E quando pensi che magari molli tutto, ecco che arriva un input che ti fa dire, no dai, andiamo avanti. E ti rimetti di nuovo in gioco. Cosi' lasci un attimo da parte i tuoi pensieri e non voglia, la tua apatia e...ti ritrovi a leggere con curiosità la sfida del mese, con un tema bellissimo, che sembra facile ma...non bisogna uscire con la solita frase, che zuppa, la solita minestra o altro intercalare. Questa è una signora sfida, lanciata da Vittoria Traversa, che ha vinto quella del mese di novembre per l'Mtc.
Perchè minestre, zuppe, passati, potage, vellutate, sono sorbiti in quasi tutto il mondo e in tutte le versioni tipiche del luogo. C'è chi ha la ricetta di famiglia, quella della tradizione, quella "azzardata", maritata, o no. Ma quando si ha davanti un piatto di minestra fumante, si fa la pace con il resto del mondo. Perchè conforta, riscalda, nutre, perchè semplicemente si.
E Annalena e Dani hanno riassunto in una bellissima infografica tutte le zuppe dal mondo. Guardate che meraviglia!
Fin da piccola ho imparato ad apprezzare la bontà delle minestre e passati fatti rigorosamente in casa. D'estate poi, in montagna, mi ricordo che ci sedavamo nel cortile o sul balcone, a sgranare piselli, fagioli, mondare le foglie delle biete, cipolle e tutto l'occorrente, rigorosamente coltivato nell'orto vicino a casa. Si chiacchierava del piu' e del meno, si "spettegolava", le chiacchiere di paese, si ricordavano i vecchi tempi, i figli che crescevano...io e la mia amica Luciana che avevamo "voglia di libertà" ma erano altri tempi e tutta questa libertà non ce la davano, e allora sognavamo di quando saremmo state piu' grandi "che potevamo fare tutto quello che volevamo"...
Il profumo di minestrone che si sentiva quando ci si avvicinava a casa, o quando, finite le vacanze, ritornando da scuola aprivi la porta di casa, era impagabile e me lo ricordo ancora adesso. E chi trovava la crosta del grana, si sentiva privilegiato, e doveva poi, suo malgrado, condividerla con i fratelli o sorella, dipendeva dal fortunato vincitore! Quasi sempre con il riso dentro, o il passato con i crostini dorati, anche quelli fatti con il pane avanzato. Una poesia in tavola! Non come adesso che basta aprire una busta surgelata e far passare per minestrone il contenuto, o peggio ancora, le zuppe e i minestroni in barattolo! Dobbiamo riportare sulle nostre tavole i sapori genuini, autentici e stagionali che per "comodità" abbiamo dimenticato, non io pero'. Non ci si ammazza di fatica a preparare un minestrone con le verdure "vere", dell'orto o acquistate. Il risultato è davvero diverso nel gusto e nel portafoglio.
Qui le infografiche di Dani di Acqua&Menta
La mia proposta per questa sfida, é una semplicissima ma profumata minestra "mista", con cereali che ho acquistato quando sono stata in un blog tour in Garfagnana, e zucca e patate di una contadina che ho la fortuna di avere abbastanza vicina a casa.
E anche oggi, sono ritornata indietro nel tempo, con questo semplice piatto...
Ingredienti
100 g farro
100 g lenticchie
100 g orzo
150 g zucca
1 patata
brodo di verdura
alloro, olio extravergine di oliva, sale e pepe q,b,
pasta di pane (io con lievito madre)
semi di sesamo
Esecuzione
Preparate un brodo di verdura, che aggiungerete alla minestra o che condirete e consumerete a parte.
A freddo, mettete tutti gli ingredienti, zucca e patata tagliate a cubetti, l'alloro e fate cuocere per 45/50 minuti.
Ho servito tutto quanto in ciotole di terracotta, per rendere piu' "rustico" il risultato...un filo di olio extravergine di oliva, e a piacere una spolverata di pepe...
Volendo, potete servire nello stesso contenitore, che coprirete con un disco di pasta pane (io impastata con lievito madre e semi di sesamo) e metterete nel forno caldo fino a quando "il coperchio" risulterà dorato e croccante...
o sempre con la stessa pasta di pane, create dei cestini, che coprirete all'interno con carta da forno e riempirete di fagioli secchi e cuocerete nel forno a 180° fino a quando saranno lievitati. Togliete i fagioli e lasciate ancora per una decina di minuti anche a forno spento. Riempite i cestini cosi' ottenuti, e avrete delle porzioni individuali per i vostri commensali...il pane poi lo potete mangiare con la minestra, piu' densa, ma se anche fosse piu' brodosa, la ciotola di pane regge bene fino alla fine...
con questa ricetta partecipo alla prima sfida dell'anno nuovo dell' Mtc n. 53
cara Antonella, innanzitutto la zuppa è veramente secondo le mie corde, sa di casa accogliente, di famiglia riunita, di inverno che, dopo le estati così calde, ho imparato ad apprezzare, brava scalda il cuore. E non aver paura del bello, bisogna strafare emozionarsi entusiasmarsi e se il brutto arriverà si avrà il ricordo del bello, delle gioie colorate, ma vissute! Un abbraccio Helga
RispondiEliminaGrazie mille carissima. Ho letto il tuo post e...abbiamo alcune cose che ci accomunano...Un abbraccio a te e a Magali.
Eliminaanno nuovo- e antonella "vecchia", ma nel senso migliore del termine- e non solo perchè riesci a trasformare in tre modi diversi una stessa minestra :-) ma anche e soprattutto perchè torni a cucinare col cuore. Mentre leggevo il tuo post, pensavo che questa sfida era la migliore, per come ti senti adesso, quella più nelle tue corde, per usare un'espressione che tu capisci meglio di chiunque altro. Un ritorno alla bontà vera delle cose semplici, al calore degli affetti domestici, alla sostanza e allaserenità, inbarba a tutto il resto. ti auguro un anno caldo e buono come questa tua minestra, anto, ma davvero di cuore!
RispondiEliminaGrazie mille cara Ale. Mi commuovi sempre con le tue parole. Un abbraccio di cuore!
EliminaMa certo che bisogna andare avanti! Si molla solo se c'è un'alternativa migliore, altrimenti si fa buon viso a cattivo gioco e si continua.
RispondiEliminaBuona la tua minestra dei ricordi e molto belli i cestini di pane! Un abbraccio carissimo
Grazie mille.....
EliminaUna semplicità che ha tutto il gusto del comfort food, del calore di una casa, del ricordo di una famiglia, del potere di un abbraccio, tutto in questa minestra....sono conquistata e deliziata! Complimenti!!!!
RispondiEliminaSusy May
Grazie mille Susy.
Elimina"mica facile la vita. Ti porta in alto, su su fino quasi alle stelle, e quando gioisci per questo stato di grazia, ti fa ripiombare a terra". Nei tuoi pensieri mi sono "riletta" un po' anche io e provo speso le stesse sensazioni, sappi che non sei sola e che non è nemmeno tanto strano sentirsi così quando la vita, diciamo così, non ti viene sempre incontro a braccia aperte, Tornando alla zuppa... sapori che stanno benissimo insieme e che confortano con la completezza del loro sapore. Una tazza di questa zuppa e passa tutto. Un bacio e un abbraccio grosso!
RispondiEliminaAnto carissima mi fa piacere che questa sfida sia occasione per preparare qualcosa che ci scalda il cuore ancor prima del corpo. Questo è il vero scopo di questa sfida. Scaldare il cuore, riportare nel presente un bel ricordo attraverso il profumo della ciotola fumante.
RispondiEliminaL'utilizzo di ingredienti che uno per uno raccontano di un viaggio, una persona, un momento significativo rende questo piatto ancor più evocativo.
Bellissima poi l'idea della pasta versatile che fa da coperchio o da contenitore trasformando la zuppa in piatto elegante|
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RispondiEliminaTi rifaccio i complimenti per questa bellissima ricetta :D
RispondiEliminaDa questo anno che si è conclso ho imparat oche bisogna smetterla di guardare indietro, di pensare a quanto si è sfortunati. Ammetto che spesso ci casco, ma cerco di farmi forza, di ritrovare quel sorriso spensierato che da qualche anno a questa parte pare essere andato via e di godere qualsiasi momento bello mi si presenti davanti, anche il solo pensare e progettare una zuppa fumante per un gioco che è diventato parte integrante del mio quotidiano. L'odore di questa zuppa pare di sentirlo da qui, arrivare oltre quel coperchio di pasta di pane, che pare una metafora del nuovo anno, che si apre e chissà cosa ci riserverà :)
RispondiEliminaCara Antonella, che la vita sia un otto volante, ormai alla nostra età l'abbiamo appurato. Che una volta arrivati a sbattere la faccia sul pavimento, si riparta verso l'alto è un'altra verità a cui non possiamo sottintendere. Quindi quello che faccio io quando non va, è aspettare la prossima "montagna" da salire lentamente. In cima c'è sempre una bella zuppa fumante, buona e piena di bei ricordi come la tua. Ti mando un bel bacione. Pat
RispondiEliminaLa vita è come è, non possiamo fare molto per cambiare gli accadimenti importanti.
RispondiEliminaPossiamo però fare del nostro meglio per affrontarli, armandoci di ottimismo, non lasciandoci abbattere dalle traversie e imparando a dare la giusta importanza a ogni cosa. Conosco benissimo la sensazione di pile scariche e la voglia di mandare a ramengo tutto (in dicembre ho pensato di chiudere blog, profilo FB, tutto quello che fa virtuale!!!). Ma poi ho guardato al positivo, sono andata indietro nel mio profilo FB per cancellare i post e ne ho trovati tanti con attestazioni di affetto e di stima degli amici. Ho rivissuto alcuni momenti belli e ho ritrovato le energie e la voglia di andare avanti e, perché no, di gioire appieno delle gioie che la vita mi dà, così come soffro appieno nei dolori.
Coraggio Anto, non ti dico anno nuovo, vita nuova perché la nostra vita va avanti lungo gli stessi binari. Ti auguro però di trovare sempre un momento per te nella giornata, per coccolarti, rilassarti e regalarti quanto di buono e bello meriti.
Un abbraccio!
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