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domenica 13 novembre 2011

Pizzoccheri in maschera...

Oggi vi porto ancora una volta in Valtellina , a Teglio . Come ho già detto , questo paese  ha fatto da sfondo ai momenti  spensierati delle mie vacanze . Tutte le volte che vado su , passo dal mulino e faccio una scorta esagerata di diverse farine e altri prodotti tipici , tra i quali quello che ho usato proprio oggi e che scoprirete dopo. Stamattina spolverando la libreria ho rivisto le copertine di 4 libri che ho scovato nella "mia" libreria del mare , meta delle nostre incursioni estive , e che parlando di montagna , mi hanno ispirato questo piatto . Vi sembrerà un po' fuori dalle righe leggere sotto l'ombrellone a 30 ° il racconto di imprese vissute  a 30° e passa sotto zero! Ma è stata cosi' coinvolgente e toccante la lettura che li ho letti tutti d'un fiato. E ho provato sensazioni ed emozioni come se le stessi vivendo anche io in quel momento insieme ai protagonisti. Sono libri autobiografici o di scrittori che hanno raccolto le testimonianze di chi ha vissuto queste esperienze . Come tutte le autobiografie possono essere crudi , passionali , mettono a nudo lati sconosciuti , emozioni , paure e sentimenti del protagonista . Tra l'altro uno l' ho conosciuto prima che succedesse quello che narra nel libro. Per questo , quando ho sentito della tragedia sono rimasta senza parole . Sono libri che narrano di una grande passione: la montagna. Non quella dei picnic o del barbecue di ferragosto o delle passeggiate tranquille . La montagna vera , quella delle grandi imprese . Quella delle sfide , delle vittorie , delle tragedie . quella che permette di essere scalata fino alla cime . Quella che chiede le sue vittime . quella che richiede rispetto .  E' Lei la padrone in quel momento. E' viva e a volte è spietatamente crudele . Solo chi ha una grande passione per qualche cosa riesce a capire le imprese e la testardaggine e la sfida di queste persone. Troppo semplicistico dire "ma chi glielio fa fare ", "perchè rischiare la vita in questo modo" e chissà quale altra critica ...Chi non ha una passione che ti brucia nel cuore e fino a che non l'hai vissuta non ti fa stare bene con te stesso non puo' capire. Tutti piu' o meno abbiamo le nostre passioni e hobby. Dai francobolli , collezionare elefantini , fiori secchi , giardinaggio (ma se sei in giardino mentre curi i tuoi fiori e ti punge un calabrone al quale sei allergico e non lo sai ,ti viene uno shock anafilattico e ci muori, che sfiga, non stavi mica facendo niente di pericoloso....)
Quelle raccontate in questi libri sono imprese che non tutti possono affrontare ma che tutti possono leggere portando rispetto verso coloro che le hanno vissute , senza critiche e cattiverie gratuite. Io capisco quello che provano o che hanno provato queste persone , perchè nel mio piccolo ho vissuto cosa vuol dire avere passione per qualche cosa e che ora non posso piu' fare . Quando in estate si andava per rifugi , quindi una cosa abbastanza tranquilla , si partiva equipaggiati, zaino in spalla , tanta voglia di arrivare alla meta , senza strafare e rischiare ma semplicemente perchè dentro di te sentivi il "richiamo della montagna". Ci facevi una fatica bestia a volte , e non vedevi l'ora di arrivare al rfugio, a volte avresti mollato tutto per la stanchezza , ma tenevi duro e quando arrivavi in cima e vedevi il panorama cosi bello da togliere il fiato, ringraziavi te stesso di non aver mollato ma di aver proseguito fino alla cima . E le volte che si pernottava, scoprirsi a passare quasi tutta la notte in bianco per vedere la luna che illuminava le cime , scattare una serie infinita di fotografie e che il click della macchina fotografica sembra profanare quel silenzio , alla mattina l'alba assistere allo spettacolo dell'alba . Ti rendi conto di essere una parte infinitesimale in questo universo. E quasi non ti senti degna di guardare quel paesaggio che ti circonda. E provi un rispetto grandioso verso quella montagna che ti  ha permesso di godere di quello spettacolo unico. Una sensazione indescrivibile ! La mia impresa è davvero una passeggiata se messa a confronto con quelle narrate in questi libri.
Per questo consiglio di leggere questi libri. Raccontano di imprese che sembrano per chi non li capisce, imprese da fuori di testa, ma che invece sarebbe bene leggere e interpretare con una idea diversa . Certamente alcune passioni comportano rischi piu' di altre , ma se queste sono cosi importanti per i protagonisti perchè condannarli ? E' forse meno rischioso recarsi al lavoro in macchina , attraversare la strada , andare in bicicletta ? La risposta è no !
Leggere di queste imprese che mettono a dura prova sia il fisico che la mente , "soffrire " insieme ai protagonisti per la fatica fatta o per la perdita del compagno di cordata ,  solo immaginare dai loro racconti e dalle loro parole lo spettacolo della natura che li circonda ...Il Re delle montagne ( il Nanga Parbat ) , Everest , Karalorum , il K2 . ( e la mia voglia di essere li anche io ma di non potere mannaggia)
Alpinisti che preparano il loro fisico e la loro mente fino all'ulitmo, senza tralasciare nessun particolare. Potrebbero sembrare incoscienti agli occhi dei molti , ma hanno questo sogno che brucia dentro. Ogni volta alzano l'asticella dei limiti naturali. E a volte devono abbandonare l'impresa per non rischiare la vita ma abbandonano con la delusione e la morte nel cuore per aver fallito . Libri crudi a volte nella loro esposizione dei fatti , che ti fanno riflettere sui valori importanti e le priorità della vita . Imprese che ti fan gioire insieme al protagonista per la buona riuscita e piangere per l'alpinista che ha perso la vita e che hai imparato a conoscere tra le parole del libro....non mi vergogno a dirlo ma in certi momenti ho davvero pianto. E allora qualcuno di voi potrà dire "allora se devo leggere un libro che fa piangere ne faccio a meno"... bè quante volte si piange davanti ad un film o libro romantico e sentimentale ?
Certo sta a voi la scelta . Ma vi assicuro che una volta letti , davvero si apre un mondo e si riflette su tante cose , ed è veramente impressionante scoprire di quante emozioni e sensazioni siamo capaci di provare semplicemente leggendo un libro...
ah si...i titoli... "Aria sottile" e "In vetta senza scorciatoie" ed Corbaccio , " E' la montagna che chiama" ed Mondadori , "Giorni di ghiaccio"  ed. Baldini Castoldi Dalai .
Ed ora la ricetta...per stemperare un attimo le emozioni e per riprovare la sensazione di essere su ancora in quel rifugio che mi ha accolto tanto tempo fa....
 Ingredienti
500 gr Fidelini tipo pizzoccheri
100 gr formaggio Casera
100 gr formaggio Fontina
100 gr formaggio Bitto
100 gr grana grattugiato
100 gr burro
    7 foglie di verza
    7 patate medie
    1 spicchio di aglio
pepe nero Tec-Al   q.b.
sale q.b.

Esecuzione
Tagliate le patate a tocchetti e la verza a listarelle . Mettetele a bollire in acqua salata per 5 minuti . Aggiungete la pasta e fate cuocere per il tempo riportato sulla confezione . Nel frattempo tagliate a dadini il formaggio e fate soffriggere lo spicchio di aglio nel burro . Il burro dovra'  avere un colore appena dorato e non troppo scuro .
Terminato il tempo di cottura della pasta scolatela poco per volta con una schiumarola , versandola in una zuppiera , alternando i formaggi e il burro fino alla fine degli ingredienti . Con l'aiuto di un forchettone , senza girare troppo , impiattate e spolverizzate con pepe nero a piacere .......
 questi sono un alternativa al pizzocchero vero formazo tagliatella....e non finisce qui....
con questa ricetta partecipo al contest
http://ultimissimedalforno.blogspot.com/2011/09/cuochi-da-biblioteca-contest-anchio.html

1 commento:

  1. Che bello, un'altra ricetta per il mio contest! Grazie davvero!
    Intanto i pizzoccheri li adoro e oggi c'è proprio il clima giusto... quasi quasi...
    "Aria sottile" l'ho letto ed è davvero emozionante...
    Inserisco la ricetta, baci
    Anna

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