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martedì 27 novembre 2012

Le Arancine classiche e...Charles Camille (Saint Saens)



Penserete che sia impazzita di colpo! Mai stata cosi lucida invece...ora vi spiego con un po' di passaggi e ....note...Allora innanzi tutto veniamo al perchè delle Arancine. Tutti i mesi ci aspetta una bella sfida che ci mette alla prova mica da ridere! La sfida per l'MTC che mi piace da matti,perchè tutte le volte propone una ricetta della tradizione,e questo mese prevede la preparazione delle Arancine. Tranquilli, non ho sbagliato vocale finale...l'arancino,come l'ho sempre chiamato io , nella parte occidentale della Sicilia è fimmina,quindi si chiama Arancina!! E poi è tonda o ovale e non a punta! Quelli sono gli arancini...quindi vediamo di non confonderci nè!!
E questa bella iniziativa ci permette di conoscere piatti nuovi,che magari non ci saremmo mai sognati di preparare,vuoi per paura di incontrare difficoltà o perchè non sono proprio nelle nostre...corde...
Cosi',dopo essermi cimentata il mese scorso nel Pane dolce del Sabato ,con tutti i suoi rituali e significati religiosi , questo mese si scende nella bella e assolata Sicilia. Io non la conosco molto, anzi,non la conosco per niente,a parte i Giardini di Naxos dove ero andata a suonare,e guarda caso il presentatore era proprio un ancora giovane Pippo (Baudo)!. Ma questo è un ricordo giurassico ahimè!Conosco poi un po' di signore per l'appunto siciliane,che hanno in comune il nome : Maria! Partendo dalla mia maestra delle scuole elementari , un donnone che aveva un grosso neo sulla guancia e...un po' di baffi....quindi ricordo ancora piu' giurassico di prima , la maestra di Alice, sprintosa , minuta e...senza baffi.....la mia vicina di casa,la mia vicina di pulmann,la palermitana e la catanese che erano in ospedale con me...insomma un tripudio di Marie. E il mio ex capo , siciliano doc, che pero' di nome fa Giuseppe....
Spero prima o poi di riuscire a scendere in questa isola che tutti decantano , anche per toccare con mano le tradizioni e i modi di vivere che caratterizzano i siciliani. Sperimentare il loro street-food,il cibo da strada , che niente ha da invidiare al fast.....Mi ispirano tutte le loro specialità,lo sfincione,il pane con la milza,pane e panelle,la brioche con gelato...e mi fermo qui! Si capisce che mi piace mangiare??
Mi ricordo che qualche anno fa,Rino era sceso a Palermo a suonare e tornando a casa mi aveva portato un vassoio piiiieno di cannoli...che bontà!
E' bellissimo camminare per strada ed essere avvolti e accarezzati dal profumo del...bè, qui al nord si sente solo il profumo delle caldarroste (che comunque ho visto vendere anche il mese di giugno a Roma...) , e a volte del castagnaccio...quindi immagino quello che si prova passeggiando tra le strade siciliane...un vero invito per le papille gustative!!
Un'altra nota che mi piace della sfida è che le ricette vanno da nord a sud,da est a ovest,un giro d'Italia tra profumi e tradizioni che non sentono i segni del tempo che passa. Quindi ,ci si sente unite come non mai,nel riproporre queste leccornie.
Poi mi sono imposta una mia regola : non sbircio mai le altre ricette prima di preparare la mia, perchè voglio che sia il mio istinto e la mia fantasia ad aiutarmi a creare il piatto.
Solo alla fine vado a curiosare e rimango sempre colpita e stupita di fronte alle preparazioni delle altre ragazze,per la loro fantasia e a volte audacia nell'accostamento degli ingredienti e forme! E poi incuriosita e affascinata cedo alla tentazione e ci provo pure io.
Ma siccome questo è un piatto della tradizione, io ho deciso di proporlo nella maniera classica,senza sconvolgimenti e azzardi,che sicuramente porterebbero una nota di innovazione e originalità al piatto,e...forse rischiero' di sembrare un po' "antiquata" e "fossilizzata" , ma un piato della tradizione per me è sacro! Quindi,se l'arancina classica prevede il ripeno con ragu' e piselli...che classica sia! A volte vedo delle rivisitazioni che sono audaci e azzardate,ma secondo me stravolgono un po' la tradizionalità della ricetta!
E adesso veniamo alla seconda parte del titolo....che c'entra Saint Saens,compositore,pianista e organista francese, con le arancine siciliane!! Nessuna attinenza ,anche se sono convinta che se ne avesse avuto la possibilità,avrebbe sicuramente apprezzato una bella profumata,dorata e calda arancina appena fritta!
Per chi non lo conoscesse,invito ad ascoltare una sua famosa e facile (per l'ascolto) composizione,insieme ai propri bimbi..."Il Carnevale degli animali".... e mentre io stavo preparando le arancine,avevo come sottofondo il suono del violoncello,perchè Alice stava studiando proprio un Concerto di Saint Saens...e sulle note del Secondo movimento , avevo tra le mani una sfera di riso,con il pollice creavo l'incavo,poi lo riempivo con il ragu'...in un movimento lento e traquillo...che meraviglia! Il concerto prendeva forma come prendevano forma le mie arancine! Non è la prima volta che la musica accompagna e ispira i miei piatti! Infatti,il nome del mio blog è nato anche ispirato da questo motivo....
Ed è proprio vero...le arancine sono una passione che si consuma in un secondo ma che hanno una lenta e amorevole preparazione....
Bene , e adesso al lavoro! Non lasciatevi spaventare dalla lunga descrizione del procedimento perchè è molto piu' facile di quanto non sembri! Vi posso garantire che ho impiegato piu' tempo a scrivere il post e scegliere le foto che a fare le Arancine!! Ho riportato pari pari la spiegazione integrale di  Roberta :

Per il riso 1 kg di riso originario (alcuni usano il Roma)
2,5 l circa di brodo vegetale (con carota, cipolla, sedano)
una bustina di zafferano
50 g di burro
50 g di parmigiano grattugiato
una cipolla medio-piccola
olio evo q.b.
sale q.b.

Per il ripieno "alla carne" con ragù e piselli (per circa 9 arancine)
100 g di macinato di vitello (2° taglio)
100 g di macinato di maiale
100 g piselli freschi o surgelati, ma al netto delle bucce
180 g di polpa di pomodoro
un cucchiaio scarso di concentrato di pomodoro + tre dita d'acqua in un bicchiere
una cipolla piccola, una carota, un gambetto di sedano, una foglia d'alloro
1/2 bicchiere circa di vino bianco per sfumare
olio evo q.b.
sale q.b.

Per la lega (ne resterà molta, ma occorre poter immergere bene l'arancina)
800-900 ml d'acqua
la metà di farina
una manciata di sale

Per la panatura (ne resterà molto anche qui)
700-800 g di pangrattato

Per la frittura
3 l di olio di semi di mais (o comunque abbondante per poter friggere in olio profondo)



Il riso va preparato con qualche ora d'anticipo, perché al momento della preparazione delle arancine dev'essere ben freddo.
Preparare il brodo vegetale con gli aromi. Una volta pronto, rimuovere la carota, il sedano e la cipolla di cottura e sciogliere lo zafferano nel brodo. Regolare di sale.
In un tegame capiente, dare un giro abbondante di olio evo e fare appassire la cipolla tagliata finemente. Versare il riso e fare tostare un pochino. Versare nel tegame buona parte del brodo, non tutto in modo da poterne aggiungere all'occorrenza regolandosi in funzione del tipo di riso e della sua cottura.
Fermare la cottura quando il riso sarà al dente e si presenterà piuttosto compatto (ovvero non dev'essere cremoso come un tipico buon risotto!). Immergere il tegame nel lavello riempito d'acqua fredda (evitando che l'acqua entri all'interno) e mantecare con il burro e il parmigiano grattugiato. Se serve, per abbattere la temperatura ed evitare che il riso continui a cuocere, rinnovare l'acqua fredda dentro il lavello.
Una volta tiepido, versare il riso dentro una teglia e lasciare da parte affinché raffreddi completamente. Poi coprire con carta d'alluminio e conservare in frigorifero per almeno 3-4 ore.

Anche il ragù è bene prepararlo in anticipo, sia per comodità sia perché anch'esso dovrà essere freddo al momento della preparazione delle arancine.
In un po' di cipolla tagliata finemente e fatta appassire in olio evo, versare i pisellini, coprire con un po' d'acqua, salare e cuocere per una decina di minuti o comunque il necessario (devono essere cotti ma non scotti). Scolare e tenere da parte.
Tagliare finemente, o tritare al mixer, la carota, la cipolla e il sedano. Insieme alla foglia d'alloro, fare rosolare gli aromi tritati in un giro d'olio evo dentro un tegame.
Aggiungere le due carni e farle rosolare, sgranandole nel frattempo con un cucchiaio di legno perché la grana risulti fine. Sfumare con il vino bianco. Lasciare evaporare i liquidi e quindi aggiungere la polpa di pomodoro e il concentrato di pomodoro sciolto nell'acqua. Salare e fare cuocere a fiamma bassa per circa mezz'ora, o comunque fino ad ottenere un ragù piuttosto asciutto.
Togliere dal fuoco e lasciare intiepidire. Aggiungere i piselli, mescolare delicatamente e lasciare raffreddare il tutto.

FATTO TUTTO QUESTO…. SI PARTE!
Prima di tutto disporre a portata di mano tutti gli ingredienti necessari e attrezzarsi di vassoi, teglie, scodelle…. la preparazione delle arancine è una specie di catena di montaggio (bella in compagnia!) che diventa più piacevole, o comunque meno stressante, se preventivamente organizzata.

Cominciare dalla preparazione della "lega". Si tratta della pastella di acqua e farina che serve a sigillare l'arancina e a creare una base per la panatura con il pangrattato che aiuterà a conferire doratura, spessore e croccantezza al punto giusto. Versare l'acqua in una scodella profonda, aggiungere la farina, una bella manciata di sale e amalgamare bene con una frusta. Tenere da parte e passare alla creazione delle arancine.

Ci sono vari modi per formare e farcire le arancine, questo secondo me è il procedimento più semplice anche per chi le fa per la prima volta ed è anche quello che consente di organizzare e distribuire meglio il lavoro. Perché in pratica bisogna prima fare tutte le sfere o gli ovali, poi fare il buco, poi farcirle (foto sotto)


Premesso che le arancine possono essere enormi (da noi c'è un Bar che fa anche l'arancina-bomba!), normali (che comunque sono grandi!) e mignon (di solito come antipasto… o per la colazione dei palermitani più virtuosi!), con una mano prendete un po' di riso in base alla grandezza dell'arancina che desiderate. Poi, girando con tutte e due le mani, formate una palla se volete farle alla carne, oppure date una forma ovale se volete farle al burro. Se volete farle miste, conviene comunque procedere facendole prima tutte in un modo e poi nell'altro.

Posate la "futura" arancina su un vassoio e ricominciate fino a terminare il riso. Lasciatele riposare per una mezz'ora, in modo che raffreddino (anche se il riso era freddo di frigo, col calore delle mani si saranno un po' scaldate) e che il riso si compatti rendendo poi più facile la farcitura.

Tenendo la palla di riso con una mano, con il pollice dell'altra mano create un buco in alto e al centro e cominciate ad allargarlo spingendo sia verso il basso che sui lati. Posate nuovamente la palla di riso sul vassoio e passate alle altre, fino a completarle tutte.
Se prevedete di fare anche quelle ovali, procedete con queste prima di passare al ripieno delle precedenti. In questo caso, con il pollice occorre fare una pressione al centro per lungo, spingendo anche in questo caso verso il basso e sui lati.

A questo punto passare alla farcitura. Anche in questo caso, se le prevedete di due tipi, procedere prima con tutte quelle di un tipo poi con tutte quelle dell'altro tipo.
Con la punta delle dita prendere un po' di ragù con i piselli e inserirle all'interno del buco precedentemente creato.
Poi chiudere l'arancina: un po' spingendo "la conza" - il condimento - verso il basso, e un po' cercando di portare in avanti il riso per chiudere l'arancina. (foto 1) Girare l'arancina tra le mani per darle la forma e per rendere la superficie liscia e compatta, senza buchi o piccole fessure (foto 2) Posare l'arancina con il ripieno sul vassoio e passare ad un'altra, fino a completarle tutte (foto 3)
Al termine, lavare le mani e ripetere l'operazione con un eventuale secondo ripieno.


Quando tutte le arancine saranno pronte sul vassoio, passare alla "lega". Dare qualche colpo di frusta alla pastella per riprendere l'amalgama di acqua e farina e a questo punto immergere singolarmente le arancine dentro la lega, poggiandole poi sul vassoio, fino al completamento dell'operazione per tutte le arancine. Io preferisco separare lega e panatura per fare in modo che la lega scoli un pochino dall'arancina al vassoio e non finisca a fiotti dentro il pangrattato creando un mezzo pappone che poi finisce sulla superficie delle arancine. Scolando, tra l'altro, la lega resta uno strato sottile, sottile sarà la panatura e sottile e croccante sarà la crosticina finale. Naturalmente la lega non deve asciugare troppo, quindi se si devono fare 4658479857858569 arancine magari è il caso di prevedere più step di lega-panatura.


E ora la panatura.
Versare il pangrattato dentro una teglia e, ad una ad una, passare ogni singola arancina dentro il pangrattato, pressandole bene con le mani per "saldare" bene lega e pangrattato, per rendere compatta la superficie delle arancine e, all'occorrenza, per riprenderne un pochino la forma.


E finalmente la frittura!
Versare l'olio in una friggitrice o in un tegame piuttosto alto. Quando l'olio sarà ben-ben-ben caldo, immergere le arancine per 2-3 minuti o comunque fino a quando non risulteranno dorate in superficie.



...servire e mangiare calde!


con questa ricetta partecipo al contest

domenica 25 novembre 2012

Sciatt

















Si. Sciatt e basta.Senza dire altro. Perchè non serve nemmeno dire di dove sono....cosi come non si deve specificare la provenienza della pasta alla Norma,della Bagna cauda,dei Carciofi alla Giudia,della Piadina , la Sbrisolona,il Caciucco ecc...ecc...
Perchè oggi propongo proprio gli sciatt? Perchè il giorno che Silvia è passata da casa mia a prendere un po' del mio lievito madre,mi ha detto , sai,questo mese sono la Recipe-tionist del contest-gioco ideato da Flavia, guarda il regolamento vedrai che è divertente! In effetti è proprio cosi...ogni mese si va "ospiti" del blog vincitore del mese precedente,si sceglie una sua ricetta,la si ripropone identica o con una sola modifica,e se si vince,si diventa Recip-tionist, e cosi via...allora ho sbirciato nel blog di Silvia e devo dire che tra le bellissime ricette che ha proposto ho scelto subito quella che piu' ha conquistato il mio cuore! Appunto quella degli sciatt. Perchè è nel mio cuore? Perchè in pratica ho passato tutte le estati e inverni della mia vita a Teglio, la patria dei pizzoccheri e sciatt e altre leccornie! Ecco...vi ho svelato la loro provenienza! E questi ricordi ,insieme alla ricetta dei Pizzoccheri , li trovate raccontati qui ....quindi non potevo lasciarmi sfuggire questa occasione di cimentarmi in questo buonissimo piatto che veramente conquista i palati piu' esigenti,raffinati o semplici che hanno l'occasione di assaggiarli!
Un buonissimo antipasto,che quando ritorno a Teglio, divoro veramente con gusto e soddisfazione. Non è difficile,basta avere un minimo di manualità ed ecco fatto. E poi non devono essere tutti perfetti nella forma. Ah, il nome è proprio curioso..sciatt in dialetto significa rospo, e questo perchè quando si versa un poco di pastella con all'interno un quadratino di formaggio,quando si allontana il cucchiaio dall'olio,si crea come una codina,la pasta si gonfia ed ecco quasi come per magia,si forma questa frittella croccante e profumata,che si mangia in un sol boccone,ma se uno è curioso,basta che la apra ed ecco far capolino un cuore di formaggio fuso...uno spettacolo davvero!
La mia versione è quella che mi ha insegnato un cuoco di Teglio,durante un corso di cucina valtellinese che ho frequentato qualche anno fa. Lui e altri ristoratori,fanno parte dell'Accademia del Pizzocchero, quindi i suoi insegnamenti sono una garanzia! Ad essere sincera, ho realizzato le altre ricette che ci ha insegnato ma non mi sono mai azzardata a riproporre questo deliziosissimo piatto. Già,mi sembrava di aver sfidato la sorte nella cucina del suo ristorante,e il fatto che fossero uscite quelle deliziose frittelle gonfie di formaggio cosi belle era stato per me un successo.....ma questa per me è stata un po' una sfida,l'occasione di riprovarci di nuovo....sola , nella mia piccola cucina,senza la supervisione del cuoco Pietro...questo è il mio risultato...diciamo che sono dei "rospacci"...ma belli o no sono sicuramente buoni,ve lo posso garantire !!!
La versione di Silvia la trovate qui. Io ho raddoppiato le dosi perchè siamo veramente ghiotti di questa specialità e poi la ricetta del cuoco Pietro è "sacra" e non potevo stravolgerla!

Ingredienti
200 gr di farina di grano saraceno fine
200 gr di farina bianca
    2 bicchierini di grappa
33 cl di birra o acqua minerale gassata q.b.
un pizzico di bicarbonato
sale q.b.
250 gr di formaggio Casera D.O.P.
olio per friggere
radicchio rosso di Treviso ( la ricetta originale prevede il cicorino)

Esecuzione
In una ciotola mescolate le farine,aggiungete la grappa e l'acqua fino ad ottenere un composto morbido che lascerete riposare in frigorifero per circa un'ora e mezza (foto 1)
Nel frattempo tagliate a piccoli dadini il formaggio , aggiungetelo alla pastella che avete lasciato riposare (foto 2)

 
Scaldate bene l'olio,e con l'aiuto di un cucchiaio raccogliete un cubetto di formaggio per volta facendo attenzione che sia ricoperto interamente dalla pastella.Lasciatelo cadere nell'olio e fatelo dorare su tutta la superficie. Scolate gli sciatt con una schiumarola adagiandoli su carta da cucina assorbente.
Serviteli subito accompagnandoli con l'insalata tagliata sotile sottile e condita con vinegrette...

con questa ricetta partecipo al gioco-contest

sabato 24 novembre 2012

Frittata bianca ai formaggi



Ecco la fine che hanno fatto i dodici albumi avanzati dopo che ho fatto nuovamente la crema pasticcera per i cannoncini! La prima volta ho fatto le meringhe ,che non ho nemmeno fatto in tempo a fotografare perchè sono state subito assaltate ,poi un delizioso Ciambellone bianco e ora una saporitissima frittatona!
Si, tutta bianca,con l'aggiunta di tantissimo formaggio,che da sapore e che fila e fila che è una meraviglia! Da gustare calda e filante o fredda.Ideale per stuzzichini,aperitivi o per......utilizzare gli albumi che altrimenti andrebbero butatti e questo sarebbe un vero peccato. E poi si possono aggiungere tutti gli ingredienti che si desiderano per insaporirla e arricchirla...un po' una fritatta "svuotafrigorifero", un pezzettino di formaggio di un tipo, un pezzetto di un'altro,ed ecco che tutto quanto viene utilizzato fino all'ultima crosta! Come quando si preparano le torte salate....dove le  farciture riacquistano un loro perchè,senza passare come "avanzi" riciclati,dando un tocco gustoso e ricco al piatto!
Ovviamente le mie dosi sono un po' abbondanti ma voi potete utilizzare le quantità che ritenete opportune...

Ingredienti
12 albumi
100 gr di parmigiano grattugiato
100 gr di caciotta affumicata
100 gr di taleggio
sale q.b.
1 pizzico di bicarbonato
olio extravergine di oliva q.b.
q.b. di radicchio Trevigiano o verdura a piacere

Esecuzione
Sbattete leggermente gli albumi con il sale e il bicarbonato.Aggiungete i formaggi tagliati a pezzettini e il parmigiano grattugiato.Mescolate bene e versate in una padella antiaderente con un po' di olio extravergine. Fate dorare da entrambi i lati. Tagliate a quadrotti e infilateli su uno stuzzicadenti adagiandoli su radicchio rosso.

lunedì 19 novembre 2012

Torta della nonna con crema pasticcera e pinoli



....O piu' precisamente Torta della nonna di Clay...non nel senso che è della sua nonna ma...andiamo con ordine perchè altrimenti si fa una confusione tremenda!!
Innanzi tutto questa torta è nata per sbaglio, da un errore,ma se tutti gli errori portano questi risultati allora...sono contenta di aver sbagliato e di sbagliare in futuro!
Sabato sera ero ospite da mio fratello,che per la quarta volta ha voluto che gli facessi i cannoncini con la crema pasticcera (evidentemente gli son proprio piaciuti o no?).
Sabato mattina mi sveglio all'alba e comincio con la preparazione della crema pasticcera,in grande quantità perchè i cannoncini li volevano assaggiare anche i miei colleghi lunedi mattina.Comincio con la preparazione ,uova,zucchero e farina...noooooo...non ho la farina bianca! Ho tutti i tipi di farina ma non quella. Allora vedo il pacchetto della farina di manitoba....primo sbaglio!! Mai, penso sia per questo motivo, e poi mai utilizzare la manitoba per la crema pasticcera!Non si addensava come la volta precedente,uff...che nervi,rimaneva si soda ma non bella compatta .L'ho lasciata al freddo gelido sul balcone fino a sera e si era addensata ,ma non come volevo io!! Allora visto che i cannoncini li avevo preparati,ho utilizzato lo stesso la crema per riempirli (30 cannoncini!) che sono stati divorati e l'altra crema l'ho lasciata nella sacca da pasticcere nel frigo,magari si rapprende ancora di piu,ho pensato......
Bè insomma, per farla breve, i cannoncini non mi sono fidata a farli perchè  nel tragitto in pulmann avrebbero fatto sicuramente una brutta fine e allora mi sono detta "con tutta questa bella crema perchè non provare a  fare la torta della nonna che fa la Clay? Mi ero sempre ripromessa negli anni di provarci,ma non mi ero mai decisa ,e adesso era l'occasione giusta per cimentarmi in questo delizioso dolce!
Allora , innanzi tutto chi è la Clay? E' Claudia,la nostra amica supercuoca dell'Hotel che gestisce insieme a tutta la famiglia a Marebello e se non lo conoscete vi invito a curiosare intanto qui e poi a verificare di persona perchè veramente ne vale la pena passarci le vostre vacanze . La Clay sforna ogni mattina delle torte sublimi tra le quali appunto questa. Va da sè che poi a raffica arrivano le meringhe,la crema fritta ecc...
Questa è la sua torta,quella che ci ha regalato il giorno della partenza,per rendere meno traumatico il rientro e piu' dolce il viaggio di ritorno verso casa:


E quella in alto è la mia versione. Bè,devo dire che pero' mi è proprio venuta bene per essere la prima volta che ci provavo e man mano che si diffondeva il profumo per la casa il mio pensiero ritornava al mare,alle vacanze , ai nostri amici romagnoli!
Ovvio che quella di Clay ha un aspetto piu' perfetto della mia ma sono sicura che apprezzerebbe anche la mia versione!
Morale della favola,da una crema "sbagliata" è nata una torta fantastica,che i miei colleghi stamattina hanno apprezzato alla grande facendomi tanti complimenti che mi hanno fatto moooolto piacere e dicendomi che sembrava "...quelle torte che si vedono in pasticceria...quelle famose....e poi,che dopo il Ciambellone alla frutta questa è la migliore....bè, che cari vero?! E comunque non è che si sono dimenticati dei cannoncini!!! Ahahaha
E ora veniamo alla ricetta....le dosi sono quelle originali sue...da Hotel...voi potete sempre ridimensionarle , anche se ad essere sincere non è poi cosi esagerata anzi....è già finita....

Ingredienti
    3 tuorli
300 gr di farina
150 gr di zucchero
150 gr di burro
1/2 bustina di lievito per dolci
zucchero a velo q.b.

10 tuorli
  1 lt. di latte
300 gr di zucchero
100 gr di farina

Esecuzione
Preparate la crema pasticcera: sbattete i tuorli con lo zucchero,aggiungete la farina poco per volta, il latte tiepido e mescolate fino a quando si sarà addensata.
Preparate la frolla: sbattete i tuorli con lo zucchero,aggiungete il burro ammorbidito,la farina alla quale avrete aggiunto il lievito. Impastate con le mani fino ad ottenere un panetto compatto (foto 1) . Stendetelo in una pirofila coperta con carta da forno (per facilitare poi l'uscita della torta (foto 2)lasciandone da parte un po' di pasta per la decorazione (facoltativo). Versate la crema pasticcera sulla base della torta e aggiungete i pinoli (foto 3) . Mettete la pasta che avete tenuto da parte in uno schiacciapatate e schiacciate a caso sopra la crema (foto 4) Infornate a 180° per 30 minuti fino a quando la superficie risulterà dorata.
Togliete la torta dalla pirofila,sfilatela dalla carta forno e quando è fredda spolverizzatela con lo zucchero a velo.

Inutile dirlo che questa torta la dedico ai miei amici romagnoli !!!!


domenica 18 novembre 2012

Lasagne di zucca con radicchio,zucca e salmone affumicato

Se nella favola di Cenerentola,la zucca viene trasformata in una bellissima e scintillante carrozza,vuol dire che qualcosa di magico e regale lo deve avere! Anche se ahimè,allo scoccare della mezzanotte riprende la sua forma iniziale....ma come non rimanere a bocca aperta davanti alle forme e dimensioni di questa bellissima creazione della natura,che ben si presta nella preparazione di piatti dolci e salati?
E che dire poi delle zucche ornamentali? Ma sono una autentica meraviglia! E sapete che ci sono alcuni strumenti musicali che sono costruiti con la zucca scavata ed essiccata che serve da cassa di risonanza, come il Berimbau ,l'Hulusi e il Sitar? O semplicemente scossi facendo in modo che i semi contenuti all'interno sbattono tra loro creando quel tipico suono grazie alla zucca che fa da cassa di risonanza? Non si butta via proprio niente!!
Essendo,come ho già altre volte detto,metà milanese e metà mantovana, ovviamente la zucca per me è un elemento importante nella preparazione dei miei piatti, quando arriva la sua stagione, al primo posto ovviamente con i tortelli di zucca e poi con tante altre ricettine inventate,rivisitate,dolci e salate...che mi riportano indietro nel tempo, ricordandomi i sapori della mia infanzia.
Quella che propongo oggi,non è una ricetta proprio della tradizione, ma, avendo voglia di fare della pasta fatta in casa,perchè non colorarla di arancione? Ho impiegato poi piu' tempo a decidere con cosa condirla,che fare la pasta a mano! La zucca mi ispirava un richiamo "rustico",fatto di salsiccia e pomodoro, poi ho pensato ad un ripieno con radicchio e taleggio,poi solo di verdure...uff, che difficile trovare un qualcosa di originale e insolito. E dopo tanto pensare,mentre impastavo, ho deciso per mix di sapori forse azzardato: l'amaro del radicchio smorzato dalla delicatezza della robiola,il dolce della zucca,
l'affumicato del salmone....ma sapete che ci stavano proprio bene?
Con le dosi sotto riportate ho ricavato 6 porzioni di lasagne e con la pasta avanzata,una porzione di tagliolini e una di pappardelle....perchè come al solito, ottimizzo tempo e risorse per preparare diversi formati di pasta....che vi presentero' prossimamente!

Ingredienti
    2 uova
200 gr di farina
400 gr di polpa di zucca
sale q.b.
1/2 cespo di radicchio
1 confezione di salmone affumicato (100 gr)
   50 gr di robiola
grana grattugiato q.b.

Esecuzione
Versate sulla spianatoia la farina e sgusciate le uova,un pizzico di sale (foto1). Con una forchetta sbattete le uova raccogliendo man mano la farina dal centro. Aggiungete 300 gr di polpa di zucca (foto 2). Continuate a raccogliere la farina e lavorate poi con le mani fino ad ottenere un panetto compatto (foto 3) che lascerete riposare coperto da un canovaccio per il tempo necessario per preparare i ripeini .
Lavate e stufate il radicchio in una padella antiaderente con un filo di olio extravergine di oliva. Aggiungete la robiola.Tagliate a listarelle il salmone. Tenete in caldo il radicchio e la purea di zucca.
Con l'aiuto della macchina per la pasta tirate le sfoglie che andrete a tagliare a quadrati (foto 4)
Fate cuocere la pasta in abbondante acqua salata e con un filo di olio extravergine di oliva per evitare che la pasta si attacchi e scolatela delicatamente.
Impiattate adagiando un quadrato di sfoglia,versate il radicchio,una sfoglia di pasta,la purea di zucca,una sfoglia di pasta,il salmone affumicato e un'altra sfoglia.
Una spolverata di grana e servite subito!


con questa ricetta partecipo ai contest



mercoledì 14 novembre 2012

Risotto al nero di seppia con cuori di zucca caramellati


Strano accostamento di sapori ? Uhm...invece si sposano bene! I colori pure...Poi dovevo sperimentare i nuovi prodotti arrivati quindi....ecco subito gli ingredienti e attrezzi del mestiere!

Ingredienti
50 gr di riso (a persona)
1/2 cipolla
1 cucchiaino abbondante di Nero di seppia granulare di Tec-Al
1 fetta di zucca
Olio extravergine di oliva Dante q.b.
1/2 bicchiere di vino bianco secco
Brodo vegetale Brotec ST SA di Tec-Al q.b.
zucchero q.b.

Esecuzione
Dalla fetta di zucca ricavate le forme desiderate per la decorazione.Io ho usato il levatorsoli a cuore in acciaio inox di GP&me (foto1) .Ho fatto cuocere velocemente con un filo di olio extravergine di oliva i cuori di zucca e quando sono risultati appena morbidi, li ho caramellati con un po' di zucchero a fiamma alta,facendo attenzione a non spappolarli! (foto 2)
Fate imbiondire la cipolla tagliata fine con un po' di olio extravergine d'oliva. Quando è ben stufata,aggiungete il riso,versate il vino bianco e lasciate sfumare. Aggiungete man mano che viene assorbito, il brodo. A metà cottura aggiungete il nero di seppia e terminate la cottura. (foto 3)
Impiattate e decorate con la zucca caramellata precedentemente.

con questa ricetta paettecipo ai contest

lunedì 12 novembre 2012

Ciambellone bianco


Che fine avranno fatto tutti quegli albumi avanzati dopo che ho sfornato decine e decine di cannoncini alla crema? Anzi, per essere precise e puntigliose la bellezza di ben 100 cannoncini???!!! Una parte per fare le "solite" meringhe...ma l'altra per fare un delizioso e morbidissimo ciambellone,adatto per la  colazione,la merenda,per grandi e piccini...perchè è un vero peccato buttarli o ridursi a fare davvero sempre le meringhe! Io,li uso anche per fare la frittata bianca,che prima o poi pubblichero' !
Ma ora, vediamo come ho fatto questo buonissimo dolce,che ho già preparato per ben 6 volte negli ultimi 15 giorni....con varianti e aggiunte,formato gigante e monoporzione, con yougurt o gocce di cioccolato,con buccia di limone o farcito con crema pasticcera...in tutte le varianti è davvero gustoso!!
La mia versione "natalizia" in anticipo.....per dare quel tocco di magia e di festa in questi giorni uggiosi.

p.s......Inutile dire che un ciambellone l'ho portato al lavoro,con grande felicità dei colleghi! ahah!!

Ingredienti
    8 albumi
    1 vasetto di yogurt (facoltativo e nel gusto che preferite)
180 gr di zucchero
    1 limone
1/2 bicchiere di latte
    1 bustina di lievito per dolci
    1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
250 gr di farina: 100 integrale o di mandorle -90 di fecola di patate-60 di bianca                           
(o nelle proporzioni che preferite,l'importante è che siano 250 gr)
un pizzico di sale
gocce di cioccolato (facoltative)

Esecuzione
Mescolate lo yogurt con lo zucchero e aggiungetelo agli albumi montati a neve (foto 1) Mescolate le farine e aggiungetele al composto ( foto 2 e 3) Grattugiate la buccia del limone. Il composto deve avere una consistenza morbida non troppo densa. Versatelo in una tortiera di silicone o antiaderente (foto 4)


Cuocete a 140° per 1 h .Lasciatelo raffreddare e capovolgetelo sul piatto di portata

questa è la versione semplice con una spolverata di zucchero a velo....


questa è la versione monoporzione con gocce di cioccolato....

martedì 6 novembre 2012

Lasagne di panissa

Quando una apre la dispensa e si trova di fronte un sacchetto di farina di ceci,che non è stato da lei acquistato, ma dal marito solerte sempre in cerca di sapori e ricette nuove...che pensa? Ma cosa gli è ventuo in mente? Che ci faccio adesso? Una bella farinata?...uhm...non ho la pentola e il forno adatti...ed ecco allora che viene in soccorso l'appuntamento con Quanti modi di fare e rifare che ci vede sincronizzate puntualmente alle 08.00 del 6 di ogni mese,a pubblicare le nostre creazioni. Per fortuna esiste l'opzione per programmare l'uscita a quell'ora,perchè alle 8 io sono al lavoro, in altre faccende affaccendata!
Ed ecco che la mia farina di ceci puo' essere utilizzata per fare una deliziosa panissa.Sinceramente ne cosnoscevo l'esistenza ma non il gusto, e poi ho scoperto anche che c'è una panissa ligure e una piemontese...quella ligure è quella proposta dalla nostra amica cuoca di Nanocucina, mentre quella piemontese non ha niente a che vedere con la farina di ceci, ma è un piatto a base di riso, molto diffuso nel vercellese e nel novarese. Una volta veniva utilizzato il panigo,(con l'accento sulla i...) da cui il nome panissa ,una varietà povera di miglio,prima che si diffondesse l'uso del riso. E un'altra cosa mi viene in mente...magari non c'entra pero' se è vero? Chi di voi non ha avuto dei canarini? Mi ricordo che quando si andava al mercato a fare la spesa si compravano l'osso di seppia e poi le spighe di panigo che nient'altro erano che lunghi steli con attaccati tutti questi semini rotondi , che i canarini mangiavano con voracità....
Ora lasciamo da parte i ricordi e arriviamo al dunque della ricetta che devo dire,  mi ha proprio stupito e conquistato...una lasagna insolita e molto gustosa!

Ingredienti
per la panissa
150 g di farina di ceci
500 ml d’acqua tiepida
sale
poco olio extravergine di oliva Dante
per il condimento
1 broccolo
1 spicchio d’aglio
2 acciughe sott’olio
peperoncino qb
per la besciamelle
400 ml di latte intero
1 cucchiaio e mezzo di farina 00
sale
30/35 g di pecorino romano grattugiato

Esecuzione
Preparate la panissa: in una pentola antiaderente stemperate la farina di ceci con due cucchiai di olio extravergine di oliva  e l’acqua tiepida, versandola poco alla volta e mischiando bene perché non si formino grumi. Accendete la fiamma al minimo e fate cuocere la panissa per una mezz’ora. Mescolate ininterrottamente e vigorosamente, stando bene attenti che non si attacchi (foto 1).
Una volta pronta versatela in un contenitore rettangolare leggermente unto, lasciatela intiepidire (io sul balcone protetta dal coprivivande  di GP & me e tagliatela a fettine sottili, (cercando di non mangiarne metà durante l’operazione.....) (foto 2)
Nel frattempo lavate e cimate il broccolo e scottatelo 5/10 minuti in acqua bollente. Scolatelo bene, lasciatelo asciugare qualche minuto, tritatelo grossolanamente e soffriggetelo in padella con l’olio, il peperoncino, l’aglio schiacciato e i due filetti di acciuga.
Preparate la besciamelle: mischiate la farina con poco latte, battete bene con le fruste e aggiungete il resto degli ingredienti tranne il pecorino. Fate cuocere a fuoco lento fino a raggiungere la consistenza desiderata (non troppo densa, in questo caso). Spegnete e aggiungete il formaggio grattugiato, lasciandone da parte un paio di cucchiai (foto 3)
Rivestite con uno strato di panissa una pirofila leggermente unta delle dimensioni di circa 21×16 cm, cospargete con qualche cucchiaio di broccoli, dai quali avrete eliminato l’aglio, distribuendoli bene, e ricoprite con metà besciamelle. Formate un secondo strato, cospargete di pecorino, aggiungete qualche fiocco di burro e informate in forno preriscaldato a 200° per una quarantina di minuti, o finché la superficie non sarà dorata (foto 4)
Servite BOLLENTE.



con questa ricetta partecipo all'appuntamento mensile di

domenica 4 novembre 2012

Cannoncini alla crema pasticcera

Tutto ebbe inizio quando GP&me mi diede la possibilità di scegliere tra alcuni dei suoi articoli, quelli che preferivo avere. Una scelta difficile,perchè erano veramente tanti e dovevo sceglierne solo 5, ma dopo un'accurata selezione, ho scelto i coni per fare i cannoncini e altri articoli che man mano mostrero'.....Cosi dopo aver preso la pasta sfoglia (pronta perchè non vedevo l'ora di preparali), mi sono messa all'opera. Ma ahimè erano solo tre coni e cosi ho recuperato delle forme per fare i cannoncini siciliani e mi sono arrangiata.......
Bé,come primo esperimento è riuscito alla perfezione e presa dall'entusiasmo sono andata ad acquistare altri 6 coni per cannoncini.
Settimana scorsa ,mio marito mi dice,"sai ci siamo divisi il compito di portare ognuno qualche cosa per salutare i colleghi che vanno in pensione e a me è capitata la sezione dolci,non è che mi fai i cannoncini che erano cosi buoni"....e io, "si ma quanti siete?" e lui candido ..."un centinaio" !!! "Ma sei impazzitoooo!!"...
Volete sapere come è andata a finire? Ve lo dico ma non sbellicatevi dalle risate o fate commenti ironici!!!
I cannoncini andavano preparati per lunedi 29 ottobre, cosi domenica mi sono messa d'impegno per preparare tutto quanto in grande quantità.....Mi sveglio,guardo la sveglia che segna le 06.05. Mi giro e rigiro nel letto e quando la riguardo sono le 06.35. Al diavolo dico, mi alzo, e vado in cucina ,tanto ormai son sveglia e gli altri giorni son già alla fermata del pulman a quell'ora quindi...mi son messa all'opera. Crema pasticcera di 12 uova! e poi rotoli di pasta sfoglia a volontà. La casa era troppo silenziosa e io avevo voglia di avere un degno sottofondo musicale cosi,visto che si erano fatte le 9.15 ho messo a palla la Sinfonia di G. Mahler n. 1 "Il Titano"....dopo 5 minuti arriva Rino che abbassa e dice ma sei matta cosi alta? E io, ma dai son le 9 passate....no guarda che sono le 8 passate.....naaaaaaaa......nessuno aveva tirato indietro gli orologi e quindi morale della favola, mi sono alzata alle 05.35 per preparare i cannoncini!!!! Mannaggia all'ora legale...
Inoltre, il giorno dopo, visto che doveva prendere il treno per Torino all'alba....alle 5.15 ero in cucina,impigiamata,con la sacca da pasticcere colma di crema a riempire i suoi cannoncini, che alla fin della fiera erano ben 40!!!...no comment vero???
E ora veniamo alla parata dei cannoncini,in tutte le versioni che ho fatto.....

Ingredienti
per la crema pasticcera
   4 uova
100 gr di zucchero
  40 gr farina
500 ml di latte
1 bustina di vanillina
pasta sfoglia q.b.

Esecuzione
In una casseruola sgusciate i tuorli e montateli con lo zucchero fino ad ottenere un composto gonfio (foto 1 e 2) .Aggiungete la farina poco alla volta (foto 3) , il latte tiepido (foto 4) e la bustina di vanillina. Mescolate fino a quando si sarà addensata (foto 5)
                     
Dalla sfoglia ricavate delle strisce larghe un dito e dei quadrati (se utilizzati le forme per preparare i cannoli siciliani) che andrete ad arrotolare sui coni imburrati e spolverizzati con lo zucchero a velo....
(questa è la prima versione dei miei cannoncini, con i 3 cannoncini "veri" realizzati con i coni di GP&me e gli altri da cannolo....)
                     
Poi ho provato a utilizzare quelli dei cannoli siciliani avvolgendo le strisce di pasta sfoglia e sempre quelli di GP&me e sono usciti questi....

E questa è la terza versione ,quando ho acquistato altri coni . La crema pasticcera preparata come ho descritto sopra e lasciata tutta notte coperta da pellicola e da coprivivande di GP&me....

e i 40 cannoncini realizzati ricavando strisce larghe un dito dalla sfoglia , arrotolate sui coni imburrati e passati nello zucchero semolato , in questo caso risultando piu' "crocacnti" e dorati....

come ho fatto a realizzarne 40 con solo 9 stampini? Bè...li lasciavo raffreddare leggermente,li sfilavo,imburravo il cono un po' ustionante e avvolgevo la sfoglia!!
E per affrontare il viaggio in treno con il prezioso carico...ecco che ho inaugurato l'utilissimo  Set da viaggio composto da teglia antiaderente e coperchio con maniglie , nel quale ho messo tutti i 40 cannoncini!

Resoconto della cannoncini's story....sono stati spazzolati in un baleno, ricevuto un sacco di complimenti ma....le bidelle e le segretarie sono rimaste a bocca asciutta e.....mio marito ha promesso che li rifacevo per loro! Infatti, visto che mi sono proprio divertita ne ho preparati altri sabato per le bidelle.....

e domani mattina riempiro' freschi freschi quelli per le segretarie...dal momento che Rino si stava docciando e avendo io solo due mani...ho messo i cannoli dentro una tazzina e li ho riempiti,cosi riuscivano a stare fermi!


mi sento un po'..."catering" !!!
Ma che soddisfazione!!! E mi sa che ne preparero' anche per i miei colleghi..... :-)

sabato 3 novembre 2012

Pappardelle alla crema di tartufo bianco



Il tartufo...o lo ami o non lo sopporti! Io lo adoro e questo penso si sia capito dalle numerose ricette che ho pubblicato! Alle fiere non mi controllo. Quando vedo una bancarella che espone questo profumatissimo e preziosissimo fungo,e si, perchè è un fungo che appartiene alla famiglia delle Tuberaceae...mi fiondo e assaggio ogni tipo di cremina, sotto lo sguardo un po' disgustato di chi mi accompagna che non si capacita della mia voracità e apprezzamenti. Anche se pero' devo precisare una cosa: come mai lo disdegnano ,ma quando ho preparato pasta,ravioli, pappardelle,risotti , hanno mangiato tutto senza fiatare, anzi apprezzando quanto avevo cucinato? Mah...
Con il profumo del tartufo, condite semplicemente con burro e salvia che ha conferito profumo e delicatezza all'insieme...squisite!

Ingredienti
    2 uova
200 gr di farina bianca
1 cucchiaio di Crema di tartufo bianco di Sulpizio Tartufi
burro e salvia q.b.

Esecuzione
Procedere come elencato qui , aggiungendo alle uova la Crema di tartufo bianco. Cuocete le pappardelle in abbondante acqua salata. Scolatele delicatamente e conditele con burro fuso e salvia...


con questa ricetta partecipo al contest