà,e numeroso parentado al seguito,con finale davanti alla stufa a legna con la padella colma di castagne che scoppiettavano,e poi da ragazza,con gli amici della compagnia,quando all'alba si partiva in treno verso i boschi,con zaini colmi di panini e altro per la colazione al sacco che sembrava dovessimo stare nei boschi un mese intero o in caso di smarrimento non si sa mai...che prontamente svuotavamo per fare spazio al bottino autunnale,e piu' che una castagnata era anche una scusa per stare insieme e divertirci come dei matti,come era giusto che fosse,vista la nostra giovane età e spensieratezza!

L'autunno è un mese particolare. Puo' scatenare diverse reazioni ed emozioni. E io non so dire quale stagione preferisco,perchè ognuna ha la sua magia,peculiarità,distinzione,carico di colori,profumi suoni e vitalità,che la rendono veramente speciale e unica per ognuno di noi.Quindi,se ognuno vive le stagioni in maniera personale è come se ci fossero piu' autunni,inverni,primavere ed estati!

In me scatena una serie di emozioni e sensazioni contrastanti.Emozioni e sensazioni che vanno dallo stupore alla commozione nel vedermi circondata dai colori tipici di questa stagione,che vanno dall'ocra al senape,dal verde al marrone,dal rosso al mattone,e le cortecce coperte di vellutato muschio.
La magia che si respira quando si entra in un bosco,quando i tuoi passi frusciano sul tappeto di foglie cadute,
passi che spezzano secchi rametti e ricci caduti.La sensazione di sentirsi ospiti di quel bosco,che quasi ti senti in imbarazzo e un intrusa ad addentrarti nel suo cuore.Una specie di timore e rispetto reverenziale.Bosco che in ogni stagione ha la sua magia.E in mezzo a questi colori e al suo profumo caratteristico,si,il profumo del bosco che ti entra nelle narici,ti senti in pace,serena e rapita da tanta bellezza e non ti fa paura come quello delle fiabe dove vive il lupo cattivo. Anzi,pensi che se per caso dovesse comparirti magicamente davanti uno gnomo o un Hobbit,lo seguiresti se solo ti facesse segno di farlo! Il bosco in autunno non è morto ma è ricco di vita diversa,piu' lenta,sopita, dai colori e luci meno chiassosi e frizzanti.Ma ugualmente bello!
L'autunno non è solo colore,cosi ben rappresentato dai grandi Caravaggio e Arcimboldo,ma è anche musica,magicamente descritto da Wagner nel Sigfrido in  Mormorio della foresta e da Vivaldi nell'Autunno....
Altre sensazioni le ho già esternate qua,per chi ha la voglia e la curiosità di leggerle.....

Quindi,ritornando alla ricetta....certo,castagna si ma...come??Sembra un ingrediente banale,ma cosi non è.
Certo,è un cibo "povero",infatti una volta era un po' considerato come il pane dei poveri.Frutto che ha sfamato intere generazioni montanare,e se volete saperne di piu' leggete attentamente qui!Ma non per questo deve essere banalizzato ancora di piu',anzi,mi sono accorta che puo' essere utilizzato per preparazioni rustico/eleganti!
Come ho detto prima,di impegnativo so fare solo il castagnaccio....pero' mi sembrava troppo scontato proporlo alla solita maniera e cosi....pensa che ti ripensa,l'ho modificato e proposto come vedete nella fotografia....è stata una sorpresa anche per me,anzi per noi!!!
Il gusto tipico del castagnaccio morbido al punto giusto,arricchito dalle castagne aromatizzate con un goccio di rhum e il croccante guscio di cioccolato fondente,affondato nella crema pasticcera...bè,vi posso assicurare che è una bontà!!

Ingredienti
300 gr di farina di castagne
300 ml di acqua
    1 pizzico di sale
    2 cucchiai di zucchero
100 gr di uvetta sultanina
100 gr di pinoli
olio extravergine di oliva

Castagne abbrustolite, rhum e zucchero q.b.
Cioccolato fondente q.b.
Cognac (facoltativo)

per la crema pasticcera
4 tuorli
500 ml di latte
    1 bustina di vanillina
100 gr di zucchero
  50 gr di farina

Fate rinvenire l'uvetta per 15 minuti in acqua o Cognac.Mescolate la farina di castagne con lo zucchero e il sale.Aggiungete il latte e mescolate togliendo gli eventuali grumi.Dovrete ottenere un composto morbido e abbastanza fluido.Aggiungete l'uvetta e una parte di pinoli e due cucchiai di olio.
Oliate una teglia da forno e versate il composto.Versate ancora un filo di olio e il resto dei pinoli.Fate cuocere a 180° per circa un'ora,o fino a quando la superficie si sarà "crepata"


Fatelo raffreddare e toglietelo dalla pirofila.Tagliate in porzioni quadrate o come preferite.
Tagliate in senso orizzontale,facendo attenzione a mantenere la fetta intatta il piu' possibile.
Riducete le castagne abbrustolite in piccoli pezzi,che andrete a caramellare con qualche cucchiaio di zucchero e aromatizzate con un goccio di Rhum.
Versate sulla prima fetta di castagnaccio un po' di questo composto,adagiate la seconda fetta

Sciogliete a bagno maria il cioccolato fondente e ricoprite completamente la "mattonella" di castagnaccio.
Mettete in frigorifero fino a quando si sarà solidificato



Preparate la crema pasticcera,montando i tuorli con lo zucchero e la vanillina.Versate la farina setacciata e quando è tutto ben amalgamato aggiungete il latte poco per volta.Fate cuocere fino a quando si sarà addensata.

Servite il castagnaccio insieme alla crema pasticcera......



il bellissimo interno.....



un tuffo nella crema....




.....e la mia proposta per la sfida dell' MTC




sabato 9 novembre 2013

Pan dei morti o biscotti di novembre?


Se non fosse per gli splendidi colori che ci regala questa stagione, con sfumature incredibili,che sono un colpo al cuore e una gioia per gli occhi,macchie di colori che vanno dall'ocra al senape,dal rosso al mattone,dal verde al marrone che fiancheggiano le strade e i sentieri di montagna,i tappeti di foglie che ricoprono i prati ancora verdi,ricci di castagne che esplodono per il prezioso contenuto,quel senso di smarrimento che a volte ti riempie il cuore,che ti fa sentire perso ma anche cosi' presente in quel paradiso dai colori quasi sopiti,non sfacciati ma che ti scaldano e raggiungono il cuore....

Se non fosse per il fruscio dei tuoi passi che calpestano le foglie cadute,l'odore di funghi,di bosco,di muschio,delle cortecce che giacciono a terra,bosco che sembra giunto alla fine della sua vitalità e rigogliosità,e che invece è ancora ricco di aliti di vita,diversi,meno frizzanti e chiassosi,piu' sopiti,intensi e pieni di palpabile magia....non ti stupiresti nemmeno piu' di tanto se per caso dovesse comparirti davanti uno Hobbit o uno gnomo del bosco!!

E se anche il sommo Dante ci ha donato di questi bellissimi versi nel Canto III dell'Inferno.....

Come d'autunno si levan le foglie
l'una appresso de l'altra, fin che 'l ramo
vede a la terra tutte le sue spoglie,

magistralmente interpretati dai grandissimi Gassman , Benigni e qui, di cosi diversa interpretazione,ma tutti di egual intensità e trasporto che ti commuove ed emoziona,che ti fa capire ogni parola anche se non l'hai mai studiata o letta, e il mio proff di italiano che ci fece prendere la costosa edizione illustrata dal pittore francese Gustave Dorè, perchè "un'opera di si grande valore non deve essere riprodotta su scarno foglio"....

o la brevissima poesia Soldati di Ungaretti "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie"....

o di altri grandi poeti quali Verlaine,G.Lorca,Manzoni,Trilussa,Pasternak,Dickinson......

Se non fosse per le bellissime note che ti entrano nell'anima quando ascolti Le Quattro stagioni'
di Vivaldi,in questo caso l' Autunno ,tipico esempio di "musica a programma",cioè una composizione musicale dove il testo descrittivo è narrato con mezzi puramente musicali,e che troverà il suo massimo splendore in epoca romantica, emozioni maggiormente espresse poi nei bellissimi Poemi sinfonici,e nell'Autunno il terzo Sonetto narra.....
I cacciator alla nov'alba à caccia
Con corni, Schioppi, e cani escono fuore
Fugge la belva, e Seguono la traccia;
Già Sbigottita, e lassa al gran rumore
De' Schioppi e cani, ferita minaccia
Languida di fuggir, mà oppressa muore.
o le emozioni trasmesse dall'incantevole  Waldesrauschen (Mormorio della foresta) dall'Opera Sigfrido di Wagner, che se chiudi gli occhi ti sembra di stare veramente li',o quando guardi stupita il dipinto dell'Arcimboldo o i quadri delle nature morte del Caravaggio.....bè,se non fosse per tutto questo e altro ancora,questa stagione la odierei....

Una stagione che ricorda una triste ricorrenza,che chi piu' chi meno,vive con tensioni e sentimenti diversi. Non vuoi cadere nella tristezza e trascinarti stanca nei ricordi,ma poi inevitabilmente ci ricaschi. Dicono che i propri cari non dobbiamo piu' richiamarli a noi altrimenti non troveranno mai la pace e non si staccheranno mai dalla terra...mah...non ricordo chi l'ha detto,ma è impossibile non farlo!
E anche se sono passati anni e anni dalla loro dipartita,bè,ti sembra sempre ieri che è successo.....e per quanto mi riguarda,delle coincidenze da brivido hanno sempre accompagnato i momenti di morte e nascita nelle nostre famiglie.Che quasi è imbarazzante dirlo ma....impossibile sorvolare sopra a certi particolari e coincidenze....come quando è morto un mio zio poi è nata Alice,mia cugina aspettava il suo primo figlio quando è morta sua nonna,è morto il nonno ed è nata la seconda figlia....pazzesco....

E cosi ti ritrovi con il cuore gonfio tuo malgrado di tristezza,con gli occhi annegati di lacrime,il magone che proprio non se ne vuole andare e ti detesti quasi,perchè non ti sai controllare e dominare questo momento che caspita,non puo' prendere il sopravvento tutte le volte.....ma cosi' è, anche questa volta,quando mi ritrovo a pensare alla nonna Cornelia,che non le piaceva per niente il suo nome e si faceva chiamare Rina...
Quanto mi manca mannaggia! Sono passati già due anni,ma cosa sono due anni di fronte all'intensità e alla grandezza dell'amore e del legame che c'era?
Forse perchè essendo la prima nipote,adorata dal nonno Armando che voleva proprio che la prima nipote fosse femmina ed eccomi qua,ho vissuto i nonni in maniera piu' intensa e piu' a lungo dei fratelli e cugini arrivati dopo.
Per questo il giorno del funerale un pianto inconsolabile non mi ha mai abbandonato,e quando hanno caricato la bara sul carro funebre che la portava al cimitero,sono stata davanti a lei,con la mano appoggiata a quella cassa di legno chiaro,come per sentire ancora un alito di vita che sapevo che non poteva esserci,e volevo ridare un alito di vita,farle sentire che ero li con lei.Quel giorno pioveva,come se tutto quanto fosse triste per la sua perdita.Una splendida giornata di sole mi sembra quasi irrispettosa nei riguardi di una persona che ci lascia per sempre.E io non so quanto tempo sono rimasta davanti a lei,da sola,visto che gli altri parenti erano defilati indietro per conto loro a parlare e rimembrare.E le parlavo con la mente e con il cuore e non volevo e non riuscivo a staccarmi,perchè sapevo che una volta partita,bè,anche quel momento fisico non ci sarebbe piu' stato. E quando mio zio si è avvicinato e mi ha detto dai lasciala andare,mi si è spezzato il cuore e mi sono sentita vuota e quasi in colpa perchè la lasciavo da sola.
Pero' so,e anche se il pensiero e il ricordo,certi giorni fa piu' male degli altri,che lei è sempre con me perchè la porto dentro nel mio cuore.E li,sempre ci starà,quindi non dovrei sentirmi cosi affranta.
Difficile a dirsi e a farsi,perchè ci sono giornate no,giornate si e giornate ni....

E per le solite banali frasi,la vita continua,per riprendermi,reagire ecc...ecc... mi sono messa in mente di fare il famoso Pan dei morti.
Vado a curiosare in rete e ne trovo di ricette! Poi mi imbatto nel blog della grande Eleonora,in "arte" Tata Nora....il suo blog è poesia e magia, riflessione e leggerezza....e mi sono lasciata incantare dai suoi Pan di morti.
Ma poi mi sovviene che ho un bellissimo libro di ricette milanesi,(La cucina Milanese di Laura Longoni) che mio marito mi ha regalato dal ritorno di un suo viaggio a Ferrara,quando in pausa tra una prova e l'altra si è fiondato in una libreria e lo ha acquistato.
Letta la ricetta,avevo quasi tutto,i biscotti secchi no,ma avevo un secchissimo pan di spagna conservato nella latta in attesa di farci qualche cosa...le mandorle le avevo intere,ma dal momento che andavano tritate ho usato la farina di mandorle...quindi,con le dovute modifiche mi sono messa all'opera...chiedendomi poi ma come mai il pan dei morti originale e quello della Nora è scuro e il mio è chiaro?
Evidentemente perchè i biscotti usati sono al cioccolato,e se non li hai al cioccolato,questo lo devi aggiungere,almeno sotto forma di cacao!! Stordita!
Quindi,per la serie "alla mia maniera",ho sfornato questi biscotti che non posso proprio dire che sono gli originali Pan di mort...per questo li ho battezzati biscotti di novembre!!Il gusto è quello degli originali ma la vista è un po' piu' smorta....comunque sia,sono stati divorati senza ritegno tutti nella stessa giornata...e io che pensavo di conservarli per qualche giorno nelle scatole di latta per la colazione!

(in rosso le mie modifiche)
Ingredienti per 16 pezzi
500 gr biscotti secchi (pan di spagna secco)
300 gr zucchero (200gr)
250 gr farina
100 gr uvetta sultanina
100 gr fichi secchi
100 gr mandorla pelate (farina di mandorle)
  60 gr arancia candita (cedro candito)
   4 albumi
1/2 bustina di lievito per dolci
1 bicchiere di vino bianco secco
zucchero a velo
un pizzico di cannella (2 cucchiaini colmi)
1 confezione di ostie (io no)

Esecuzione
Ammorbidite l'uvetta per 15 minuti .Se usate le mandorle intere,tritatele.Tritate i biscotti,tagliate i fichi secchi,l'arancia a cubetti piccolissimi.Mescolate insieme allo zucchero,farina,cannella e lievito.Aggiungete gli albumi,qualche cucchiaiata di vino poco per volta e cominciate ad impastare fino ad ottenere un composto compatto.Formate un rotolo e tagliate poi 16 pezzi che andrete ad appiattire leggermente e allungare a punta alle estremità.

(per impastare il composto ho utilizzato l'asse per la pasta in legno massello di GP&me )

Cuoceteli in forno a 180° fino a quando saranno leggermente dorati sulla superficie.,Lasciateli raffreddare e spolverizzateli con lo zucchero a velo


Ciao nonna........

domenica 3 novembre 2013

Le casette di pancarrè



Capita che "spippolando" come dice mio marito su fb e in rete,mi trovo a commentare e a trovarne di ogni....
capita che alla fine di ottobre,spippolando nella pagina di Ricette orfane,vengo rapita dalla bellezza di una casina usata come centrotavola per le feste natalizie.....quindi adotto questa ricetta....capita allora che nonostante sia ottobre,trascino mio marito al supermercato,e girovagando tra le corsie,con un foglio tra le mani con l'elenco degli ingredienti e soprattutto il disegno della mia casetta,con la gente che mi guarda un po' allibita e quasi preoccupata.....e capita che nel mentre mi vengono in mente tante combinazioni di farciture e decorazioni,che dovrei aprire un negozio per esporre tutte le casine che frullano in testa! e intanto il carrello si riempie....
E capita che una volta a casa e sistemato gli ingredienti su ogni spazio libero della cucina,comincio a dare forma alla mia creazione,non prima di aver messo un cd ovviamente natalizio con Bing Crosby - White Christmas e altri brani e cantanti, per creare l'atmosfera e per rendere piu' credibile la mia creazione....tra lo sguardo allibito di mia figlia che posta subito la notizia su fb,mio marito che sembrava disinteressato alla cosa ma che poi da il suo preziosissimo contributo...e con il commento di entrambi si ok,stasera se tutto va bene si mangia alle dieci....in effetti abbiamo cenato un po' tardi ma....che soddisfazione!!!
Diciamo che è stata una prova. Dal momento che lo scorso Natale avevo preparato il panettone e il pandoro gastronomico,perchè non stupire e proporre un qualcosa di nuovo??
Quindi eccomi qua,con i miei prototipi di casine che sicuramente preparero' per la tavola delle feste e che omaggero' qualora sia invitata.....perchè nel frattempo mi sono venute in mente altre varianti,come ad esempio creare dei segnaposto personalizzati....e da qui a Natale sono sempre in tempo a migliorarmi.
Intanto vi riporto la ricetta della creatrice della casina che ho trovato nella pagina sopra menzionata,per chi volesse ripeterla pari pari:

La base della casetta è un parallelepipedo fatto di tante fette di pancarrè, intervallate da: 
- paté di salmone classico: salmone conservato al naturale, robiola, una spruzzata di whisky, sale. 
- patè ai tre salmoni: salmone fresco, salmone conservato, salmone affumicato, burro, aneto, pochissimo sale
- paté di tonno: tonno conservato, metà burro/metà mascarpone, scorza di limone grattugiata, capperi, poco sale
- rillette di sgombro: sgombro cotto in forno con una spruzzata di vino bianco e tante erbe, poi diliscato, sfilettato e passato al mixer con mascarpone, scorza di limone, olive
- paté di prosciutto allo Xeres: prosciutto cotto, burro, robiola, una spruzzata di Xeres o altro vino liquoroso secco, tipo marsala; sale, pepe rosa
- paté di mortadella: mortadella, ricotta, poca panna, pistacchi, sale. 
E altri, a vostro piacere. 
Una volta messa su il "corpo" della casa, con un coltello liscio a lama lunga fate due tagli diagonali a partire dalla sommità del parallelepipedo, uno a destra, uno a sinistra, in modo da creare l'appoggio per il tetto. 
Rivestite la casetta di maionese leggera (allo yogurt, va benissimo, oppure con un po' di senape) e appoggiate ai due lati tagliati deu fette di pancarrè un po' più larghe, in modo da formare il tetto. Dopodichè, vi sbizzarrite con la decorazione

Qui invece gli ingredienti che ho utilizzato io.....
fette lunghe di pancarrè senza crosta (che poi potete tagliare in base alle vostre esigenze),patè di olive,uova sode,mozzarella,acciughe piccanti,robiola,prosciutto cotto,salmone affumicato,formaggio cremoso,peperoni rossi e verdi,würstel,mozzarelline,olive,bastoncini di salatini,fiocchi di formaggio....

Io ho apportato alcune modifiche,o meglio,su suggerimento di mio marito ho modificato la procedura per creare il tetto.....una volta creato il parallelepipedo,tagliando dalle fette lunghe di pancarrè dei quadrati,anzichè tagliare per creare la base del tetto come suggerito,ho proseguito riducendo man mano la dimensione delle fette fino ad arrivare alla cima della casetta.
Una volta ricoperta (di maionese e formaggio cremoso),ho appoggiato una fetta intera di pancarrè e......


.....dato sfogo alla fantasia....la prima casina interamente bianca,è un po' minimalista....mio marito ha intagliato da un würstel il balcone e il camino....
con due mozzarelline ho creato un pupazzo di neve fermandole con uno stuzzicadenti e creato il cappello con mezza oliva e il naso con un pezzettino di peperone....



e questa è la versione rustica.....ricoperta di salsa con maionese,formaggio cremoso e un po' di concentrato di pomodoro per dare un colore rosato, con un pezzo di würstel ho creato un ceppo sul quale ho appoggiato dei bastoncini di salatini,dalla falda di peperone verde il pino verde,e fiocchi di formaggio per creare i cumuli di neve.....






e questo è l'interno.....


che dire....sbizzarritevi e....buone feste!!!