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mercoledì 24 ottobre 2012

Ravioli di castagne con ripieno di funghi e taleggio



L'avevo detto che erano proprio piaciuti i ravioli fatti con la farina di castagne! E stasera ho bissato ma con un ripieno diverso...e devo dire la verità...sono veramente sublimi!! Vi sembro immodesta? No...è la verità !
Mentre tornavo dal lavoro meditavo su come rendere speciale un ripieno e un condimento che fosse alla sua altezza . Un insieme di elementi, ingredienti, consistenze che si legassero bene tra di loro, senza essere banali ma nemmeno troppo azzardati . Quindi mi sono chiesta , quali possono essere dei sapori autunnali e di montagna che si legano con questo benedetto sapore di castagna? Mi si è accesa una lampadina e cosi ho pensato che il fungo porcino stava proprio bene abbracciato alla morbidezza del taleggio...e come condimento , del semplicissimo burro fuso e per finire una pioggia di cipolle caramellate e prosciutto crudo croccante....mi sembra di aver giocato proprio con le consistenze e particolarità dei sapori vero?
E vi posso assicurare che sono stati gustati fino all'ultimo boccone! Provare per credere.....

Ingredienti ( per 16 ravioli )
100 gr di farina di castagne
100 gr di farina bianca
    2 uova
1 pizzico di sale

Per il ripieno
Taleggio e funghi porcini (secchi o freschi) q.b.
burro q.b.
1 cipolla e fette di prosciutto crudo q.b.
olio extravergine di oliva Dante q.b.

Esecuzione
Mettete a bagno i funghi secchi in acqua tiepida, fino a quando saranno ammorbiditi (foto 1). Strizzateli e passateli con un po' di burro in una padella antiaderente (foto 2) . Una volta cotti tagliateli a pezzettini piccoli e mescolateli al taleggio tagliato a dadini (foto 3) . Con l'aiuto di una forchetta schiacciate fino ad ottenere un composto morbido e compatto .Il formaggio si scioglierà grazie al calore dei funghi (foto 4)

Preparate la sfoglia e farcite i ravioli seguendo le indicazioni che trovate qui...............

Tagliate sottilmente la cipolla e fatela stufare in un pentolino antiaderente con un filo di olio. In ultimo, versate un cucchiaio di zucchero e fatela caramellare . Tagliate a listarelle le fettine di prosciutto e fatele cuocere in un pentolino antiaderente fino a quando saranno croccanti.

E questo è l'interno del raviolo....

con questa ricetta partecipo ai contest






sabato 20 ottobre 2012

Il pane dolce del Sabato...tra note,emozioni e distrazioni....



Tutti i mese l' MTChallenge ci propone di realizzare ricette fantastiche ,che magari mai e poi mai avremmo sognato di cuinare , credendole difficili, complicate , perchè non appartengono alla nostra tradizione,perchè non ne conosciamo l'esistenza.... ma che poi una volta fatte ci siamo complimentate da sole per la buona riuscita! E' difficile per me dire quale sia stata finora la ricetta migliore proposta e infatti non la scelgo nemmeno. Pero' la ricetta di questo mese è fantastica , per tanti motivi : non è solo la ricetta di un pane qualsiasi , ma di un pane che ha anche un significato religioso importante , il pane dolce dello Shabbat, la tipica ricetta Kosher cucinata per la colazione o la merenda del sabato. E poi per una miriade di ricordi legati ai luoghi che parlano della popolazione Ebraica. Quindi il massimo rispetto per questa ricetta che penso tocchi un po' il cuore di tutti, per il suo significato , anche se non professiamo questa religione.
Nella versione originale, quella presentata da Eleonora , il ripieno di questa treccia è fatto di uvetta o uvetta e mela, mentre la copertura è data dai semi di sesamo o di papavero.
E anche questa versione volevo realizzare ma....qui entrano in gioco le note le emozioni e le distrazioni che ho inserito nel titolo!
Forse in questo post non avro' proprio il dono della sintesi , d'altra parte sono cosi' tante le cose da dire e le emozioni da condividere che...spero mi perdonerete....
Innanzi tutto per sentirla piu' "mia" , l'ho cucinata proprio di sabato mattina , e per creare l'atmosfera giusta ho messo un cd con due brani cosi particolari e stupendi che vi consiglio di ascoltare , anche se non siete amanti della musica classica , perchè sicuramente toccheranno il vostro cuore !
La grandiosa Rapsodia ebraica per violoncello e orchestra di Ernest Bloch ,compositore e violinista
svizzero che nei suoi capolavori riprende molti temi caratteristici della musica ebraica e poi il toccante Kol Nidrei del compositore tedesco Max Bruch , che a 4:50 minuti prepara quello che a 5:21 è per me l'apice della commozione ("Kol Nidrei" è il nome di una preghiera ebraica, recitata all'inizio del servizio serale dello Yom Kippur (Giorno dell'Espiazione) , il giorno ebraico della penitenza, che viene considerato come il giorno ebraico più santo e solenne dell'anno.  Il nome deriva dalle prime parole (in aramaico) della preghiera, che significano "tutte le promesse", rappresenta l'annullamento di tutti i voti pronunciati nel corso dell'anno. Il servizio ha inizio con la preghiera di Kol Nidre che deve essere recitata prima del tramonto) ....
Non mi addentro ulteriormente in particolari , anche se rimango affascinata dalla complessità e dai rituali e usanze di questa religione....non la conosco e non voglio fare solo un copia/incolla di notizie trovate in rete.

Cosi' ho iniziato a realizzare questo pane , pero' mentre ascoltavo questa musica non potevo cacciare indietro i pensieri e le emozioni che affioravano nella mente e che ho provato quando siamo stati al Quartiere Marais a Parigi , a visitare la Sinagoga e il Ghetto Ebraico a Roma , il piu' antico al mondo, e ancora maggiormente e intensamente nel  Jüdisches Museum Berlin.....quando una morsa mi ha stretto lo stomaco quando sono salita per la lunga scalinata che portava ai piani superiori del museo.... e poi , stralci di brani di libri che ho letto sulla Shoah , racconti di vita vera di persone sopravissute ai campi di streminio . Dopo il Diario di Anna Frank  che tutti sicuramente avranno letto , ho letto  Ho sognato la cioccolata per anni di Trudi Birger che è la protagonista e l'autrice del romanzo nel quale racconta che solo grazie alla sua voglia di vivere e al suo coraggio, era riuscita a scappare e che nonostante la situazione si dimostrava sempre allegra e gentile, per infondere sicurezza a sua madre, che era la sua unica ragione di vita. Sebbene fosse minuta ma molto graziosa e grazie ai suoi capelli biondi riusciva molte volte a impietosire le guardie, riuscendo a farsi risparmiare o a guadagnare del cibo mangiucchiato. La sua infanzia, è stata terribile, dopo il ghetto di Kovno, fu mandata in un campo di concentramento. Dopo tutte le sue disavventure, comunque continuò sempre a sperare, e di immaginare il suo futuro davanti ad una cioccolata calda, e nella Terra d’Isdraele...... questo libro lo abbiamo letto in spiaggia io, Rino, Alice e Andrea , i miei amici del cuore. Certo, non è mica una lettura da spiaggia direte voi , e vi do pienamente ragione , ma l'avevano consigliato alla mia amica e ce lo siamo passato sotto l'ombrellone in pochissimo tempo. Lo abbiamo letto tutto d'un fiato, con sgomento e tristezza , io ho anche pianto , ognuno chiuso come in una bolla , isolato da tutto e da tutti mentre lo leggeva e rispettavamo questo modo di estraniarsi e alla fine,quando veniva passato di mano in mano, nessuno di noi chiedeva se fosse piaciuto o no perchè bastava guardare gli occhi lucidi per capire quanto avesse toccato il cuore!.....
... e tra note e ricordi mi sono trovata a tirare tre lunghe sfoglie , a farcirle , arrotolarle e intrecciarle , per scoprire ormai quando era troppo tardi , che la treccia era lunga quasi quanto il tavolo e mi ero proprio dimenticata di dimezzare l'impasto per realizzare i due pani....cosi', non potendo rimediare al danno e avendo un forno solo di 60x60...ho dovuto piegare a metà la mia treccia , che ho deciso di spolverizzare con due diversi tipi di semi....
Questa ricetta è stata realizzata seguendo tutte le indicazioni di Eleonora e le regole del contest . Quindi troverete pari pari le sue dosi e il procedimento , mentre in rosso la mia variazione, avendo usato il lievito madre.

Ingredienti per due trecce ripiene:

500 gr di farina 0
2 uova grandi medie (circa 60-62 gr con il guscio)
100 gr di zucchero
20 gr di lievito di birra ( io lievito madre)
125 ml di acqua tiepida
125 ml di olio extra vergine d'oliva Dante
10 gr di sale
100 gr di uva passa
fichi secchi , mandorle , pinoli , noci q.b.
3 cucchiai di miele
un tuorlo d'uovo
un cucchiaio di acqua
semi di sesamo e papavero

Esecuzione
(La sera prima ho rinfrescato il lievito , perchè volevo servire il pane per colazione , altrimenti basta eseguire questa operazione di prima mattina per la sera: nella planetaria ho versato 200 gr di lievito madre ho aggiunto 350 ml diacqua tiepida nella quale ho sciolto un cucchiaino colmo di miele e 500 gr di farina . Ho messo da parte una quantità pari ad una pallina da tennis che usero' per le prossime panificazioni e ho aggiunto altri 100 gr di farina , una tazzina da caffè di acqua nella quale ho sciolto il sale , l' olio, lo zucchero e per ultimo le uova, uno ad uno, fino alla loro incorporazione.  Lasciate impastare fino a quando il composto è "incordato" (foto 1) . L'ho lasciato lievitare tutta la notte coperto da un canovaccio (foto 2) e al mattino il risultato lo vedete nella foto 3.)

Se non usate il lievito madre procedete come segue:
Prima di tutto e importantissimo, setacciare la farina.
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida insieme a un cucchiaino di zucchero e far riposare una decina di minuti fino a far formare una schiuma. Mischiare la farina, il sale e lo zucchero e versarci il lievito e cominciare ad impastare, versare poi l'olio e per ultimo le uova, uno ad uno, fino alla loro incorporazione. Lavorare fino a che l'impasto si stacchi perfettamente dalla ciotola, lasciandola pulita.
Lasciar lievitare per almeno due ore, dopodichè, sgonfiare l'impasto e tagliarlo in due parti uguali. ( io mi sono dimenticata come ho detto di dividere l'impasto e l'ho utilzzato tutto!)
Tagliare poi ognuna delle parti in tre.
Tritate grossolanamente la frutta secca  (foto 1) .Stendere su un piano infarinato ognuna delle parti lunghe circa 35 centimetri e larghe 15. Stendete un cucchiaio di miele sopra ogni parte , versate la frutta secca .
Arrotolarle poi sulla lunghezza, in modo da ottenere tre lungi "salsicciotti" (foto 2) . Unirli da un capo e cominciare ad intrecciare (foto 3) . Spennellate con l'uovo sbattuto .  Ho piegato la treccia a metà e ho sploverizzato su una parte i semi di sesamo e sull'altra i semi di papavero ( foto grande)

Fate cuocere a 200° per 20/30 minuti fino a quando la superficie sarä leggermente dorata.
Lasciate appena intiepidire e tagliate a fette...
A prima vista potrebbe sembrare poco farcito ma vi assicuro che il gusto del pane dolce e la quantità della frutta secca è ben equilibrato...altrimenti sembrerebbe uno strüdel!!

p.s. non l'ho mai fatto ,ma questa volta mi sento quasi in "dovere" di farlo....questo pane cosi speciale lo dedico a Eleonora , per la sua ricetta che ci ha donato e per il significato che rappresenta . A Eleonora che ho anche conosciuto ad un pranzo di blogger lo scorso anno....grazie!!

con questa ricetta partecipo al contest




 

venerdì 19 ottobre 2012

Rose di riso

Vi ricordate la ricetta del riso e latte che avevo pubblicato domenica scorsa ? Forse presa dall' entusiasmo ne avevo preparato un po' troppo e mi era avanzato . E siccome le minestre riscaldate non sempre sono buone , a parte la ribollita , mi sono detta , come faccio a riciclare il riso avanzato senza che storcano il naso? Ho aperto la dispensa e ovviamente dovevo trovare qualche cosa che andasse bene per riproporlo come dolce. Ecco qua che allora ho preso frutta secca e cocco ed ecco qua...chi direbbe che questa ricetta è nata  per caso da un avanzo? Infatti lo hanno gustato senza avere il minimo dubbio che fosse stato riciclato!! Magia in cucina? Un bis di tutto rispetto? No, nessuna magia! Perchè bisogna avere rispetto per il cibo e non si deve sprecare e buttare via niente ! Un po' di fantasia e saper armonizzare gli ingredienti tra loro e...Una vera delizia , per il sapore e le consistenze. E poi ha il sapore delle cose buone, quasi un dolce d'altri tempi....
Se il vostro dolce nasce proprio per essere tale , seguite le dosi che trovate qui per avere penso 6 tortine.
Se nasce invece come nel mio caso , da un avanzo , le dosi e ingredienti sono queste....

Ingredienti
200 gr di  riso e latte
    5 noci
    5 mandorle
    1 cucchiaio di pinoli
    1 cucchiaio di uvetta sultanina
    2 cucchiai di cocco grattugiato
    1 uovo

Esecuzione
Preparate il riso come spiegato nella ricetta . Ovviamente le dosi della frutta secca sono maggiori rispetto a quelle indicate .Se invece vi è avanzato , aggiungete le dosi riportate sopra. Mescolate l'uovo al riso , riducete a pezzi non troppo piccoli la frutta secca , aggiungete l'uvetta che avrete fatto ammollare un po' in acqua tiepida e il cocco (foto2). Versate il composto che dovrà risultare morbido ma non troppo liquido in stampini (foto 3).Un suggerimento: non riempiteli fino all'orlo come ho fatto io, perchè durante la cottura si gonfiano leggermente e quindi escono dallo stampino (foto 4)...cuoceteli a 180° per circa 20 minuti.
Lasciateli raffreddare leggermente ,estraeteli dagli stampini e serviteli subito appena tiepidi....

buon dolce a tutti!!

con questo dolce partecipo al contest di Mela e cannella

“Con questa ricetta partecipo al contest L’Autunno in un Boccone ideato da About Food e Cassandra.it - vendita di prodotti tipici di Alta Gastronomia

mercoledì 17 ottobre 2012

Plumcake marmorizzato allo yogurt

Plumcake allo yogurt marmorizzato , ma cosi sembra che sia lo yogurt ad esserlo... o marmorizzato allo yogurt ....? Comunque sia , questo è il dolcino che ho portato in ufficio lunedi . Non ero molto in forma e in vena di sfornare dolci , ma dal momento che avevo già acceso il forno per cuocere il pane ferrarese (esperimento riuscito ma modificabile in meglio...) , che pubblichero' appena posso , mi sono detta , perchè non iniziare la settimana con qualche cosa di dolce ?
Ovviamente i colleghi sono rimasti contenti ....e ovviamente si aspettano altre dolcezze da parte mia. E ovviamente e sicuramente non rimarranno delusi anche perchè con l'arrivo del freddo è un piacere accendere il forno e sentire che si diffondono per la casa il caldo e il profumo di cose buone che lieeevitano , lieeevitano, lieeeeevitano....
E poi questa ricetta è veramente facilissima , perchè al posto di pesare gli ingredienti , basta utilizazre il vasetto dello yogurt come misura!
Ah , una cosa non ho detto ai colleghi , ma del resto , a differenza delle altre volte, non mi hanno chiesto come avevo fatto , gli ingredienti ecc , quindi....ho taciuto! Lo yougurt che ho utilizzato è quello che faccio in casa , quello con i fermenti "veri" , quelli che al mattino vengono messi amorevolmente nel colino e si aspetta che scenda lo yougurt che hanno prodotto, poi si sciacquano e si ricoprono di nuovo con il latte....e verso il quale hanno sempre storto il naso al pensiero e alla vista !
Pero' il dolce lo hanno apprezzato , quindi....anche se non so come reagiranno non appena lo verranno a scorpire!!!! :-))))

Ingredienti
1 vasetto di yougurt da 125 gr
2 vasetti di zucchero
3 vasetti di farina
1 vasetto di olio extravergine di oliva Dante
3 uova
1 bustina di lievito per dolci
1 cucchiaio di cioccolato amaro

Esecuzione
Montate le uova intere con lo zucchero fino ad ottenere un composto gonfio e chiaro (foto 1). Aggiungete l'olio , e quando è ben incorporato , versate la farina nella quale avrete aggiunto il lievito , mescolando bene e facendo attenzione a togliere gli eventuali grumi ( per evitare potete setacciarla ). Versate metà del composto in uno stampo da plumcake imburrato e infarinato (foto 2) . All'altra metà del composto versate il cacao e mescolate bene . Versatelo nello stampo (foto 3) e con uno stuzzicadente o una forchetta create dei disegni a piacere (foto 4) .Infornate a 180° per 25/30 minuti , lasciate raffreddare lo stampo (foto 5) e togliete la cerniera ......

...servite a fette come nella foto in alto oppure....su Piatto Elegance di Ecobioshopping con la sua forchetta biodegradabile...




lunedì 15 ottobre 2012

Pappardelle alla farina di castagne con panna e funghi



...E queste sono le pappardelle delle quali vi parlavo la volta scorsa  qui . Il condimento mi sembrava proprio scontato che fosse panna e funghi , che si legano bene con il  gusto rustico ma molto interessante della castagna....anche perchè funghi porcini e castagne sono fantastici prodotti tipicamente montani e boschivi...

Ingredienti
100 gr di farina di castagne
100 gr di farina bianca
    2 uova
un pizzico di sale
1 confezione di panna da cucina da 125 gr
funghi porcini secchi q.b.

Esecuzione
La spiegazione la troverete nel  post dei ravioli , fino alla fotografia numero 3...Ho diviso poi il panetto ottenuto a metà e con una parte ho preparato i ravioli e con l'altra le pappardelle .
Dalla sfoglia ottenuta , con l'apposita rotellina per le pappardelle , altro acquisto estivo , ho ricavato 200 gr di pasta che ho fatto cuocere in abbondante acqua salata e condito poi con panna e funghi porcini secchi fatti rinvenire in acqua e fatti cuocere insieme alla panna mentre la pasta cuoceva...

con questa ricetta partecipo ai contest





domenica 14 ottobre 2012

Ris e lat (Riso e latte)



Quando alla sera la mamma metteva in tavola una tazza di riso e latte era una grande festa . Per cosi' poco  direte voi? Si , per cosi poco ,che per me poco non era. Già quando vedevo o preparativi, mi pregustavo quella che per me era una specialità perchè mi sentivo coccolata ed era un grande gesto d'affetto questo.
Per me , che sono cresciuta in una famiglia semplice , abituata ad avere cose semplici , regali solo a Natale , e magari nemmeno quelli che desideravo ma quelli che si potevano avere , è stato normale continuare su questa strada , cioè con il senso del dovere , della parsimonia, del non spreco , ma anche della generosità e dell'altruismo . Fin da piccola sono stata abituata ad avere rispetto per i sacrifici che facevano i miei genitori , ad accontentarmi , a non chiedere piu' di quello che potevo avere anche se magari mi faceva una grande gola vedere che le mie amiche avevano qualche cosa piu' di me. Ma nonostante tutto non cambierei niente della mia infanzia . Il ricordo bello che ho è quello delle grandi tavolate delle feste , quelle fatte in casa con tutti i parenti , perchè mai siamo andati in un ristorante o pizzeria da piccoli . Su queste tavolate si alternavano pirofile con tortelli di zucca , gallina ripiena, alla sera ravioli in brodo ,della gallina , la torta sbrisolona , la trippa o la cassoela e tante altre specialità , dipendeva dalla stagione . O le gite a Pasquetta a fare il picnic con la cugina di mia mamma che avevano un negozio di alimentari , una Posteria come si chiamavano una volta , e che portavano ogni ben di dio da mangiare ed era una strafesta.
Mi ricordo che noi cuginetti a volte avevamo un tavolino per conto nostro e solo da piu' grandicelli eravamo "ammessi" a stare a tavola con i grandi , sempre in fondo al tavolo tutti vicini...e nessuno si azzardava ad alzarsi da tavola prima di aver finito tutto quello che aveva nel piatto. Solo allora potevamo scendere nel cortile condominiale dove non dovevamo fare nemmeno tanto chiasso , ahah , a giocare a Mondo , Rialzo , Un due tre stella , all'Elastico , e a insegnarci filastrocche l'un l'altro, quelle che ci avevano insegnato i grandi . Mi viene una tristezza vedere ora quando i bambini che sono seduti a tavola o al ristorante , che sono immersi nei loro giochi elettronici che manco si accorgono di quello che capita intorno a loro. E il piu' delle volte mangiano mentre schiacciano tasti che quasi non sanno nemmeno quello che hanno nel piatto. Il tutto affinchè stiano zitti e buoni e fermi...Bambini che sanno tutto sulla tecnologia e come si fa ad ammazzare il mostro o altre diavolerie , e io stessa rimango stupita dalla facilità con la quale si destreggiano al pc o con i loro giochini tecnologici ma non sanno cosa è il gioco del Mondo o tutti quelli che facevamo noi da piccoli o alcune filastrocche....
Eppure io non farei cambio per niente al mondo , anche se non ho avuto il Cicciobello, la Barbie e i giochini elettronici , ma una zia pazientissima , la zia Angelina , che mi ha insegnato tante ma tante di quelle filastrocche che ancora le ricordo tutt'oggi! Tutte ovviamente in dialetto .
E questa è una filastrocca tipica del mantovano , che mia mamma , faceva con i miei fratelli , nipotini o figli di amici , per insegnare le parti del viso....seduti sulle ginocchia , con un dito segnava l'orecchio , il naso , la bocca e alla fine il naso con il suo din don dan......

Uregina bèla
so surèla
ugin bèl
so' fradèl
buchina de frà
din don dan campanin de sunà......
(Orecchietta bella ,sua sorella, occhietto bello , suo fratello , bocchina dei frati ,nel senso di portoncino, din don dan campanino da suonare, cioè il nasino.....)

e ora veniamo alla ricetta che è di una semplicità vergognosa. Io non so se esistono versioni differenti, io riporto quella veramente semplice che faceva la mamma....

Ingredienti
300 ml di latte
  50 gr di riso
sale q.b.

Esecuzione
Portate a bollore il latte , versate il riso ,il sale e fate cuocere fino a quando si sarà assorbito quasi del tutto il latte . Il composto dovrà essere cremoso e con il riso non troppo al dente e nemmeno spappolato...
aggiustate di sale e servite.....


con questa ricetta partecipo al contest


Pan moeuj o in süppa



Un po' in ritardo ho scoperto il blog di Elisa e il suo originale e interessante contest...far rivivere le tradizioni popolari attraverso la lingua , la letteratura e il cibo..... io non ho libri ai quali mi sono ispirata , perchè aprendo il cassetto dei ricordi sono uscite filastrocche e ricette semplici e popolari , che anche se siamo in piena era tecnologica non sono affatto demodè e dimenticate....

Crapa pelada l’ha faa i turtèi                                      
ghe ne da minga ai sò fradei,
i sò fradei han faa la fritada
ghe ne dan minga a crapa pelada.
(Crapa pelata ha fatto i tortelli ,non gliene ha dati mica ai suoi fratelli,i suoi fratelli han fatto la fritatta,non gliene hanno data mica al crapapelata)

Con questa filastrocca ci si metteva uno di fronte all'altro , con i pugni chiusi e bisognava indovinare dentro quale pugno era nascosto un sassolino, una caramella....
Pin pin cavalin
sòtta al pè del tavolin
pan poss
pan fresch
mi indovini che l’è proppri quest !
(Pin pin cavallino,sotto il piede del tavolino, pane duro pane fresco , io indovino che è proprio questo.)

Questo invece era un scioglilingua che mi faceva sempre divertire un sacco perchè si faceva a chi lo diceva sempre piu' veloce senza sbagliare!
Tì che te tacchet i tacc
taccom i tacch !
Taccàtt i tacch a tì che te tachett i tacch ?
Taccheti tì i tò tacch , tì che te tacchett i tacch !
 ( Tu che attacchi i tacchi , attaccami i tacchi!Attaccare i tacchi a te che attacchi i tacchi? Attaccati tu i tuoi tacchi tu che attacchi i tacchi!)

Queste sono solo tre fra le tante filastrocche che la zia Angelina , poliomelitica e costretta a stare per tutta la vita su una sedia , mi ha insegnato. La zia Angelina abitava al quarto piano nella stessa nostra palazzina , insieme a sua sorella , la nonna Teresina...vado dalla nonna , gridavo...e su di corsa per le scale , mi mettevo accovacciata di fronte alla lei, chiedendo di insegnarmi le filastrocche , canzoni e raccontarmi qualche cosa....anche se a volte erano sempre le stesse cose , non mi stancavo mai di ascoltare e il tempo passava e passava , non sarei mai scesa ! Questo e tanti altri ricordi , che devo purtroppo sintetizzare , mi resteranno sempre vivi e indelebili nella mia memoria e nel mio cuore . Nei tempi della tecnologia , degli smartphone , ipad e altre diavolerie...è bello far riaffiorare dalla mente racconti e storie che mi hanno fatto crescere e accompagnato durante la mia infanzia, che seppur assolutamente non tecnologica di quanto non sia ora per certi bambini e ragazzi , mi ha fatto ugualmente crescere e apprezzare le cose semplici che ti rimangono nel cuore perchè sono piene di valori e insegnamenti....

e ora veniamo alla ricetta che è comunemente conosciuta come pancotto.
Questo è un piatto che mia mamma mi cucinava da bambina , e poi anche un po' piu' grande dai , e mi piaceva davveo cosi' tanto ! Per me era visto come una vera specialità , un qualcosa che mi coccolava , per la sua consistenza , calore , gusto . Non posso descrivere a parole quello che provavo . Era un'insieme di sensazioni che mi facevano star bene e sentire amata . E si capiva quando lo avrebbe cucinato...bastava che andassi in cucina e posassi lo sguardo sulla cucina del gas , ed ecco che vedevo un pentolino con a bagno la michetta vecchia e secca , che man mano , col passare delle ore , diventava morbida e gonfia.....Mi ricordo che la nonna paterna , milanese , lo chiama el pantrid , e la nonna materna , mantovana el pancott o panada...
La differenza stava nella tipologia del pane : nella zuppa di pantrid , si usava il pane trito , grattugiato , nel pancotto o panada , la michetta vecchia veniva fatta rinvenire in acqua e poi cotta nel brodo....
SAT GHE' AL PAN MA MIA I DENT , FA NA PANADA....( se hai il pane ma non hai i denti , fatti una panada)....
Questo è un piatto veramente povero . Curiosando in rete , non ho trovato molte notizie . Ma penso che comunque sia , ogni regione d'Italia abbia il suo pancotto....nato appunto come piatto povero , perchè non si doveva buttare via niente , e come tuti i piatti poveri , nati dall'utilizazre quel poco che era disponibile , questo è nato per non buttare via il pane secco . Quindi come base ha il pane secco , e anche qua , avendo ogni regione il suo pane tipico , ecco che anche questa ricetta si differenzia un po' nel gusto e nella consistenza . Ma poi , ogni massaia , ci aggiunge del suo ed è come se ci fossero un'infinità di ricette....
In Toscana , si usa il pane sciocco , cioè senza sale , l'aglio , grana grattugiato , uova e un filo di olio d'oliva .
In Puglia , si aggiunge il finocchietto selvatico , aglio, pomodori perini , patate .
Il Pancotto alla romana , con aglio , pomodori e pecorino.
Invece curiosamente , ho trovato che ad Assemini , la panada è una sfoglia con ripieno di carne e piselli.....
Le mie ricerche finiscono qua....anche se per me , il pancotto piu' buono , era quello che mi faceva la mamma , semplicemente fatto di pane , brodo , grana grattugiato e un filo di olio d'oliva....la semplicità assoluta . Quello che anche lei mangiava da bambina , quando nulla andava sprecato . E anche a lei , mi raccontava , piaceva tanto....o forse , visti i tempi e le possibilità economiche , doveva farselo piacere....Comunque sia , sono contenta che mi abbia fatto amare questo piatto semplicissimo , che ancora adesso ogni tanto si cucina ,  e che ogni tanto cucino per me. Si , perchè nonostante lo abbia fatto assaggiare a marito e figlia...non ho ottenuto un gran successo. Cosi me lo preparo e gusto "in solitaria" , come lo vedevo preparare dalla mamma , mentre loro si mangiano qualcos'altro...e la mia mente torna indietro nel tempo , che meraviglia.....e che peccato non lo apprezzino...

Ingredienti
1 michetta ( o altro tipo di pane raffermo)
brodo q.b.
grana grattugiato
olio extravergine di oliva Dante q.b.


Esecuzione
Mettete a bagno almeno un'ora , il pane raffermo in un pentolino di acqua , fino a ricoprirlo . Una volta che si è ammorbidito del tutto , accendete il gas e aggiungete un dado . Fate cuocere fino a quando si sarà sciolto il dado e ben cotto il pane . Impiattate aggiungendo una generosa grattugiata di formaggio e un filo di olio extravergine di oliva . Il fantastico e semplice risultato lo potete vedere nella fotografia in alto....


con questa ricetta partecipo al contest


sabato 13 ottobre 2012

Ravioli alla farina di castagne con ripieno di ricotta e frutta secca

 Il titolo della ricetta è proprio lungo , ma vigarantisco che la preparazione è stata assai piu'breve!
Come mi piace il contest di Cinzia e Valentina !! E' vero che su alcune persone l'autunno ha un influsso un po' negativo e altalenante sull'umore , io in primis , quando ci sono quelle giornate con la gnagnera , che non si ha voglia di fare niente , di vedere nessuno , di stare per i fatti propri, che hai le lacrime in tasca....pero' di bello ha che è un tripudio di colori che fanno invidia alla tavolozza di un pittore , e di profumi dei prodotti tipici di questa stagione.
Oggi avevo voglia di preparare qualche cosa di speciale e provare uno stampino che ho acquistato questa estate , che non avevo ancora utilizzato, cosi' ho preso la farina di castagne e via...mentre preparavo questi ravioli e sentivo il profumo della castagne arrivarmi sotto il naso , bè , ho pensato subito alla montagna , alle passeggiate nel bosco , alla sua atmosfera magica , ai profumi ...e mentre gli altri se ne andavano in cerca di castagne , io me ne stavo seduta su un sasso coperto di muschio,avvolta nel silenzio piu' assoluto , interrotto ogni tanto dal tonfo di qualche riccio che cadeva dagli alberi , sperando che non capitasse proprio sopra la mia testa, da qualche risata per una scivolata a terra , il rumore dei rami secchi spezzati sotto le suole degli scarponi...a godermi il panorama che mi circondava , fatto esclusivamente da colonne di alberi , con le foglie multicolori per terra che attutivano i passi ,piccoli animaletti che zampettavano tra le foglie ...e nel silenzio pensavo e pensavo....e poi alla sera a tagliare e mangiare castagne fino a scoppiare , accompagnate da un bel bicchiere di vin brulè accanto alla stufa....bè a furia di pensare a queste cose mi sono ritrovata con la pasta sfoglia già belle che tirata!! Direi che è stato rilassante tutto questo....e ora ,chiudiamo il cassetto dei ricordi e veniamo alla ricetta !
Una piccola premessa: siccome le cavie delle mie sperimentazioni sono marito e figlia, e non potevo sapere  se questo accostamento di sapori e consistenze fosse di loro gradimento , ho fatto come faccio di solito e ho già spiegato la volta scorsa,cioè ottimizzo tempo e risorse. Cosi' da questo impasto sono nati solo 10 ravioli e 200 gr di pappardelle. Si, perchè ho detto,alla mal parata,la pasta la condisco con burro e via....A pranzo, il tempo di scattare la fotografia al piatto e....8 ravioli sono stati fagogitati dalla figlia e uno a testa tra me e mio marito...Ma che buoni , perchè non ne hai fatti di piu' , rifalli un'altra volta , ma che buoni!! Ed è stata una caccia all'ingrediente contenuto nel ripieno....tutti scovati !
Insomma , non finivano piu' di elogiarli , ma sta di fatto che quella che è uscita col palato piu' soddisfatto è stata Alice....
Questi ravioli sono davvero speciali , e non perchè li ho preparati io , ma perchè ci sono una serie di sensazioni e di consistenze date dal sapore fantastico della farina di castagne , dal gusto delicato della ricotta , e dalla croccantezza e dal gusto della frutta secca che.....ne vale davvero la pena preparare !
E la foto delle pappardelle ?....Nel prossimo post ovviamente !

Ingredienti per 10 ravioli ( e 200 gr di pappardelle)
(volendo si possono preparare una 20 di ravioli)
100 gr di farina di castagne
100 gr di farina bianca
    2 uova
un pizzico di sale

per il ripieno
150 gr di ricotta fresca
mandorle,noci,pinoli,uvetta sultanina q.b.

burro e foglie di salvia q.b.

Esecuzione
Versate le farine precedentemente mescolate su un piano di lavoro e fate al centro la fontana . Sgusciate 2 uova e aggiungete un pizzico di sale (foto 1). Raccogliete man mano la farina con una forchetta partendo dal centro .Qaundo le uova saranno assorbite continuate ad impastare con le mani (foto 2) fino ad ottenere un panetto morbido ed elastico (foto 3) , che lascerete riposare per una ventina di minuti coperto da un canovaccio. Preparate il ripieno tritando la frutta secca in quantità variabile secondo i vostri gusti (foto 4 e 5),aggiungete la ricotta e mescolate bene fino ad ottenere un composto morbido.
Tirate la sfoglia con il matterello non troppo sottile e sulla parte superiore o inferiore , con uno stampino segnate leggermente la forma (foto 6) , questo per evitare di mettere troppo ripieno che poi uscirà durante la cottura.Adagiare un cucchiaino di ripieno su tutto l'ovale della pasta (foto 7) , ricoprite con l'altra metà della sfoglia (foto 8) , schiacciate delicatamente lungo i bordi del raviolo per far uscire l'eventuale aria e con lo stampino realizzate i ravioli (foto grande)

Mettete a bollire una pentola  capiente di acqua,salatela e imemrgete delicatamente i ravioli . Quando saranno cotti , ci vorranno almeno 10 minuti, scolateli delicatamente e conditeli direttamente in un piatto da portata versando sopra burro fuso con la salvia.....


con questa ricetta partecipo ai contest


Gnocco fritto con salumi


Il bello dei fine settimana è che a differenza delle persone "normali" che ribaltano la casa da cima a fondo per pulire , lavare , rassettare , fare la spesa ecc....la blogger temporeggia , uso un termine educato per rendere l'idea , tra le pagine del blog suo e altrui , sistema le fotografie e...disaaaastro! Ho trovato tra le bozze proprio questo post che giaceva da giugno o luglio o boh... in attesa di essere pubblicato!
Una precisazione....non è che la blogger in questione , cioè io , non pulisce la casa da cima a fondo,non rassetta e non fa la spesa . La blogger in questione ha la fortuna di avere un marito che nei momenti liberi da prove e concerti , fa la spesa , cucina e sbriga le faccende di casa mentre la moglie è al lavoro. Quindi ci alterniamo piu' o meno equamente nello svolgimento delle mansioni domestiche. E siccome è veramente bravo, in tutto questo,  lo abbiamo soprannominato Mrs Doubtfire , come il personaggio dello spassosissimo film con R.Williams che adoro ! Il marito in questione grazie al cielo , non necessita di travestimenti o altro ...ahahah....e va da sè che quando son sola , i ruoli si invertono...
Visto che il post era già abbozzato considerando il periodo torrido per il quale era nata la ricetta...ve la posto cosi com'è , perchè non sembrerebbe strana la voglia di gnocco fritto in questo periodo autunnale, con le foto belle chiare e soleggiate con un piattone di salumi , quando invece si cominciano a preparare piatti piu' corposi,caldi e tipicamente autunnali?

 Mi hanno " proibito " di utilizzare il forno . Certo , con Minosse ancora tra i piedi , è un po' da masochisti e sadici accendere il forno ! Ma il mio bellissimo lievito madre che rinfresco ogni 3/4 giorni , va utilizzato e quindi....non ti cuocio in forno ? Allora ti friggo! Ed ecco un buonissimo gnocco fritto , gonfio , morbido , per niente unto ....ad accompagnare o ad essere accompagnato da buonissimi salumi .
Le dosi questa volta sono io a non saperle....perchè quando rinfresco il lievito madre , ne metto da parte un po' , circa la grandezza di una pallina da tennis , e il rimanente lo utilizzo...
Qui riporto le dosi dell'impasto che facevo solitamente prima di avere il lievito madre...per il prossimo gnocco fritto che faccio prometto di pesare per bene gli ingredienti!

Ingredienti
500 gr di farina
350 ml di acqua
   1 panetto di lievito ( io il lievito madre )
un pizzico di sale
un pizzico di zucchero
olio per friggere q.b.

Esecuzione
Sciogliete in un po' di acqua tiepida il panetto di lievito aggiungendo un cucchiaino di zucchero . Mescolate e lasciate che formi una schiumetta.
Aggiungetelo alla farina , con un pizzico di sale

venerdì 12 ottobre 2012

Risotto "tortelloso"



Tempo di zucche ! E allora ecco che da brava metà mantovana cominciamo a riproporre i classici tortelli di zucca (qui proposti con un concimento alternativo) ,  risotti , pasta , gnocchi , torta e crostatine  (qui in versione monoporzione)....Siccome non è sempre facile reperire una zucca che sia veramente buona come dico io , quando la trovo faccio ripieno a volonta' per preparare tutto quello che ho elencato sopra e quello che avanza lo surgelo perchè non si sa mai! E questo risotto l'ho preparato con appunto quel si sa mai! Un risotto dal sapore rustico ma anche delicato, curioso e insolito ... appunto condito con il ripieno che si usa per i famosi tortelli di zucca mantovani. Cosi potremo gustare un ripieno ricco di sapori e sfumature.
Un risotto che conquisterà i palati piu' esigenti e curiosi . Dai caldi colori autunnali 

Ingredienti
50 g di riso per risotti ( a persona)
1 piccolo scalogno
olio extravergine di oliva Dante q.b.
brodo vegetale Brotec ST SA di Tec-Al q.b.
1 bicchiere di vino bianco secco

per il ripieno
  1 fetta di zucca mantovana
10 amaretti
mostarda mantovana di mele q.b.
grana grattugiato q.b.
 
Esecuzione
Mettete sulla placca del forno la fetta di zucca e fatela cuocere fino a quando sarà morbida . Io evito di cuocerla a vapore o in acqua perchè risulterebbe troppo acquosa . Tagliate la buccia e sciacciate la polpa con uno schiacciapatate. In una ciotola unite gli amaretti sbriciolati , la mostarda e una generosa manciata di grana grattugiato . La quantità dipende dal vostro gusto .
Coprite e lasciate riposare il ripieno (anche se sarebbe meglio prepararlo il giorno prima per dar modo a tutti gli ingredienti di insaporirsi e amalgamarsi tra loro) ....mentre preparate il risotto
In un tegame fate stufare lo scalogno con un po' di olio extravergine di oliva . Aggiungete il riso e fatelo tostare . Versate il bicchiere di vino bianco e fatelo sfumare . Aggiungete il brodo caldo poco per volta , solo quando quello precedente sarà stato assorbito  dal riso . Cinque minuti prima della fine della cottura aggiungete il ripieno di zucca che avete preparato precedentemente e amalgamate il tutto.

con questa ricetta partecipo ai contest










mercoledì 10 ottobre 2012

Open Kitchen Magazine

Ecco qua...il giorno tanto atteso è arrivato. E purtroppo, come tutte le volte, devo aspettare fino a sera prima di mangiarlo con gli occhi subito e poi sfogliarlo con calma , visto che alle 12 in punto, quando esce sul web io sono al lavoro!

Il nuovo numero del nostro Magazine è a vostra disposizione! Sempre ricco di idee, ricette originali , della tradizione , curiose....e sicuramente tutte da provare e da proporre ai vostri ospiti.
E tutte le volte è un'emozione anche per noi che ci abbiamo lavorato, perchè fino all'ultimo non sappiamo proprio come sarà la copertina, l'impaginazione, chi sarà il personaggio famoso intervistato , la sequenza e le fotografie delle ricette proposte....e immancabilmente rimaniamo a bocca aperta e soddisfatte del lavoro svolto. E non possiamo fare altro che congratularci tra di noi e dopo i primi momenti di gloria, rimboccarci subito le maniche per organizzare l'uscita del numero successivo! E qui si scatenano le proposte e le idee vulcaniche di tutte noi con un entusiasmo che è quasi difficile contenere!  
Ma ora sfogliate con calma questa nostra creazione, della quale vado molto fiera perchè tutte noi ci siamo profuse con costanza,impegno ed entusiasmo, e che ora vorremmo condividere con tutti voi.
Se vi piacciono i risotti , alle pagine 74 -78 e 82 troverete le mie ricette per le quali ho utilizzato l' olio extravergine di oliva Dante e per il tris di risotti 3 diverse creme ai tartufi di Sulpizio tartufi.......

e alle mie "colleghe" di pentole e fornelli , pirottini e stampi vari....complimenti per le vostre bellissime ricette!


martedì 9 ottobre 2012

Pappardelle al caffè con burro fuso e pinoli tostati



Visto lo stile di vita iper caotico nel quale sono sempre immersa mio malgrado, con qualche boccata d'aria che mi prendo o che arriva ogni tanto ,che mi permette di fare veramente quello che voglio e che mi piace, cioè cucinare e aggiornare il blog , fotografare, leggere , ricamare...continuo ad applicare questa tecnica : se c'è qualche contest che mi intriga e incuriosisce, cerco di preparare dei piatti che possano essere conditi e serviti con diversi ingredienti e impiattamenti...opppss....mise en place!! Infatti quando preparo pasta fresca, ravioli, sfoglie, ne faccio sempre in misura tale da essere utilizzate almeno un paio di volte! Questo si chiama ottimizzare il tempo e le risorse .Cosi, queste fantastiche pappardelle al caffè che ho già postato condite con una deliziosa fonduta e gherigli di noce , ora ve le propongo condite con del semplicissimo burro fuso con dei croccanti pinoli tostati e una generosa spolverata di pepe nero!
In modo semplice, cosi da assaporare fino in fondo il delizioso aroma di caffè e la ruvidezza della pasta.

Ingredienti
100 gr di farina
    1 uovo
    1 cucchiaino di caffè macinato
1 pizzico di sale
burro e pinoli q.b.
pepe nero di Tec-Al q.b.

La procedura per la preparazione la potrete trovare qui

con questa variante partecipo al contest



sabato 6 ottobre 2012

Pappardelle al caffè con fonduta di formaggio e noci


Oggi è la giornata brown....Da quando mi è venuta l'idea di preparare qualcosa di strano e gustoso, al piatto finito, è passata solo mezz'ora di tempo...Quindi, per chi pensa che preparare la pasta in casa,tirare la sfoglia e realizzare tagliatelle o altro sia un lavoro lungo,faticoso e difficile , si sbaglia di grosso!
Poi la soddisfazione di vedere un piatto di pasta fresca preparata da noi stessi al posto di aprire una confezione già pronta e versata nell'acqua, è impagabile!
Ho la macchina per tirare la pasta, ma per pura pigrizia non avevo voglia di montarla e cosi' ho deciso che ci mettevo meno tempo a tirare la sfoglia a mano!
Per quanto riguarda il condimento poi, oggi mi sono accorta che avevo una fettona di Toma alpina che faceva bella mostra di sè sul ripiano del frigorifero....cosi' non ho potuto fare a meno di utilizzarla anche per questa ricetta!
Il profumo del caffè che si sprigionava mentre tiravo la sfoglia era davvero invitante. Poi questa estate ,al mare, ho scovato una bancarella che vendeva pirottini,stampi,rotelle per tagliatelle e pappardelle....inutile dire che ho fatto un po di acquisti vero?!
Cosi, con il mio taglia pappardelle la preparazione è stata piu' veloce. La sfoglia lasciata leggermente spessa, per assaporare al meglio il gusto del caffè e renderla piu' rustica....la fonduta di formaggio con i gherigli di noci tagliati a pezzettini, hanno completato il tutto!
Gustata alla grande ma anche con un consiglio....e se provassi a farla con un sugo piu' delicato? Ok allora....
visto che ne è avanzata giusto una porzione, domani si studierà che condimento utilizzare nella versione piu' sofisticata e leggera...

Ingredienti
100 gr di farina bianca
    1 uovo
un pizzico di sale
    1 cucchiaino di caffè macinato

Esecuzione
Versate la farina sulla spianatoia e fate al centro una fontana nella quale sguscerete l'uovo, il pizzico di sale e il caffè (foto 1). Raccogliete la farina con una forchetta partendo dal centro . Impastate con le mani e create un panetto compatto e morbido (foto 2) che lascerete riposare coperto da un canovaccio per il tempo necessario per preparare il condimento (foto 4). Stendete la sfoglia con il mattarello, in modo non troppo sottile (foto 3). Con il taglia pappardelle ricavate la pasta (foto 5) che andrete a cuocere in abbondante acqua salata . Essendo fresca non ci vuole molto .

Scolatela delicatamente e conditela con la fonduta di formaggio e noci....deliziosa!

con questa ricetta partecipo al contest