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sabato 8 marzo 2014

Basta mimose....quest'anno rossi lamponi!



Premetto che non ho mai amato e quindi festeggiato l'otto marzo.L'ho sempre considerata una festa consumistica e basta. 
Mazzi di mimose venduti dai cingalesi che invadono angoli delle strade, supermercati, fiorai. Impacciati uomini e ragazzi in giro con sto mazzolino, perchè è piccolo ma costa un botto!
E si perde il vero significato del perchè è nata questa "festa":  una accaduto reale, doloroso e significativo.
Nel lontano 1908, a New York, 129 operaie dell'industria tessile “Cotton” scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. La ribellione si protrasse per alcuni giorni finché, l'8 marzo, il proprietario Mr. Johnson bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire dallo stabilimento. Ci fu un incendio doloso e le 129 operaie prigioniere all'interno dello stabilimento morirono arse dalle fiamme. Da allora, l'8 marzo è stata proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne. La commemorazione, tutta americana, delle vittime è stata poi accolta in tutto il mondo come la giornata simbolo del riscatto femminile.

Per me è un giorno che non ha niente da festeggiare, per come si intende il festeggiamento ai giorni nostri.
Sembra che tutto verta sul divertimento, sull'uscita da condividere con amiche in pizzerie, ristoranti, locali, che si addobbano ad hoc per l'occasione. E poi spogliarellisti mezzi nudi che mandano in escandescenza donne di qualsiasi età, che urlano ed emettono versi orgasmici, perdono freni inibitori scadendo in uno spettacolo patetico, imbarazzante e surreale! Che tristezza.....

Io penso che la figura della donna sia molto di piu'!
La donna è colei che da la vita, e oltre nel senso fisico del termine, la da per tutta la sua esistenza, fino a quando esala l'ultimo respiro. Perchè attorno alla figura della donna, ruotano tanti momenti e valori, quindi eccola farsi in quattro per un figlio, un marito, un genitore anziano, un'amica bisognosa. Senza mai chiedere niente in cambio. Lo fa perchè è nella sua natura generosa. Dal lato umano del termine. Che poi si batta per i suoi diritti è cosa sacrosanta. La donna non è schiava, non va sfruttata, nè umiliata, nè usata o violentata. Va sempre rispettata perchè è un essere umano grandioso, che sa fare e dare molte cose. Molto piu' di quanto uno non immagini!.
Quante donne hanno dominato la scena politica, reggendo per decenni imperi e lottando per la conquista del potere? O quelle con fortissimi ideali, che hanno combattuto in nome di un diritto, di un principio morale o dell’ uguaglianza civile. Ci sono poi le inventrici e le scienziate, curiose di capire la realtà o determinate a trovare soluzioni per guarire malattie, risolvere i problemi del presente e costruire le fondamenta per l’ innovazione del futuro. E le scrittrici, le filosofe, le artiste, coloro che attraverso la cultura e il costume hanno penetrato le menti e gli animi instillando emozioni, novità e dettando tendenze nei loro spettatori. 
Donne importanti che hanno potuto o dovuto prendere grandi decisioni o lanciarsi, spesso da sole, in progetti decisivi. 

Quindi quest'anno con un gruppo di Blogger abbiamo deciso di sostenere un'iniziativa di un gruppo di donne meno fortunate.
Ne ha parlato Anna Maria Pellegrino in questo post, e ci ha colpito tanto da farci cambiare colore.
Per quest'anno l'otto marzo sarà rosso.
Rosso come i lamponi che queste donne di Bratunac in Bosnia Erzegegovina coltivano per ricostruire la loro comunità distrutta dall'orrore più brutto della guerra: il genocidio.
Non importa se sono di una nazione diversa, non importa se han un diverso modo di guardare il Cielo.
Sono donne.
Sono simili a me.
Sono meno fortunate.

Le altre mie amiche hanno condiviso l'evento cucinando anche una ricetta per sottolineare la loro partecipazione. Io purtroppo, essendo stata fuori casa per due giorni, quindi senza avere a disposizione una cucina, non ho potuto preparare nessuna ricetta.
Ma ho voluto dare ugualmente la mia testimonianza e l'appoggio a questo evento.....l'importante è esserci e divulgare questo messaggio!

Cè un bellissimo libro che ha conquistato e sconvolto il mio cuore quando l'ho letto....."Venuto al mondo" di Margaret Mazzantini
"Ci sono cose. Piccole cose che non dimenticherò, che sono niente e invece restano più forti di tutto"
 Quindi a tutte le donne un augurio speciale, che non è fatto di mimose, spogliarelli o altri espedienti consumistici. Un augurio di piu' vero, sentito e di piu alto spessore. Perchè siamo donne. Siamo grandi e speciali. Non siamo inferiori. Abbiamo la voce per urlare i nostri diritti. Abbiamo un cuore e una dignità che non vanno calpestate. Dobbiamo pretendere di essere tutte uguali. Anche se purtroppo in alcune culture sono considerate esseri inferiori e senza voce. E per questo dobbiamo batterci. E quando anche l'ultimo uomo riconoscerà il nostro spessore umano, la nostra persona, il nostro valore in quanto donne, e non solo a parole ma con i fatti, allora sarà il piu' bel giorno che possa esistere!
Siamo donne e sotto la gonna c'è di piu'.

Nel milanese sono distribuite da MioBio e ulteriori informazioni le trovate qui

Con questa iniziativa, i food blogger che aderiscono a "unlamponelcuore" intendono far conoscere il progetto "lamponi di pace" ella Cooperativa Agricola Insieme (http://coop-insieme.com/),nata nel giugno del 2003 per favorire il ritorno a casa delle donne di Bratunac, dopo la deportazione successiva al massacro di Srebrenica, nel quale le truppe di Radko Mladic uccisero tutti i loro mariti e i loro figli maschi. Per aiutare e sostenere il rientro nelle loro terre devastate dalla guerra civile, dopo oltre dieci anni di permanenza nei campi profughi, è nato questo progetto, mirato a riattivare un sistema di microeconomia basato sul recupero dell'antica coltura dei lamponi e sull'organizzazione delle famiglie in piccole cooperative, al fine di ricostruire la trama di un tessuto sociale fondato sull'aiuto reciproco, sul mutuo sostegno e sulla collaborazione di tutti. A distanza di oltre dieci anni dall'inaugurazione del progetto, il sogno di questa cooperativa è diventato una realtà viva e vitale, capace di vita autonoma e simbolo concreto della trasformazione della parola "ritorno" nella scelta del "restare".




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