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sabato 31 gennaio 2015

Aifb in tour con Radicchio tra le Stelle...scende in campo...




Oggi inizia il "vero" viaggio nelle terre del Radicchio Rosso Tardivo di Treviso IGP. Per me il "titolo" del tour che ci vede coinvolte, "Radicchio tra le Stelle", è pieno di significato.
"Stella" per quanto riguarda gli chef "stellati" che ci hanno fatto conoscere le varie tecniche di cottura e che per noi hanno creato dei menu' che si sono rivelati dei capolavori.
"Stella" perchè questa cicoria è veramente "stellare". Un capolavoro della natura ma anche dell'uomo. Perchè senza il suo aiuto non diventerebbe quello che in realtà è. Quindi, la sapiente mano dell'uomo che entra in sinergia con la natura, ottenendo un risultato finale che è un vero capolavoro!
Basta guardare quel cuore rosso che mi fa rimanere a bocca aperta da quanto è perfetto per capire che niente viene lasciato al caso.

Damiano, dell' Azienda Agricola Bellia Claudio, ci ha portate in campo, e poi nella sua azienda per mostrarci come avviene l'imbianchimento in acqua pura di risorgiva del Radicchio Rosso di Treviso Tardivo IGP.
Qui abbiamo conosciuto anche i genitori, Francesco, l'altro fratello e  l'arzillissimo 90enne nonno Elia, che ci metterei la firma ad arrivare cosi' a quell'età!

Coltivare il Radicchio è davvero un'arte.....
La produzione, precoce e tardivo, inizia, indifferentemente, con la semina o il trapianto. Le operazioni di semina, in pieno campo, devono essere effettuate entro il periodo compreso tra il 1° giugno e il 31 luglio di ciascun anno. In caso di trapianto, questo viene effettuato entro il 31 agosto di ciascun anno. 1. Le operazioni di raccolta per il Radicchio Rosso di Treviso tardivo si effettuano a partire dal 1° novembre e comunque dopo che la coltura abbia subito almeno due brinate, per favorire la colorazione rossa della pianta.
Le operazioni di raccolta per il Radicchio Rosso di Treviso precoce si effettuano a partire dal 1° settembre.

Qui direttamente sul campo, coperto affinchè non passi la luce del sole diretta per evitare la fotosintesi.


Si susseguono poi diverse fasi
Fase di preforzatura. Per questa prima fase le piante raccolte, con parte dell’apparato radicale, vengono pulite dalle foglie più esterne e dalla terra. Quindi i cespi vengono raccolti in mazzi, collocati in gabbie retinate o traforate. in locali adeguatamente condizionati, con un una temperatura e un’umidità idonea alla corretta conservazione delle piante.

Fase di forzatura - imbianchimento, operazione fondamentale ed insostituibile che caratterizzano poi il prodotto finale.  Le ceste contenenti i cespi, vengono parzialmente coperte con teli che lasciano passare pochissima luce, allineate in vasche continuamente alimentate con acqua pura di risorgiva, fino al colletto, per una ventina di giorni. In questo modo la pianta, anche se è stata sradicata dal terreno, "capisce" che deve ancora crescere. Si forma cosi' all' interno il "cuore" dal colore rosso intenso perchè le foglie sono quasi prive di clorofilla, croccanti e dal gusto gradevolmente amarognolo.







     Fase di toilettatura con le quali si liberano i cespi dai legacci o dalle gabbie, si asportano le foglie deteriorate, che si utilizzano per concimare poi il terreno, si taglia e si scorteccia il fittone in misura proporzionale alle dimensioni del cespo. Terminata la toilettatura il radicchio si sciacqua per togliere il terriccio in una prima vasca, posizionato su un nastro trasportatore che lo tuffa delicatamente in una vasca piu' grande contenente acqua corrente.


                 I cespi puliti da tutti i residui terrosi, vengono stoccati in ceste e pronti per essere spediti.



E' seguita poi una piccola degustazione di radicchio in saor e una buonissima crostata con marmellata di radicchio e frutti di bosco, che ho pure comperato nel piccolo spazio nella zona di lavorazione, insieme ad 1 kg di radicchio..... stivali sporchi di fango...borsata con radicchio...qualcuno poteva pensar male!

Una "piccola" considerazione finale. Io, che mangio insalata in quantità industriale, di tutti i tipi, quando andavo a fare la spesa e vedevo nei banconi dei supermercati le confezioni di questa bellissima cicoria, mi saltava subito all'occhio, dopo la bellezza della sua forma, il prezzo, che consideravo esagerato. E nei supermercati è davvero alto. Vi posso assicurare che il Radicchio che ho comperato presso questa Azienda Agricola, non l'ho pagato cosi' tanto quanto quello proposto dalla grande distribuzione....e pur essendo una cifra piu' "alta" rispetto a quella delle altre insalate, non ho avuto tentennamenti nell'acquistarlo. Anzi, se non fossi stata in treno ne avrei acquistato molto di piu'.
Perchè mi sono resa conto di quanto lavoro, fatica, dedizione e amore per salvaguardare un patrimonio gastronomico che ci caratterizza in tutto il mondo, sta alla base di questo magnifico cuore rosso. Dovete sapere che ogni settimana questa azienda spedisce bancali con 300 kg di Radicchio Rosso Tardivo in Giappone! Un motivo ci sarà....e se persone cosi' lontane capiscono la qualità dei nostri prodotti, e ne apprezzano le caratteristiche, noi "che giochiamo in casa" dovremmo farne un vanto e tenerlo di piu' in considerazione.
Abbiamo aziende familiari che sono il fior all'occhiello del nostro patrimonio gastronomico. Che non devono sparire perchè minate da fattori esterni che creano intoppi e difficoltà di ogni sorta affinchè gettino la spugna, e che portano avanti con orgoglio e fatica, amore e dedizione, quello che hanno lasciato i "vecchi".
Forse mi sta a "cuore" questa cosa, anche perchè mi ricordo che i miei nonni avevano i campi quando abitavano a Mantova. E ho ancora degli zii che lavorano la terra, quindi so cosa vuol dire, anche se alla lontana.
E io, quando Damiano spiegava tutto il processo che va dalla semina al prodotto finale, con gli stivali infangati, con quel cespo di radicchio in mano, che parlava a delle "cittadine", bè, mi sono quasi commossa. Vero è che mi commuovo facilmente quindi non farei tanto testo, ma vedere un ragazzo cosi' giovane, pieno di esperienza, voglia di fare e orgoglioso di quello che ha in mano...bè, credetemi, non è roba da poco.

...ma il tour non finisce mica qui....





venerdì 30 gennaio 2015

Aifb in tour con Radicchio tra le Stelle...chi ben comincia.....




Arrivata con una certa emozione e ansia a Mogliano Veneto, (mi capita sempre quando devo partire e fare qualcosa di importante)  in compagnia di Cristina, l'unica blogger che conosco, ci fiondiamo in un bar dove non avrei dato nemmeno un centesimo, invece abbiamo mangiato un toast alle verdure veramente buono! Per la serie, ci si accontenta, ma sappiamo distinguere un panino gnucco da uno buono....siamo state prelevate alla stazione da Nicole della Zeta Group e poi raggiunte da Francesca e Lara. Faccio la conoscenza delle altre blogger e poi, dopo esserci sistemate nelle stanze, primo incontro dove ci viene spiegato il programma, del perchè siamo qui e i produttori che ci apriranno le porte di casa loro. E le parole di Anna Maria Pellegrino, la nostra presidentessa, che spiega brevemente a chi non lo sa, chi e cosa fa ed è l'Aifb e quelle del presidente del Consorzio tutela Radicchio Rosso di Treviso IGP e Radicchio Variegato di Castelfranco Veneto IGP 
Io che adoro l'insalata...ma non chiamiamo insalata questo rosso capolavoro della natura, qua ci vado a nozze!!
Dopo la breve riunione, siamo andati all' Istituto Alberghiero di Castelfranco Veneto dove lo chef stellato Nicola Dinato ci ha mostrato diverse tecniche di cottura del Radicchio Rosso....stufato, alla griglia, al forno, marinato, crudo, sottovuoto, come marmellata, succo e tisana......



........ tappa "obbligatoria" alla Fraccaro Spumadoro dove ci hanno accolto Luca e Michele Fraccaro e Paolo Pietrobon, rispettivamente in terza e quarta generazione! Questa azienda storica, nata nel 1932 come piccolo panificio sotto l'antica torre del castello di Castelfranco Veneto, fondata da Giovanni ed Elena ha poi aggiunto alla produzione del pane, anche quella delle focacce e panettoni, utilizzando il lievito madre.. Negli anni '70 Ferruccio, Luigino e Antonio, figli dei fondatori proseguono l'attività di famiglia espandendosi tanto da diventare un'azienda leader  nel settore dolciario, pur mantenendo la tradizione artigianale che li ha sempre contraddistinti fin dall'inizio. Luca, Michele e Paolo ci hanno mostrato lo store appena ristrutturato dove facevano bella mostra dolci, pizze, prodotti confezionati, spiegato la loro filosofia nel portare avanti le tradizioni di famiglia salvaguardando anche l'ambiente mediante l'utilizzo di confezioni riciclabili ed energie rinnovabili, e in una saletta riservata, ci hanno portato una tinozza di legno con una fantastica lievito madre di "soli" 83 anni!! Tra lo stupore generale, colmato da ohhhh e scatti fotografici degni di una star di Hollywood, si perchè, non prendeteci per pazze, ma una food blogger che ha a che fare con questo capolavoro della natura, lo accudisce e lo apprezza...non puo' che gioire ed emozionarsi di fronte a tanta bellezza! E che quasi "sviene" se riceve in regalo un pezzetto di lievito madre...che volete....siam fatte cosi'! Perchè tanto "amore" e cura verso questo lievito madre? Ma perchè la differenza è palese: sofficità, fragranza, sapore, profumo, migliore alveolatura,piu' digeribile, piu' disponibilità di minerali, piu' sano e di qualità.
Tutte caratterisitche che si trovano nei loro prodotti, che lievitano dalle 12 alle 72 ore!
Abbiamo poi degustato due fantastiche pizze ovviamente preparate con la lievito madre, soffici, gustose, e il panettone al Radicchio!



Questo è l'omaggio ricevuto insieme ad un flaconcino di Aroma Spumadoro , una sofficissima Fugassa veneta....


Concludiamo la serata presso il Ristorante Feva (Feva è il soprannome della famiglia Dinato) dove lo chef Nicola Dinato che avevamo conosciuto nel pomeriggio, ci ha deliziato con le sue specialità, in un ambiente veramente raffinato e giovanile. La cosa che mi ha subito colpito, una volta arrivati nel parcheggio, la cucina a vista sul piazzale! Una grande vetrata dove niente viene nascosto, ma è possibile osservare tutti i movimenti e le fasi di preparazione della brigata di cucina composta da giovani trentenni, dinamici e con esperienza acquisita nei  piu' grandi Ristoranti italiani e stranieri. A dire il vero siamo state un po' "invadenti"...appena scese dal pulmino, subito a fotografare questi giovani cuochi...che imbarazzo mamma mia!!!


e dopo la fantastica serata...tutti di nuovo alla Villa Giustinian, per un sonno ristoratore.....dove abbiamo trovato un omaggio veramente gradito...una varietà di prodotti di OrtoRomi, un'azienda sul mercato da oltre 15 anni nella produzione e commercializzazione delle insalate di I e IV gamma.

Che cosa vuol dire I e IV gamma? Fanno parte di questa "classificazione" le verdure e gli ortofrutticoli freschi che, dopo la raccolta, sono sottoposti a processi tecnologici finalizzati a garantirne la sicurezza igienica e la valorizzazione del prodotto, seguendo diverse e veloci fasi di lavorazione e confezionati e pronti per il consumo.
L'offerta di verdure, frutta e ortaggi è articolata in cinque gamme, distinte sulla base delle tecnologie e dei processi di lavorazione applicati al prodotto dal momento della raccolta fino al consumatore finale.

Prima gamma: ortofrutta fresca tradizionale.
Seconda gamma: ortofrutta e verdure in conserva proposte in barattolo.
Terza gamma: frutta e verdure surgelate.
Quarta gamma: ortofrutta fresca, lavata, confezionata e pronta al consumo.
Quinta gamma: frutta e verdure cotte e ricettate, confezionate e pronte al consumo.

Quindi il processo di produzione e conservazione delle insalate, degli ortaggi e della frutta di IV gamma, partendo dal campo fino alla tavola dei consumatori, si articola nelle seguenti fasi:

Selezione
Cernita
Eventuale monda e taglio
Lavaggio
Asciugatura e confezionamento in buste o in contenitori sigillati (eventuale utilizzo di atmosfera modificata)

Da anni ormai l'Industria di IV gamma e le aziende agricole produttrici di materie prime seguono per la quasi totalità disciplinari di produzione integrata, limitando fortemente l'utilizzo di fitofarmaci in campo o in serra, con conseguente riduzione dei residui di pesticidi ben al di sotto delle soglie consentite per la produzione tradizionale.

Trasportate in stabilimento, le materie prime sono poste in celle di stoccaggio, con temperature non superiori a 6°C, sufficientemente dimensionate per quantità e tempi di permanenza.

Gli ortofrutticoli di IV gamma sono quindi sottoposti a (almeno) un doppio lavaggio industriale e a un trattamento di decontaminazione che ne garantisce la sicurezza igienica.

Il prodotto confezionato viene verificato al metal detector ed identificato per mantenere la rintracciabilità di filiera e poi posto in cella a temperature non superiori a 6°C. Per mantenere inalterate le sue qualità deve essere conservata a temperature non superiori a 8° e possibilmente non deve essere interrotta la catena del freddo durante il trasporto dal banco frigorifero all'abitazione del consumatore.

(dati presi da Aiipa)

bene, dopo questo viaggio nel mondo delle insalate, si va a riposare....domani ci aspetta una giornata veramente interessante, sul campo, a scoprire un tesoro rosso.....

Il tour Radicchio tra le Stelle minuto per minuto....




Stanotte ha nevicato. Non esageratamente, ma quel tanto che basta per imbiancare tutto quanto. E' l'alba. Apro la finestra della casa di campagna dalla quale si vede la fredda brughiera inglese ed entra un'aria gelida ma pulita. Mi preparo un caffè e appoggio la tazza sul tavolino della biblioteca rivestita da una boiserie di legno di rovere e colma di libri, dove mi aspettano una vecchia e rumorosa macchina da scrivere, il camino acceso, e la poltrona vissuta, di pelle color cuoio, vista giardino. La gatta ha preso posto sulle mie gambe e si è appallottolata facendo le fusa, in uno dei suoi lenti e coccolosi sonni giornalieri. L'atmosfera ovattata dentro e fuori, mi appaga e mi rilassa cosi' comincio a sorseggiare il caffè fumante e a battere le dita sopra i tasti......del pc!!!
Già, perchè non sono in nessuna casa di campagna, in nessuna biblioteca rivestita di legno pregiato e su nessuna poltrona di pelle.Non c'è nessun camino acceso ma un riscaldamento autonomo. Le "uniche" cose in comune con questa descrizione fantastica, nel senso che è di fantasia ma anche di fatto se fosse vera, sono che ha nevicato, che l'aria è fredda ma pulita, che c'è un atmosfera ovattata, la gatta sulle ginocchia e la tazza fumante sul tavolo della cucina, vista parco condominiale, la libreria della sala colma di libri, che adoro davvero la brughiera e l'atmosfera stile Jane Eyre....e tante parole nella mente da mettere sulla carta!
Non per scrivere un romanzo o un racconto o una poesia, ma per descrivere due giorni intensi passati con altre food blogger alla scoperta di prodotti e di un territorio che non sempre si valorizzano quanto si meriterebbero. quindi "perdonate" questo incipit romanzato, ma era proprio l'atmosfera che mi si è parata davanti agli occhi quando, alzando la tapparella, ho visto il giardino imbiancato!

Tutto è iniziato quando l' AIFB, l'importante associazione della quale faccio orgogliosamente parte, ha comunicato l'evento "Radicchio tra le Stelle", spiegando che c'era la possibilità per un gruppo di food blogger, parolona vero?!, di essere ospitate dal 23 al 24 gennaio dal
Consorzio tutela Radicchio Rosso di Treviso IGP e Radicchio Variegato di Castelfranco Veneto IGP , in collaborazione con OrtoRomi, nella stupenda Villa Marcello Giustinian, il tutto organizzato dalla staff della Zeta Group devo dire in maniera impeccabile. Non deve essere cosi' facile organizzare e prendere contatti con i produttori, albergatori, ristoranti, spostamenti ecc, il tutto scandito da una tabella di marcia da rispettare il piu' possibile. Ma ad ognuno il suo mestiere. Ed è cosi' che un gruppo di "sconosciute" food blogger, che fino al 23 sera si "parlavano" attraverso un pc, ora potevano parlarsi guardandosi negli occhi, in un'atmosfera assolutamente rilassata, come se si conoscessero da chissà quanto tempo, armate di macchine fotografiche, blocknotes, penne e tanta voglia di scoprire tutto quanto. "Guidate" da Francesca, Lara e Nicole alla scoperta del...variegato mondo del Radicchio!! Da lezione sulle tecniche di cottura del Radicchio Rosso di Treviso, nella cucina dell' Istituto Alberghiero di Castelfranco Veneto che ha la sede nella stupenda Villa Dolfin, da parte dello chef stellato Nicola Dinato, con degustazione di tutte le sue proposte. Tappa allo store della famiglia Fraccaro Spumadoro SpA, 80 anni di dolcezze e specialità, che ci hanno mostrato una pasta madre 80enne supercurata e coccolata, da strapparci una serie di oohhh e scatti fotografici degni di una star di Hollywood! Con degustazione al seguito! Cena presso il Ristorante Feva, visita presso l' Azienda Agricola Bellia Claudio, pranzo al Ristorante San Martino di Scorzè e tappa finale, ma non per importanza ovviamente, alla Casearia Carpenedo,

Detta cosi' sembra quasi che abbiamo passato il nostro tempo solo a mangiare. E' vero solo per metà. L'altra metà è stata occupata da visite il loco, davvero sul campo, a conoscere tutto il processo lavorativo dei vari prodotti, a conoscere realtà di Aziende familiari consolidate nel tempo, a visitare luoghi di solito non accessibili al pubblico. Coccolate, "istruite" e omaggiate fino alla fine.
E se durante quei due giorni, per noi è stata una vera "festa" di colori, profumi, sensazioni ed emozioni, una volta a casa è iniziato il "lavoro" vero e proprio. Eh si, perchè mica si va in giro solo a gozzovigliare e basta!

Figura atipica e un po' strana quella del food blogger. Apre il blog per passione o quasi per scherzo scoprendo poi che è proprio una soddisfazione e un angolo tutto suo, posta ricette della tradizione, inventate, azzardate, copiate, (con il link di riferimento ovviamente, almeno le piu' oneste!). C'è chi del blog ne fa una professione. Chi sta nel "suo brodo" perchè le sta bene cosi'. C'è chi invece, pur non essendo cuoca di professione, senza voler essere o sembrare chissà chi, coglie al volo l'opportunità di scoprire nuovi orizzonti, condividere esperienze e si fa un po' portavoce di quello che ha visto e ha vissuto, a favore di chi non ha potuto partecipare a questo o quell'evento. Siamo visibili agli occhi di tutti e dobbiamo raccontare nella maniera piu' trasparente, etica e professionale possibile tutto quanto. E tutto questo è molto lusinghiero ma anche molto delicato. Le aziende che ci coinvolgono in questa esperienza, lo sanno che possono contare su di noi, e che il messaggio che ci trasmettono e che noi a nostra volta trasmettiamo, non è fine a se stesso ma "passa" attraverso le nostre parole. Scusate se è poco!

Per questo, sono passati alcuni giorni dalla pubblicazione dei post di tutto il tour...rivedere il materiale, scegliere le fotografie, cucinare con alcuni prodotti ricevuti in omaggio o acquistati.
Con dovizia di particolari, informazioni e fotografie che parlano da sole!

E in attesa di poter rivivere altri momenti formativi, vi lascio nei prossimi post quello che è stata la mia esperienza....

martedì 27 gennaio 2015

Happy birthday Ale......con la French chocolate cake




E fu cosi che....ritornata a casa, mi piazzo subito davanti al pc per scegliere una ricetta per la sorpresa da fare alla nostra amica.Alessandra (Van Pelt) che proprio oggi compie gli anni .....ma facciamo un passo indietro, perchè non c'è nulla di strano nel voler fare gli auguri e/o una torta di compleanno ad un'amica!
Ma questo è un compleanno diverso, speciale, per tanti motivi. Cosi' noi ragazze dell' Mtc, abbiamo deciso di festeggiarlo degnamente come sa solo fare una community degna di questo nome. Per sentirci vicine alla nostra Alessandra e per far sentire lei vicina a noi. Perchè questa grande donna, è un "pochino" distante. Ha lasciato l'Italia, la sua Liguria, Genova e il Masonshire, per volare fino a Singapore. Da casa mia ci dividono "solamente" quei 10648 km....
Una scelta difficile, sicuramente ponderata, presa con "sofferenza" e coraggio, tanto coraggio, con "incoscienza" e "leggerezza", ma anche con la consapevolezza di sapere quello che lasci ma non sai quello che trovi. Una scelta che non voglio giudicare affatto, anche perchè non ha nessun motivo di essere giudicata e/o motivata, ma solo capita, rispettata, incitata, supportata e condivisa.

Per un attimo mi sono messa nei suoi panni, visto che qualche anno fa si ventilava l'idea di andare a Berlino, dal momento che mio marito aveva la possibilità di andare a fare un concorso nell'orchestra dei Berliner. Quindi, entusiasmo iniziale alle stelle, marce indietro, titubanze, sogni, programmi....arrivato parimerito, ma poi hanno scelto un tedesco....quindi "per fortuna" non si è realizzato questo momento, ma chissà se è stato un bene o un male.... e giorni fa mi ha parlato del Qatar...(ma anche no per favore....no dai!)

Quando Ale ci ha comunicato la notizia, c'è stato un tam tam di messaggi, frasi di incoraggiamento, complimenti, paure, lacrime di gioia e di "tristezza". Perchè è vero che comunque, anche prima che partisse eravamo distanti, ma saperla "cosi tanto" distante...fa un certo effetto.
Per questo ammiro tantissimo questa donna. Perchè comunque, al di là di qualsiasi commento e pensiero, non è facile sradicare le proprie radici e lasciare qua i propri affetti e tutte le cose che ci hanno fatto compagnia fino a pochi minuti prima di partite.
Per questo io ammiro questa donna che ho avuto la fortuna di conoscere, in tutta la sua esplosiva bellezza, simpatia, modo di fare, carisma, entusiasmo, serietà, allegria, audacia e tanto altro ancora.
Per questo ammiro questa donna, con la quale ho condiviso una buonissima focaccia, sul treno, in mezzo ad un alluvione spaventosa e poi al riparo nella sua casa.
Per questo ammiro questa donna, per tutti/pochi momenti passati insieme tra promozione di libri, risate e anche momenti di confidenze personali.

Per dare un "segnale" della sua grandezza e forza, basta dire che è lei, che ci ha coinvolto in questo fantastico mondo che è l'Mtc, un "gioco" importato da oltreoceano e "Van Peltizzato"in maniera assolutamente originale ed entusiasmante. E' lei che con caparbia, coraggio e classe, ha creduto nell'"avventura" editoriale, che ci ha viste pubblicare ben tre libri per la Collana dei Libri dell'Mtc ( L'ora del patè - Insalata da Tiffany - Dolci Regali ) che sta avendo un successo strepitoso!
Quindi, non posso altro che pensare che anche a Singapore farà furore! Non se ne starà sicuramente con le mani in mano, anzi, fucina di idee qual'è....tremateeee!!!!

Per questo, quando ho saputo dalle altre ragazze della sorpresa, mi sono fatta in quattro pur di riuscire a partecipare anche io a questo evento virtuale colmo di affetto verso di lei. Mi sembrava il minimo che si potesse fare.
Cosi' ognuna di noi ha sbirciato nel suo blog, che già il nome la dice tutta....An old fashioned lady, non per la parola old, perchè lei è tutto tranne quello, ma per il resto, perchè è davvero fascinosa, una signora fascinosa, di classe, anche se indossa un paio di scarpe da tennis.....e ognuna di noi ha scelto una ricetta, che ha riprodotto in suo onore.
Un regalo colorato, profumato, allegro, condito con un pizzico di nostalgia e malinconia q.b.
Un regalo corale e virtuale sincronizzato alla stessa ora, fatto col cuore da parte di tutte noi, a lei che di cuore ce ne mette in tutte le cose che fa!!
E con una vignetta fantastica che trasmette e racchiude questo momento! Disegnata dalla bravissima Mai Esteve.

E io ho scelto questa torta perchè quando ho visto come l'ha sottotitolata mi è venuto da ridere....TORTA SENZA: SENZA FARINA, SENZA LIEVITO, SENZA FRUSTE, SENZA LUCE, SENZA CONNESSIONE E PURE SENZA...in pratica la "mia" torta, dal momento che anche a me mancavano alcune delle cose elencate!

Cosi' ecco qua carissima Alessandra. Questa torta è tutta per te. Dolce, soffice, profumata, morbida, coccolosa, In due versioni: come l'hai fatta conoscere tu, e una con l'aggiunta di un pizzico di peperoncino, che con il cioccolato fondente è la morte sua!
Peperoncino perchè la tua vita non è una vita semplice e banale, monotona e statica. In tutte le cose che fai e che hai fatto, le hai sempre "condite" con quel pizzico di ingrediente in piu', che fa la differenza. Che mette quel brio e quel giusto pizzicore alla vita. Che la rende interessante e intrigante.
Quel pizzico di positività e audacia, coraggio e sensibilità che hai sempre trasmesso. Perchè tu hai insegnato che la vita non è banale ma è un grande dono, che tutto va preso di petto, o come ti viene porto, che va affrontato e risolto. Anche a costo di perderci magari ore di sonno, di mettersi in discussione, di affrontare situazioni che non avresti mai affrontato,  di versare anche lacrime e tante altro ancora. Tu che sicuramente appari forte e determinata, ma che hai anche una sensibilità che ti fa anche commuovere quando è il momento di commuoversi. Perchè una è grande nei momenti si e nei momenti no.

Carissima Ale, non ti elenco nessun augurio, perchè non ne hai di bisogno (o forse si?? )
Ti auguro solo il meglio. Il meglio per la tua nuova vita. Perchè è cosi' che deve essere, per una persona speciale come sei tu.
E insieme a questa torta, ti mando un mega abbraccio e un grande bacio. Da passare q.b. anche a tuo marito, perchè comunque sia, anche lui è direttamente coinvolto in tutta questa "avventura". E anche lui ha dovuto fare delle scelte di vita molto importanti.
Sono sicura che farete grandi cose in quel di Singapore, e anche se ci sono tutti quei mila e mila chilometri, io ti/vi sento vicini perchè siete entrati nel mio cuore.
A presto grande Ale! Ti voglio davvero bene. E non q.b.
... e adesso basta perchè sono commossa...un po' piu' di un q.b......



                                                            French chocolate cake

Ingredienti per 6 persone

115 g di cioccolato fondente, a pezzetti
55 g di burro, a pezzetti
3 uova medie, tuorli e albumi
85 g di zucchero semolato
un pizzico di sale
alcune gocce di estratto di vaniglia
20 g di farina
zucchero a velo per decorare
peperoncino in polvere q.b.

stampo a cerniera del diametro di 18 cm, rivestita di carta da forno, leggermente unto
forno: modalità statica, 180°C

Esecuzione
Sciogliete a bagnomaria il cioccolato e, appena inzia a sciogliersi, aggiungete il burro a pezzetti, mescolando finchè non si è sciolto completamente anch'esso. Togliete dal bagnomaria e fate intiepidire.

Nel frattempo, in una terrina piuttosto capiente, montate i tuorli con lo zucchero fino a quando saranno soffici e spumosi: a questo punto, versate il cioccolato e il burro fusi nel composto montato e amalgamate con delicatezza, con un cucchiaio di metallo. Unite le gocce di vaniglia e mescolate.

Setacciate la farina ed il sale e  incorporateli delicatamente al composto.

Montate immediatamente gli albumi e incorporate anch'essi al composto, in tre tempi, mescolando dal basso verso l'alto, per evitare che il composto smonti.


Io ho utilizzato due ministampi a cerniera.....
Versate metà del composto nello stampo fino a due dita dal bordo. Nell'altra metà aggiungete il peperoncino in polvere in base ai vostri gusti ed infornare in forno caldo per 25 minuti. La torta gonfierà e formerà una crosta sottile, durante la cottura, che si creperà e si affloscerà appena fuori dal forno.



Lasciate raffreddare nello stampo per una decina di minuti, poi sformate, rovesciando delicatamente la torta sul piatto da portata e spolverate con zucchero a velo e servite.

lunedì 26 gennaio 2015

Pizzoccheri chiavennaschi



I pizzoccheri chiavennaschi non sono la famosa pasta scura di grano saraceno nata a Teglio e diffusasi in tutta la Valtellina, ma degli gnocchetti di pane tipici della Valchiavenna, che della Valtellina è una diramazione.

Molto semplici da preparare e veramente gustosi.
Il segreto è semplice: lasciar riposare a lungo l'impasto prima di procedere: se riposa 24 ore è perffetto. Il metodo di servizio più usuale è quello di accostare agli gnocchi delle patate e condire con formaggi locali e abbondante burro, portato a color nocciola insieme a spicchi di aglio.

I pizzoccheri chiavennaschi tradizionali dovrebbero annegare nel burro, che andrebbe semplicemente versato delicatamente sopra gli gnocchetti in dose doppia di quella indicata e lasciato colare sul fondo, raccolgiendolo poi a fine pasto con altre patate o con croste di pane secco.

Nelle varianti familiari c’è chi aggiunge anche salvia al burro fritto, chi non unisce le patate, chi cambia i tipi di formaggio, chi diminuisce aglio e pepe, chi aromatizza l’impasto anche con noce moscata. Però nessuno aggiunge ai pizzoccheri chiavennaschi verza o erbette, come si fa di solito per i pizzoccheri scuri.

Ingredienti per 4 persone

per i pizzoccheri:
100 g di pane secco
400 g di farina bianca
500 ml circa di latte
3 o 4 cucchiai di olio
sale
pepe nero al mulinello

per il condimento:
100 gr. burro
80 g di formaggio grasso Casera (o Bitto)
80 g di formaggio semigrasso Magnoca
30 g di Parmigiano grattugiato non finissimo
2 o 3 patate
2 o 3 spicchi di aglio
sale
pepe nero al mulinello

Esecuzione

Scaldare in un pentolino il latte con il pane spezzettato, rimestando prima con un cucchiaio di legno e poi con una frusta fino a ridurre il pane a "pappetta" e rendere il composto omogeneo, poi versare in una ciotola e continuare a rimestare fino a quando il composto è cremoso e freddo.

Aggiungere la farina poca per volta mescolando bene, l'olio, il pepe ed un pizzico di sale, rimestare bene, allungando eventualmente il composto con qualche cucchiaio di latte fino ad ottenere una consistenza molto morbida e un po' "collosa", quindi coprire e lasciare riposare per qualche ora: 3 o 4 ore bastano, ma si può anche preparare l’impasto la sera per la mattina dopo.



Tagliare le patate sbucciate a dadini di 2 cm; tagliare a pezzettini i formaggie a lamelle l’aglio.

Portare ad ebollizione abbondante acqua, salarla e tuffarvi le patate, cuocendo 6 o 7 minuti in modo che siano morbide fuori ma ancora leggermente compatte all’interno.

Riempire nel frattempo i piatti da portata o la teglia di servizio di acqua bollente e tenerli in caldo fino al momento in cui si cominciano a cuocere gli gnocchi, quando verranno svuotati ed asciugati per accogliere il burro fuso.

Abbassare il fuoco in modo che l’acqua della patate sia appena fremente e calarvi l'impasto dei pizzoccheri a piccole cucchiaiate, cuocendo per 2 o 3 minuti fino a che gli gnocchi sono tutti a galla.



Nel frattempo in un tegame a parte scaldare il burro con l’aglio fino a quando profuma di nocciola e versarne un paio di cucchiai nei piatti o nella teglia calda ed asciutta.


Scolare gnocchi e patate con una schiumarola e trasferirli a strati nella teglia, alternandoli con i formaggi, il burro fuso e una macinatina di pepe. I veri pizzoccheri non andrebbero rimestati… Terminare con abbondante burro e servire subito, mantenendo l'eventuale piatto unico di portata sopra un rechaud.



questa ricetta la trovate anche qui !

lunedì 19 gennaio 2015

"Leber chenédi" , Chenédi di fegato o Leberknodel....per finire in bellezza.




Ultima ricetta per questo viaggio sulle Dolomiti. Ho riaperto e condiviso per un attimo il cassetto dei ricordi e l'ho richiuso per conservarli ancora e per sempre. Non devo aggiungere nient'altro a quello che ho già raccontato. Alcune cose devono restare solo mie. C'è chi in questa località va a trovare visibilità, prestigio, gossip, leggerezza, divertimento, neve, sole, panorami mozzafiato, tranquillità.....io ho trovato il mio tesoro. Un uomo d'oro. Insostituibile. Come tutti i "montanari", e non lo dico in modo dispregiativo, semplice e di un animo buono fino ad essere fin troppo buono. Sincero e spontaneo. Umile fino a quasi essere disarmante. Apprezzato e ammirato da tutti per la sua professione, serietà e bravura, senza che questo successo e riconoscimenti gli abbiano mai dato alla testa. Anzi, si tira quasi indietro! Sempre vicino in ogni momento bello, brutto, facile e difficile della mia vita e in quella degli altri. Mi aiuta in casa, a fare la spesa, a cucinare....che volere di piu'! La persona che ha dato una svolta importante alla mia vita, che ha saputo farmi compiere delle scelte sembrate azzardate, che nei suoi stupendi occhi grigio/verdi, mi ha fatto vedere quanta bontà d'animo e amore c'erano. Da condividere insieme se volevo. E io ho voluto.


Questa versione in porzioni ridotte, perchè se c'è una cosa che mio marito non mangia, sono proprio questi. O meglio, il fegato in generale. Cucina un buonissimo fegato alla veneta ma poi lui non lo mangia....lo cucina appositamente per me!
Dal gusto deciso ma anche delicato. Piace o non piace, non esiste una via di mezzo. Il pane l'ho tagliato a cubetti ma non minuscoli, e il fegato non l'ho frullato perchè volevo sentire la consistenza in bocca di entrambi gli ingredienti. Altrimenti mi sarebbe sembrato di mangiare una mousse di fegato!

Ingredienti
150 g di pane
200 g di farina
1 uovo
100 g di fegato di manzo o di maiale
olio extravergine di oliva q.b.
3/4 spicchi di aglio
½ scalogno
sale e pepe
prezzemolo (facoltativo)

per il brodo e il pane vedere qui

Esecuzione
Tritate lo scalogno e lo spicchio di aglio e rosolateli con poco olio. Sminuzzate il fegato a punta di coltello. Aggiungetelo al soffritto, lasciate insaporire e versatelo in una zuppiera. Aggiungete la farina, l’uovo, il sale e pepe.
Manipolate a lungo l'impasto formando un composto morbido e omogeneo,  Formate dei canederli di medie dimensioni, Cuoceteli nel brodo in ebollizione per 10/15 minuti



serviteli nel loro brodo con una macinata aggiuntiva di pepe se volete....



l'interno compatto ma morbido...



.....o asciutti con radicchio di Treviso....



Quindi, ricapitolando e concludendo, ringrazio Monica del blog One in A Million per averci proposto questa fantastica ricetta, che già conoscevo, ma che ho ripetuto con grande piacer, e tutto l' Mtc



Chenédi da magro verdes....ovvero i Canederli di magro agli spinaci




Riaprendo il cassetto dei ricordi.....diciamo che vista come "la milanese", ho frequentato Cortina in maniera un po' "anomala"..."turista" ammogliata ad un ampezzano.
L'unica cosa che mi dispiace è il non essermi sposata su. C'è una simpatica usanza: gli amici degli sposi, organizzano "la stanga", (che in realtà è il palo, quello che chiude una strada, o ad esempio gli accessi alle strade sterrate che portano al bosco che vengono aperte con le chiavi in possesso momentaneo dei Regolieri, quando devono caricare sul trattore la legna tagliata), in pratica uno "scherzo", una sorta di pedaggio,in base all' attività che svolgono i futuri sposi. Ad esempio a mio cognato, che faceva il fabbro/muratore e altro, su un carro gli hanno fatto costruire una vera stufa refrattaria che doveva funzionare, mentre mia cognata, con un grembiulone che copriva l'abito da sposa, azionava una carrucola che portava su e giu' il cemento! C'è chi ha scalato persino il campanile perchè faceva parte degli Scoiattoli di Cortina. (Gli Scoiattoli di Cortina sono un gruppo di arrampicatori non professionisti, quindi non necessariamente sono guide alpine fondato il 1º luglio 1939 da dieci giovani ampezzani che avevano in comune la passione per la montagna e per le arrampicate sportive. Le attività che vedono impegnati questi arrampicatori sono molteplici e vanno dalla promozione dell'alpinismo, al soccorso alpino volontario, all'organizzazione di manifestazioni sportive. I membri del gruppo si riconoscono da uno scoiattolo bianco ricamato sul braccio sinistro di un maglione rosso. Questo logo è indissolubilmente legato a molte imprese alpinistiche tra cui si ricorda la conquista del K2 avvenuta il 31 luglio 1954 da parte di Lino Lacedelli)

....se fosse successo a noi, di sicuro ci avrebbero fatto fare un concertino in piazza o costruire una viola o un bassotuba!! Insomma, c'è un'atmosfera molto coinvolgente, dove tutti quanti, invitati e compaesani, tifano e si fanno un sacco di risate. E poi tutti in chiesa per la cerimonia vera e propria.
Non essendo e nè facente parte del jet set, dei vipsss, dei fighetti, pur avendo avuto anche io la mia piccola dose di notorietà in campo artistico e intellettuale, dopo aver provato cosa vuol dire andare a fare la spesa alle 11 di mattina, fare lo struscio, cercare un parcheggio....ho sempre glissato ed evitato le grandi folle. Perchè davvero, chi non è passato da li, in piena stagione, non si rende conto della moltitudine di gente che popola e anima la valle e il paese! Quindi, andare a fare la spesa all'alba altrimenti si rischia di fare notte e di non trovare nemmeno un buco di parcheggio. Alternativa, muoversi a piedi. E una volta fatte le commissioni, andare a fare qualche gita ai Tondi o in riva al Boite con i piedi a mollo nell'acqua gelida o al Lago Scin o a Zuel su in cima al trampolino degli sci (sono matti a scendere da lassu'!!). O fare proprio un bel niente e stare sul balcone di legno e rilassarsi al sole in compagnia di un bel libro o ammirando il panorama o semplicemente chiudere gli occhi e ascoltare quello che ci circonda, cioè il silenzio, il ronzio di un'ape, l'abbaiare di un cane, il rumore del trattore che passa li vicino....
E comunque, una volta chiusa la porta di casa, nel tepore della stua, gustarsi un piatto fumante di chenédi è impagabile!!

Anche questa versione è fantastica. Non perchè l'ho cucinata io, ma perchè è una gustosa alternativa a chi non li vuole/puo' mangiare i salumi.
Realizzati con gli spinaci e il formaggio, con una colata di burro imbiondito e insaporito dall'aglio...una vera delizia!
In rete, definiscono di magro quelli fatti con il formaggio (anche se di magro hanno ben poco...visti i formaggi che si utilizzano...). Per noi, quelli di magro sono questi e bon e basta.

Una versione diversa da quella proposta da Monica del blog One in A Million  per la sfida dell' Mtc.

Ingredienti per 16 canederli
1 kg di spinaci freschi
200 g di farina
3 uova
2 panini raffermi ( 150 gr circa)
200 gr formaggio ( Casera , latteria , Asiago o similari )
grana grattugiato q.b.
    3/4 spicchi di aglio
sale q.b.
burro q.b.

per il brodo e il pane vedere qui

Esecuzione
Fate cuocere velocemente gli spinaci in un dito di acqua . Strizzateli e tagliateli col coltello il piu' finemente possibile. Tagliate cosi' anche lo spicchio di aglio .



Tagliate a cubetti il pane e i formaggi . Aggiungete gli spinaci, i formaggi, le uova, la farina un pizzico di sale e una macinata di pepe.


Con le mani inumidite premete il composto e formate delle palle che possono andare dalle dimensioni di una pallina da golf a quella da tennis.....L'impasto è della consistenza giusta se rimane insieme senza sfaldarsi. Anche in questo caso, l'impasto si deve "sentire" tra le mani quando è giusto,
Fate bollire una capiente pentola di brodo e gettate i canederli . Nel frattempo fate imbiondire bene dell'abbondante burro con gli spicchi di aglio.
Fateli cuocere nel brodo bollente per 10 minuti.
Scolateli delicatamente con una schiumarola e impiattate versando il burro e se si vuole, abbondante grana grattugiato


impiattate e versate il burro imbiondito....


con o senza una spolverata di grana grattugiato....



questo è l'interno....sodo , compatto , con il formaggio appena fuso.....




con questa ricetta partecipo alla sfida per l'Mtc di gennaio



sabato 17 gennaio 2015

Chenédi col formei...Canederli col formaggio.



Seconda proposta per la sfida dell' Mtc che ci vede alle prese con i Canederli di Monica del blog One in A Million vincitrice della sfida dei Muffins del mese di novembre.
Questa volta li ho serviti solamente in brodo. Saporiti e filanti! Una vera prelibatezza....e mentre li mangiavo, la mia mente tornava indietro nel tempo e facevo anche qualche considerazione.

Sfatiamo alcune cose su Cortina. Vero è che è la "Regina o la Perla delle Dolomiti", e su questo non si discute. Ma non è tutto oro quello che luccica....
Perchè si è abituati a "vederla" solo nei servizi dei tg, quando riprendono lo struscio, la gente impellicciata, che si diverte, che prende il sole sulle piste da sci. Ma Cortina d'Ampezzo non è "solo" questo. Non è solo cinepanettoni, vips, gente facoltosa che passa le vacanze in estate e inverno con al seguito la tata, di solito filippina, che cura i bambini, a volte di un capriccioso, che chissà perchè sono tutti bellissimi, stupendissimi, biondissimi, capelli a caschetto o lunghissimi, vestiti alla moda, ce ne fosse uno bruttino no, mai! mentre i genitori sono a rilassarsi con gli amici. 
Non è solo la Cortina dei divertimenti, degli happy hour, dei brunch, dei massaggi, dell'estetista, delle feste, della gente che per un determinato periodo dell'anno "conta". I "sior" (signori), o per essere piu' "cattivi" i fighetti.... che intasano il centro con Suv, macchinoni, jeep, in doppia fila, o con richieste pretenziose perchè pensano che qui è tutto concesso perchè loro possono e sono li e ogni desiderio deve essere esaudito.
Certo, spuntano qua e là le grandi ville dei grandi nomi. Se li conosci quei volti, magari li incontri anche per strada. 
La "vera" Cortina è fatta da altra gente. Che abita nelle varie "località", (o frazioni o sestieri) :
Acquabona ,Cadelverzo di Sopra, Cadelverzo di Sotto, Cadin di Sopra, Cadin di Sotto, Campo di Sopra , Campo di Sotto, Chiamulera, Chiave, Cimabanche, Fiames,  Fraina, Lacedel, Mortisa,  Pian da Lago, Pocol,  Rufreddo,  Sacus, San Biagio, Socol, Staulin,  Verocai,  Zuel .
Persone che svolgono diversi lavori come tutte le persone "normali"...cassiere e commesse del supermercato, della Cooperativa, dei negozi vari, che lavorano in ufficio, o fanno i muratori o falegnami o fabbri....che vanno a "fare fieno" chi ancora ha le bestie. Che vanno a "fare legna" per scaldare la propria casa e nel frattempo tiene  pulito il bosco. Che vivono li tutto l'anno, anche quando tutto è chiuso, ma che sono costrette a fare la spesa nei pochi negozi del paese che sono rimasti aperti, ma che tengono i prezzi alti come quando sono "in stagione".
Persone semplici e umili. Lavoratori. E come capita a tutti i "montanari", gente a volte un po' chiusa, pratica, senza troppi fronzoli o tante menate. Gente schietta.
Che due volte l'anno apre le porte di "casa sua" e guarda quel brulicare di gente che anima il corso, i negozi, i prati, i rifugi, le piste da sci. E alla fine della stagione si riappropria della sua terra, che rimane finalmente "silenziosa" e tranquilla. Forse, agli occhi di qualcuno un po' monotona, senza aspettative, senza sbocchi...ma sicuramente piu' genuina, piu' vivibile e "umana".

Ingredienti (per 4 persone, 15 pz)

BRODO
400 g muscolo di manzo;
1/4 di gallina
1 pezzo di biancostato
1 lingua di manzo
1 costa di sedano;
2 carote;
1 cipolla;
3 chiodi garofano;
1 foglia alloro;
2 cucchiai rasi sale grosso;
4 grani pepe nero;
2 lt acqua fredda;

CANEDERLI AI FORMAGGI
350 g pane raffermo, a dadini -1cm max-;
150 ml latte intero;
4 uova;
50 g parmigiano grattugiato;
300 g formaggi misti (io Montasio, Casera, Formaggella di Tremosine, Latteria)
150 g farina
1 cucchiaio erba cipollina tritata;
1 cucchiaio prezzemolo tritato;
1 cucchiaino raso sale fino;
1 pizzico pepe nero macinato;
1 pizzico noce moscata;

Esecuzione
Preparate il brodo.
Mettete in una pentola capiente dai bordi alti i pezzi di carne, il sedano e le carote lavati e tagliati a pezzettoni, la cipolla spellata in cui infilerete i chiodi di garofano, le spezie e poi versate l'acqua.
Mettete sul fuoco a fiamma media e portate a bollore. Con una schiumarola eliminate pian piano la schiumatura che si forma in superficie.
Abbassate la fiamma al minimo e fate cucinare semicoperto per circa 2 ore.

Preparate i canederli
Tagliate a dadini piccoli il pane (per la ricetta potete guardare qui) e i formaggi 



Prendete un terrina capiente e versatevi il pane raffermo. Unite l'erba cipollina e il prezzemolo. Poi la farina, le uova e il latte



Aggiungete la noce moscata e impastate a fondo con le mani, compattando e distribuendo in maniera omogenea gli ingredienti, pressando bene.
Il composto sarà leggermente colloso, rimangono dei piccoli residui sulle mani, ma pochissimi.



Scaldate il brodo.
Inumiditevi leggermente le mani e formate una sfera, prima roteando e poi pressando a fondo con le mani, che abbia un diametro di 3-4 cm, come quando fate le polpette e come già spiegato qui



Non si deve sfaldare nel brodo ma rimanere compatto (puo' capitare che "perda" un pezzettino di pane, ma deve rimanere integro e non perdere la forma iniziale).
Cuocete fino a quando vengono a galla e comunque per almeno 5 minuti.



Scolateli, adagiateli in una zuppiera e copriteli per metà di brodo...



o direttamente in una tazza ciotola monodose....






l'effetto "filante" ......




veduta "aerea"....



...e per far contento il marito che dice che questa foto sembra piu' "antica"....



con questa ricetta partecipo alla sfida dell' Mtc