
La cucina.Luogo dove sperimentare e perfezionare.Ogni piatto è legato a un ricordo della mia infanzia,di un viaggio o semplicemente a un momento condiviso in allegria.Dove anche un semplice piatto di pasta ha un sapore sublime. Perchè la sapiente combinazione di ingredienti e amore per cio' che si sta cucinando crea un sapore e un ricordo unici.Come la sapiente combinazione di note e interpretazione di Musicisti e del Direttore d'Orchestra creano una Musica che ti porti nel cuore.Per sempre.
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Visualizzazione post con etichetta polenta. Mostra tutti i post
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lunedì 7 novembre 2016
Cappelle di funghi ripiene alla crema di tartufo con polenta
Oggi, ricorre l'anniversario della quarta rappresentazione dell'Opera-Balletto Le Villi di Giacomo Puccini. E lo ricordiamo con questo mio contributo che trovate nel Calendario del Cibo Italiano di Aifb
Quindi, per chi vuole leggere storia, trama, ricetta.....puo' andare direttamente nella pagina del calendario
Ah....la ricetta, non è strettamente legata ai gusti del famoso musicista, buongustaio come i suoi colleghi Verdi, Rossini e Bellini....ma é proprio una mia interpretazione, ispirata alla trama e personaggi di questa opera: Le Villy, queste creature del bosco, che punivano i traditori d'amore facendoli danzare sfiniti fino alla morte.
domenica 4 gennaio 2015
Capodanno con amici...tra comodità, menu' alternativi, ricordi, piccole sorprese e nessuna voglia di salutarci.....
Ricordo che quando eravamo giovani, io e i miei amici, quelli storici della compagnia della palestra di basket dove anche io avevo giocato, l'amica storica del Conservatorio, e gli amici degli amici, dei piu' disparati corsi Universitari, già ad agosto, pensavamo a cosa fare e dove andare l'ultimo giorno dell'anno, come se dovessimo scegliere chissà quale meta, e invece si sapeva già la destinazione. Si pensava a quale menu' preparare, e quello ci portava via un bel po' di tempo ed energie per decidere cosa e chi lo doveva fare....E quando si avvicinava il giorno fatidico, ecco che ci prendeva una frenesia, perchè sapevamo di passare una bellissima giornata con amici e morosi/morose. Allora ecco che la carovana di auto, migrava da Milano in quel di Cusano Milanino, che sembrava fuori dal mondo, direzione casa di Luca, carichi di borse, borsoni, porta abiti, come se dovessimo stare in quella casa chissà per quanti giorni, invece che di una sola notte!
Una volta arrivati in questa casa gelida, portavamo tutte le pietanze nella cucina, noi ragazze, mentre i ragazzi parlavano del piu' e del meno, insomma facevano un po' i cavoli loro. E una volta apparecchiata la tavola e sistemate decorazioni, posti e fatto sparire sacchetti e sacchettini, noi ragazze, che eravamo arrivate rigorosamente sportive, in jeans o tuta, sparivamo in una delle camere da letto e ci cambiavamo d'abito. Uscivamo da li completamente trasformate. Se prima eravamo abbigliate con scarpe da tennis, mollettoni che raccoglievano i capelli, struccate e molto alla buona, ora uscivamo su tacco alto, calze velate, abitini succinti che in quella casa gelida ci stavano come non mai, ma facevano scena e si sopportava, truccate e profumate con i capelli come usciti dal parrucchiere. Un rito. Perchè andavamo nella sala da pranzo dai nostri morosi, accolte da un coro di Ooohhhh.....e poi si iniziava a cenare, qualche gioco di società, il conto alla rovescia, baci abbracci e auguri, qualche petardo scoppiato dal giardino,un attimo di abbiocco sul divano e poi all'alba, tutti a nanna, in posti di fortuna. Ma cosi' contenti di stare vicini vicini. E il giorno dopo, di nuovo in piedi, a mangiucchiare gli avanzi o a bere solo un té...mi continuano a rammentare che io ero l'unica della compagnia che alzata per colazione avevo il coraggio di mangiare la torta pasqualina della sera precedente...e poi, una volta sistemata la casa, si ritornava a casa, un po' rintronati ma felici!
E questo rituale si è protratto per anni e anni. Sempre uguale ma sempre desiderato e vissuto fino in fondo.
Poi ovviamente la vita ci ha portato un po' altrove. Siamo cresciuti, alcuni un po' dispersi. Ma sono convinta che tutti abbiamo sempre nei nostri cuori il ricordo di questa giornata. Con alcuni non ci si frequenta piu' come prima, ma ci si sente per telefono qualche volta.
Con due amici invece ho tenuto i contatti da allora...sono gli amici del cuore, quelli che senti un giorno si e un giorno anche. Quelli che ci sono sempre. Quelli che se per caso non li puoi sentire, li messaggi o sai che comunque sono sempre li. E con loro abbiamo trascorso un fantastico ultimo dell'anno. Non ci sono stati cambi d'abito, trucco e parrucco. Non ci sono stati tacco 10, calze velate e minigonne. Siamo stati sobrissimi. All'insegna della comodità e della naturalezza. Abiti normali e ciabatte.
Qualcuno puo' inorridire davanti a tutto cio', leggendolo come segno di trascuratezza, di poco rispetto verso l'un l'altro, di sciatteria....ma eravamo veramente cosi' rilassati e a nostro agio!!! Diciamo che per una volta non abbiamo voluto strafare, esagerare e sentirci "obbligati" a vestirci con abiti tirati e sciccosi, ma di preferire la semplicità. L'involucro dorato ma che sta un po' stretto, fa proprio brutto. L'involucro semplice, con tanta spontaneità e tanta serenità dentro, lo fa sembrare il piu' bell'abito mai confezionato.
Avevamo bisogno di trascorrere il tempo insieme nella piu' completa semplicità, naturalezza e serenità. Perchè è stato un anno difficile per tutti. Per svariati motivi....lutti, salute che fa un po' cilecca, figlie che se ne vanno di casa...qindi il morale non ü che fosse dei piu' alti.... ma siamo riusciti con la presenza di tutti noi, a trascorrere ore preziose e fantastiche!
E sulla tavola, sobria, con segnaposto semplici, pietanze "alternative" e un po' "fuori tema".... Non siamo state ad impazzire a cucinare dall'alba tartine, canapè, sformati, patè o altre leccornie. La mia amica ha espresso buttandolo li' cosi', il desiderio di mangiare la polenta taragna... e allora nel nostro menu' sono comparsi dei semplicissimi salatini, girelle di pasta di pane con pollo e verdure, I miei cantucci al gorgonzola che avevo assaggiato fatti da lei, presi da una ricetta su Giallo zafferano, polenta taragna concia, cervella fritta, desiderio del mio amico, e poi insalate fresche e varie a base di valeriana, avocado, frutta secca, frutta fresca.....il tutto condito con tanta voglia di stare serenamente insieme senza affanni, senza paura di soufflè che si ammosciano, cupole di muffins che non si gonfiano e chissà quale altra "disgrazia" culinaria!!
E dopo il brindisi, baci abbracci e auguri, il lancio delle lanterne che hanno una magia e che regalano un'atmosfera particolare, ancora qualche chiacchiera e poi tutti a nanna.
E il mattino dopo, una leggera colazione, cosi' contenti di essere ancora insieme! E un piccolo regalo da parte nostra, una chiavetta che vedeva raccolte le fotografie dei piu' bei momenti passati insieme. Da fidanzati, sposati, con le famiglie che crescevano, feste trascorse insieme...momenti irripetibili raccontati come la sequenza di un film, con tanto di musica e didascalie..... e io, che già avevo pianto non so quanto e come, mentre lo preparavo, quando lo abbiamo visto tutti e quattro...bè....ci siamo stretti in un abbraccio cosi forte scoppiando a piangere come non mai. Passato questo momento cosi' toccante, ci siamo ricomposti, anche se io in cuor mio, mi sentivo "strana", con un amore verso i miei amici, che si poteva quasi toccare con mano tanto era presente!
Ci siamo rimessi a tavola a pranzo, a piluccare un po' di "avanzi", piu' che altro per la voglia di stare insieme fino all'ultimo momento. E poi a malincuore, il momento è arrivato. Gli amici se ne sono andati, e ho cominciato a sistemare la casa....nel mio cuore e nella mia mente, il ricordo di un capodanno diverso, per tanti motivi. Con la speranza che l'anno nuovo sia un pochino migliore e sereno rispetto a quello appena concluso....
Cantucci al gorgonzola e noci
Ingredienti per 30 cantucci
250 gFarina 00
50 g Burro
Sale, Pepe, Noce moscata q.b.
60 g Noci sgusciate
60 g Pinoli
150 g Gorgonzola dolce
100 g Parmigiano reggiano grattugiato
2 Uova
1/2 bustina di Lievito per dolci
Esecuzione
Per realizzare i cantucci al gorgonzola iniziate a tostare i pinoli: ponete sul fuoco una padella e tostate i pinoli mescolando di frequente per evitare che si brucino . Lasciate raffreddare i pinoli e poi poneteli insieme alle noci in un mixer e tritateli grossolanamente per pochi istanti, non si devono sminuzzare finemente. Poi procedete a formare l'impasto per i cantucci: su di una spianatoia ponete la farina e il lievito setacciati formando la classica fontana. Versate al centro il parmigiano reggiano grattugiato , salate, pepate e aromatizzate con una spolverata di noce moscata grattugiata. Unite anche il burro ammorbidito e il gorgonzola.
Iniziate ad amalgamare gli ingredienti impastando a mano, poi unite le uova intere e proseguire ad impastare per incorporare le uova ,per ultimo unite le noci e i pinoli tritati . A questo punto formate con l’impasto due filoncini lunghi all'incirca 30 cm . Trasferite i filoncini su una placca da forno coperta con carta forno e fate cuocere per 20 minuti in forno statico caldo a 190° (oppure in forno ventilato a 170° per 15 minuti circa).
Trascorso questo tempo estraete i filoncini , fateli raffreddare qualche minuto e procedete a tagliarli in diagonale per ricavare dei biscotti (ovvero i cantucci) di circa 1-1,5 cm. Disponete i biscotti ottenuti di nuovo sulla placca e fate "biscottare" in forno statico preriscaldato a 170° per circa 10-15 minuti (oppure in forno ventilato a 150° per circa 5-10 minuti). Estraete i cantucci al gorgonzola , lasciateli raffreddare e poi serviteli.
Polenta concia
150 g farina di grano saraceno tipo fine
350 g farina gialla fioretto
sale q.b.
2 l. acqua
formaggi: casera, alpeggio, taleggio, gorgonzola q.b. o altri formaggi a piacere secondo i gusti
burro q.b.
Esecuzione
Portate ad ebollizione l'acqua, salatela e versate a pioggia le farine mescolate tra di loro, mescolando con la frusta facendo attenzione a sciogliere eventuali grumi. Fate cuocere per un'ora circa, mescolando ogni tanto, fino a quando la polenta si staccherà dal bordo della pentola.
(Io con le mie pentole, ho mescolato con la frusta, poi ho chiuso la pentola con il coperchio e ho lasciato cuocere senza mescolare per circa un'ora. Ho scoperchiato, dato una rimestata e ho impiattato la polenta nei cocci alternandola con i cubetti di formaggio. Terminate con i formaggi, una noce di burro e mettete in forno, anche spento, fino al momento di servire
Cervella
Cervella
1 uovo, farina q.b.
olio per friggere (io Olio per friggere Friggi Topazio )
Esecuzione
Alcuni la passano nel pangrattato,nell'uovo leggermente sbattuto, e poi ancora nel pangrattato. Io l'ho vista sempre passare nella farina, da mia mamma....
Lavate la cervella e togliete delicatamente la pellicina che la ricopre. Infarinatela, passatela nell'uovo leggermente sbattuto e poi ancora nella farina e friggetela in abbondante olio per friggere
Scolatela su carta da cucina e salatela
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lunedì 10 marzo 2014
Baccalà alla vicentina con polenta bianca
Un po' di storia letta qua e là......giusto per capire la differenza tra stoccafisso e baccalà...
Il baccalà o bacalà alla vicentina è un piatto tipico della cucina vicentina a base di stoccafisso (merluzzo essiccato).
L'uso di essiccare il merluzzo per conservarlo è antichissimo: vi sono documenti che attestano questa pratica nei Mari del Nord sin dai tempi di Carlo Magno
Lo stoccafisso sarebbe stato introdotto nel Triveneto dai veneziani, che erano grandi navigatori e portavano in patria ogni novità. E' tuttora chiamato baccalà (mentre il baccalà nel resto d'Italia indica il merluzzo conservato sotto sale). I veneziani videro nello stoccafisso un'allettante alternativa al pesce fresco, costoso e facilmente deperibile. Nacque allora la tradizione di consumare questo piatto secondo varie ricette, tra le
quali il bacalà alla vicentina.
La ricetta è tramandata di generazione in generazione e quasi ogni famiglia utilizza le sue varianti
Il merluzzo essiccato migliore la è quello della qualità detta Ragno che proviene dalle Isole Lofoten in Norvegia.
Deve essere pestato, poi messo a bagno per tre giorni, in acqua corrente, perché si ammorbidisca, poi pulito, quindi infarinato e cotto a fuoco lentissimo con abbondante
cipolla in un tegame di coccio, ricoperto di latte e olio in uguali quantità; viene servito su un letto di polenta gialla o bianca
Per tutelare questo prodotto nasce nel 1987 la Confraternita del Bacalà, un'associazione di ristoratori e buongustai nata a Sandrigo (pochi chilometri a Nord di Vicenza),che promuove questo antico piatto nel rispetto della ricetta tradizionale. Per questo Sandrigo è la "patria del baccalà",avendo legami storici con le Isole Lofoten e organizzano una festa annuale, che dura un'intera settimana, in onore di questo piatto a base di pesce essiccato.
La Norvegia è un grandissimo esportatore di stoccafisso, la maggior parte esportato verso l'Italia e verso la Croazia.
Le regioni che costituiscono il principale mercato italiano sono: Calabria, ( molto in voga il baccalà alla cosentina tipico della città di Cosenza e parte della sua provincia preparato da tradizione con patate, olive nere, peperoni,salsa di pomodoro, alloro, prezzemolo, sale e pepe)
In Campania, Liguria, Sicilia, (dove viene consumato con pomodori, patate, olive nere, pinoli e uvetta) nel Veneto, oltre alle zone di Ancona dove l'Accademia dello stoccafisso all'anconitana ne tutela la
tipicità di piatto locale e ne promuove la tradizione e Livorno.
In Basilicata, in particolare ad Avigliano, il baccalà viene preparato, come da tradizione, con peperoni rossi dolci essiccati e fritti detti cruschi.
I
Lo stoccafisso (o stocco in alcune zone dell'Italia Centrale e Meridionale) è l'alimento costituito dal merluzzo artico norvegese (Gadus morhua) conservato per essiccazione, tecnica adatta anche per altre specie di pesce dalle carni bianche.
Il nome deriva probabilmente dalla cittadina norvegese di Stokke. Secondo alcuni però potrebbe derivare dal norvegese stokkfisk oppure dall'olandese antico stocvisch,ovvero "pesce a bastone", secondo altri dall'inglese stockfish, ovvero "pesce da stoccaggio" (scorta, approvvigionamento);
altri ancora sostengono che pure il termine inglese sia mutuato dall'olandese antico, con lo stesso significato di "pesce bastone".
Simile al baccalà nell'aspetto, lo stoccafisso si differenzia dal primo, che viene invece conservato mediante salagione e ha un sapore completamente diverso.
Nell'Italia settentrionale lo stoccafisso assume tuttavia il nome di bacalà, tanto che il rinomato baccalà alla vicentina è in effetti preparato con lo stoccafisso; nell'Italia meridionale viene invece chiamato stocco o pesce stocco (piscistoccu).
La preparazione dello stoccafisso è paragonabile a quella di altri prodotti alimentari invecchiati, come i liquori, i prosciutti o i formaggi.
Il pesce viene preparato immediatamente dopo la cattura. Dopo averlo decapitato e pulito, viene essiccato intero o aperto lungo la spina dorsale,lasciando le metà unite per la coda.
Il pesce viene quindi messo sui supporti e lasciato all'aria aperta da febbraio a maggio; il clima freddo e secco tipico di quei mesi nella penisola scandinava,appena sopra gli zero gradi, senza pioggia, che protegge il pesce dagli insetti e dalla contaminazione batterica.
L'eccesso di gelo è invece da evitare, perché facendo gelare l'acqua residua, forma cristalli di ghiaccio che distruggono le fibre del pesce.
È importante che i merluzzi non vengano a contatto tra loro e con i tronchi delle rastrelliere, pena la formazione di macchie che ne ridurrebbero la qualità,
che non abbiano macchie di sangue e di muffa o residui di fegato all'interno: compito di selezionatore, in Norvegia è il vrakeren, il quale arriva a suddividere fino a 30 categorie! Per via del loro clima particolarmente adatto, lo stoccafisso considerato migliore è quello proveniente dalle isole Lofoten ove
si pescano merluzzi della specie Gadus morhua.
Dopo circa tre mesi all'aperto, lo stoccafisso matura per altri 2-3 mesi al chiuso, in un ambiente secco e ben ventilato. Al termine dell'essiccamento,il pesce ha perso circa il 70% del suo contenuto originario di acqua ma ha mantenuto i suoi principi nutrienti. Lo stoccafisso è un alimento ricco di proteine, vitamine, sali di ferro e di calcio.
Lo stoccaffisso di qualità inferiore invece è spesso destinato alla produzione di mangimi e alimenti per animali.
E ora veniamo alla ricetta.....
Ingredienti
1 kg di stoccafisso secco
500 gr di cipolle
qualche acciuga
qualche grammo di farina
50 grammi di grana grattugiato
mezzo litro di latte fresco
olio extra vergine q.b.
prezzemolo, sale e pepe
farina bianca per polenta
Esecuzione
Lasciate in acqua freddo lo stoccafisso per circa 2-3 giorni, dopo averlo ben battuto, e avendo cura di cambiare l'acqua ogni 4 ore. Pulite il pesce dalle spine, la lisca e la pelle, e tagliate a tocchi.
Affettate le cipolle molto sottili, lasciandole appassire in un tegame con l'olio; aggiungete le acciughe private di sale, lisca e fatte a pezzettini. Unite poi a fuoco spento il prezzemolo tritato. Infarinate i pezzi di pesce e sistemateli in un tegame di terracotta o antiaderente con il soffritto preparato precedentemente.
Coprite tutto il pesce con il latte, il formaggio e qualche cucchiaio di olio, e fate cuocere tutto per circa 4 ore e mezzo, facendo attenzione a muovere in senso rotatorio il recipiente, senza rimestare il contenuto.
Lasciate cuocere fino a quando avrà raggiunto una consistenza cremosa.
Nel frattempo preparate la polenta seguendo le indicazioni riportate sulla confezione.
Quando è pronta versatela su un tagliere di legno o in stampini in silicone di diverse fogge per creare miniporzioni .
Servite subito insieme al baccalà.....
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