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martedì 29 gennaio 2013

Pici con cipolla,radicchio e pomodorini caramellati


Da quando in famiglia hanno scoperto la delicatezza e la bontà delle verdure caramellate,ogni volta che ne ho la possibilità le cucino ben volentieri. Danno un tocco e un sapore particolare al piatto,un contrasto di sapori e consistenze che non passano inosservate!
E ho voluto provare ad abbinarle a questi buonissimi pici.Il risultato è stato davvero interessante e tra tutti i piatti che ho preparato questo è piaciuto in modo particolare.
I pici che acquistano un'eleganza e un tocco di classe...si,perchè l'amaro del radicchio e il gusto della cipolla si ingentiliscono con quel gusto zuccherino,e in particolar modo il radicchio acquista un particolare retrogusto che è difficile da spiegare a parole!
E visto che questa è la nona versione che propongo in famiglia, una specie di inno alla gioia....tutte le volte che mi vedono impastare si domandano in che modo li mangeranno questa volta!
Bene,ora vediamo come sono stati preparati.....

Ingredienti
200 gr di farina 00
100 gr di farina di semola rimacinata
   2 cucchiai di olio extravergine di oliva Dante con vitamina D
un pizzico di sale
acqua q.b.
1 cespo di radicchio rosso di Treviso
1 cipolla bianca
pomodorini datterini
3 cucchiai di zucchero

Esecuzione
Per la preparzione eseguite i passaggi che trovate qui.

Lavate e tagliate a listarelle il radicchio ,affettate sottilmente la cipolla e a metà i pomodorini e fate stufare velocemente in tre padelline antiaderenti separate con un po' di olio extravergine di oliva.Quando sono ammorbidite aggiungete un cucchiao di zucchero per ogni verdura e fate glassare.
Scolate i pici e conditeli con le verdure preparate precedentemente.

con questa ricetta partecipo al contest

lunedì 28 gennaio 2013

Pici al nero di seppia con misto scoglio


E con questa ricetta si conclude la mia partecipazione al contest del mese per l'MTChallenge. Un po' mi dispiace,ma sono nello stesso tempo curiosa di vedere che cosa ci aspetta il prossimo mese!
Tutte le volte è una piacevole scoperta che ci mette alla prova,ma senza rivalità o invidia. Qui non si vince niente.Ci si mette in gioco tutte le volte,a dare il via alla nostrà abilità,fantasia,capacità o incapacità nel fare certe cose.E rimango sempre stupita dalla fantasia,azzardo e giocosità che ci coinvolge tutte in questi giorni del mese!
E comunque ho fatto una riflessione.Io non sono molto giovane ma nemmeno cosi' in là con gli anni.Non so usare l'Ipad,lo Smartphone e non ho l'Ebook,che magari non si scrive nemmeno cosi'!Il cellulare che ho è già fin troppo per me,che vorrei un cellulare che sia solo telefono e non tutte quelle cose che ha dalla fotocamera ai giochini. Un telefono deve essere solo telefono.Anche se mi rendo conto che per chi lavora o è spesso all'estero,queste cose sono strautili perchè sono un pezzo di vita in un touch!Quindi guardo con curiosità e stupore tutte quelle persone che fin da piccole si destreggiano su schermi touch e quant'altro.Le mie nipotine,figlie di mio fratello sono molto piu' avanti di me,e mio fratello che è un programmatore...per me è un grande mago,tanto che lo chiamo il dott.Mouse!
Già mi stupisco di come abbia fatto a mettere in piedi il mio blog ed essere riuscita a fare quello che ho fatto fin'ora!
Mi rendo conto che la tecnologia aiuta e continua ad aggiornarsi sempre piu'. Io invece rimango indietro perchè non riesco a stare al passo.Un po' per pigrizia un po' perchè non mi interessa forse piu' di tanto. Ma sono contenta cosi.Io che sono cresciuta ai tempi del Carosello e poi tutti a nanna,che a scuola scrivevo ancora col pennino e inchiostro e quanti ne ho spuntati! Quando le fiction non si sapeva cosa fossero perchè andavano in onda gli sceneggiati in bianco e nero.Che al posto del giochino tecnologico si giocava a rialzo,ce l'hai,un due tre stella e a mondo. Che la domenica mattina aiutavo la mamma a passare la lucidatrice e a fare i ravioli , il ripieno e la besciamella,e che sapevo che le galline razzolavano nell'aia o nel prato della Luisa,e non crescevano nei contenitori dei supermercati.Io che alla mia amica Luciana scrivevo infinite lettere con la penna stiligrafica e poi la Bic e leccavo il francobollo e la imbucavo col batticuore in attesa della sua risposta e che adesso utilizzo sms,fb e mail e devo interpretare a volte le parole tvb...cmq...ecc....Certo,i bambini di oggi sapranno destreggiarsi con le loro piccole dita sugli schermi dei loro apparecchi tecnologici.Ma quanti di loro si mettono a fare i ravioli o il ripieno o a rimanere a bocca aperta davanti all'albume che da liquido diventa una soffice spuma bianca? Mi ricordo che la mamma mi diceva...prendi le fruste e montami gli albumi pero' gira sempre dalla stessa parte altrimenti si smonta. E piu' di una volta ho pensato e visualizzato l'immagine che da gonfio,il composto
tornasse indietro fino a ritornare liquido! Come una pellicola fatta girare all'indietro! Altri tempi davvero.
E io in questi giorni che mi sono deliziata nel preparare i pici in diverse versioni,ho ringraziato il fatto che fin da piccola,ho imparato ad apprezzare le cose semplici,ad aiutare la mamma in cucina e ho imparato tantissime cose.E anche il solo fatto di fare la fontana con le farine e sentire sotto le proprie mani la pasta che comincia a ottenere una consistenza diversa...stendere l'impasto e creare pici,tagliatelle,sfoglie...bè,saro' "jurassica" ma mi sento felice ed appagata solo per questo!Anche se non sono capace di usare tutte le moderne diavolerie. E soprattutto...se dovessi avere ospiti improvvisi,state certi che so correre ai ripari!
Quindi è per questo che ho sfruttato e apprezzato fino in fondo questi momenti.Perchè ritornavo indietro nel tempo,mi rilassavo,mi sentivo proprio bene!E le cose buone insegnate e imparate,prima o poi ritornano utili....
E comunque mi fa molto piu' immensamente piacere che i miei amici e parenti mi apprezzino non per le mie scarse o quasi inesistenti doti tecnologiche,ma per i piatti che preparo loro quando ci si incontra per passare
un momento in serenità ed allegria seduti insieme ad una tavola imbandita!
Quindi un grazie alla mia mamma che mi ha fatto apprezzare le cose semplici della vita e i piatti della tradizione e un  ringraziamento lo vorrei fare anche alla grande Patty, per avermi fatto amare cosi tanto questo piatto della tradizione toscana,che mi ha coinvolto fino all'ultimo minuto!

Ingredienti
200 gr di farina 00
100 gr di farina di semola rimacinata
   2 cucchiai di olio extravergine di oliva Dante con vitamina D
un pizzico di sale
acqua q.b.
2 cucchiaini di nero di seppia granulare Tec-Al
1 spicchio di aglio
1 confezione di misto scoglio (io surgelata)

Esecuzione
Il procedimento per i pici classici lo trovate spiegato qui.
Per questa preparazione,una volta che avrete fatto la fontana conm le due farine ,aggiungete il nero di seppia,l'olio e l'acqua poco alla volta.Con l'aiuto della forchetta raccogliete la farina e quando l'acqua è tutta assorbita cominciate a lavorarla con le mani fino ad ottenere un panetto morbido ed elastico che farete riposare per 30 minuti avvolto da pellicola da cucina.Preparate i pici come descritto.
In una padella antiaderente versate un po' di olio extravergine di oliva e fate imbiondire lo spicchio d'aglio.Aggiungete il preparato misto scoglio e fate cuocere seguendo le indicazioni della confezione.
Scolate delicatamente i pici,versateli nella padella e mantecate il tutto.

con questa ricetta partecipo al contest


Pici allo zafferano con salamella e radicchio



Ma noooo....nevica! Per fortuna è durata poco perchè non so come sarebbe andata a finire. Già quando cade qualche goccia di pioggia si crea un tale caos,figuriamoci con la neve! Fa un freddo cane e il tempo proprio non aiuta l'umore! E allora bisogna correre ai ripari! Devo trovare qualche cosa che mi rilassi,che mi tenga la mente impegnata altrove,che scacci i soliti pensieri e le solite menate. Cosi...pici! Ancoooora??? Si. Ancora,anche se per poco!
E vi consiglio di tenere come scorta un bel pacco di farina 00 e di semola! In casa mia non manca mai! E' piu' facile che rimanga senza uova o latte o zucchero,che di farina!E ho pensato che questi pici sono una valida alternativa alla mitica aglio olio e peperoncino che salva all'ultimo momento. Che sono preparabilissimi se per caso ci sono degli ospiti improvvisi a pranzo o a cena! Li stupirete con la vostra abilità nel preparare questa pasta!
E oggi,a maggior ragione,condimento consono al tempo metereolgico che imperversa fuori! Una bella salamella mantovana,per non tradire il mio lato mantovano....e il mio amato radicchio. Un insieme di sapori decisi che insieme al gusto zafferanoso dei pici rende questo piatto veramente gustoso!

Ingredienti
200 gr di farina 00
100 gr di farina di semola rimacinata
    2 cucchiai di olio extravergine di oliva Dante con vitamina D
acqua q.b.
un pizzico di sale
1 bustina di zafferano
2 salamelle mantovane
radicchio di Treviso

Esecuzione
Il procedimento per la preparazione classica dei pici lo trovate nel dettaglio qui.
In questa versione,fate la fontana con le deu farine,aggiungete il sale,l'olio e la bustina di zafferano. Mescolate con la forchetta aggiungendo l'acqua necessaria,fino a raccoglierla tutta e formate un panetto che lascerete riposare per 30 minuti coperta da pellicola da cucina.Procedete alla preparazione dei pici come spiegato. 

In un tegame antiaderente versate un filo di olio extravergine di oliva e fate cuocere la salamella senza pelle e spezzettata fino a quando sarà completamente cotta su tutti i lati. Tagliate il radicchio a listarelle e aggiungetelo alla salamella poco prima di scolare la pasta.In questo modo rimarrà appena stufato e croccante.Versate la pasta nel tegame,mantecate e servite.

con questa ricetta partecipo al contest



Pici alla fantasia di funghi


Questa volta dovrei chiamarli picioni! Volutamente li ho fatti piu' grossi,visto il condimento "rustico" ispirato dal tempo gnagneroso che c'è....pioggia,freddo,umido,uff.... arriverà l'estate!Ma allora ci lamenteremo per il troppo caldo....mai contenti...
Sto sparando le ultime "piciate" del contest...devo dire che sono stati una piacevolissima scoperta,ben condivisa anche da chi li ha assaggiati per tutto questo tempo e in tutte le salse!
Cosi versatili e piacevoli da preparare,direi anche abbastanza veloci,quindi....ci ho dato dentro che è un piacere e quasi quasi mi spiace che sia quasi finito il tempo dei pici!
Ma sicuramente arriveranno altre ricette che ci vedranno impegnate come non mai,alle prese magari con ingredienti che mai e poi mai ci saremmo sognate di utilizzare!
Intanto vi lascio questa versione montanara.L'unica "fatica" è quella di preparare la pasta.Per il resto,i funghi in un tegame per qualche minuto e via....il piatto è pronto!

Ingredienti
200 gr di farina 00
100 gr di farina di semola rimacinata
   2 cucchiai di olio extravergine di oliva Dante con vitamina D
acqua q.b.
1 confezione di misto funghi
pepe nero Tec-Al
1 spicchio di aglio
sale

Esecuzione
Il procedimento lo potete trovare dettagliato qui.

Mentre i pici cuociono,in un tegame verste dell'olio extravergine di oliva e uno spicchio di aglio.Fate imbiondire leggermente,aggiungete i funghi misti e fate cuocere per pochi minuti.Aggiustate di sale.
Scolate i pici,versateli nel tegame con i funghi e mantecate. Impiattate e servite con una spolverata di pepe nero

con questa ricetta partecipo al contest


domenica 27 gennaio 2013

Pici cremosi al taleggio e noci



Ragazzi non riesco piu' a fermarmi...da quando ho scoperto la bontà e la semplicità dei pici...gia oggi li ho gustati insieme a mio fratello e cognata cosi.....
E oggi pomeriggio,dopo che siamo ritornati a casa mi sono fiondata in cucina e ho preparato altri pici e li ho conditi con del buonissimo taleggio.Cosi stasera si va nella bergamasca tra ricordi jurassici!...il mio diploma al Conservatorio di Bergamo e poi la stagione lirica di settembre. Perchè me la ricordo cosi bene? Perchè ci siamo sposati il 12 e il 16 iniziava la stagione,quindi il nostro viaggio di nozze è stato Milano-Bergamo per un po' di tempo! O col pulman dell'orchestra o sulla vecchia Renault grigia,sulla quale sventolava il fiocco bianco attaccato all'antenna,a memoria del recentissimo matrimonio!
Questa volta con un ingrediente tipicamente lombardo,il taleggio,che prende il nome proprio dalla Val Taleggio in provincia di Bergamo.Questo formaggio dal gusto e dalla forma caratteristica e inconfondibile lo utilizzo spesso nei miei piatti,perchè ha un gusto che "riempie" e completa il piatto,la sua consistenza cremosa poi,fa si che anche gustato su un crostino o un pezzo di pane,cosi',in purezza,lo rende assolutamente appetibile e davvero unico! Fatto sciogliere poi su una fetta di polenta fumante,in un risotto o nella pasta.....bè,supera la prova dei palati piu' esigenti e golosi!
E cosi ho deciso che i pici,in questa preparazione, dovevano finire accolti in una crema morbida e golosa! Come in un morbido abbraccio. E da come li hanno gustati devo dire che ho fatto centro!
 
Ingredienti
200 gr di farina 00
100 gr di farina di semola rimacinata
2 cucchiai di olio extravergine di oliva Dante con vitamina D
sale q.b.
100 gr di taleggio
1 cucchiaio di yougurt naturale
noci q.b.


 Esecuzione
Il procedimento lo trovate qui
Mentre i pici cuociono,sciogliete in una padella antiaderente il taleggio. Quando è  completamente sciolto,aggiungete un cucchiaio di yougurt  e  qualche gheriglio di noce a pezzettini. Scolate i pici e fateli mantecare nella padella con il formaggio. Impiattate decorando con gherigli di noci tagliati a metà.

con questa ricetta partecipo al contest

Pici con pesto, pomodoro e panna


...o alle tre pi,come di solito chiama mio marito questo condimento,visto le iniziali degli ingredienti.
Oggi finalmente,dopo 20 giorni che non vedevo la piccola Alyssa,visto le influenze che hanno colpito piu' o meno pesantemente tutti, ci siamo riuniti!
I messaggi sms che ci scambiamo io e mio fratello,quando c'è in vista un incontro mangereccio sono di questo tipo...Alyssa dice che vuole i cannoncini....Alyssa dice che devono essere tanti e buoni....Alyssa vuole la cassoela...si ma Alyssa ha solo 4 mesi ed è praticamente impossibile che abbia queste richieste! Ahaha....
Quindi quando finalmente ci siamo concordati sull'orario,ho deciso che non avrei fatto i soliti cannoncini,
ma,indovinate un po' che cosa?? Si,proprio loro...i pici!
Infatti l'sms che gli ho mandato diceva...domani ti faccio i pici? per il condimento ci pensi tu o ti vanno bene al pesto?...risposta: ok,van bene al pesto.Quindi carta bianca assoluta!
Mia cognata che non sapeva dei nostri sms,quando è venuta a sapere i nostri discorsi dice,ma dimmi te se una che è ospite deve venire con la pasta e il condimento! Ahaha....D'altra parte avrei dovuto portare ugualmente qualche cosa,visto che non vado mai ospite senza nulla in mano e allora perchè no i pici al posto dei soliti pasticcini,torte o bottiglia di vino?
Cosi ieri sera mi sono ritrovata dopo cena a preparare i pici per il fratellino e gli ho mandato una foto chiedendo ti bastano? Mi ha risposto...Mah! Cosi stamattina,alle 7.20 quando sono andata in cucina e ho guardato il vassoio mi è sorto un dubbio. E se avesse avuto ragione lui con quel mah? Mi sembrava talmente triste quel vassoio...
E allora ho fatto una cosa che è un po' da "ricovero immediato"...immaginate un po',di domenica mattina,alle ore 7.50 dopo aver fatto una veloce colazione,cosa mi sono messa a fare? Altri piciiiii!
Ho finito alle 8.50,ma in tutto questo arco di tempo sono riuscita a fare,incastrando i tempi di attesa per il riposo della pasta,doccia trucco parrucco e pici....
Bè...con la doppia preparazione ci abbiamo mangiato in 5 persone,e siccome non avevano mai assaggiato questo condimento,hanno fatto pure la scarpetta! Una soddisfazione vederli mangiare e sentirsi dire... e ma che buoni che erano! E l'altra soddisfazione è stata quando mio fratello che ha preso i pasticcini in pasticceria, dopo aver mangiato un cannoncino mi ha detto che sono piu buoni i miei! Oggi mi sento proprio soddisfatta!

Ingredienti
400 gr di farina 00
200 gr di farina di semola rimacinata
4 cucchiai di olio extravergine di oliva Dante con vitamina D
un pizzico di sale
acqua q.b.
1 vasetto di pesto
250 ml di passata di pomodoro
200 ml di panna da cucina fresca

Esecuzione
Il procedimento lo trovate spiegato qui.
Man mano che preparavo i pici li ho messi nel contenitore dove tengo la farina di semola e li ho inafarinati ben bene e poi sistemati sul vassoio spolverizzandoli ogni tanto con altra farina.


In un pentolino scaldate il pomodoro e la panna per 20 minuti.Spegnete e aggiungete il pesto.
Cuocete i pici in abbondante acqua salata,scolateli e conditeli con il condimento precedentemente preparato. Spolverizzate con grana grattugiato.

con questa ricetta partecipo al contest

sabato 26 gennaio 2013

Pici con cime di rapa



Stasera vi porto in Puglia!Sempre sottolineando che in primis c'è l'amore per la terra toscana, gli unici ricordi che ho di questa regione risalgono al giurassico...avevo 11 anni quando sono andata per la prima volta a Vieste in campeggio con i miei zii,un viaggio che è stato eterno! Poi quando si è piccoli tutto viene amplificato,spazi,tempo,altezza e dimensioni delle persone...e poi a 18 anni sempre in campeggio con i miei amici (la mia amica del cuore Alice,la turca-toscana!). E sapete la cosa curiosa? Era lo stesso campeggio di quando ero andata con gli zii! Quando si parla di conicidenze...pazzesco vero?
Di personaggi famosi mi ricordo solamente di Piccinni , Paisiello e Giordano che ho studiato ai tempi dei tempi in Storia della Musica, il grande Direttore d'orchestra Muti , il  compositore Rota che ha musicato tutti i film di Fellini oltre che aver composto musica classica,poi Modugno e Al Bano....le bellezze Barocche di Lecce,soprannominata Firenze del sud e i trulli di Alberobello,dichiarata patrimonio dell'umanità,le ho solo viste e studiate sui libri di Storia dell'Arte....
Quindi,pensando ai taralli e alla pizza fritta,agli spaghetti e alle orecchiette con le cime di rapa mi sono detta perchè non provare con i pici?
Vi posso assicurare che la consistenza della pasta,con il sapore delle cime di rapa,il tutto accompagnato da un buon olio,aglio e un'acciuga piccante...hanno reso questo piatto davvero interessante e veramente goloso...che è stato divorato in pochissime forchettate...e vi stupite se continuo a ...piciare?

Ingredienti
200 gr di farina 00
100 gr di farina di semola rimacinata
2 cucchiai generosi di olio extravergine di oliva Dante con vitamina D
sale q.b.
cime di rapa
1 spicchio di aglio
accighe piccanti q.b. (facoltative)

Esecuzione
La spiegazione la trovate riportata qui
Fate bollire le cime di rapa in poca acqua .Scolatele,tagliate le foglie piu' grosse a listarelle e fatele insaporire in una padella antiaderente con olio e aglio. Aggiungete le acciughe.
Scolate i pici,passateli in padella e servite.

con questa ricetta partecipo al contest

PICIoccheri


Stamattina alle 7 ero già in cucina a piciare...in pratica stiamo mangiando pici a pranzo e cena tutti i giorni!
E io che avevo detto che stavo sul classico,senza stravolgere l'originalità della ricetta,ci ho preso gusto,mi sono lasciata conquistare dalla semplicità e bontà di questa pasta ed ecco che la fantasia ha incominciato a pensare a come condirli in maniera originale e appetibile...e cosi ho inventato il piciocchero,che non è un errore d'ortografia o il nome pronunciato da un bambino che voleva dire pizzocchero...no,è proprio il piciocchero il nome di questa ricetta! Ne ho visti di tutti i sughi e colori,quindi perchè non azzardare questo matrimonio di sapori e di regioni diverse?
Questo poi anche perchè avendo passato 40 e passa anni di vacanze a Teglio,va da sè che il piatto tradizionale della Valtellina mi sia entrato nel sangue e lo apprezzo e cucino insieme ad altre specialità!
Pero',a parte i riferimenti storici personali che mi riguardano...non ho trovato cenni che possano unire queste due regioni cosi diverse.Solo ricordi di grandi sciate,passeggiate per rifugi,giornate passate al campo giochi con i miei amici,ad aiutare a lavare i panni nelle acque gelide del lavatoio vicino casa,un punto d'incontro per le massaie che uscivano di casa con i mastelli fumanti pieni di panni da lavare e mentre chiacchieravano, lavavano col sapone di marsiglia e la spazzola e sciacquavano sotto l'acqua corrente. Anche io avevo il mio mastellino con i calzini,i fazzoletti,le mutande,e facevo una fatica a tenere in mano quel pezzo di sapone che per me era gigantesco e dovevi stare attenta a non farlo cadere nell'acqua altrimenti andava a fondo e allora la sentivi la mamma o la nonna poi !
E a Teglio ho imparato a mangiare gli sciatt,la polenta taragna,i pizzoccheri...tutti piatti della tradizione , che sanno di tempi antichi,di fatica nei campi e del lavoro dell'uomo.
E in Toscana ho apprezzato insieme ai nostri amici,oltre al patrimonio artistico,la bontà di una enorme fiorentina mangiata a Lucca,e di tante altre specialità come la ribollita,la panzanella e i fagioli all'uccelletto e poi un piatto che mi ha cucinato la mia amica Alice,turco-toscana,la carne in salsa dolceforte,tipicamente medievale....si,perchè ci piace,quando possiamo,ma non tanto quanto vorremmo,concederci una pausa all'insegna del sapere e del gusto. Le nostre gite cult-gastronomiche. Appaghiamo l'intelletto e poi la gola!
E ora,grazie alla Patty ho imparato a fare i magnifici pici!
Concludendo...la Valtellina con la Toscana non ha niente in comune se non ricordi dal punto di vista affettivo. I pici e i pizzoccheri non hanno niente in comune,se non la semplicità e genuinità della pasta che è fatta solo di acqua e farina e per il fatto che entrambi iniziano con la lettera pi.....ma non potevo ignorare il gioco di parole che mi è balenato in mente!!

Tutti i passaggi per la loro realizzazione li trovate qui

Ingredienti
200 gr di farina 00
100 gr di farina di semola rimacinata
2 generosi cucchiai di olio extravergine di oliva con Dante con vitamina D
1 pizzico di sale
acqua q.b. (almeno 100 ml)
4 patate
4 foglie di verza
2 spicchi di aglio
pepe nero Tec-Al q.b.
100 gr di burro
formaggi per pizzoccheri (a piacere)
grana grattugiato q.b.

Esecuzione
Procedete come spiegato qui. Per questa ricetta ho lasciato i pici leggermente piu' grossi,per via del condimento un po' piu' "rustico"....
Questa volta ho usato un'altra tecnica...prima di adagiarli sul tavolo,li ho passati nella farina di semola (che ho travasato in un grosso contenitore perchè mi si stava disintegrando il sacco da 5 kg!) man mano che li preparavo,e poi un'altra sploverata ogni tanto sul tavolo....

i pici ordinati e infarinati....
Preparate il formaggio tagliato a piccoli dadini. Tagliate le patate a tocchetti , le foglie di verza a listarelle e fatele cuocere in abbondante acqua salata fino a quando le patate cominciano ad essere appena morbide.
Se i pici sono secchi,tuffateli dopo 5 minuti che le verdure cominciano a bollire. Se i pici sono ancora freschi,tuffateli quando le patate sono appena morbide,in quanto cuociono quasi subito,altrimenti rischiate di spappolarle.
Mentre i pici cuociono,soffriggete l'aglio nel burro.Il condimento dovrà avere un colore dorato ma non troppo scuro. Scolate delicatamente i pici poco alla volta,in una pirofila,alternandoli con il formaggio a dadini,il grana e qualche cucchiaio di burro fuso.Procedete cosi fino all'esaurimento degli ingredienti terminando con una generosa sploverata di pepe nero.
Corpite per pochi minuti con carta stagnola o altro,per dar modo al formaggio di sciogliersi....

E mentre il picio filava insieme al formaggio...avevo già in mente il prossimo condimento per il prossimo piatto! Si,perchè non penso di aver finito qui!!

con questa ricetta partecipo al contest



venerdì 25 gennaio 2013

Pici ai tre tartufi


Ore 05.25. Appena alzata, davanti allo specchio,con un'aspetto spaventevolmente spaventoso,visto che la sera prima,reduce dal sentire un concerto,avevamo fatto le ore piccole,mi dico...non vedo l'ora che arrivino le tre per tornare a casa e fare i pici....Certo che come primo pensiero mattutino non è male vero? Soprattutto perchè ora che arrivavano le fatidiche tre ne doveva passare ancora di tempo!
Sta di fatto che quando sono ritornata a casa,il tempo di lavarmi le mani,ed eccomi subito in cucina alle prese con farine,bilancia,mattarello e...tanta voglia di fare i pici!
Ma cosa avranno mai di cosi' speciale dallo spingermi a impastare e fali un'altra volta? Di speciale hanno che sono strapiaciuti,e visto che sono davvero semplici da fare,basta prendere dimestichezza con il rollarli...ed è quasi subito fatta!
L'idea era di farli al tartufo...nel senso che volevo dividere gli ingredienti in tre parti e aggiungere nelle farine un cucchiaio di tartufo cosi da ottenere tre panetti di pasta differenti.Ma è talmente stata la frenesia di impastare e fare sti pici,che quando mi sono trovata l'unico panetto sotto le mani mi sono detta e adesso? Mica posso aggiungerlo ora....e cosi mi sono dovuta "accontentare" di condirli all'esterno con queste deliziose creme!! Nonostante l'errore iniziale,subitamente reparabile,vi garantisco che sono risultati ottimi!
Stregata dai pici!!
E poi,non potevo limitarmi a descrivere in un solo ricordo di gioventu', le sensazioni e le emozioni che da questa terra fantastica terra che ha visto succedersi personaggi storici di grande importanza e rilievo che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della nostra cultura. Basta pensare ai pittori del periodo Medievale,Cimabue e Giotto,
per passare poi ai grandissimi del Rinascimento con Botticelli,Piero della Francesca e del Ghiberti.E Leonardo da Vinci e Buonarroti dove li mettiamo? E il Pontormo, il Rosso Fiorentino,Fattori  e Modigliani ?Ma quanti capolavori invidiati in tutto il mondo hanno creato? E i grandi Vespucci , Galilei e Meucci...E Collodi che ha conquistato il cuore di innumerevoli bimbi con il suo Pinocchio. Il sommo Dante che nel  mezzo del cammin si ritrovo' in una selva oscura...e come non rimanere toccati dalla storia di Paolo e Francesca con quel libro galeotto,che dopo il bacio adultero non lessero piu'avanti.....
 Lorenzo de' Medici,mecenate intelligente e generoso di letterati e artisti che ebbero ospitalità presso la sua corte, tanto da fargli meritare appunto l'attributo di Magnifico. Ma solo come protagonista della "magnificenza" del periodo Rinascimentale,perchè ad essere sinceri,via bellino bellino proprio non l'era!
Ed era anche uno scrittore. L'opera piu' famosa che conosciamo è sicuramente quella dei Canti carnascialeschi,conposti per essere con accompagnamento musicale (vielle,salterio,flauto,liuto,ribeca...)durante il carnevale,da un gruppo di maschere che camminavano sulla strada o trasportate sui carri.Queste maschere rappresentavano i mestieri,come quello del tessitore,dello spazzacamino e del pittore ad esempio e descrivevano sia le abitudini e i gesti di queste categorie,sia,usando i doppi sensi e allusioni,le pratiche dell'amore.Il piu'famoso è Il trionfo di Bacco e Arianna:
"Quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: Del doman non v'è certezza "....
Ah,poi sto leggendo un libro dal titolo Quattrocento,ambientato nella Firenze del 1478,pieno di suspance,intrighi e di riferimenti storici e artistici,il pittore Pierpaolo Masoni,la Congiura dei Pazzi....insomma un libro che ti prende,anche se ho letto critiche negative ma non mi importa a me piace e sono solo all'inizio....si capisce che mi piace enormemente questo periodo storico e questi personaggi?Mi piacerebbe vivere anche per un sol giorno alla corte di questi signori...intrigaaante!!!
 La grande Fallaci che mi ha toccato da ragazza con il primo libro che ho letto "Lettera a un bambino mai nato".
E il grande Carducci che con i suoi filari in duplice fila che van da San Guido a Bolgheri...ci ha donato
una bellissima poesia e che emozione percorrere quella strada,che ti lascia senza fiato!
La mente straordinaria di Margherita Hack...attori come Benigni che ti recita tutta d'un fiato e a memoria
i versi della Divina Commedia e ci regala personaggi struggenti ,irriverenti e spassosi nei suoi film....
e Ivo Livi che tutti conosciamo come Yves Montand,che ha francesizzato il suo italianissimo nome italiano!
E il polemico gastronomo Beppe Bigazzi ? La cantante Nannini...il baritono Panerai e tra i grandiosi
Operisti  il grandissimo Puccini, con i suoi capolavori ,cantati nei piu' grandi teatri al mondo come la Boheme,la Butterfly,Gianni Schicchi,Tosca....il baritono Panerai....Torre del Lago è la mia prossima meta. E' veramente emozionante entrare e vedere dove è vissuto un grande personaggio,ne respiri quasi la presenza,e ti sembra di essere quasi di troppo,di violare l'intimità di quello che è stato suo. E per una musicista ripercorrere con gli occhi e col cuore ogni angolo del suo vissuto bè,è un'emozione indescrivibile.Lo dico perchè sono le emozioni che ho provato quando sono stata a Busseto,nella casa di un'altro grandioso musicista,Verdi, e quando ho varcato la soglia mi è venuto un groppo alla gola ed ero veramente commossa.
Mi ricordo che bisbigliavamo mentre entravamo nelle stanze e guardavamo gli oggetti che erano stati suoi...

Insomma,la Toscana è proprio una terra che ha dato i natali a delle menti veramente eccelse! L'elenco è davvero lungo,ma tranquilli,mi fermo qua! Non avrebbe senso scriverli tutti tutti,sembrerebbe un mero e sterile elenco e basta. Invece sono personaggi grandiosi dei quali tutti dobbiamo andarne fieri. Questi sono i ricordi di studi e di scuola che affiorano nella mente,e mi fanno tristemente rendere conto sempre piu' , di come la nostra magnifica Italia,è ricca di un 'inestimabile patrimonio artistico e culturale che davvero tutti ci invidiano,basta vedere i turisti che affollano le nostre città,ma che purtroppo per ragioni che vanno al di là di ogni logica spegazione, " ai piani alti" non sempre apprezzano.Lo dimostra il fatto che il nostro patrimonio artistico-culturale è continuamente assaltato da tagli in cerca di risparmi a destra e a manca,che ne rovinano l'immagine e il suo futuro!

Ultimo pensierino sulla Toscana? Se chiudo gli occhi mi vedo ancora davanti il bellissimo orizzonte da Castagneto Carducci verso il mare al tramonto. Il sole che pian piano calava colorando di rosso il paesaggio circostante e in lontananza si intravedeva la Corsica.....Un silenzio che ti riempiva le orecchie e ti faceva sentire piccola piccola in mezzo a tanta meraviglia!Un silenzio dove i click della mia macchina fotografica sembravano rimbombare, interrompere e disturbare quella magia. Ma era piu' forte di me...volevo immortalare ogni istante,quel sole che pian piano mi salutava e che quando è tramontato del tutto mi ha fatto provare un brivido lungo la schiena,come se tutto si fosse spento insieme a lui....e anche se non riguardo le fotografie,le ho tutte nella mia mente ancora vivide! Grande terra la Toscana...davvero ti rapisce il cuore!

Bè,ora veniamo alla ricetta!
Dal momento che ho già pubblicato i Pici, potete trovare la spiegazione dettagliata qui.

Ingredienti
200 gr di farina 00
100 gr di farina di semola rimacinata
2 generosi cucchiai d’olio extra vergine Dante con vitamina D
1 pizzico di sale
acqua – qb –
Crema al Tartufo bianco- Crema di Funghi e tartufi- Crema di Carciofi e tartufo bianco di Sulpizio Tartufi

Esecuzione
La trovate qui .
Per il condimento ho utilizzato tre creme ai tarufi con le quali ho condito i pici appena scolati. Una vera squisitezza! Delicatissimo quello ai carciofi, intensa la Crema di tartufo bianco, Rustico ma con delicatezza la Crema Ai funghi e tartufi....


Ecco i miei nuovi pici...incredibile come da una stringa cicciotta di pasta esca un sottile e lungo picio vero?

e qua un attimo di pura follia....Il Picio armonico.....

con questa ricetta partecipo al contest



bè....vi voglio regalare quel magnifico tramonto che mi ha rapito il cuore,una delle centinaia di foto che ho scattato....

martedì 22 gennaio 2013

Occhiata con radicchio glassato e zeste d'arancia



Stasera occhiata azzardata...sembra un po' un gioco di parole ma non è cosi'. Ad essere sincera,non sapevo nemmeno dell'esistenza di questa razza di pesce! Ma oggi,davanti al banco frigo del supermercato,tra trote,salmoni,triglie e orate, ecco che il mio sguardo viene attratto da questo pesce dagli occhi graaaandi! Ecco spiegato il suo nome! Molto simile all'orata,mi ha incuriosito e cosi ho deciso di provare a cucinarlo. Pero' non volevo fargli fare la solita fine al forno con le patate,al cartoccio o non so come ancora...allora ho pensato di cuocerlo si,nel forno è ovvio,ma poi condito con qualcosa che ne esaltasse il sapore,magari con ingredienti che si contrastavano nelle consistenze ma che si sposavano anche tra di loro....
Cosi ho pensato di servirlo su un letto di kefir con erba cipollina e poi il radicchio glassato che acquista un sapore unico e della scorza d'arancia grattugiata...un mix davvero interessante e gustoso...

Ingredienti
1 occhiata
4 foglie di radicchio di Treviso
1 arancia
kefir o yougurt naturale q.b.
erba cipollina q.b.
olio extravergine di oliva Dante con vitamina D
salvia e rosmarino q.b.
1 cuccchiaio di zucchero

Esecuzione
Squamate il pesce,togliete le pinne e le interiora,sciacquatelo bene e adagiatelo in una pirofila. Inserite all'interno uno spicchio di aglio vestito (con la pellicina),qualche foglia di rosmarino e salvia. Irroratelo con un filo di olio extravergine di oliva. Fate cuocere a 180° per circa 30 minuti ( o fino a quando l'occhio diventa completamente bianco).
Nel frattempo lavate le foglie di radicchio,tagliatele il piu' sottilmente possibile e passatele in padella con un filo di olio extravergine di oliva.Quando è stufata aggiungete un cucchiaio di zucchero e fate glassare.Con l'apposito attrezzo ricavate le striscioline dall'arancia.
Togliete l'occhiata dal forno e levatele la pelle,la spina centrale e le spine piu' piccole e ricavate dei tocchetti che condirete con l'olio extravergine d'oliva. Adagiateli sul letto di kefir o yougurt. Aggiungete il radicchio glassato e lo zeste d'arancia.

domenica 20 gennaio 2013

I Pici di Patty




Certo che se l'anno nuovo inizia con questi ritmi,andiamo bene!! Mi sono resa conto che è dal primo di gennaio che non pubblico piu' una ricetta! Ero partita con i buoni propositi del nuovo anno che non sempre si mantengono,perchè non sai mai come gira tutto quanto e sei costretta a volte a cambiare rotta ,ho sfornato pizze,focacce e pani che riescono sempre meglio,con l'aiuto del mio caro lievito madre,ho fotografato e messo in archivio tutto quanto in attesa di pubblicare ma poi,imprevisti,altre priorità,gnagnera,internet che va a carbonella....hanno fatto slittare la pubblicazione....
Ma ora ho deciso che mi devo riprendere il mio tempo e i miei spazi per fare quello che mi sono prefissata di fare ,che mi da soddisfazione,che mi piace e che mi rilassa,già... sperando non siano solo parole....
Cosi ho deciso di iniziare alla grande,con l'appuntamento mensile che mi ha sempre entusiasmato per la varietà e originalità delle ricette proposte.
L'appuntamento con l' MTChallenge che questa volta ci vede impegnate nella realizzazione dei Pici toscani!
Certo,dopo che mi sono cimentata in gelati,paste sfoglie,torte Pasqualine,tagliatelle fatte a mano senza l'aiuto della macchina della pasta e di altre specialità,quando ho visto la ricetta ho detto...i Pici?? Ussignur...so cosa sono ma fammi vedere le foto.E subito sono andata a vedere come la  Patty,che ha proposto questa specialità,ha descritto il procedimento..Bè,quando ho visto la foto di presentazione con quel bellissimo piatto con questa pasta col ragu',ho tirato un sospiro di sollievo,ma per poco,perchè non poteva essere cosi semplice! Infatti quando ho letto tutto il procedimento,e le foto che catturavano ogni istante della creazione del picio...si ciao ho detto...ma poi ho visto tutti i commenti delle altre "piciatrici" che si divertivano un sacco a commentare e postare le loro creazioni e allora mi sono decisa pure io...anche questa volta mi sono messa alla prova e devo dire che dopo un attimo di imbranataggine,per trasformare quel pezzo di pasta in un lungo e sottile picio,dopo mi sono proprio divertita e senza accorgermi mi sono ritrovata ad aver terminato tutta la pasta e quasi quasi mi è spiaciuto!
E' piu' lungo scrivere il post che fare i pici! Certo,bisogna avere un po' di manualità ma poi che soddisfazione vedere questa trasformazione!
Mi piace il piatto proposto questo mese,perchè adoro la Toscana. Terra di piatti ricchi,corposi  e semplici come questo ad esempio. Che sanno di tempi antichi,di terra,di tradizione e di lavoro nei campi.Di amore per quello che si fa.Adoro la Toscana,terra ricca di arte,cultura e meraviglie.
Ho un'amica toscana,Alice,anche se è nata ad Ankara,ma è toscana D.O.C. e la prima volta che sono andata in questa regione è stato con lei,giovanissime.A Firenze,dalla sua nonna Amelia. Quando per i tempi che erano,per le mamme che avevamo,già il fatto di andare da sole,ma tassativamente da un parente,in un'altra città,era già trasgressione e una botta di vita. Quanto camminare abbiamo fatto sotto il torrido sole di luglio,con i piedi che ci cuocevano nelle espadrillas!! L'abbiamo girata in lungo e in largo tutta a piedi,dai Giardini di Boboli agli angoli meno turistici. L'unica volta che abbiamo preso il bus era per portare a casa un'anguria intera da mangiare con la sua nonna Amelia,una simpaticissima vecchina,che solo sentirla parlare già ti eri innamorata di lei e dei suoi modi di fare!Mi ricordo ancora come era fatta la sua casa,e di tutto quello che abbiamo fatto e condiviso,come se lo avessi fatto ieri.Come ci sentivamo grandi ed emancipate,prendere il treno da sole...altri tempi eh!
In tempi piu' recenti invece ci sono ritornata con marito e amici,per i suoi concerti e per un tour gastronomico...si perchè ci piace andare alla scoperta dei luoghi che hanno storia, tradizione e sane mangiate ...Bolgheri,Castagneto Carducci,Pisa,Lucca....ci si lascia un pezzetto di cuore ogni volta che si ritorna a casa....
E ora veniamo alla ricetta che trovate integralmente anche riportata qui, con i suoi suggerimenti e consigli.

Ingredienti
200 gr di farina 00
100 gr di farina di semola rimacinata
2 generosi cucchiai d’olio extra vergine
1 pizzico di sale
acqua – qb –
Nota: La quantità di acqua è variabile dal tipo di farina che userete. In genere per questa quantità di farina un bicchiere o poco meno è sufficiente, ma sta a voi osservare quanta ne incorpora il vostro impasto per essere morbido e malleabile.
La proporzione dell'uso delle 2 farine è sempre 2:1, ovvero due parti di 00 ed una di semola rimacinata che conferisce struttura all'impasto. In questa maniera non avrete bisogno di uova.

Per il ragu'
250 gr di carne di manzo
    2 salamelle
1 cipolla
1 carota
1 gambo di sedano
300 ml di passata di pomodoro
100 gr di piselli
chiodi di garofano q.b.
olio extravergine di oliva q.b.
dado
2 foglie di alloro

Esecuzione
Fate la fontana con le due farine miscelate. Versate l’olio, il pizzico di sale e cominciate a versare lentamente l’acqua, incorporando la farina con una forchetta. Attenzione al sale. Non esagerate perché questo indurisce la pasta. Quando la pasta comincerà a stare insieme, cominciate ad impastare con energia utilizzando il palmo delle mani vicino ai polsi. Se necessario, aggiungete acqua o farina. Piegate la pasta su se stessa come quando impastate la pasta all’uovo e non stirate mai troppo l’impasto per non sfibrarlo.
“Massaggiate” con energia per almeno 10 minuti. Ricordatevi che la vostra “palla” di pasta è una cosa viva, dovete volerle bene. Dovrete ottenere una pasta liscia, vellutata e abbastanza morbida. 
Fate riposare una mezz’ora avvolta nella pellicola.
Quando la pasta è pronta, tagliatene un pezzetto e fatene una pallina, quindi sulla spianatoia stendetela con il matterello ad uno spessore di 1 cm. Con un tagliapasta o un coltello affilato, tagliate tante striscioline larghe c.ca 1 cm e coprite il resto della pasta con la pellicola affinché non si secchi



Cominciate a "filare" i pici, rollando la pasta con il palmo delle mani e contemporaneamente stirandola verso l'esterno.



Quando si tirano pici molto lunghi, la tecnica è quella di tirarli da un lato tenendo l'altra estremità con il palmo e piano piano allungandoli fino ad esaurire la pasta. Una volta tirato il vostro picio, fatelo rotolare nella farina di semola o di fioretto affinché non si appiccichi agli altri. Una pasta morbida e riposata si tira con estrema facilità.
( io li ho tirati su un'asse di legno,che ,essendo rotonda,non è risultata proprio pratica come operazione.quindi consiglio l'uso di un'asse di legno almeno rettangolare!)
E ricordate....i pici non devono essere lunghissimi nè tantomeno perfetti e regolari!Questa è la peculiarità e la bellezza di un prodotto creato con le proprie mani...una bella e creativa imperfezione, ma creata con amore!

Io li ho conditi con un ragu' con piselli,dal momento che non ho trovato la Chianina....
Tritate la cipolla,sedano e carota  a dadini.Fate appassire con un filo di olio. Aggiungete la carne macinata e le salamelle e fate dorare da tutte le parti. Versate la passata di pomodoro e i piselli. Sciogliete il dado con un po' di acqua tiepida e aggiungete al ragu'. Insaporite con i chiodi di garofano e le foglie di alloro e fate sobbollire fino a quando si sarà addensato nella giusta misura.

P.s: mentre rollavo l'ultimo pezzo di pasta pensavo...quale sarà il prossimo formato di pasta che ci proporranno di fare? Le trofie?...le orecchiette?...la pasta al ferretto?...tremo al solo pensiero!!!
Intanto, un attimo di follia da picio....


con questa ricetta intanto partecipo al contest


martedì 1 gennaio 2013

Panettone con lievito madre



Ecco qua l'ultimo esperimento dell'anno. Il panettone che ho messo in produzione l'altro ieri e cotto ieri....Questa volta ho provato a seguire la ricetta di Laura che trovate magnificamente spiegata anche qui , con un bellissimo video! Sicuramente è lievitato piu' del panettone precedente,battezzato dal mio caro fratellino,la schiacciata di Natale....ma non sono ancora pienamente soddisfatta! Non è molto alveolato ma vi posso garantire che il gusto e la morbidezza sono davvero garantiti! Per quest'anno direi che puo' bastare con i panettoni,anche se a dire la verità il pandoro non l'ho ancora fatto e  mi sa che mi togliero' lo sfizio anche di quello,anche se è passato il momento natalizio,perchè quando mi metto in testa una cosa...la faccio,eccome se la faccio!!
E questo ultimo panettone accompagnerà le mie colazioni,per addolcire le giornate,visto che domani...si inizia nuovamente dopo le vacanze natalizie....
INGREDIENTI (per 1 panettone da 1 Kg)

Primo Impasto
- 310 gr. farina forte Manitoba
- 160 gr. di lievito madre
- 3 tuorli (circa 55 gr.)
- 50 gr. di acqua
- 90 gr. zucchero
- 75 g burro a temperatura ambiente

Secondo Impasto
- 155 g farina forte Manitoba
- 50 gr. di zucchero
- 3 tuorli (circa 55 gr.)
- 45 gr. di acqua
- 5 gr. di sale
- 10 gr. di miele
- 75 gr. di burro morbido
- 130 gr. di uvetta
- 60 gr. di  scorza di cedro candita
- 60 gr. scorza d’arancia candita (o 120 gr. di canditi misti totali)
- 5 gocce Aroma di Vaniglia


Iniziate rinfrescando il lievito madredue giorni prima rinfrescandolo per 3 volte al giorno: venerdi h.21-sabato h. 8.00-sabato h. 14. In questo modo otterrete un lievito molto più reattivo ed attivo, adatto a ricette in cui è richiesta una gran lievitazione. Fate questi rinfreschi anche con il lievito madre classico.
Quando e’ maturo (3-4 ore dopo l’ultimo rinfresco), iniziate il primo impasto

Primo Impasto (io l’ho fatto la sera)

Nella planetaria mettete ad impastare il lievito naturale (o di birra), l’acqua, la farina e lo zucchero. Iniziate a lavorare e quando vedrete che inizia ad amalgamare unite uno alla volta i tuorli. Aspettate che sia incorporato il primo per mettere il successivo. L’impasto sarà appiccicoso, ma voi continuate a lavorarlo a bassa velocità fino a che non inizia a staccarsi dai bordi e ad  “incordare”. Serviranno circa 10 minuti.
Tagliate il burro a pezzi piccoli ed aggiungeteli poco alla volta al composto di uova, continuando a lavorare. L’impasto si ammorbidirà di nuovo e diventerà ancora appiccicoso.

Continuare ad impastare fino a che l’impasto si  uniforma e si stacca dai bordi della ciotola. Dovrà essere molto elastico e non appiccicoso. Dovrete lavorare a lungo, circa 30 – 40 minuti, in modo che si incordi e diventi lucido e elastico, non abbiate paura di lavorarlo troppo e non vi stancate, altrimenti il panettone non verrà. Per vedere se è pronto, dopo circa 30 minuti prelevate un piccolo pezzo di impasto e allargandolo con le dita si deve distendere, diventare quasi trasparente e non rompersi
 Prelevate adesso l’impasto dalla planetaria, infarinate leggermente il piano da lavoro e cercate di formare una palla. Mettetela in una ciotola e copritela con della pellicola da cucina. Lasciatela lievitare a circa 30° (in forno o con la coperta di pile come vi dicevo sopra) per circa 12 – 15 ore. Deve triplicare di volume.
Secondo Impasto  (io l’ho fatto la mattina successiva)Mettete l’uvetta in ammollo per circa 10 minuti, poi scolatela bene.
 Prendete l’impasto lievitato e mettetelo di nuovo nella planetaria, aggiungetevi la farina e iniziate a lavorare a bassa velocità, poi unite l’acqua, lo zucchero, il sale, l’aroma di vaniglia ed il miele e continuate ad impastare. Quando il composto inizia ad uniformarsi aggiungete uno alla volta i rossi d’uovo, aspettando che sia amalgamato il primo prima di mettere il successivo. L’impasto torna ad essere appiccicoso, quindi lavoratelo fino a che non si staccherà dai bordi. Circa 10 minuti.
A questo punto iniziate ad aggiungere poco alla volta il burro fatto a piccoli pezzi, e continuate ad impastare fino ad ottenere un impasto liscio, ed elastico come dopo la fine del primo impasto. Occorreranno circa 30 – 40 minuti di lavorazione. Fate sempre la prova prelevando un piccolo pezzo di pasta che allargandolo con le dita si deve distendere, diventare quasi trasparente e non rompersi (foto 3)

Aggiungete i canditi, infarinate leggermente l’uvetta ed unitela al composto. Lavorare ancora per pochi minuti a bassa velocità. Potete anche effettuare questo ultimo passaggio dell’impasto a mano.
 Infarinate il piano di lavoro e prelavate l’impasto del panettone. Dategli qualche piega (foto 5-6), poi formate una palla, copritela con una ciotola e la lasciate riposare 30 minuti.
Trascorso il tempo di riposo date ancora un paio di pieghe alla pasta, formate di nuovo una palla e adagiatela nello stampo di carta apposito. La pasta deve riempire più’ o meno un terzo dello stampo. Per uno stampo da 1 Kg. (16 cm di diametro per 12 cm di altezza) ci vogliono circa 1400 gr. di pasta.

Trascorso il tempo di riposo date ancora un paio di pieghe alla pasta, formate di nuovo una palla e adagiatela nello stampo di carta apposito (foto 7). La pasta deve riempire più’ o meno un terzo dello stampo. Per uno stampo da 1 Kg. (16 cm di diametro per 12 cm di altezza) ci vogliono circa 1400 gr. di pasta.
Mettete il panettone a lievitare in un posto caldo come per il primo impasto. Deve aumentare di volume in modo tale da arrivare a circa 2 centimetri dal bordo dello stampo. Io lo lascio lievitare tutto il giorno.

                              
 Cottura  (io lo faccio la sera del secondo impasto)

Tirate lo stampo fuori dal posto dove lo avevate messo a lievitare, stando attenti a non far prendere colpi d’aria al panettone, altrimenti rovinate la lievitazione.
Lasciategli prendere aria per 30 minuti in modo che formi una leggera cuticola asciutta in superficie (foto 8)poi con una lametta molto affilata formate un taglio a croce sulla superficie, e sollevate i quattro lembi. Cioè spicchio per spicchio partendo dal centro sollevatelo, aiutandovi con la lametta nel tagliare la calotta superficiale dal panettone. Fatelo molto delicatamente. Procedete così per tutti e quattro gli spicchi.
 Cospargete la superfici con del burro fuso (cosa che vi consiglio) o adagiatevi una noce di burro al centro (foto 9) poi ricomponete la calotta riposizionando i quattro lembi nella loro posizione originale (foto 10)
Cuocetelo in forno preriscaldato a 190° per circa 50 – 60 minuti. Se vedete che dopo i trenta minuti inizia a colorire troppo la superficie copritelo con un foglio di alluminio, ma non estraetelo dal forno prima del tempo indicato, altrimenti dentro non sarà cotto (foto 11)

Trascorso il tempo di cottura infilzatelo subito alla base con dei ferri da calza e capovolgetelo. Lo potete “appendere” tra due sedie o rovesciarlo dentro una pentola capiente (foto 12) Lasciatelo raffreddare a testa in giù. Questa operazione è molto importante perchè altrimenti si sgonfierà ed il vostro lavoro sarà vanificato!!!

Trascorse 12 ore il panettone sarà ben freddo e pronto per essere mangiato!!!