Cookie

Questo sito utilizza i COOKIE per gestire e migliorare la tua esperienza di navigazione del sito. Proseguendo con la navigazione accetti l'utilizzo dei COOKIE.
Per maggiori informazioni e su come rimuoverli consultare la nostra politica sui COOKIE.

Privacy Policy

domenica 17 gennaio 2016

La Cassoeula per il Calendario del Cibo Italiano


E fu cosi' che...nonostante il poco tempo a disposizione, il richiamo delle novità, delle cose belle, della buona tavola, e di tutto il fermento che c'è in casa A.I.F.B.- Associazione Italiana Food Blogger per il nuovo nato, il Calendario del Cibo Italiano, ha avuto il sopravvento.
Come si fa a non rimanere entusiasti e coinvolti in questo progetto, che sta prendendo piede, sempre piu' concretamente, che ci porta a divulgare, in un mondo sempre piu' fast e poco food, tutte le ricette della tradizione gastronomica italiana, di famiglia, di ingredienti sconosciuti o poco consumati?
Un calendario dove potete ritrovare le ricette del "buon ricordo", quelle che non avete mai preso in considerazione, che non avete mai cucinato per una serie di motivi, che vi "spaventano" solo a sentirle nominare perchè non osate cimentarvi.
Parallelamente alle Giornate Nazionali, delle quali vi avevo parlato le volte scorse, si festeggerà anche una settimana dedicata ad un certo cibo, cucina, ingrediente. E questa settimana tocca alla Cassoeula, piatto tipicamente invernale, dove per la serie che del maiale non si butta via niente, allora mettiamo tutto quello che occorre per fare questo piatto fantastico!
Il piatto, così come viene preparato, nasce all'inizio del XX secolo, ma le sue varianti più antiche sono di origine incerta e controversa. Probabilmente, il piatto deriva ed è legato alla ritualità del culto popolare di Sant'Antonio abate, festeggiato il 17 gennaio, data che segnava la fine del periodo delle macellazioni dei maiali. I tagli di carne utilizzati per la cassoeula erano quelli più economici e meno nobili del maiale, come la cotenna, i piedini, la testa e le costine.avevano lo scopo di insaporire la verza, elemento invernale basilare della cucina contadina lombarda nei secoli scorsi, che per tradizione andava usata solo dopo la prima gelata, Con l'aggiunta di passata di pomodoro per dare un po' di colore al piatto.
Il nome deriva probabilmente dal cucchiaio con cui si mescola (casseou) o dalla pentola in cui si prepara (casseruola). Esiste un'altra spiegazione per il nome: è piuttosto noto che, per tradizione, il piatto venisse preparato dagli operai dei cantieri edili una volta che l'edificio fosse giunto al tetto ed il nome derivi dall'attrezzo utilizzato per mescolarla durante la cottura, per l'appunto la "cazzuola". È da segnalare inoltre che esiste un piatto della tradizione tedesca, il "Kasseler" ("càssola" nella pronuncia tedesca), consistente in tagli di maiale affumicato servito con un contorno di cavolo verza.
Per me, è il piatto del ricordo, di quando fin da piccola, la trovavo una vera leccornia. Un piatto condiviso con i parenti, conviviale, quando non si sapeva ancora cosa fossero i cellulari, e il tempo e la vita trascorrevano con un altro ritmo.
Ritmo che riconquisto tutte le volte che preparo questa prelibatezza. Perchè se è vero che in questo piatto ci sono le parti meno nobili del maiale, è un piatto di tutto rispetto, da preparare con tutti i santi crismi, e senza fretta.

Io sono qua in veste di contributrice di questa giornata per il Calendario Italiano del Cibo con la mia ricetta che trovate qui.

Potete leggere maggiori informazioni su questo piatto nel contributo che Gianni Senaldi, Ambasciatore di questa giornata, ha pubblicato per tutti noi.






10 commenti:

  1. Ti ringrazio per aver partecipato a questa giornata con questo bel post. Ti abbraccio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Gianni. Bel contributo il tuo, per questo piatto della nostra tradizione!

      Elimina
  2. I tagli meno nobili, secondo me sono anche i più buoni. Non è che sia un piatto proprio leggerissimo, ma ogni tanto uno strappo, lo si può fare :)
    Bella ricetta Antonella

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Aurelia. I piatti della tradizione vanno sempre "difesi", anche se corposi e non tanto leggeri. Una volta ogni tanto ci si puo' concedere questo "lusso" storico

      Elimina
  3. Tu sì che mi riporti indietro nel tempo quando si facevano le 'cassolate' tra amici. Ma oggi, a parte qualche ristorante, la cucina ancora qualcuno? Perché sarebbe davvero un peccato perdere il ricordo :-)

    RispondiElimina
  4. Le cassolate...ahaha bellissimo termine! I miei amici ricordano ancora (con qualche brivido) quella del lontano 1985...con mia mamma che aveva esordito "la taca mo"...il finale lo sai! ahahah Non so chi altri la prepara...sarebbe un peccato perderla!

    RispondiElimina
  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  6. In effetti era bello stare tutti intorno ad una tavola e condividere un piatto come questo, ma soprattutto senza cellulari!

    RispondiElimina