E mentre sei li che aspetti, certi pensieri ti entrano di prepotenza e con violenza senza che tu possa far niente per evitarlo. Non vuoi che entrino, li vuoi scacciare ma porca miseria son già dentro di te. E ti rivedi quando di corsa eri al pronto soccorso per un'altra persona, tuo padre, e i medici che ti mandano fuori e ti rimandano a casa, signora è inutile che stia qui. Una, due, tre volte...ho perso il conto di quante volte gli ho stretto brevemente la mano per incoraggiarlo. Mentre aspetti, guardi quell'anziano solo, che con la camicia a scacchi, mezza fuori e mezza dentro, i pantaloni con la patta un po' aperta, la barba lunga e lo sguardo stanco, che trascina i piedi, chiede, infermiera io sono stanco, quando mi dite qualcosa. E ripenso a mio padre, di come si sentiva solo quando io non c'ero.
Allora senti un gran male dentro, pensi che forse potevi fare di piu', che dovevi rispondere al dottore, no io non me ne vado, pensavi di essere "guarita" dal periodo di lutto, di dolore, dei ricordi, ma non è cosi'. Ma non puoi liberartene. Non qui e non in questo momento. Perchè c'è un'altra persona importante della e per la tua vita, che sta male. E attendi, il tempo passa, la stanchezza ha quasi il sopravvento. Arriva un certo punto, che nei pronto soccorso, ad una certa ora, sembra che il tempo passi al rallentatore, come se la vita ti concedesse un attimo di calma, di ripresa di spazio, si abbassano le luci delle stanze dove i pazienti sono in osservazione, si abbassano i toni delle voci, si abbassano i respiri, i passi gommosi degli infermieri, come se fluttuassi nell'aria. E quando ti dicono che puoi tornare a casa ti sembra di ritornare coi piedi per terra, nel mondo colorato e rumoroso di sempre.
E oggi, mentre lui riposa e recupera le forze, e anche tu vorresti recuperarle, non ce la fai, perchè non lo perdi di vista, scruti il suo respiro e il suo viso, che se anche ti ha detto che sta bene, un po' sbattuto è!, e sei qui a scrivere "due righe". Lasci andare la voce dei tuoi pensieri ed emozioni, a getto, quello che all'inizio volevi scrivere non lo ricordi nemmeno piu'. Prima che qualche altra cosa ti devi il cammino. Perchè oggi vuoi una strada dritta e liscia.
Per pranzo hai portato in tavola un passato "speciale", per ingredienti ed emozioni ma di esecuzione semplice quasi imbarazzante. Hai voluto dare un aspetto rustico con la grattugia e il macinino vecchi che lo zio voleva buttare via. Mentre lui era seduto sul divano e ti guardava in silenzio, e ti ha fatto quasi paura questa sua "assenza", hai posizionato tovaglia, e tutto il resto, e fotografato. Con gesti lenti, attenta ad ogni dettaglio, senza premura, dai che si raffredda. Perchè forse hai capito che ogni momento della vita è prezioso e va vissuto per quello che è. Perchè la vita ti dà ma ti toglie anche. Sempre quando meno te lo aspetti. E se all'inizio volevi presentare un "semplice" passato, anche questo quello dei ricordi, ora ha cambiato significato e lo arricchisci con altri ingredienti che sai che gli fanno bene, che sei andata a comperare apposta per lui.
Un passato, che non è solo una forma verbale, un modo di definire un tempo che non torna piu', che hai vissuto e lasciato alle tue spalle, e che tutte le volte che sei vulnerabile ti sorpassa e ti ritorna davanti e ti presenta sempre il conto, quasi con un ghigno di sfida.
E mentre "decoravo" il mio piatto, con una calma e lentezza che non erano da me, pensavo alle consistenze e ai colori di quello che stavo aggiungendo. E ad ogni cucchiaiata era una dolce sorpresa per il palato. L'amaro dei cubetti di scorzonera, come certi momenti della vita. Il dolce e colorato sapore delle albicocche, come i momenti felici e solari. Il croccante dei semi di zucca, come i momenti "leggeri della vita"" che ti sorprendono. Il verde degli spinaci, come la speranza che a volte perdi per strada. La forma stupenda dei broccoletti, piccoli alberi, magia della natura...
Un passato caldo, confortante, che ti mette per un attimo in pace con il mondo e con la vita. Che è cosi' effimera, a volte ingiusta, che ti mette alla prova, sempre, nel bene e nel male. E ti rendi conto di essere a volte spettatore a volte protagonista degli eventi. Belli e brutti. Di essere come parte di un gioco dove c'è chi perde e chi vince. Una volta te e una volta me. La vita che a volte benedici e a volte maledici.
Qui, l'infografica che ci ha preparato Dani di Acqua e Menta ...
Ingredienti
Verdure miste (carota, verza, zucchina, cipolla, sedano, porro, zucca, lüertis, patata, piselli, fave, fagioli borlotti)
Sale q.b.
per guarnire
Broccoletto, radice di scorzonera. albicocche secche. spinaci freschi, semi di zucca. olio extravergine di oliva, grana grattugiato
Esecuzione
Mettete a bagno i fagioli come riportato sulla confezione. Fate cuocere a vapore il broccolo e la radice di scorzonera separatamente. Lavate qualche foglia di spinacio.
Tagliate le verdure miste e fatele cuocere in una pentola capiente, aggiungendo sale q.b.
Passate con il mixer. Servite guarnendo con una cimetta di broccoletto, qualche dadino di scorzonera, un'albicocca tagliata a cubetti, una manciata di semi di zucca, gli spinaci tagliati a julienne, un filo di olio extravergine di oliva, grana (facoltativo)
Tutto questo, queste emozioni, questi pensieri, questo piatto, per una parte di vita trascorsa al ps, e per partecipare alla sfida del mese per l' Mtc, con il tema lanciato da Vittoria del blog La cucina piccolina. Che cascasse il mondo, all'ultimo momento, con le lacrime agli occhi, col fiatone, col sorriso, con mila mila ricette, con una sola, Spenta, carica, sui gomiti...mi apre sempre le braccia. E io mi lascio accogliere e trasportare...come di leopardiano Canto.. "Cosi tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragare m'è dolce in questo mare"
Con questa ricetta partecipo alla sfida n. 53 di Mtc
Mi si sono riempiti gli occhi di lacrime... mi sono tornati davanti agli occhi i giorni che hanno preceduto il saluto al mondo di mio nonno... e ti ho abbracciata virtualmente. Avevo appena fatto un commento sui props nel gruppo ammirandoli prima di averti letta e nemmeno immaginando cosa potessi aver scritto nel post e cosa avevssi passato e un pochino me ne vergogno. Per me hai gia' vinto tu. Un abbraccio a te e a lui che sta bene e si riposa. Valentina
RispondiEliminaMi si sono riempiti gli occhi di lacrime... mi sono tornati davanti agli occhi i giorni che hanno preceduto il saluto al mondo di mio nonno... e ti ho abbracciata virtualmente. Avevo appena fatto un commento sui props nel gruppo ammirandoli prima di averti letta e nemmeno immaginando cosa potessi aver scritto nel post e cosa avevssi passato e un pochino me ne vergogno. Per me hai gia' vinto tu. Un abbraccio a te e a lui che sta bene e si riposa. Valentina
RispondiEliminaEcco...ci sei riuscita a farmi piangere....perché hai descritto sensazioni che tutti abbiamo purtroppo provato. Ed io negli ultimi anni ho fatto un abbonamento con il pronto soccorso e con quella fitta al cuore e il fiato che sembra non esistere più. Ma hai messo a fuoco che tutto questo deve scrollarsi da un torpore esistenziale che troppo spesso ci allontana dalla "vita". E la tua zuppa la rispecchia nei suoi mille e semplici colori....sei una continua scoperta per me, come cuoca certo ma soprattutto come persona.
RispondiEliminaAntonella non c'è tanto da dire, la ricetta è bella, ma qui c'è molto di più. Un abbraccio a te e a Rino godetevi un oo' di riposo e spero anche un po' di serenità. Insieme. Questo è quel che conta di più.
RispondiEliminaDai, Anto... se la reazione ha l'aspetto di questa zuppa, vi aspettano giorni pieni di cose lente e belle. un "passato" che diventa annuncio di un futuro fatto di consapevolezza e di amore. Che poi, a guardar bene, è l'unica cosa che conti. Un abbraccio stretto
RispondiEliminaAntonella, sappi che, per quel poco che può contare, sei avvolta nel nostro affetto.
RispondiEliminaChe sarà semplice ma è potente, come potente è il tuo passato di verdure buonissimo, che è uno dei piatti preferiti della mia truppa.
un abbraccio fortissimo
Anto, ho letto tutto d'un fiato eppure sapevo che era andato tutto bene e dentro di me ero già tranquilla. Ma questi ometti che ci fanno sempre preoccupare. E per fortuna che non li consoliamo solo con le parole, ma li amiamo anche con i gesti, con il cibo, una coperta calda e taaaaaaaantissima pazienza :-P
RispondiEliminaIl tuo passato mi piace molto, anche senza quel bel prato fiorito, ma quanto mi intriga quell'albicocca...
Un abbraccio forte anche a Rino.
Kika
Anto tesoro come sarebbe bello nei momenti difficili poter correre una dall'altra per confortarsi e dividere il peso. Per me la cucina è un modo di alleggerire il peso e non sai quanto ho cucinato quest'estate.
RispondiEliminaLa zuppa è proprio un piatto che conforta e coccola e la tua è un trionfo di colori e sapori. Meravigliose le caccavelle dello zio!
Anto tesoro come sarebbe bello nei momenti difficili poter correre una dall'altra per confortarsi e dividere il peso. Per me la cucina è un modo di alleggerire il peso e non sai quanto ho cucinato quest'estate.
RispondiEliminaLa zuppa è proprio un piatto che conforta e coccola e la tua è un trionfo di colori e sapori. Meravigliose le caccavelle dello zio!