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Visualizzazione post con etichetta Radicchio Rosso di Treviso. Mostra tutti i post
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lunedì 21 novembre 2016

Tiramisu' salato...in punta di piedi, di scalpello e arie...


Bene. Non avevo tempo per bissare. Ma siccome poi mi sono venute milamila idee...tanto valeva fare i salti mortali per riuscirci. Tutta colpa del tema della sfida per l' Mtc
La prima cosa che devo cercare di fare è quella di sintetizzare la mia ispirazione, perchè nella mia scorsa ricetta mi sono ...dilungata un tantino tanto! Arduissima impresa...
Anche perchè altrimenti faccio morire la povera Susy May del blog Coscina di Pollo, vincitrice della scorsa sfida sulle Tapas, che si deve leggere tutte le ricette delle partecipanti....
Che cosa mi ha ispirato questa volta, a tal punto da farmi bissare?
Il lato sensuale e sexy del tema, che ho ampiamente esposto qui ? Boh, forse si, ma in maniera diversa. Mi sono domandata " Che cosa è sensuale, che cosa ispira sensualità, che non sia procurata da uno sguardo, un abbraccio, una carezza, un bacio?" quindi non da una percezione sensoriale tattile ma da un altro fattore? Subito, e non so perchè, mi è venuto in mente il colore bianco, le statue del Canova, la Galleria grande della Reggia di Venaria, Roberto Bolle, Farinelli, e alcune arie delle opere verdiane e pucciniane.... intricato? Forse. Folle? Anche.

Ditemi voi se non sono sensuali queste meraviglie...


Quando durante un blogtour  organizzato per Aifb ci hanno portato anche a vedere la Gypsoteca del Canova a Possagno, ecco, li ho sperimentato personalmente cosa vuol dire essere colpiti dalla Sindrome di Stendhal. Appena sono entrata nel salone che raccoglie i gessi delle sue opere, ho sentito un brivido percorrere tutta la schiena, la pelle d'oca, ho aperto la bocca facendo uscire uno strozzato "Oddddioooo", spalancato gli occhi e mi sono pure messa a piangere per l'emozione! Mi sono dovuta sedere, perchè davvero ero cosi' scossa da tutto quel bianco, magnificenza di quello che si presentava davanti ai miei occhi, che mi girava persino la testa.
Queste statue cosi' immacolate, che sembravano reali, nei loro movimenti, sguardi, muscoli scolpiti in ogni particolare, i capelli, prima in gesso e "freddo" marmo poi, mi trasmettevano emozioni uniche. E quel viso con i "chiodini" neri? Sono i rèperi, l'unità di misura per il passaggio dalla struttura in gesso alla scultura finale in marmo. La sensualità negli abbracci, negli sguardi, nei corpi avvinghiati e intrecciati, nelle bocche socchiuse. La sensualità fatta arte. O forse il contrario?
La stessa cosa, l'ho provata recentemente, quando siamo stati a visitare la Reggia di Venaria, la Galleria grande....mi sono appoggiata a mio marito, mentre guardavo quel salone infinito.

Roberto Bolle...va bene , parliamone...posto che ho una figlia che stravede per lui, che quando ha saputo che il suo papi, lo incontrava tutti i giorni quando era in Scala a suonare i quel periodo, e che non ha mai scattato una foto con relativo autografo, "Son li a suonare, mica a fare foto" " Si, ma ti rendi conto che è Bolle? Andavi su nella sala prove o nel camerino e potevi dire e' per mia figlia!!", (il papà brutto ora tornava utile...ahaha). Ve lo immaginate mio marito che punta Bolle tra una prova d'orchestra e un suo plié?! ahaha
E sempre la figlia che ad una rappresentazione di Romeo e Giulietta , nel bel mezzo dello spettacolo, negli assolo e nei Pas de deux, esclama, nemmeno tanto a bassa voce "Ma ti rendi conto, guarda che cosce, guarda che sedere che ha, che fisico, che spreco pero' porca miseria. Ma guarda questo che sminchio che è (rivolto ad un altro ballerino della compagnia), mentre io guardo in tralce la mia vicina di poltrona, sperando che non abbia sentito e invece ha sentito benissimo e sorride, mentre io penso ehhh gli ormoni della gioventu'...e i miei...eh...si, lo confesso, anche alla mamma piace Bolle, ovvio, ha una perfezione tale ed una bravura mostruosa, chi non rimane conquistata dal suo fisico! Io trovo sensuale anche La danza dei cavalieri, nelle movenze di tutti i personaggi, forse perchè tutto è sottolineato anche dalla musica che scandisce il movimento dei corpi.
Qui, nella scena del balcone e poi qui, nella scena della camera da letto, dove lui si accorge che lei è "morta" e la prende tra le braccia cercando di farla rinvenire? Oltre che ad essere un momento straziante e di una bellezza senza pari, è di una sensualità indescrivibile.
Poi, a guardare il candore della crema di mascarpone ai formaggi, mi viene in mente il candore delle ballerine in tutu' nel Il lago dei cigni e sempre lui. Bolle anche nella La bella addormentata nel bosco (completo), o nel Pas de deux o nell' assolo.... sono senza speranza.


La danza, espressione dei corpi, dove nel piu' assoluto silenzio della voce, i ballerini devono trasmettere, mimare la tragicità del momento, l'amore, la gioia, la disperazione, la vita e la morte, accompagnate dalla musica che fa tutto il resto. Secondo me, la forma d'arte piu' completa e toccante nel panorama artistico.
E se vogliamo sconfinare nei balli di sala, come non citare Shall we dance? I corpi che fluttuano nei loro abiti lunghi ed eleganti, leggeri come aria, in un abbraccio cosi' sensuale, gambe che si intrecciano e si lanciano in figure ben precise o improvvisate. In fin dei conti, la parola "tango", prima persona dell' indicativo presente "tangere", toccare, vuol dire quindi "io tocco". E nel tango, il linguaggio dei corpi, che si lasciano trasportare anche dall'improvvisazione, urlano e trasudano sensualità ed erotismo.

E ora veniamo a Carlo Maria Michelangelo Nicola Broschi, il piu' famoso castrato della storia della lirica, piu' conosciuto con il nome di Farinelli.  Il padre Salvatore, grande appassionato di musica fece studiare Riccardo, il maggiore, da compositore e Carlo da cantante. Fu il fratello Riccardo a volere per Carlo la castrazione, eseguita poco dopo la morte del padre, avvenuta nel 1717. La castrazione è un'operazione chirurgica che consente ai maschi di poter conservare la propria voce di soprano o contralto prima che lo sviluppo possa modificarla.
All'epoca era d'uso, se non proprio obbligatorio, per chi intendeva intraprendere la carriera di cantante, la pratica di scegliere un nome d'arte, che poteva esprimere o significare diverse cose e conferire all'artista una certa personalità e farlo distinguere da tutti gli altri. In pratica, era come un marchio di fabbrica che doveva dare immediatamente l'idea del personaggio ed aiutare a farlo ricordare e a metterlo in mostra.
Sull'origine del nome Farinelli, o Farinello, ci sono tre ipotesi, la prima che derivasse dalla professione del padre Salvatore, il quale però mai esercitò la professione di mugnaio, né commerciò mai in farina, grano o granaglie. Più nobile l'associazione con la famiglia Farinel, violinisti e compositori provenienti dalla Francia ed in Italia girovaghi per tendenza e necessità. I Farinel però non vissero mai nel napoletano, né ebbero in famiglia un parente cantore evirato.
Resta soltanto quella che è l'ipotesi più accreditata, l'associazione con la nota famiglia di avvocati Farina, uno dei quali lo protesse e probabilmente lo finanziò durante il periodo in cui studiava col Porpora. Mori' all'età di 77 anni, in solitudine e in malinconia, nella villa sontuosa che aveva fatto costruire apposta a Bologna, che è andata distrutta purtroppo.


Il bellissimo film, premiato con il Golden Globe e con una nomination agli Oscar fu interpretato da Stefano Dionisi, mentre nelle parti cantate, per riprodurre la particolare voce di un castrato, sono state registrate separatamente le voci di un soprano donna, Ewa Małas-Godlewska, e di un controtenore uomo, Derek Lee Ragin, poi mixate con mezzi digitali. In queste celebri arie, tutta la sua bravura e particolarità della voce, che faceva svenire alcune dame e anche uomini del pubblico che lo ascoltava, per l'emozione che suscitava : Lascia ch'io pianga e Ombra fedele anch'io,

E per concludere, la semplicità, innocenza e sensualità nelle parole, nelle dichiarazioni d'amore di alcuni dei protagonisti dell'opera lirica, mai sguaiati o fuori luogo, quasi "fuori tempo" e "ridicoli" se paragonati a quelli dei giorni nostri.

Il tenenete Pinkerton che nella Madama Butterfly canta alla neo sposa Cio Cio San : Bimba dagli occhi pieni di malia, ora sei tutta mia. Sei tutta vestita di giglio. Mi piace la treccia tua bruna fra candidi veli.......Vieni, vieni! Vien, sei mia!

Il pittore Mario Cavaradossi che in Tosca, ricordando gli attimi d'amore con la sua Floria Tosca: E lucevan le stelle, Ed olezzava la terra. Stridea l'uscio dell'orto e un passo sfiorava la rena. Entrava ella fragrante, Mi cadea fra la braccia. O dolci baci, o languide carezze, Mentr'io fremente le belle forme disciogliea dai veli! qui decisamente piu' spinta rispetto alla prima...

E le castissime parole di Rodolfo che ne La Boheme canta : O Mimì, tu più non torni. O giorni belli, Piccole mani, odorosi capelli, Collo di neve! Ah! Mimi,

Il mio viaggio cultural-gastronomico si conclude qui....un gustoso tiramisu' salato, con una crema di mascarpone ai formaggi dal bianco abbagliante, affiancato dal radicchio rosso, per omaggiare la terra veneta, gli amori impossibili tra Romeo e Giulietta, il rosso dell'amore, il candore delle opere canoviane, e la cipolla caramellata, per dare "quel certo non so che" a tutto quanto.


per i savoiardi salati

Ingredienti
70 g g di albumi a temperatura ambiente
45 g  g di tuorli a temperatura ambiente
70  g di farina 00 setacciata
5 g di sale
5 g di zucchero

per la crema di mascarpone
250 g di mascarpone
 80 g di caprino
 80 g di Parmigiano grattugiato

1 cipolla
4/5 foglie di radicchio di Treviso
semi di papavero q.b.
zucchero q.b.

per il brodo
cipolla, sedano, alloro, carota

Esecuzione
Preparate i savoiardi salati montando a neve fermissima gli albumi aggiungendo lo zucchero e il sale (circa 10-15 minuti con le fruste elettriche).

In un piatto sbattete i tuorli con una forchetta, poi uniteli agli albumi delicatamente con una spatola in modo tale da non smontarli.
Aggiungete metà della farina e incorporate delicatamente al composto, poi unite l’altra metà e procedete allo stesso modo.
Mettete il composto in un sac-à-poche con bocchetta liscia del diametro di 1 cm circa e preparate 2 teglie coperte di carta forno, stendete il composto in strisce di 5-6 cm ciascuna.
Spolverizzate leggermente con dello zucchero e mettete in forno preriscaldato a 200° per circa 5-6 minuti.
Trascorso questo tempo, i vostri savoiardi saranno cotti e avranno formato una leggera crosticina croccante. Estraete dal forno i vostri biscotti e fate raffreddare.

(io ho avuto un "incidente di percorso"....piu' che a savoiardi, la prima infornata assomigliava a lingue di gatto....siccome non ero assolutamente soddisfatta, li ho rifatti e la seconda volta sono riusciti decisamente meglio, anche se il risultato puo' essere migliorato)


Preparate il brodo di verdure e lasciate raffreddare

Mescolate il mascarpone con i formaggi fino ad ottenere una crema morbida. Se dovesse risultare troppo compatta aggiungete un cucchiaio di latte.

Tagliate sottilmente la cipolla, fatela imbiondire in un tegame con un goccio di olio extravergine d'oliva e aggiungete alla fine un paio di cucchiai di zucchero e fate caramellare.
Tagliate sottilmente anche il radicchio e fatelo appassire in una padella per pochissimi minuti, con un goccio di olio extravergine d'oliva

In una coppetta, fate un primo strato con i savoiardi leggermente imbibiti nel brodo di verdure, crema ai formaggi, un pizzico di semi di papavero, la cipolla caramellata, savoiardi, crema ai formaggi, semi di papavero, radicchio e cosi' via fino al bordo della coppetta. Terminate con un pizzico di semi di papavero.... ma non vi sembrano i rèperi?......







con questa ricetta partecipo alla sfida n. 61 di Mtc








sabato 31 gennaio 2015

Aifb in tour con Radicchio tra le Stelle...scende in campo...




Oggi inizia il "vero" viaggio nelle terre del Radicchio Rosso Tardivo di Treviso IGP. Per me il "titolo" del tour che ci vede coinvolte, "Radicchio tra le Stelle", è pieno di significato.
"Stella" per quanto riguarda gli chef "stellati" che ci hanno fatto conoscere le varie tecniche di cottura e che per noi hanno creato dei menu' che si sono rivelati dei capolavori.
"Stella" perchè questa cicoria è veramente "stellare". Un capolavoro della natura ma anche dell'uomo. Perchè senza il suo aiuto non diventerebbe quello che in realtà è. Quindi, la sapiente mano dell'uomo che entra in sinergia con la natura, ottenendo un risultato finale che è un vero capolavoro!
Basta guardare quel cuore rosso che mi fa rimanere a bocca aperta da quanto è perfetto per capire che niente viene lasciato al caso.

Damiano, dell' Azienda Agricola Bellia Claudio, ci ha portate in campo, e poi nella sua azienda per mostrarci come avviene l'imbianchimento in acqua pura di risorgiva del Radicchio Rosso di Treviso Tardivo IGP.
Qui abbiamo conosciuto anche i genitori, Francesco, l'altro fratello e  l'arzillissimo 90enne nonno Elia, che ci metterei la firma ad arrivare cosi' a quell'età!

Coltivare il Radicchio è davvero un'arte.....
La produzione, precoce e tardivo, inizia, indifferentemente, con la semina o il trapianto. Le operazioni di semina, in pieno campo, devono essere effettuate entro il periodo compreso tra il 1° giugno e il 31 luglio di ciascun anno. In caso di trapianto, questo viene effettuato entro il 31 agosto di ciascun anno. 1. Le operazioni di raccolta per il Radicchio Rosso di Treviso tardivo si effettuano a partire dal 1° novembre e comunque dopo che la coltura abbia subito almeno due brinate, per favorire la colorazione rossa della pianta.
Le operazioni di raccolta per il Radicchio Rosso di Treviso precoce si effettuano a partire dal 1° settembre.

Qui direttamente sul campo, coperto affinchè non passi la luce del sole diretta per evitare la fotosintesi.


Si susseguono poi diverse fasi
Fase di preforzatura. Per questa prima fase le piante raccolte, con parte dell’apparato radicale, vengono pulite dalle foglie più esterne e dalla terra. Quindi i cespi vengono raccolti in mazzi, collocati in gabbie retinate o traforate. in locali adeguatamente condizionati, con un una temperatura e un’umidità idonea alla corretta conservazione delle piante.

Fase di forzatura - imbianchimento, operazione fondamentale ed insostituibile che caratterizzano poi il prodotto finale.  Le ceste contenenti i cespi, vengono parzialmente coperte con teli che lasciano passare pochissima luce, allineate in vasche continuamente alimentate con acqua pura di risorgiva, fino al colletto, per una ventina di giorni. In questo modo la pianta, anche se è stata sradicata dal terreno, "capisce" che deve ancora crescere. Si forma cosi' all' interno il "cuore" dal colore rosso intenso perchè le foglie sono quasi prive di clorofilla, croccanti e dal gusto gradevolmente amarognolo.







     Fase di toilettatura con le quali si liberano i cespi dai legacci o dalle gabbie, si asportano le foglie deteriorate, che si utilizzano per concimare poi il terreno, si taglia e si scorteccia il fittone in misura proporzionale alle dimensioni del cespo. Terminata la toilettatura il radicchio si sciacqua per togliere il terriccio in una prima vasca, posizionato su un nastro trasportatore che lo tuffa delicatamente in una vasca piu' grande contenente acqua corrente.


                 I cespi puliti da tutti i residui terrosi, vengono stoccati in ceste e pronti per essere spediti.



E' seguita poi una piccola degustazione di radicchio in saor e una buonissima crostata con marmellata di radicchio e frutti di bosco, che ho pure comperato nel piccolo spazio nella zona di lavorazione, insieme ad 1 kg di radicchio..... stivali sporchi di fango...borsata con radicchio...qualcuno poteva pensar male!

Una "piccola" considerazione finale. Io, che mangio insalata in quantità industriale, di tutti i tipi, quando andavo a fare la spesa e vedevo nei banconi dei supermercati le confezioni di questa bellissima cicoria, mi saltava subito all'occhio, dopo la bellezza della sua forma, il prezzo, che consideravo esagerato. E nei supermercati è davvero alto. Vi posso assicurare che il Radicchio che ho comperato presso questa Azienda Agricola, non l'ho pagato cosi' tanto quanto quello proposto dalla grande distribuzione....e pur essendo una cifra piu' "alta" rispetto a quella delle altre insalate, non ho avuto tentennamenti nell'acquistarlo. Anzi, se non fossi stata in treno ne avrei acquistato molto di piu'.
Perchè mi sono resa conto di quanto lavoro, fatica, dedizione e amore per salvaguardare un patrimonio gastronomico che ci caratterizza in tutto il mondo, sta alla base di questo magnifico cuore rosso. Dovete sapere che ogni settimana questa azienda spedisce bancali con 300 kg di Radicchio Rosso Tardivo in Giappone! Un motivo ci sarà....e se persone cosi' lontane capiscono la qualità dei nostri prodotti, e ne apprezzano le caratteristiche, noi "che giochiamo in casa" dovremmo farne un vanto e tenerlo di piu' in considerazione.
Abbiamo aziende familiari che sono il fior all'occhiello del nostro patrimonio gastronomico. Che non devono sparire perchè minate da fattori esterni che creano intoppi e difficoltà di ogni sorta affinchè gettino la spugna, e che portano avanti con orgoglio e fatica, amore e dedizione, quello che hanno lasciato i "vecchi".
Forse mi sta a "cuore" questa cosa, anche perchè mi ricordo che i miei nonni avevano i campi quando abitavano a Mantova. E ho ancora degli zii che lavorano la terra, quindi so cosa vuol dire, anche se alla lontana.
E io, quando Damiano spiegava tutto il processo che va dalla semina al prodotto finale, con gli stivali infangati, con quel cespo di radicchio in mano, che parlava a delle "cittadine", bè, mi sono quasi commossa. Vero è che mi commuovo facilmente quindi non farei tanto testo, ma vedere un ragazzo cosi' giovane, pieno di esperienza, voglia di fare e orgoglioso di quello che ha in mano...bè, credetemi, non è roba da poco.

...ma il tour non finisce mica qui....





venerdì 30 gennaio 2015

Aifb in tour con Radicchio tra le Stelle...chi ben comincia.....




Arrivata con una certa emozione e ansia a Mogliano Veneto, (mi capita sempre quando devo partire e fare qualcosa di importante)  in compagnia di Cristina, l'unica blogger che conosco, ci fiondiamo in un bar dove non avrei dato nemmeno un centesimo, invece abbiamo mangiato un toast alle verdure veramente buono! Per la serie, ci si accontenta, ma sappiamo distinguere un panino gnucco da uno buono....siamo state prelevate alla stazione da Nicole della Zeta Group e poi raggiunte da Francesca e Lara. Faccio la conoscenza delle altre blogger e poi, dopo esserci sistemate nelle stanze, primo incontro dove ci viene spiegato il programma, del perchè siamo qui e i produttori che ci apriranno le porte di casa loro. E le parole di Anna Maria Pellegrino, la nostra presidentessa, che spiega brevemente a chi non lo sa, chi e cosa fa ed è l'Aifb e quelle del presidente del Consorzio tutela Radicchio Rosso di Treviso IGP e Radicchio Variegato di Castelfranco Veneto IGP 
Io che adoro l'insalata...ma non chiamiamo insalata questo rosso capolavoro della natura, qua ci vado a nozze!!
Dopo la breve riunione, siamo andati all' Istituto Alberghiero di Castelfranco Veneto dove lo chef stellato Nicola Dinato ci ha mostrato diverse tecniche di cottura del Radicchio Rosso....stufato, alla griglia, al forno, marinato, crudo, sottovuoto, come marmellata, succo e tisana......



........ tappa "obbligatoria" alla Fraccaro Spumadoro dove ci hanno accolto Luca e Michele Fraccaro e Paolo Pietrobon, rispettivamente in terza e quarta generazione! Questa azienda storica, nata nel 1932 come piccolo panificio sotto l'antica torre del castello di Castelfranco Veneto, fondata da Giovanni ed Elena ha poi aggiunto alla produzione del pane, anche quella delle focacce e panettoni, utilizzando il lievito madre.. Negli anni '70 Ferruccio, Luigino e Antonio, figli dei fondatori proseguono l'attività di famiglia espandendosi tanto da diventare un'azienda leader  nel settore dolciario, pur mantenendo la tradizione artigianale che li ha sempre contraddistinti fin dall'inizio. Luca, Michele e Paolo ci hanno mostrato lo store appena ristrutturato dove facevano bella mostra dolci, pizze, prodotti confezionati, spiegato la loro filosofia nel portare avanti le tradizioni di famiglia salvaguardando anche l'ambiente mediante l'utilizzo di confezioni riciclabili ed energie rinnovabili, e in una saletta riservata, ci hanno portato una tinozza di legno con una fantastica lievito madre di "soli" 83 anni!! Tra lo stupore generale, colmato da ohhhh e scatti fotografici degni di una star di Hollywood, si perchè, non prendeteci per pazze, ma una food blogger che ha a che fare con questo capolavoro della natura, lo accudisce e lo apprezza...non puo' che gioire ed emozionarsi di fronte a tanta bellezza! E che quasi "sviene" se riceve in regalo un pezzetto di lievito madre...che volete....siam fatte cosi'! Perchè tanto "amore" e cura verso questo lievito madre? Ma perchè la differenza è palese: sofficità, fragranza, sapore, profumo, migliore alveolatura,piu' digeribile, piu' disponibilità di minerali, piu' sano e di qualità.
Tutte caratterisitche che si trovano nei loro prodotti, che lievitano dalle 12 alle 72 ore!
Abbiamo poi degustato due fantastiche pizze ovviamente preparate con la lievito madre, soffici, gustose, e il panettone al Radicchio!



Questo è l'omaggio ricevuto insieme ad un flaconcino di Aroma Spumadoro , una sofficissima Fugassa veneta....


Concludiamo la serata presso il Ristorante Feva (Feva è il soprannome della famiglia Dinato) dove lo chef Nicola Dinato che avevamo conosciuto nel pomeriggio, ci ha deliziato con le sue specialità, in un ambiente veramente raffinato e giovanile. La cosa che mi ha subito colpito, una volta arrivati nel parcheggio, la cucina a vista sul piazzale! Una grande vetrata dove niente viene nascosto, ma è possibile osservare tutti i movimenti e le fasi di preparazione della brigata di cucina composta da giovani trentenni, dinamici e con esperienza acquisita nei  piu' grandi Ristoranti italiani e stranieri. A dire il vero siamo state un po' "invadenti"...appena scese dal pulmino, subito a fotografare questi giovani cuochi...che imbarazzo mamma mia!!!


e dopo la fantastica serata...tutti di nuovo alla Villa Giustinian, per un sonno ristoratore.....dove abbiamo trovato un omaggio veramente gradito...una varietà di prodotti di OrtoRomi, un'azienda sul mercato da oltre 15 anni nella produzione e commercializzazione delle insalate di I e IV gamma.

Che cosa vuol dire I e IV gamma? Fanno parte di questa "classificazione" le verdure e gli ortofrutticoli freschi che, dopo la raccolta, sono sottoposti a processi tecnologici finalizzati a garantirne la sicurezza igienica e la valorizzazione del prodotto, seguendo diverse e veloci fasi di lavorazione e confezionati e pronti per il consumo.
L'offerta di verdure, frutta e ortaggi è articolata in cinque gamme, distinte sulla base delle tecnologie e dei processi di lavorazione applicati al prodotto dal momento della raccolta fino al consumatore finale.

Prima gamma: ortofrutta fresca tradizionale.
Seconda gamma: ortofrutta e verdure in conserva proposte in barattolo.
Terza gamma: frutta e verdure surgelate.
Quarta gamma: ortofrutta fresca, lavata, confezionata e pronta al consumo.
Quinta gamma: frutta e verdure cotte e ricettate, confezionate e pronte al consumo.

Quindi il processo di produzione e conservazione delle insalate, degli ortaggi e della frutta di IV gamma, partendo dal campo fino alla tavola dei consumatori, si articola nelle seguenti fasi:

Selezione
Cernita
Eventuale monda e taglio
Lavaggio
Asciugatura e confezionamento in buste o in contenitori sigillati (eventuale utilizzo di atmosfera modificata)

Da anni ormai l'Industria di IV gamma e le aziende agricole produttrici di materie prime seguono per la quasi totalità disciplinari di produzione integrata, limitando fortemente l'utilizzo di fitofarmaci in campo o in serra, con conseguente riduzione dei residui di pesticidi ben al di sotto delle soglie consentite per la produzione tradizionale.

Trasportate in stabilimento, le materie prime sono poste in celle di stoccaggio, con temperature non superiori a 6°C, sufficientemente dimensionate per quantità e tempi di permanenza.

Gli ortofrutticoli di IV gamma sono quindi sottoposti a (almeno) un doppio lavaggio industriale e a un trattamento di decontaminazione che ne garantisce la sicurezza igienica.

Il prodotto confezionato viene verificato al metal detector ed identificato per mantenere la rintracciabilità di filiera e poi posto in cella a temperature non superiori a 6°C. Per mantenere inalterate le sue qualità deve essere conservata a temperature non superiori a 8° e possibilmente non deve essere interrotta la catena del freddo durante il trasporto dal banco frigorifero all'abitazione del consumatore.

(dati presi da Aiipa)

bene, dopo questo viaggio nel mondo delle insalate, si va a riposare....domani ci aspetta una giornata veramente interessante, sul campo, a scoprire un tesoro rosso.....

Il tour Radicchio tra le Stelle minuto per minuto....




Stanotte ha nevicato. Non esageratamente, ma quel tanto che basta per imbiancare tutto quanto. E' l'alba. Apro la finestra della casa di campagna dalla quale si vede la fredda brughiera inglese ed entra un'aria gelida ma pulita. Mi preparo un caffè e appoggio la tazza sul tavolino della biblioteca rivestita da una boiserie di legno di rovere e colma di libri, dove mi aspettano una vecchia e rumorosa macchina da scrivere, il camino acceso, e la poltrona vissuta, di pelle color cuoio, vista giardino. La gatta ha preso posto sulle mie gambe e si è appallottolata facendo le fusa, in uno dei suoi lenti e coccolosi sonni giornalieri. L'atmosfera ovattata dentro e fuori, mi appaga e mi rilassa cosi' comincio a sorseggiare il caffè fumante e a battere le dita sopra i tasti......del pc!!!
Già, perchè non sono in nessuna casa di campagna, in nessuna biblioteca rivestita di legno pregiato e su nessuna poltrona di pelle.Non c'è nessun camino acceso ma un riscaldamento autonomo. Le "uniche" cose in comune con questa descrizione fantastica, nel senso che è di fantasia ma anche di fatto se fosse vera, sono che ha nevicato, che l'aria è fredda ma pulita, che c'è un atmosfera ovattata, la gatta sulle ginocchia e la tazza fumante sul tavolo della cucina, vista parco condominiale, la libreria della sala colma di libri, che adoro davvero la brughiera e l'atmosfera stile Jane Eyre....e tante parole nella mente da mettere sulla carta!
Non per scrivere un romanzo o un racconto o una poesia, ma per descrivere due giorni intensi passati con altre food blogger alla scoperta di prodotti e di un territorio che non sempre si valorizzano quanto si meriterebbero. quindi "perdonate" questo incipit romanzato, ma era proprio l'atmosfera che mi si è parata davanti agli occhi quando, alzando la tapparella, ho visto il giardino imbiancato!

Tutto è iniziato quando l' AIFB, l'importante associazione della quale faccio orgogliosamente parte, ha comunicato l'evento "Radicchio tra le Stelle", spiegando che c'era la possibilità per un gruppo di food blogger, parolona vero?!, di essere ospitate dal 23 al 24 gennaio dal
Consorzio tutela Radicchio Rosso di Treviso IGP e Radicchio Variegato di Castelfranco Veneto IGP , in collaborazione con OrtoRomi, nella stupenda Villa Marcello Giustinian, il tutto organizzato dalla staff della Zeta Group devo dire in maniera impeccabile. Non deve essere cosi' facile organizzare e prendere contatti con i produttori, albergatori, ristoranti, spostamenti ecc, il tutto scandito da una tabella di marcia da rispettare il piu' possibile. Ma ad ognuno il suo mestiere. Ed è cosi' che un gruppo di "sconosciute" food blogger, che fino al 23 sera si "parlavano" attraverso un pc, ora potevano parlarsi guardandosi negli occhi, in un'atmosfera assolutamente rilassata, come se si conoscessero da chissà quanto tempo, armate di macchine fotografiche, blocknotes, penne e tanta voglia di scoprire tutto quanto. "Guidate" da Francesca, Lara e Nicole alla scoperta del...variegato mondo del Radicchio!! Da lezione sulle tecniche di cottura del Radicchio Rosso di Treviso, nella cucina dell' Istituto Alberghiero di Castelfranco Veneto che ha la sede nella stupenda Villa Dolfin, da parte dello chef stellato Nicola Dinato, con degustazione di tutte le sue proposte. Tappa allo store della famiglia Fraccaro Spumadoro SpA, 80 anni di dolcezze e specialità, che ci hanno mostrato una pasta madre 80enne supercurata e coccolata, da strapparci una serie di oohhh e scatti fotografici degni di una star di Hollywood! Con degustazione al seguito! Cena presso il Ristorante Feva, visita presso l' Azienda Agricola Bellia Claudio, pranzo al Ristorante San Martino di Scorzè e tappa finale, ma non per importanza ovviamente, alla Casearia Carpenedo,

Detta cosi' sembra quasi che abbiamo passato il nostro tempo solo a mangiare. E' vero solo per metà. L'altra metà è stata occupata da visite il loco, davvero sul campo, a conoscere tutto il processo lavorativo dei vari prodotti, a conoscere realtà di Aziende familiari consolidate nel tempo, a visitare luoghi di solito non accessibili al pubblico. Coccolate, "istruite" e omaggiate fino alla fine.
E se durante quei due giorni, per noi è stata una vera "festa" di colori, profumi, sensazioni ed emozioni, una volta a casa è iniziato il "lavoro" vero e proprio. Eh si, perchè mica si va in giro solo a gozzovigliare e basta!

Figura atipica e un po' strana quella del food blogger. Apre il blog per passione o quasi per scherzo scoprendo poi che è proprio una soddisfazione e un angolo tutto suo, posta ricette della tradizione, inventate, azzardate, copiate, (con il link di riferimento ovviamente, almeno le piu' oneste!). C'è chi del blog ne fa una professione. Chi sta nel "suo brodo" perchè le sta bene cosi'. C'è chi invece, pur non essendo cuoca di professione, senza voler essere o sembrare chissà chi, coglie al volo l'opportunità di scoprire nuovi orizzonti, condividere esperienze e si fa un po' portavoce di quello che ha visto e ha vissuto, a favore di chi non ha potuto partecipare a questo o quell'evento. Siamo visibili agli occhi di tutti e dobbiamo raccontare nella maniera piu' trasparente, etica e professionale possibile tutto quanto. E tutto questo è molto lusinghiero ma anche molto delicato. Le aziende che ci coinvolgono in questa esperienza, lo sanno che possono contare su di noi, e che il messaggio che ci trasmettono e che noi a nostra volta trasmettiamo, non è fine a se stesso ma "passa" attraverso le nostre parole. Scusate se è poco!

Per questo, sono passati alcuni giorni dalla pubblicazione dei post di tutto il tour...rivedere il materiale, scegliere le fotografie, cucinare con alcuni prodotti ricevuti in omaggio o acquistati.
Con dovizia di particolari, informazioni e fotografie che parlano da sole!

E in attesa di poter rivivere altri momenti formativi, vi lascio nei prossimi post quello che è stata la mia esperienza....