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giovedì 13 novembre 2014

I muffins "mantovani" tra note, ritratti, parole e tanti ricordi ed emozioni......per l'Mtc di novembre




Nuovo mese. Nuova sfida per l' Mtc. Tema: I muffins. E, senza nulla togliere alle sfide precedenti...che sfida!! Questa volta, Francesca, la vincitrice, del blog Burro e zucchero, e Alessandra, la nostra vulcanica "amica capa", l'hanno resa ancora piu' intrigante e profonda.
Si, perchè non si tratta solo di inventare,reinterpretare una ricetta, o altre diavolerie, ma di proporre muffins " obbligatoriamente ispirati a un testo letterario". Che sia romanzo, poesia, libretto d'opera, di una canzone ecc poco importa. Questi muffins, obbligatoriamente non piu' di due, devono nascere da un'idea che la fonte che abbiamo scelto, ci ha ispirato.
Detta cosi' sembrerebbe facile ma...avete presente una libreria colma e ricolma di libri di ogni genere e di cd? Come fare a scegliere? C'è un mondo e pezzi di vita in tutti quei capolavori. Ognuno racchiude emozioni e spaccati di vita e ricordi.... E allora mi sento persa. Come scegliere un capolavoro  a discapito di un altro?! È come fare un torto a un tassello di quel puzzle che forma il quadro della mia vita.
Ma ecco, che man mano che passano i giorni, comincia a delinearsi pian piano e sempre piu' chiara, la fonte ispiratrice che mi farà sfornare un "muffin a tema"...ovviamente non poteva essere semplice, vista la mia vena di "follia"....e non è solo un autore ad avermi ispirata, ma tre, anzi quattro....
Molto diversi tra di loro. L'unico filo conduttore che li unisce è quello che tutti hanno creato degli autentici capolavori che, in diversi ambiti, sono collegati tra di loro......
                                           
                                                                 *****************

".....E Viola rispose con entusiasmo all'invito della stravagante ragazza con il viso tondo da putto, incorniciato da un caschetto nero corvino, e dalla lunga palandrana nera che nascondeva le forme burrose che a bruciapelo le aveva chiesto "Ciao, mi chiamo Cecilia, ti andrebbe di suonare nella mia orchestra? Proviamo tutte le domeniche mattina a casa mia.Questo è l'indirizzo".
All'intervallo Viola e i suoi compagni si erano ritrovati nel corridoio e si erano domandati l'un l'altro "Ma anche a te una ragazza strana ha chiesto se volevi suonare nella sua orchestra? Silvia, l'amica della serie "se ci vai anche tu dico anche io di si", Fulvia la bionda, Fulvia la rossa, Franco, Roberto, Betty e tutti gli altri si accordarono per andare a vedere di cosa si trattasse veramente.
Cosi' , dopo le domande e le raccomandazioni della mamma che l'aveva messa in guardia, inizio' l'avventura concertistica. Tutte le domeniche dalle 9 alle 16, con buona pace dei vicini e pure una pausa pranzo, provavano nel salone, all'ultimo piano di una casa d'epoca tra artistica confusione e tre cagnoni che passavano tra i leggii, buttando a terra le parti, con grande disappunto dei musicisti. Tra note, battiti di cuore e di ciglia, le prime pene d'amore. Ma i maschi dell'orchestra erano o troppo stupidi per accorgersi o avevano occhi solo per lo strumento che stringevano tra le mani. E i sospiri proseguivano inascoltati sulle note di Vivaldi, Corelli, Monteverdi e Bach....
I concerti si alternarono tra biblioteche e oratori, tra le sale comunali e dei cinema di paese e anche all'aperto. Per 20.000 lire e un panino, o a volte solo con un panino un po' gnucco. Ma poco importava. Era bello stare insieme a fare musica. E Viola era orgogliosa. Si sentiva grande. Ai concerti venivano invitati amici e parenti, che in teoria e in pratica erano quasi sempre il gruppo piu' nutrito e numeroso del pubblico. E alla fine di ogni concerto aveva da sistemare un sacco di fotografie rigorosamente in bianco e nero, che le scattava suo padre, a perenne testimonianza della carriera della figlia. Chissà se anche lui era orgoglioso quanto lei!
Ma ecco che un bel giorno, Cecilia avviso'  tutti del colpaccio. Concerto a Novara, in un teatro vero. Il Teatro Coccia. Cosi' tutti eccitati scesero dal pullman ed entrarono da una piccola porta sul retro, un po' sgangherata e quasi anonima, se non fosse per quel cartello INGRESSO ARTISTI che la distingue dalle altre.
Viola rimase rapita e senza parole a quella vista: fondali di scenografie, quinte, corde con contrappesi, fari, attrezzisti che correvano di qua e di là, l'odore di polvere, di legno, di arte, di teatro, un fascio di luce che illuminava alcuni ballerini che, sulle note dell' Egmont Ouverture op. 84 di Beethoven,  danzavano in una miriade di puntini di pulviscolo che si muoveva insieme a loro,tra il fruscio dei tutu' e il tacchettio delle scarpette al suono di una musica che le conquista il cuore... Con il suo strumento si avvicina ancora di piu' ai pesanti tendoni di velluto color rosso amaranto, trattenendo il respiro e in punta di piedi per non disturbare e guarda la meravigliosa sala, con stucchi dorati e poltrone di velluto. E la musica...che musica! Le viene da piangere e si sente scoppiare il cuore dalla gioia e dall'emozione. E non sa piu' se è per tutto quello che ha visto e sentito o se perchè nel frattempo si sono avvicinati il bell'Antonio, il contrabbassista bellissimo,ricciolissimo e nerissimo, e Marco, chitarrista liscissimo e biondissimo, che la salutano e basta quando invece lei non ha occhi che per loro....ahhh l'amore!!
Ma ecco che Cecilia la riporta alla realtà, presto, c'è da fare la prova di assestamento, su ragazzi!
Due o tre punti da rivedere, risate nervose, battutine, momenti di serietà e concentrazione....
Ecco che il momento si avvicina, la sala questa volta è piena. E non solo di parenti. Peccato che la mamma sia rimasta a casa pero' ! I musicisti si sono cambiati d'abito e aspettano di entrare in scena.
Il cuore batte forte piu' che mai e Viola ha paura che tutti lo possano sentire.
Gli applausi danno i benvenuto ai giovani ragazzi. Le luci che accecano lo sguardo e scaldano. Un LAAAA  dato da Elena, il primo violino e....le note de Le Quattro stagioni di Vivaldi si librano nell'aria. Per Viola non c'è piu' il bell'Antonio, il biondo Marco, Egmont o i ballerini....

E da quel giorno, tanti concerti si sono succeduti. Tante entrate dall'Ingresso artisti. Sempre tante emozioni.Le palpitazioni adolescenziali sono state sostituite da momenti piu' intensi, profondi e maturi Man mano che i giorni passavano, si giravano anche le pagine della vita. Con i suoi alti e bassi. Con le risate e le lacrime. Tutto intensamente vissuto fino all'ultimo.
Fulvia la rossa suona in una importante orchestra, Roberto in un quartetto, Franco pure, Silvia "se ci vai anche tu dico anche io di si" si è sposata con un trombonista americano.
E Viola? Viola ha mantenuto i contatti con Fulvia la bionda. E ha rivisto anche Marco il biondissimo chitarrista. Non è piu' una ragazzina, ma una signora sposata, col bassotuba di un'importanti orchestre, abbastanza posata, che quando sente le note dell'Egmont è ancora capace di emozionarsi tanto, ma ancora cosi' tanto, da ritornare indietro nel tempo. E se chiude gli occhi rivede ancora quella ragazzina sperduta tra le quinte del teatro, tra l'odore di polvere e di arte. E sente ancora il leggero tonfo delle scarpette delle ballerine che atterrano sul pavimento di legno. Il fruscio dei tutu' e l'aria spostata dai loro movimenti. Un brivido che le percorre la schiena. E il battito del suo cuore, diviso tra le note, una chioma riccioluta e una liscia mai dimenticate...."

                                                                  ***********
Questo era "l'incipit emozionale" il "Preludio" accennato a Francy....e da qui l'aggancio con Le Quattro stagioni di Vivaldi. Le Quattro stagioni dell'Arcimboldo e il racconto Inviti superflui di Buzzati, che hanno un comune denominatore. Il tempo che passa, attraverso le stagioni.

(Ho scelto l'Autunno perchè siamo in autunno! Perchè mi piace per i suoi indescrivibili colori  e i suoi profumi, di bosco, di foglie morte, di castagne, di funghi e altro ancora.
Perchè non potevo ignorare un riferimento rispetto ad un altro. Perchè il ricordo ha stimolato alcuni sensi: l'olfatto e il gusto per il profumo e il sapore degli ingredienti, la vista per il ritratto e il racconto, l'udito per il capolavoro musicale. Con un "sesto senso", quello delle emozioni! )

Tre grandi artisti che hanno saputo interpretare e trasmettere la loro arte, con stili di comunicazione diversi tra loro, ma cosi' vicini. Vivaldi con le sua maestria, ha musicato i  quattro Sonetti, uno per concerto (Stagione), che sono il tipico esempio di "musica a programma", cioè che descrive in musica un testo scritto. Per intenderci: i toni cupi e tetri dell'inverno, gioiosi e caldi dell'estate con la sua prorompente tempesta finale, la delicatezza della primavera con il canto degli uccelli e il temporale, e l'autunno dove il protagonista è Bacco, con i sintomi dell'ebbrezza, il clima trasognato del dopo festa e i momenti concitati della caccia. Come rimanere insensibili leggendo e ascoltando questi versi musicati in maniera cosi' magistrale?


Allegro
Celebra il Vilanel con balli e Canti
Del felice raccolto il bel piacere
E del liquor di Bacco accesi tanti
Finiscono col Sonno il lor godere

Adagio molto
Fa' ch' ogn' uno tralasci e balli e canti
L' aria che temperata dà piacere,
E la Staggion ch' invita tanti e tanti
D' un dolcissimo sonno al bel godere.

Allegro
I cacciator alla nov'alba à caccia
Con corni, Schioppi, e cani escono fuore
Fugge la belva, e Seguono la traccia;
Già Sbigottita, e lassa al gran rumore
De' Schioppi e cani, ferita minaccia
Languida di fuggir, mà oppressa muore.
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E se Vivaldi ci trasmette le emozioni con le note, l'Arcimboldo lo fa attraverso la vista, con le bellissime grottesche "Teste composte" , combinando frutta, ortaggi, uccelli, libri ecc. collegati metaforicamente al soggetto rappresentato.
Le opere piu' famose e conosciute sono appunto le otto tavole raffiguranti, in forma di ritratto allegorico, le quattro stagioni e i quattro elementi della cosmologia aristotelica (Aria, Fuoco, Terra, Acqua).  Ogni stagione è creata, secondo le corrispondenze tra microcosmo e macrocosmo propri della filosofia aristotelica.

L'Autunno è rappresentato come un uomo dai lineamenti grossolani. Il collo, formato da due pere e da alcuni ortaggi, spunta da un tino parzialmente distrutto mentre le doghe di legno che lo formano sono tenute legate tramite dei rami di salice.
La faccia è formata da pere e mele, visibili in particolare sulla guancia e per il naso; il mento è una melagrana, mentre l'orecchio, un fungo, regge un pendente a forma di fico. Le labbra e la bocca sono formate dal riccio della castagna mentre per la peluria del viso utilizza il grano. La capigliatura è composta da uve e viti, alla cui sommità si trova una zucca.



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Mentre le parole toccanti di Buzzati, descrivono in maniera esemplare lo stato d'animo di un amore, che passa e vive attraverso lo scorrere del tempo, attraverso le stagioni. Ma è poi mai esistito questo amore o è solo un intenso e struggente desiderio nato nella mente del protagonista e descritto come se davvero fosse stato vissuto in ogni sua emozione?

"Vorrei pure - lasciami dire - vorrei con te sottobraccio attraversare le grandi vie della città in un tramonto di novembre, quando il cielo è di puro cristallo. Quando i fantasmi della vita corrono sopra le cupole e sfiorano la gente nera, in fondo alla fossa delle strade, già colme di inquietudini. Quando memorie di età beate e nuovi presagi passano sopra la terra, lasciando dietro di sé una specie di musica.
E riusciremo, vedrai, a essere abbastanza felici, con molta semplicità, uomo con donna solamente, come suole accadere in ogni parte del mondo. Ma tu - adesso ci penso - sei troppo lontana, centinaia e centinaia di chilometri difficili a valicare. Tu sei dentro a una vita che ignoro, e gli altri uomini ti sono accanto, a cui probabilmente sorridi, come a me nei tempi passati. Ed è bastato poco tempo perché ti dimenticassi di me. Probabilmente non riesci più a ricordare il mio nome. Io sono ormai uscito da te, confuso fra le innumerevoli ombre. Eppure non so pensare che a te, e mi piace dirti queste cose".
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E per finire, il grande Rigoletto nel suo splendido Quartetto "Bella figlia dell'amore"" interpretato da Gilda,Rigoletto, Duca di Mantova e Maddalena. Verdi, un genio nell'orchestrare nelle sue opere quattro personaggi che cantano insieme, nella propria intensa parte e interpretazione (cosi' come anche Puccini del resto, nelle sue magnifiche Opere), perchè uno degli ingredienti che ho utilizzato è il ripieno dei tortelli di zucca mantovani, quindi, svolgendosi la storia a Mantova, va da sè che Rigoletto va a braccetto con ripieno di zucca!
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Due versioni. In comune la farina di grano saraceno e il ripieno dei tortelli di zucca (zucca, amaretti e mostarda). Quella dolce con l'aggiunta della frutta secca, quella salata con funghi e formaggi.

Il muffin salato, immaginato di essere gustato nella Locanda di Sparafucile, fratello di Maddalena, fuori Mantova, sui tavolacci di legno rustico, accompagnato da un buon bicchiere di vino corposo.
Lo stesso vino corposo bevuto dai cacciatori sotto gli alberi a ridosso del bosco alla fine della battuta di caccia, che se nel testo recita "...ferita minaccia, Languida di fuggir, mà oppressa muore", la voglio pensare libera e loro lo stesso a festeggiar!
Il muffin dolce invece, gustato dal protagonista di Buzzati, che già cosi' tristemente provato per quel desiderio di vedere e sentire al suo fianco il suo amore, nel susseguirsi delle stagioni, che provi almeno un po' di pace, davanti ad un camino acceso, un dolce morbido tra le mani, accompagnato da un buon bicchiere di Zibibbo.
                                                 
Consigli e ricetta la trovate qui

Muffins "mantovani" con farina di grano saraceno e frutta secca

Ingredienti per 12 muffins medi
200 g farina 00
100 g farina di grano saraceno
100 g zucchero di canna
  40 g di noci, uvetta, nocciole, pinoli, fichi secchi, per un totale di 200 g.
1/2 cucchiaino di bicarbonato
8 g di lievito in polvere per dolci
un pizzico di sale
un pizzico di cannella
 la scorza grattugiata di un limone
 100 ml di latte
 100 g di burro morbido 
150 g di zucca cotta 
    1 scatola di amaretti
1 vasetto di mostarda di mele o 4/5 pezzi di quella di frutta mista 
1/2 bicchiere + 1 cucchiaio di liquore Amaretto
2 uova medie


Esecuzione
Sistemate i pirottini di carta nella teglia per i muffins oppure ungete e infarinate bene gli incavi, fondo e bordi.
Tagliate la zucca e ponetela su una teglia foderata di carta forno. Cuocete in forno a 160°C per circa mezz'ora. Fatela raffreddare e frullatela oppure schiacciatela con una forchetta. insieme agli amaretti e alla mostarda (Nota: per ottenere 150 g di zucca cotta ne occorre circa 200-250 g cruda, perché in cottura perde peso) Potete preparare il ripieno di zucca anche il giorno prima, cosi i sapori si amalgamano meglio tra di loro. Io la volta precedente ho preparato piu' ripieno che ho poi surgelato e utilizzato questa volta.


Portate il forno a 190°C modalità statica.
Mettete le uvette in ammollo nel mezzo bicchiere di liquore Amaretto per circa 15-20 minuti, poi scolatele ed asciugatele bene.
Tagliate a metà la frutta secca, a parte i pinoli e in quattro i fichi secchi (potete pero' lasciare la frutta secca anche intera, affinchè si veda nell'impasto. A pezzetti si "confonde" creando una curiosa risultanza e sorpresa tra il morbido dell'impasto e il croccante della frutta che ti scrocchia sotto i denti quando meno te lo aspetti)


In una ciotola media lavorare il burro a crema con lo zucchero.
Unite le uova mescolandole con una frusta, aggiungete un cucchiaio di liquore Amaretto, il ripieno di zucca e il latte, mescolate bene e tenete da parte.
In una ciotola grande setacciate tutti gli ingredienti secchi (le farine con il lievito, il sale, il bicarbonato) aggiungere la cannella, la noce moscata e la scorza di limone grattugiata. 
In ultimo unite la frutta secca tagliata grossolanamente e l'uvetta scolata ed asciugata. 
Mescolate uvetta e farina  in modo che le uvette ne siano ben ricoperte  (ciò impedirà loro di depositarsi sul fondo dei muffins in cottura).
Formate una fontana e versateci dentro il composto liquido.
Con un cucchiaio amalgamate i due composti mescolando BREVEMENTE, con non più di 10-11 giri di cucchiaio.
Il composto dovrà risultare grumoso.
Riempite i pirottini o gli incavi della teglia fino al bordo o oltre, per ottenere una bella cupola ed infornate subito. Abbassate la temperatura a 180°C modalità statica e cuocete per 20-25 minuti, controllate la cottura inserendo uno stecchino nel centro dei muffins, se esce pulito sono pronti. 


Dovranno risultare leggermente dorati in superficie.
Sfornateli, lasciateli riposare 5 minuti poi toglieteli dalla teglia e fateli raffreddare su una gratella.







ecco il morbido interno



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Muffins "mantovani" con farina di grano saraceno,funghi,Emmenthal e formaggio di capra Testa Dura O.I.P.




Ingredienti per 12 muffins medi
200 g di farina 00
100 g di farina di grano saraceno
 50 g di Parmigiano Reggiano
 100 g di Emmenthal
100 g di formaggio di capra Testa Dura O.I.P.
1/2 cucchiaino di sale fino
1 cucchiaio da tavola raso di pepe nero macinato al mulinello
 cucchiaio di erba cipollina q.b.
8 g di lievito in polvere per salati
 un pizzico di bicarbonato
150 g di ripieno di zucca (zucca, amaretti, mostarda)
70 g di burro
100 ml di latte
funghi porcini secchi
2 uova medie

Esecuzione
Tagliate la carta forno in quadrati e sistematela negli incavi della teglia da muffins (danno un aspetto piu' rustico al muffin)  oppure ungeteli e infarinateli bene, fondo e bordi.
Preparate la zucca come indicato nella ricetta precedente
Pre-riscaldate il forno a 190°C modalità statica.
Tagliate i formaggi a cubetti
Mettete a mollo i funghi porcini
Fate sciogliere il burro a bagnomaria e tenete da parte.
Grattugiate il Parmigiano Reggiano

In una ciotola grande setacciate la farina col lievito e il bicarbonato. Aggiungete il Parmigiano grattugiato, i cubetti di formaggio, il sale, il pepe macinato al momento. Scolate i funghi dalla loro acqua quando sono ben ammorbiditi e fateli cuocere con una noce di burro ed erba cipollina secondo i vostri gusti ed aggiungeteli agli altri ingredienti  precedentemente mescolati. Amalgamate bene, fate la fontana e tenete da parte.In una ciotola media sbattete le uova con il latte, aggiungete il burro fuso e il ripieno di zucca. Amalgamate bene e versate il composto nella ciotola degli ingredienti secchi.
Con un cucchiaio mescolate BREVEMENTE, sempre 10-11 giri di cucchiaio solo per amalgamare gli ingredienti.
Riempite gli stampini con la carta forno fino oltre il bordo, per avere una bella cupola, infornate, abbassate la temperatura a 180°C e cuocete per circa 20-25 minuti. Controllate sempre la cottura con uno stecchino.


Sfornate i muffins 
Lasciateli riposare 5 minuti poi toglieteli dalla teglia e fateli raffreddare su una gratella.


ecco l'interno 


con queste due ricette partecipo al contest di novembre per



27 commenti:

  1. Wowowow!!
    Che super collegamento in tutti i sensi...! O_o
    Sono rimasta senza parole!!

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  2. Risposte
    1. Già....infatti li ha assaggiati anche la Minnie!! Grazie!

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  3. è davvero un grande post, antonella, con tutti questi riferimenti e collegamenti! davvero complimenti!
    quello che non ho capito è chi ha scritto il racconto iniziale, quello di viola.
    e i muffin? i muffin sono invitantissimi! sia quello salato che quello dolce.
    davvero da leccarsi i baffi!

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    1. Il racconto? Ehm....uhm....ogni riferimento a persone, luoghi e fatti è puramente.....reale... La francy ci ha azzeccato!!! :-o

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  4. Caspita Antonella!! che post! mi sembra di cogliere qualcosa di autobiografico nel primo racconto, o sbaglio?
    Comunque bellissimi i tuoi agganci fra le ricette e le opere che hai citato, uniche nel loro genere. I quadri dell'Arcimboldo sono fra i miei preferiti, rimango sempre incantata dal genio di questo artista!
    Hai reinterpretato i miei muffins in maniera veramente originale senza strafare, con gusti decisi e abbinamenti deliziosi.
    Bravissima!!! e grazie infinite!
    Francy

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    1. Ehm...uhm....già...ogni riferimento a persone luoghi e fatti è puramente.....reale. Ed è la prima volta che esco allo sscoperto così! Li dicevo io che era una sfida profonda!! Grazie mille Francy!!!

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  5. Avevo sbirciato già ieri, ma ho voluto aspettare l'occasione di leggermi tutto con calma, perché il post meritava tutta la mia attenzione. Un post che trasuda arte...e come emoziona il breve racconto, conoscendo la tua storia. Doppiamente brava: come scrittrice e come cuoca!

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    1. Grazie mille Mariella! Come volevasi dimostrare, questo mese, oltre alle pentole...c'è di piu'!!! Per tante/tutte di noi.....anche tu non scherzi affatto!! :-)

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  6. Meravigliose entrambe le versioni, sia quella dolce, sia quella salata!!!
    Adoro la farina di grano saraceno e mi piace il modo in cui l'hai sapientemente abbinata agli altri gusti.
    W Mantova, ma soprattutto... W Antonella!!!!!!!

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  7. solo io l'ho capito da subito, che "la" Viola eri tu?
    sarà mica perchè qui stiamo passando a quella? ;-)
    e lo sai che mi aspettavo pure Il Rigoletto?
    dici che mi devo preoccupare?
    i muffins, quelli, mi hanno sorpreso, però: perchè l'ispirazione mantovana non rientrava nel mio raggio (il Rigoletto, lo limitavo alla gobba, vedi cosa significa essere terra terra, come dice mia figlia quando deve commntare i miei gusti musicali)
    Ottime versioni, in entrambi i casi, molto attinenti sia all'ispirazione che al territorio. Bravissima!

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  8. Ah brava Ale! Son proprio io! Brava Carola, ottima scelta!! Rigoletto solo gobbetto? È molto di più!! Grazie Ale!!!

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  9. Un post ricchissimo di riferimenti, di ingredienti, di vere golosità! Mi tornano in mente i tortelli di zucca di cui mi hai dato la ricetta.. spettacolari, come i tuoi muffin!

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  10. Eddai! Anche questa volta ci somigliamo. Grano saraceno e fichi secchi anche per me anche se diversamente abbinati sia al testo sia ad altri ingredienti.
    Brava Anto!
    Nora

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  11. Grazie bela tusa!!!! già...questione di feeling!!! ahahha

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  12. Una sinfonia in tutti i sensi! Forti e complessi descrizioni e connessioni tra la musica e l'arte e sempre forti e complessi i ingredienti che hai usato.
    Adoro i muffin salati, anzi li preferisco a quelli dolci e il formaggio di capra per me è prediletto.
    Complimenti!!!

    Cristina...per Incanto

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  13. Grazie mille Cristina!! Ho sempre adorato fare i collegamenti fra tutte le forme artistiche.....non si puo' far finta di niente. Se penso ad un quadro o una musica o ad un racconto o poesia, subito mi vengono in mente i particolari che li uniscono tra di loro....

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  14. Allora un vero talento! Brava davvero!!!
    Ciao Antonella e aspetto di leggerti ancora ;-)

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  15. Ma che brava Anto!!! Questo mix di frutta secca è una vera goduria e con questo tempo nebbioso ci sta alla perfezione!!! ;-)

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  16. Complimenti Antonella, ottima scelta la frutta secca per i muffin dolci ma pure quelli salati non scherzano in quanto a bontà e a sapore. Non so quali mi piacciano di più :)

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