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giovedì 31 marzo 2016

SIAMO TOURNATI-LE TORTE SALATE & L'MTCHALLENGE IN TOUR





Grandi preparativi e fermenti, si sono succeduti in questi mesi / giorni in casa Mtc. La sfida mensile
e poi, rullo di tamburi....per la serie, non ce la tiriamo, ma se abbiamo tutto questo ritorno e successo, ce lo meritiamo, perchè niente ci è stato regalato... quindi piu' che "tiraggio" è puro orgoglio,
oggi, nelle piu' grandi e famose librerie d'Italia uscirà il nostro quarto, si avete letto bene, quarto libro!! dedicato alle Torte salate.
Un libro nato dalla volontà prima di tutto della donna piu' creativa, disponibile, appassionata vulcanica e molto altro ancora, che abbia mai conosciuto, Alessandra Gennaro, dell'elegante blog An Old Fashioned Lady, il tutto trasmesso alle ragazze e ragazzi della Community piu' creativa e coinvolgente del web. Il tutto orchestrato e "suonato" sapientemente da lei e da noi. E come "al solito", e non poteva essere altrimenti, il risultato è stato un' ottima esecuzione!

Qui, potete leggere i titoli degli altri libri stupendi, che compongono la nostra collana. Libri che hanno riscosso un successo grandioso, testimoniato anche dal numero delle ristampe che si sono succedute in brevissimo tempo.
Anche questo, non il solito libro di ricette, ma una raccolta di creazioni grandiose, testate, cucinate e curate fin nei minimi particolari, per garantirne la fattibilità e la riuscita  a tutti i lettori che si vogliono cimentare nella loro esecuzione.
La casa editrice che lo ha curato è un grande nome, conosciuto da tutti, la GRIBAUDO- GRUPPO FELTRINELLI
Come per la scorsa edizione. parte del ricavato va a sostegno della Piazza dei Mestieri di Torino.

E da oggi inizia il fantastico "Torta tour" in giro per l'Italia, partendo da Milano e poi via via qui.....


Quindi, non mi resta che "ringraziare" tutti noi, per l'impegno profuso nella realizzazione di questo libro, l'Editore per aver creduto in noi, Editore che abbiamo stupito fin dalle prime battute, e poi tutti coloro che ci vogliono appoggiare in questo grande e importante progetto che non è fine a sè stesso,
limitandosi solo alla vendita del libro  ma un aiuto concreto a questa importante "Piazza".

Inutile dire che è adatto per qualsiasi ricorrenza...un regalo all'amica alle prime armi, alla cuoca provetta, alla golosa. Un regalo  per un compleanno, anniversario, per un invito a cena, al posto del "solito" mazzo di fiori o gelato o bottiglia di vino...
Io, personalmente, ho regalato le scorse edizioni, in occasione del Natale, compleanno e invito a cena, confezionando un simpatico cestino contenente gli ingredienti per una ricetta, scelta tra le tante che erano state pubblicate. E ho fatto proprio centro! Scatenate la vostra fantasia e...ne rimarrete entusiasti.

Seguiteci e....buon Torte salate a tutti!


lunedì 28 marzo 2016

Settimana del Quinto quarto per il Calendario del Cibo Italiano


Continua il nostro viaggio culinario con il Calendario del Cibo Italiano di AIFB e Cristiana Di Paola ne è l'Ambasciatrice, con un "ingrediente" che ad alcune persone puo' far arricciare il naso: il quinto quarto
Per quinto quarto si intendono gli stomaci, gli intestini, cuore, fegato, milza, reni (rognoni), cervello, lingua, midollo spinale (schienale), animelle (pancreas, ghiandole salivari, timo), per quanto riguarda il manzo; testa, orecchie, cotenna, coda e zampetti, budella, fegato, milza, diaframma e sangue, per quanto riguarda il maiale; rigaglie, fegatini, zampe, creste e tutto quanto si registra alla voce interiora per il pollo; testina, intestino, fegato, polmone, milza, diaframma, cuore, esofago, animelle, lingua, trachea per quanto riguarda l'agnello (la coratella d'agnello sono le interiora dell'agnello da latte) e così via. Anche la coda fa parte del quinto quarto.

Parti meno nobili dell'animale, ma che cucinate con fantasia e cura, risultano appetitose e interessanti.
Nella mia famiglia, quella che mangia di tutto, ma veramente di tutto nel vero senso della parola, sono io. E quando la sfida n. 38 di Mtc aveva come tema il Quinto quarto, io ho fatto i salti di gioia. Un po' meno, anzi per niente, marito e figlia, che proprio non li apprezzano.

Quindi, per onorare questa settimana, non potendo cucinare piatti nuovi, vi invito a visionare quelle che sono state le mie proposte per la famosa sfida.


Cuoricini di pollo con crema di fegatini allo Chardonnay su cialde di grana e insalatina di spinaci freschi all'aceto balsamico

Gusci di pasta matta con ripieno di cervella

Frolline di pasta matta con bocconcini di cervella su confettura di limoni

Frattaglie d'agnello trifolate, in coccio

Fegato alla veneta su cialda di pasta matta

Grzanka z mozdzkiem - Crostino di pane con cervella

Risotto con fegato, cuore e durello di pollo con aceto balsamico

Spiedini di cervella fritta con pomodorini glassati e cipolle borretane e mele caramellate al brandy e zenzero



sabato 19 marzo 2016

Broeto de pesse... o Brodetto in rosso alla mia maniera



Eccoci qua. La sfida scorsa, per l' Mtc sul miele, lanciata da Eleonora e Michael è stata vinta da Anna Maria Pellegrino del blog La cucina di QB. Tutte abbiamo tremato, perchè conoscendo il personaggio che è, ci siamo chieste fino all'ultimo che cosa ci venisse proposto, e soprattutto, chiedevamo "pietà" e "comprensione", sulla scelta della sfida...Quando è uscito il tema, come al solito qualcuna ha gioito, fatto i salti di gioia, "disperata", è stramazzata al suolo ecc...ecc... io ho gioito qb.
Quando ho mostrato la fotografia del tema della sfida a mio marito, è sbiancato in volto, perchè da giovane ha avuto una "brutta esperienza ravvicinata" con "ingredienti simili"... cioè, appena arrivato a Milano abitava in una casa per studenti gestita da preti, e al ritorno dal concerto, lui e i suoi compagni di stanza/orchestra, si sono fatti una spaghettata. Non si sa bene, in quale preciso istante sia potuto succedere, mangiando una forchettata di pasta al sugo, si è mangiato anche uno scarafaggio. Al solo pensiero ancora oggi sta male! Mi ha raccontato che anni fa, al ricevimento dopo il concerto, in Spagna, c'erano immense tavolate a buffet con tutti i tipi di pesce, crostacei, paella. Pensava di rimanere a digiuno, ma alla sua risposta che non riusciva a mangiare niente di quello che c'era sulla tavola, gli hanno preparato un mega panino con jamon serrano, che per carità, non ho niente contro quel prosciutto, ma rinunciare a quell'altro ben di dio... "peccato che non ci fossi tu"...già, un vero peccato!
Potete immaginare che sfida "difficile" per me sia questa volta, anche perchè a me piacciono tutti i tipi di pesce e crostacei, quindi dobbiamo arrivare ad un compromesso...o mi faccio una monoporzione, o lui si mangia gli "altri" pesci...

E se alla fine del suo post, quando Anna Maria scrive:
"Allora vi chiedo, alla luce del tema e della ricetta che ha reso possibile questa sfida, avreste voglia di raccontarmi quando, nella vostra vita, un momento legato al cibo ha fatto la "differenza"? "... potrei dire che "quel" momento è stato per lui quello che ha fatto la differenza: odiare tutti i crostacei.
Per me invece, potrebbero essere tanti i momenti legati al cibo, che l'hanno fatta, questa differenza.
A partire dalle "origini", papà milanese e mamma mantovana, quindi sono cresciuta con pasta fatta in casa, ravioli, tortelli di zucca, sbrisolona, trippa, cassoeula, risotti, minestroni. Quando si andava a trovare gli zii a Mantova, che allevavano mucche e avevano immensi campi di grano e pannocchie, si ritornava con sacchetti pieni di verdure dell'orto e "le bestie fresche"....ho poi passato le vacanze durante la mia infanzia fino a tarda età, a Teglio, quindi va da sè che facevo scorpacciate di pizzoccheri, sciatt, panun, pane di segale... ho sposato un veneto, che piu' che veneto è quasi crucco, visto che è di Cortina d'Ampezzo, un bel montanaro, quindi ho mangiato senza ritegno, canederli in tutti i modi, in brodo o con l'insalata, di fegato o verdi, le fartaies, i casunziei e altre specialità...ho avuto la fortuna di viaggiare durante la mia carriera, quindi mi sono confrontata con cucina e tradizioni di altri paesi.
Forse è per questo motivo che sono veramente onnivora, e ne vado orgogliosa. Quando sono invitata da qualcuno, non sono un problema! O forse, è l'importanza del cibo che mi hanno passato quando ero piccola. Che non si butta via niente, e quello c'era e quello si mangiava. Non c'erano merendine confezionate, ma stupende torte fatte in casa e budini preparati con il cacao vero e non con le buste. Anche se la mamma lavorava trovava il tempo per non farci mai mancare cibi genuini. Quando mi mettevano "a mundà el ris" nel piatto fondo, (mondare il riso, togliere i chicchi un po' brutti e scuri) ero piccola, e non sempre mi piaceva farlo perchè era di un noioooooso!! Ora, tutte le volte che mondo il prezzemolo o taglio l'insalata a julienne (che una volta si diceva fine fine), mi viene in mente la zia Angelina, che affetta da poliomelite dall'età di quattro anni, ha vissuto l'intera vita su una sedia, e passava le giornate a guardare fuori dalla fnestra, "mundà el ris, el presemul e a taià l'insalada". E la minestra di riso e prezzemolo che faceva la nonna Teresina, sua sorella, era la piu' buona della galassia!
Per questo per me il cibo è "sacro". Ogni piatto è legato ad un ricordo e ad un momento della mia vita. E scusate se è poco.

Ma veniamo alla sfida odierna....la mia proposta, con pesce "normale" che mangia mio marito e con i crostacei che mi mangio io...quando ho detto al pescivendolo di farmi un bel misto per un brodetto di pesce, per una persona e mezza, ha strabuzzato un po' gli occhi... " Si, mi dia spada, merluzzo, solo una bella manciata di mazzancolle, due gamberoni, sa lui non mangia i crostacei, le cozze, ha solo quel sacchetto grande?". "Si"..." E ma sono troppe, non mangia nemmeno quelle"... "Signora, o cambia menu' o cambia marito, avrà pensato!!)..."Signora, le prenda surgelate già pulite allora". "Il merluzzo lo sfiletto?" "No. Si. Aspetti"..."Allora deciditi" rimbrotta mio marito. " Ma il pollo l'ho pure disossato" "Si ma adesso che non hai nemmeno il tempo di cucinarla quasi"..."Si, me la sfiletti per favore, ma mi dia la carcassa"...Mi riguarda stranito...sembravamo Carlo e Alice dei fumetti...o Sandra e Raimondo...o semplicemente io e lui cosi....

Se avete dubbi o indecisioni, vi consiglio di "studiare" la stupenda infografica della grande Dani del blog Acqua e Menta



Ingredienti
1 trancio di pesce spada
1 merluzzo
seppie
anelli di totano
gamberoni
mazzancolle
cozze
aglio q.b.
vino bianco
olio extravergine d'oliva
4 cucchiai passata di pomodoro
carota, sedano

Esecuzione
Eviscerate e pulite il merluzzo, sfilettatelo e mettere da parte la carcassa. ( a me lo ha fatto il pescivendolo). Togliete il guscio alle mazzancolle. Lasciatene da parte qualcuna intera.
Disponete i filetti e il trancio di spada in un vassoio, coprite con pellicola e mettete in frigo.
In una casseruola scaldate un paio di cucchiai di olio extravergine d'oliva, tostate, premendo con un mestolo, le carcasse fino a farle dorare, versate un paio di bicchieri di acqua freddissima  portate a bollore, unite la costa di sedano e la carota, abbassate il fuoco, schiumate e far ridurre il liquido della metà. Filtrate e mettete da parte e tenete al caldo.

Fate imbiondire gli spicchi di aglio. Aggiungete i crostacei, qualche mestolo di fumetto, il vino bianco, far evaporare e far cuocere a fuoco basso e coperto per 15’, unite i filetti tagliati a tocchetti, lo spada, i cucchiai di passata e cuocete per altri 5’, senza mai mescolare.


Impiattate accompagnando con pane tostato 


con questa ricetta partecipo alla sfida n. 55 di Mtc




giovedì 3 marzo 2016

Torta Sabiosa o Sabbiosa...e dolci ricordi.



Questo sofficissimo dolce, di origine venete, simile alla torta margherita, se vogliamo azzardare un paragone, giusto per far capire il tipo di torta, l' ho sempre "rivendicato" come di origini mantovane, dal momento che faceva parte del "dolce della domenica" o "se arriva qualcuno", e li se la giocavano la sbrisolona e questa. Mia mamma, mantovana, smentendomi, mi ha detto che lo ha imparato dalla Zaira, in Valtellina, quindi, va da sè che si è diffuso in altre regioni italiane!
Ah, la signorina Zaira, era la nostra padrona di casa delle vacanze, appunto signorina perchè non si è mai sposata, e incuteva un po' di "sano terrore" a noi bambini. Durante le vacanze, abitavamo insieme agli altri parenti, zii, nonni e cugini, in un'unica casa grandissima, vista con gli occhi di un bambino poi, tutto sembrava piu' grande, con pollaio, stalla e il fienile.
Lei abitava al piano terra, e, quando aprivi la porta di legno, sulla sinistra trovavi la porta della cucina enorme, con lavandino in granito grigio, tavolone al centro, camino e stufa economica, una madia e vari mestoli e pentole di rame appese a dei ganci, sulla destra la camera da letto, che abbiamo intravisto per sbaglio una volta sola, come se in quella stanza fosse proibito posare anche un solo sguardo.e al centro,la scala di legno che portava al piano superiore, e sul quale pianerottolo davano le nostre camere da letto, due cucine "abitabili" e un unico bagno. Senza riscaldamento. Quindi d'inverno, si facevano bollire pentoloni di acqua sulla stufa e via...in bagno, nel catino blu, a lavarci veloci veloci a turno.
La signorina Zaira, guai a chiamarla solo Zaira, perchè comunque eravamo educati e ci sembrava giusto chiamarla cosi'per portarle rispetto,vestiva dei sottanoni dalle fantasie piu' disparate e improbabili, con un grembiule nero sul davanti, il foulard in testa dal quale sbucavano i capelli e al mattino andava a piedi con la gerla sulle spalle o col trattore a "fare fieno". Noi speravamo di non incontrarla mai sul nostro cammino, quando salivamo la scala, primo, perchè quando ci vedeva o sentiva, usciva dalla cucina, si asciugava alla bell'è meglio le mani nel grembiule e ci voleva sbaciucchiare, ma con il mento con peli ispidi che ci pungevano non era affatto piacevole, e secondo, ci sgridava se correvamo sulla scala...quindi, o ci baciava o ci cazziava. Ma a parte questi "momenti", era molto riservata, schiva, si faceva i fatti suoi. E non abbiamo mai saputo quanti anni avesse. Quindi, agli occhi di noi bambini, sembrava una persona delle fiabe, circondata da un alone di mistero!
Sono andata a rivedere questa casa qualche anno fa, quando ho incontrato una delle nipoti. La signorina Zaira è morta, ovviamente. Ma quando sono entrata nel cortile e ho varcato la soglia di quella casa, mi si è fermato il cuore. Era rimasto tutto come una volta, come me lo ricordavo. Sono salita sulla scala di legno, che non mi sembrava piu' tanto larga come una volta. E una volta entrata nelle varie stanze era un continuo toccare con le mani il profilo dei mobili, gli interruttori a vista in ceramica con il filo di stoffa arrotolato, della stufa economica, delle coperte, come per accertarmi che non stessi vivendo in un sogno. E continuavo a mormorare meravigliata come fanno i bambini di fronte a qualcosa di "magico"..."Guarda qua....guarda là....ma è ancora uguale...."
E' stato veramente emozionante e ci ho lasciato là ancora un pezzo del mio cuore!

In tempi piu' "recenti", la  prima volta che i miei amici hanno avuto "la fortuna" di assaggiarla, era il lontano 1985...la nevicata del secolo. Mia mamma, guardando fuori dalla finestra esordiva dicendo "La taca no, la taca no"...ma poi i fatti hanno smentito questa sua previsione. Pranzo a casa mia, a base di cassoela e per finire il dolce "delle feste", la Sabiosa. Non vi sto a descrivere le loro facce mentre cercavano di deglutire la fetta di torta! E giu' spumante! Se lo ricordano ancora, sia per la nevicata, sia per il dolce!!
Detta cosi', sembra quasi un invito a non fare questa torta, ma vi garantisco che non è cosi'. Certo, il nome non gioca a suo favore. Diciamo che gli esagerati dicono che sembra di avere in bocca un "pastone" che non va giu' e che devi berci del vino. Questo potrebbe essere positivo! ahaha...quindi  provare per credere.
Inzuppata nel latte come prima colazione, accompagnata da un tè per una merenda o a fine pasto accompagnata da un buon bicchiere di spumante, è davvero una gioia per il palato!

Se doveste telefonare a mia mamma e chiedere le dosi vi risponderebbe "Ehhh...fai 3, 3 e 3 di tutto. Inforni a 180° per 40 minuti e via".....ma io vi scrivo per esteso gli ingredienti...che forse è meglio!
(Diciamo che la signorina Zaira, le ha insegnato la regola "dei numeri"...se usate due uova, fate due hg di tutto, se ne usate 4, usate 4 hg di tutto e cosi' via. Aumentando ovviamente anche le dosi del lievito)

Ingredienti
3 hg zucchero
3 hg di fecola
3 hg  di burro
3 uova
1/2 cucchiaino di lievito
zucchero a velo q.b.

Esecuzione
Montate bene i tuorli con lo zucchero fino a quando sono gonfi e bianchi. Questo è anche il "segreto" per avere un dolce sofficissimo. Aggiungete il burro sciolto ma non caldo. Versate la fecola man mano e il lievito. Alla fine gli albumi montati a neve fermissima. Versate in una tortiera e cuocete per 40 minuti a 180°. Nel dubbio, fate la prova stecchino, che deve uscire completamente asciutto dalla torta. Una spolverata zi zucchero a velo e.....