Il bello e il brutto di avere un marito "famoso" q.b. (in ambito concertistico classico/operistico/jazz), non da servizi su tabloid, gossip, tg ecc, (anche se per certi eventi importantissimi, c'è finito pure nei tg o sulla carta) ma nell'ambiente musicale ha il suo nome e il suo prestigio, è quello che ogni tanto ti "sparisce" per periodi piu' o meno lunghi in luoghi piu' o meno lontani (tipo giugno dello scorso anno era in Australia, cosi per dire). Ed è quello che è capitato proprio in questo periodo.
Lo si sapeva già da gennaio, che a giugno sarebbe dovuto ritornare a suonare, perchè è "lui" che vogliono (ci sarà un perchè!!), e sembrava cosi' lontano questo mese! Invece è arrivato in un batter d'occhio.
Cosi' mi ritrovo sola e "disperata" per vari motivi....
Punto primo, perchè anche la "bambina" 23enne, musicista pure lei, ha il suo bel da fare (eh si, siamo una famiglia molto "armoniosa"), quindi...lacrimuccia...
Punto secondo, oltre ad essere un bravissimo "musico", è anche un bravissimo marito e un efficiente "casalingo", tuttofare (bricoman, amministratore, lavandaio, fotografo, archivista, pero' non stira, insomma Mr Dubtfire è un/una pivellino/ina in confronto!), quindi le faccende domestiche e non, questo mese toccano a me...ma prima che formuliate maligni pensieri nei miei confronti, tipo "che fortuna servita e riverita" ecc...mi aiuta tanto perchè per problemi vari, non sono piu' "pimpante ed efficiente" come una volta...quindi con i miei ritmi (sempre perchè qua siam tutti musicisti), aiuto pure io...
Punto terzo, è un bravissimo "cuoco" e buongustaio, come altri famosi musicisti tipo Rossini, Verdi e Puccini, soprattutto gli piacciono i lievitati, il pane, le pizze e le focacce, da mangiare e da preparare ovviamente...e che sfida c'è questo mese per l'
Mtc?! La pizzzaaa, quella "vera vera verace napoletana secondo il disciplinare" che ci ha lanciato la vincitrice della scorsa sfida dei Cheesecake, l'
Antonietta Golino del blog
La trappola golosa...
A posto sono, mi son detta, quando ho letto e riletto il regolamento. Sono sola, la gatta per curiosità assaggia la pizza ma non posso contare sul suo aiuto, quindi devo già modificare le dosi. Sono massimo tre ricette, che peccato, con tre metodi differenti le avrei volute fare tutte e tre. L'impasto va fatto tassativamente a mano, e qui arriva il mio "problema", impastare per 20 minuti, una tragedia. Ho solo un fine settimana per poter realizzare la pizza, e per la serie buona la prima, deve essere davvero buona. In ultimo, ma non per importanza, anzi, chi mi fotografa mentre impasto e nei vari passaggi....
Detto questo, mi sono armata di coraggio, orologio per calcolare i giusti tempi, gli ingredienti, la macchina fotografica, il disegno di come volevo realizzare la pizza, si perchè ho la memoria di Dori, la pesciolina di Nemo....e alle 5 di sabato mattina, si, alle 5, mi sono alzata per fare la pizza. Non sono normale vero? Si, avete tutte le ragioni per pensarlo e dirlo. Me lo dico spesso anche io, quando mi ritrovo a fare i salti mortali per realizzare una cosa, da quella di vitale importanza a quella un po' piu' "futile", quando ho il tempo contro, ma se mi metto in testa di fare una cosa, mi tiro il collo pur di farcela. Anche se non sempre viene capita e apprezzata la cosa, non dai familiari o amici piu' stretti, ma a me importa sapere di avercela messa tutta per realizzarla.
E bella o non bella, la mia pizza a me mi piace un sacco, anche se a me mi non si dice.
Ho seguito quindi pedissequamente le indicazioni di Antonietta, e appena ritorna mio marito, la devo rifare (ma questa volta la faccio impastare a lui!) perchè cosi' buona non l'ho mai assaggiata. Si, me la canto e me la suono da sola perchè (musicista) sono veramente entusiasta del risultato!
L'unica "difficoltà", impastare appunto per 20 minuti, riuscire a scattare le foto con la mano sinistra (e il bottone della macchina a destra) per riprendere la mano destra che impasta, mentre roteo l'impasto (quello proprio non sono riuscita a scattarlo) e mentre strizzo i pomodori pelati, e misurare i grammi del lievito di birra, che magari è stato un po' di piu' di 1/2 g, ma voglio vedere voi! Certo, esiste il cavalletto, ma il tempo era preziosissimo per me, per stare li' a cercare come fare l'autoscatto ecc...Quindi....giurin giuretto che ho fatto tutto come Antonietta "comanda"!!
Anche questo mese la sfida è allietata e arricchita dalla bellissima
Infografica della
Dani con relativo "
Psico-test" della neo-mamma
Federica....quindi che volere di piu'....che pizza sia!
Perchè la pizza è festa, è consolazione, è il piatto che aggiusta tutto, che ispira, che soddisfa, appaga i palati piu' esigenti, è semplice o "porca", la pizzata è dei tempi della scuola, della serata con amici, del dopo concerto, del dopo qualsiasi evento, del compleanno, del mordi e fuggi, del primo approccio neutro.....perchè la pizza è la piu' bella invenzione che ci potesse essere e che tutti tentano di copiarci Perchè la pizza non è mai banale e scontata. La pizza è vera arte. Non ci si puo' improvvisare pizzaioli.
Ed è anche raro, trovare una pizza veramente degna di questo nome, perchè quando si dice che le pizzerie nascono come funghi...come loro, ci sono quelli buoni e quelli velenosi. Nel nostro girare ed esplorare possiamo dire di averle contate sulle dita della mano, le pizzerie degne di questo nome.
Forse per questo abbiamo cominciato a farle in casa. Sempre meglio e sempre con piu' attenzione.
E questa volta, grazie alla sfida lanciata da Antonietta, le nostre pizze avranno quella marcia in piu'.
Qui trovate le dosi che ha suggerito Antonietta. Io, per i motivi di cui sopra, ho dimezzato le dosi.
Anche se a dirla tutta, ormai che avevo aperto il panetto del lievito, ho provato anche l'altra versione. Per la serie, se non mi complico la vita non sono contenta....mi spiace di non avere fatto tris, soprattutto per la mancanza di tempo e poi chi si mangia tutte le pizze? Anche se a ridirla tutta, mi ispira un sacco anche quella col lievito madre....e chissà che magari all'ultimo mi si apre uno spiraglio di tempo...vedremo...
Ingredienti
225 g farina
125 ml acqua
6 g sale
1/2 g lievito di birra
asparagi, peperoni, cipolla, pomodorini, melanzane, uovo
Esecuzione
Misurare l’acqua, versarla in una ciotola, prelevarne una piccola quantità in due tazzine differenti: in una sciogliere il sale, nell’altra il lievito di birra.
Versare il contenuto con il lievito di birra nella ciotola con l’acqua e iniziare ad aggiungere gradualmente e lentamente la farina setacciata a parte, incorporandola man mano all’acqua, poi finita la farina aggiungere il sale sciolto in acqua, continuare ad amalgamare fino a raggiungere il “punto di pasta”. Il disciplinare dice che questa fase deve durare 10 minuti.
Ribaltare sul piano da lavoro e lavorare 20 minuti. Non sottovalutare questo tempo: è estremamente necessario per ottenere un impasto non appiccicoso, morbido ed elastico e una pizza soffice e asciutta.
Piegare e schiacciare ripetutamente, poi all’avvicinarsi dei 20 minuti l’impasto diventerà morbido e sempre più cedevole e infine avrà un aspetto setoso.
A questo punto riporlo in una ciotola di vetro o porcellana, coprire con pellicola e lasciar lievitare per 2 ore.
Riporlo su un telo non infarinato, perché essendo un impasto ben incordato, non si attaccherà durante la lievitazione, e lasciar quindi lievitare per altre 4/6 ore a una temperatura di 25°C (come previsto dal disciplinare).
Mentre l'impasto lievita, preparate le verdure: tagliate la melanzana a fette e fate spurgare l'acqua per un paio d'ore, mettendole in uno scolapasta alternandole con del sale grosso. Tagliate a listarelle il peperone e fatelo stufare in una padella. Lessate brevemente gli asparagi. Tagliate sottilmente la cipolla e conditela con un filo di olio extravergine d'oliva
Riscaldare il forno alla massima temperatura insieme alla teglia che servirà per la cottura, senza mai aprire lo sportello. Una volta che il panetto è lievitato stenderlo su un ripiano, stavolta va bene anche il legno, spolverato con farina di semola, senza usare il mattarello ma allargandolo con le mani, dal centro verso il bordo e poi, come fanno i pizzaioli veri, facendolo debordare roteandolo, in modo che avvenga un’estensione più delicata.
Ho applicato il secondo modo di cottura, forse migliore rispetto al primo, perché produce immediatamente il classico cornicione alto tipico della pizza napoletana.
Scaldare il forno come per l’altro procedimento e scaldare contemporaneamente una padella di pietra o ghisa o comunque dal fondo spesso sul fornello della cucina, fino a vederla “fumare”. Trasferirci il disco di pizza senza condire e lasciar cuocere per 2 minuti. Nel frattempo estrarre lo stampo dal forno, trasferirci la pizza, condirla velocemente e lasciar cuocere in forno, nella parte più alta per 4/5 minuti e comunque finchè non risulti bella dorata.
Questo è il risultato: un bordo croccante, e tutto il resto lievitato al punto giusto, alveolato, e anche il centro cotto alla perfezione, non molliccio e crudo, come mi è capitato di mangiare in alcune pizzerie.
con questa ricetta partecipo alla sfida n. 58 di Mtc