Bene. Non avevo tempo per bissare. Ma siccome poi mi sono venute milamila idee...tanto valeva fare i salti mortali per riuscirci. Tutta colpa del tema della sfida per l'
Mtc
La prima cosa che devo cercare di fare è quella di sintetizzare la mia ispirazione, perchè nella mia scorsa
ricetta mi sono ...dilungata un tantino tanto! Arduissima impresa...
Anche perchè altrimenti faccio morire la povera
Susy May del blog
Coscina di Pollo, vincitrice della scorsa sfida sulle Tapas, che si deve leggere tutte le ricette delle partecipanti....
Che cosa mi ha ispirato questa volta, a tal punto da farmi bissare?
Il lato sensuale e sexy del tema, che ho ampiamente esposto
qui ? Boh, forse si, ma in maniera diversa. Mi sono domandata " Che cosa è sensuale, che cosa ispira sensualità, che non sia procurata da uno sguardo, un abbraccio, una carezza, un bacio?" quindi non da una percezione sensoriale tattile ma da un altro fattore? Subito, e non so perchè, mi è venuto in mente il colore bianco, le statue del Canova, la Galleria grande della Reggia di Venaria, Roberto Bolle, Farinelli, e alcune arie delle opere verdiane e pucciniane.... intricato? Forse. Folle? Anche.
Ditemi voi se non sono sensuali queste meraviglie...
Quando durante un blogtour organizzato per
Aifb ci hanno portato anche a vedere la Gypsoteca del Canova a Possagno, ecco, li ho sperimentato personalmente cosa vuol dire essere colpiti dalla
Sindrome di Stendhal. Appena sono entrata nel salone che raccoglie i gessi delle sue opere, ho sentito un brivido percorrere tutta la schiena, la pelle d'oca, ho aperto la bocca facendo uscire uno strozzato "Oddddioooo", spalancato gli occhi e mi sono pure messa a piangere per l'emozione! Mi sono dovuta sedere, perchè davvero ero cosi' scossa da tutto quel bianco, magnificenza di quello che si presentava davanti ai miei occhi, che mi girava persino la testa.
Queste statue cosi' immacolate, che sembravano reali, nei loro movimenti, sguardi, muscoli scolpiti in ogni particolare, i capelli, prima in gesso e "freddo" marmo poi, mi trasmettevano emozioni uniche. E quel viso con i "chiodini" neri? Sono i rèperi, l'unità di misura per il passaggio dalla struttura in gesso alla scultura finale in marmo. La sensualità negli abbracci, negli sguardi, nei corpi avvinghiati e intrecciati, nelle bocche socchiuse. La sensualità fatta arte. O forse il contrario?
La stessa cosa, l'ho provata recentemente, quando siamo stati a visitare la Reggia di Venaria, la Galleria grande....mi sono appoggiata a mio marito, mentre guardavo quel salone infinito.
Roberto Bolle...va bene , parliamone...posto che ho una figlia che stravede per lui, che quando ha saputo che il suo papi, lo incontrava tutti i giorni quando era in Scala a suonare i quel periodo, e che non ha mai scattato una foto con relativo autografo, "Son li a suonare, mica a fare foto" " Si, ma ti rendi conto che è Bolle? Andavi su nella sala prove o nel camerino e potevi dire e' per mia figlia!!", (il papà brutto ora tornava utile...ahaha). Ve lo immaginate mio marito che punta Bolle tra una prova d'orchestra e un suo plié?! ahaha
E sempre la figlia che ad una rappresentazione di
Romeo e Giulietta , nel bel mezzo dello spettacolo, negli assolo e nei Pas de deux, esclama, nemmeno tanto a bassa voce "Ma ti rendi conto, guarda che cosce, guarda che sedere che ha, che fisico, che spreco pero' porca miseria. Ma guarda questo che sminchio che è (rivolto ad un altro ballerino della compagnia), mentre io guardo in tralce la mia vicina di poltrona, sperando che non abbia sentito e invece ha sentito benissimo e sorride, mentre io penso ehhh gli ormoni della gioventu'...e i miei...eh...si, lo confesso, anche alla mamma piace Bolle, ovvio, ha una perfezione tale ed una bravura mostruosa, chi non rimane conquistata dal suo fisico! Io trovo sensuale anche
La danza dei cavalieri, nelle movenze di tutti i personaggi, forse perchè tutto è sottolineato anche dalla musica che scandisce il movimento dei corpi.
Qui, nella scena del balcone e poi
qui, nella scena della camera da letto, dove lui si accorge che lei è "morta" e la prende tra le braccia cercando di farla rinvenire? Oltre che ad essere un momento straziante e di una bellezza senza pari, è di una sensualità indescrivibile.
Poi, a guardare il candore della crema di mascarpone ai formaggi, mi viene in mente il candore delle ballerine in tutu' nel
Il lago dei cigni e sempre lui. Bolle anche nella
La bella addormentata nel bosco (completo), o nel
Pas de deux o nell'
assolo.... sono senza speranza.
La danza, espressione dei corpi, dove nel piu' assoluto silenzio della voce, i ballerini devono trasmettere, mimare la tragicità del momento, l'amore, la gioia, la disperazione, la vita e la morte, accompagnate dalla musica che fa tutto il resto. Secondo me, la forma d'arte piu' completa e toccante nel panorama artistico.
E se vogliamo sconfinare nei balli di sala, come non citare
Shall we dance? I corpi che fluttuano nei loro abiti lunghi ed eleganti, leggeri come aria, in un abbraccio cosi' sensuale, gambe che si intrecciano e si lanciano in figure ben precise o improvvisate. In fin dei conti, la parola "tango", prima persona dell' indicativo presente "tangere", toccare, vuol dire quindi "io tocco". E nel tango, il linguaggio dei corpi, che si lasciano trasportare anche dall'improvvisazione, urlano e trasudano sensualità ed erotismo.
E ora veniamo a Carlo Maria Michelangelo Nicola Broschi, il piu' famoso castrato della storia della lirica, piu' conosciuto con il nome di Farinelli. Il padre Salvatore, grande appassionato di musica fece studiare Riccardo, il maggiore, da compositore e Carlo da cantante. Fu il fratello Riccardo a volere per Carlo la castrazione, eseguita poco dopo la morte del padre, avvenuta nel 1717. La castrazione è un'operazione chirurgica che consente ai maschi di poter conservare la propria voce di soprano o contralto prima che lo sviluppo possa modificarla.
All'epoca era d'uso, se non proprio obbligatorio, per chi intendeva intraprendere la carriera di cantante, la pratica di scegliere un nome d'arte, che poteva esprimere o significare diverse cose e conferire all'artista una certa personalità e farlo distinguere da tutti gli altri. In pratica, era come un marchio di fabbrica che doveva dare immediatamente l'idea del personaggio ed aiutare a farlo ricordare e a metterlo in mostra.
Sull'origine del nome Farinelli, o Farinello, ci sono tre ipotesi, la prima che derivasse dalla professione del padre Salvatore, il quale però mai esercitò la professione di mugnaio, né commerciò mai in farina, grano o granaglie. Più nobile l'associazione con la famiglia Farinel, violinisti e compositori provenienti dalla Francia ed in Italia girovaghi per tendenza e necessità. I Farinel però non vissero mai nel napoletano, né ebbero in famiglia un parente cantore evirato.
Resta soltanto quella che è l'ipotesi più accreditata, l'associazione con la nota famiglia di avvocati Farina, uno dei quali lo protesse e probabilmente lo finanziò durante il periodo in cui studiava col Porpora. Mori' all'età di 77 anni, in solitudine e in malinconia, nella villa sontuosa che aveva fatto costruire apposta a Bologna, che è andata distrutta purtroppo.
Il bellissimo film, premiato con il Golden Globe e con una nomination agli Oscar fu interpretato da Stefano Dionisi, mentre nelle parti cantate, per riprodurre la particolare voce di un castrato, sono state registrate separatamente le voci di un soprano donna, Ewa Małas-Godlewska, e di un controtenore uomo, Derek Lee Ragin, poi mixate con mezzi digitali. In queste celebri arie, tutta la sua bravura e particolarità della voce, che faceva svenire alcune dame e anche uomini del pubblico che lo ascoltava, per l'emozione che suscitava :
Lascia ch'io pianga e
Ombra fedele anch'io,
E per concludere, la semplicità, innocenza e sensualità nelle parole, nelle dichiarazioni d'amore di alcuni dei protagonisti dell'opera lirica, mai sguaiati o fuori luogo, quasi "fuori tempo" e "ridicoli" se paragonati a quelli dei giorni nostri.
Il tenenete Pinkerton che nella
Madama Butterfly canta alla neo sposa Cio Cio San : Bimba dagli occhi pieni di malia, ora sei tutta mia. Sei tutta vestita di giglio. Mi piace la treccia tua bruna fra candidi veli.......Vieni, vieni! Vien, sei mia!
Il pittore Mario Cavaradossi che in
Tosca, ricordando gli attimi d'amore con la sua Floria Tosca: E lucevan le stelle, Ed olezzava la terra. Stridea l'uscio dell'orto e un passo sfiorava la rena. Entrava ella fragrante, Mi cadea fra la braccia. O dolci baci, o languide carezze, Mentr'io fremente le belle forme disciogliea dai veli! qui decisamente piu' spinta rispetto alla prima...
E le castissime parole di Rodolfo che ne
La Boheme canta : O Mimì, tu più non torni. O giorni belli, Piccole mani, odorosi capelli, Collo di neve! Ah! Mimi,
Il mio viaggio cultural-gastronomico si conclude qui....un gustoso tiramisu' salato, con una crema di mascarpone ai formaggi dal bianco abbagliante, affiancato dal radicchio rosso, per omaggiare la terra veneta, gli amori impossibili tra Romeo e Giulietta, il rosso dell'amore, il candore delle opere canoviane, e la cipolla caramellata, per dare "quel certo non so che" a tutto quanto.
per i savoiardi salati
Ingredienti
70 g g di albumi a temperatura ambiente
45 g g di tuorli a temperatura ambiente
70 g di farina 00 setacciata
5 g di sale
5 g di zucchero
per la crema di mascarpone
250 g di mascarpone
80 g di caprino
80 g di Parmigiano grattugiato
1 cipolla
4/5 foglie di radicchio di Treviso
semi di papavero q.b.
zucchero q.b.
per il brodo
cipolla, sedano, alloro, carota
Esecuzione
Preparate i savoiardi salati montando a neve fermissima gli albumi aggiungendo lo zucchero e il sale (circa 10-15 minuti con le fruste elettriche).
In un piatto sbattete i tuorli con una forchetta, poi uniteli agli albumi delicatamente con una spatola in modo tale da non smontarli.
Aggiungete metà della farina e incorporate delicatamente al composto, poi unite l’altra metà e procedete allo stesso modo.
Mettete il composto in un sac-à-poche con bocchetta liscia del diametro di 1 cm circa e preparate 2 teglie coperte di carta forno, stendete il composto in strisce di 5-6 cm ciascuna.
Spolverizzate leggermente con dello zucchero e mettete in forno preriscaldato a 200° per circa 5-6 minuti.
Trascorso questo tempo, i vostri savoiardi saranno cotti e avranno formato una leggera crosticina croccante. Estraete dal forno i vostri biscotti e fate raffreddare.
(io ho avuto un "incidente di percorso"....piu' che a savoiardi, la prima infornata assomigliava a lingue di gatto....siccome non ero assolutamente soddisfatta, li ho rifatti e la seconda volta sono riusciti decisamente meglio, anche se il risultato puo' essere migliorato)
Preparate il brodo di verdure e lasciate raffreddare
Mescolate il mascarpone con i formaggi fino ad ottenere una crema morbida. Se dovesse risultare troppo compatta aggiungete un cucchiaio di latte.
Tagliate sottilmente la cipolla, fatela imbiondire in un tegame con un goccio di olio extravergine d'oliva e aggiungete alla fine un paio di cucchiai di zucchero e fate caramellare.
Tagliate sottilmente anche il radicchio e fatelo appassire in una padella per pochissimi minuti, con un goccio di olio extravergine d'oliva
In una coppetta, fate un primo strato con i savoiardi leggermente imbibiti nel brodo di verdure, crema ai formaggi, un pizzico di semi di papavero, la cipolla caramellata, savoiardi, crema ai formaggi, semi di papavero, radicchio e cosi' via fino al bordo della coppetta. Terminate con un pizzico di semi di papavero.... ma non vi sembrano i rèperi?......
con questa ricetta partecipo alla sfida n. 61 di
Mtc