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giovedì 14 giugno 2012

Ecco a voi gratis on line il numero di Open kitchen Magazine



C'è sempre un bel po' di trepidazione nella redazione e dintorni di OKM i primi del mese ! Qualche giorno prima dell'uscita ufficiale possiamo curiosare in anteprima la copertina e che annnnnnnnnnsia!!!!!
Tutte noi che ci siamo prodigate per rendere sempre piu' speciale questo nostro progetto non vediamo l'ora di sfogliare la rivista . E dopo averlo fatto in un batter d'occhio , perchè siamo ipercuriose di vedere subito il nostro lavoro , cominciamo a sfogliarlo e risfogliarlo con piu' attenzione e calma , assaporando ogni descrizione , fotografia e intervista....e anche se sappiamo che "quella" ricetta e fotografia è stata scattata e riscattata proprio da noi, rimaniamo sorprese e orgogliose del nostro operato! Perchè nessuna di noi sa in realtà come sarà impaginata la ricetta e la fotografia finale delle nostre creazioni . C'è un filo sottile che lega il nostro lavoro , che corre sul web , un tam tam di mail e commenti . Una sinergia palpabile che ci unisce
nonostante la nostra lontananza . Che arriva al culmine nel preciso istante in cui con un click il nostro lavoro è visibile e consultabile . Che riparte nuovamente piena di energia ed entusiasmo verso il successivo traguardo!
Ricette fresche e leggere , golose e colorate . E un'intervista al grande chef-pasticcere Luca Montersino...
Che aspettate ? Sfogliate e scoprite insieme a noi tutte le novità di questo numero. E condividete con i vostri amici questi momenti di golosa lettura !!
Cliccate QUI ! e....ne vedrete delle buone e belle !

( le mie ricette le  trovate alle pag. 63-75-77 e 83 )

lunedì 11 giugno 2012

Hamburgher di vitello con spiedini di verdure

 

Alba di una domenica qualunque....i mestieri non si possono fare perchè altrimenti i vicini si svegliano....
Morfeo se n'è andato da un pezzo quindi ...grigliamo ! Mica si sveglieranno per lo sfrigolio dei peperoni e melanzane sulla griglia !!!  
Ma poi un urlo lacera il silenzio ...MA CHE PUUUUUUUZZAAA.....ecco , si sono svegliati figlia e marito . Ma vi sembra puzza il profumo della verdura grigliata ? Alle 8 di mattina si....ma poi si sono sbafati gli hamburgher e gli involtini di verdure eh!!! Ingrati....

Ingredienti
Hamburgher di vitello de Il Sole
melanzane , peperoni gialli e rossi ,  zucchine , patate , pomodorini ciliegia q.b.
olio extravergine di oliva Dante

Esecuzione
Tagliate a fette le melanzane e mettetele in uno scolapasta alternando le fette con un pizzico di sale grosso per far perdere il liquido amarognolo per almeno 30 minuti. Dopodichè sciacquatele e metettele in una ciotola con un filo di olio extravergine di oliva.
Tagliate i peperoni a falde togliendo i filamenti bianchi e i semi , le zucchine a fette dal lato piu' lungo , e le patate a fette non troppo sottili. Mettete le verdure in ciotole differenti e irroratele con un filo di olio extravergine di oliva . Scaldate una griglia e cominciate a cuocere le verdure , a parte i pomodorini che utilizzerete interi .
Arrotolatele e infilatele in uno spiedino . In una padella antiaderente versate un filo di olio extravergine di oliva e cuocete l'hamburgher da entrambi i lati .
Serviteli o solo con gli spiedini o con gli spiedini e il panino classico della versione fast food....ma senza insalata e cremine varie....

domenica 10 giugno 2012

Lumacone con formaggi e fiori di lavanda


Mai e poi mai avrei immaginato di cucinare o mangiare i fiori ! Ma la mente delle diaboliche Cinzia e Valentina anche questa volta non ha avuto pietà ! Il contest di giugno è ...Cucinare con i fiori....gulp !
Anche se pensandoci bene , quanti di noi mangiano cavolfiori , carciofi , fiori di zucca , capperi e si bevono infusi di camomilla , karkadè , gelsomino , malva e altri fiori ? Certamente il pensiero di veder spuntare dal piatto di risotto un geranio , potrebbe far arricciare il naso , ma basta un po' di buonsenso nella scelta del fiore e parsimonia nell'utilizzo , a trasformare un piatto normale in un piatto curioso e aromatico. Certamente il sapore dei fiori puo' conferire al piatto un gusto un po' forte e strano perchè non siamo proprio abituati , quindi se è la prima volta che ci cimentiamo nell'uso dei fiori edibili , non abbondiamo nelle dosi altrimenti un piatto in apparenza originale e curioso si trasforma in una pietanza immangiabile !
Questo solitario lumacone , perchè non sapevo come sarebbe stato il risultato , ha come ripieno un mix di ricotta , caprino , formaggio cremoso e una punta scarsa di fiori di lavanda . Un gusto decisamente insolito e curioso , ma secondo me molto delicato....

Ingredienti
1 cucchiaio di ricotta fresca
1 cucchiaio di formaggio caprino
1 cucchiaio di formaggio cremoso
1 punta di cucchiaino da caffè di  fiori di lavanda di Coccole
pasta formato lumacone ( van bene anche i paccheri o altro formato...)

Esecuzione
Mescolate i tre tipi di formaggi . Aggiungete un pizzico di fiori di lavanda . Portate a bollore l'acqua , salatela e fate cuocere la pasta seguendo il tempo riportato sulla confezione . Riempite il lumacone , un pizzico di fiori di lavanda per decorare e....il fiore è servito !

con questa ricetta partecipo al contest

Il quasi babà....Natale...


Come accennavo nel post precedente...ho colto la sfida del babà...."per una come te che ha preparato panettone , pandoro , colomba , pastiera..." . Premetto che a me questo dolce non piace mica tanto , ma ho voluto cimentarmi perchè mi piacciono le sfide e forse perchè mi piace coccolare i colleghi e portare una nota di dolcezza tra quelle mura !!
Ma se per tutte le preparazioni citate ho avuto forse un po' la fortuna del principiante (solo poca pero' ,  perchè tra lievitini , lievitazioni notturne ecc. ho perso qualche ora di sonno , ma che risultato e soddisfazione! ) questa volta la fortuna era distratta o stava aiutando qualche altra cuoca!
Già la presentazione è tutta un programma vero?! Presa dall'entusiasmo ho incominciato a impastare , per accorgermi quando ormai era troppo tardi che non avevo lo stampo per babà !! Ditemi , chi di voi non ha nella credenza lo stampo o una vicina di casa superfornita , suvvia! Panico... mentre il composto monta nella planetaria gonfio e bello , comincio a controllare tra stampi e stampini se ci fosse qualche cosa che potesse assomigliare alla tipica forma. Niente da fare . Solo stampi per muffin , tortiere , pirottini , in acciaio, in silicone , di carta...ufff ! Ma ecco che aprendo l'anta che racchiude il " reparto natalizio"  il mio occhio cade su uno stampo di silicone a forma di albero di Natale...Bè , non potevo fare la preziosa e decidere altrimenti , era l'unica cosa conica che potesse quasi assomigliare al babà...E mentre versavo l'impasto mi veniva da ridere!
Conclusione : il collega napoletano mi ha rimandato a settembre perchè era un dolce buono ma non proprio babà , rincuorandomi perchè ha detto che è difficile riprodurlo uguale a quello che si compra in pasticceria.....sarà stata la forma ? Ahahaha.....comunque , babà si babà no....forma a fungo o ad albero di Natale , è stato ugualmente gradito , e scusate , non è per essere presuntuosa ma...non avevo dubbi.....

Ingredienti
250 gr farina
   4 uova
   5 gr di sale
  25 gr di zucchero
1 panetto di lievito di birra
120 gr di burro
  50 ml di latte

Per la bagna
500 ml di acqua
500 gr di zucchero
    1 bicchierino di rum

Esecuzione
Nel latte tiepido , aggiungete un pizzico di zucchero e il lievito sbriciolato . Lasciatelo riposare mentre nel frattempo preparate l'impasto . Dovrà formarsi un composto con una schiumetta . Avrete ottenuto il lievitino.
In una planetaria ( o a mano) , sbattete le uova con lo zucchero fino a raggiungere un composto gonfio e bianco .Aggiungete la farina , il burro a temperatura ambiente e dopo che è tutto amalgamato aggiungete il lievitino. Lasciate lievitare in luogo tiepido per 1,5 h fino a quando si sarà raddoppiato di volume.
Trascorso il tempo , versate il composto in stampini per babà (se li avete) o in stampini alti , riempiendoli per metà.
Cuocete in forno a 200° per 10 minuti e poi a 180° per altri 10 ( foto 1 in basso a dx).
Nel frattempo preparate la bagna portando a bollore l'acqua , nella quale verserete lo zucchero , e quando questo è sciolto, il bicchierino di rum. Mettete a bagno i babà fino a quando avranno assorbito parte della bagna , strizzateli delicatamente e metteteli a sgocciolare sulla griglia del forno (foto 2)
Una volta sgocciolati , spenellateli con la confettura di albicocche e serviteli o nei pirottini di carta (foto 3) o accompagnandoli con frutta fresca di stagione


con questa ricetta dolce partecipo al Get aid in the kitchen di Cucina di Barbara



La pastiera di Nello


Questa è stata appositamente preparata per il collega napoletano, che mi ha passato la ricetta , e che mi ha fatto conquistare punti perchè a suo dire , e ci credo , era proprio buona! Per una milanes-mantovana , cimentarsi in un dolce partenopero era un po' rischioso , perchè si sa , avrebbe potuto rivelarsi una brutta copia dell'originale . Che è poi il rischio che si corre nel preparare i piatti tipici regionali . A volte un po' rivisitati , a volte seguiti passo passo , ma non sempre riescono proprio come quelli originali , sia perchè manca l'esperienza che si tramanda di generazione in generazione , "segreti di famiglia" , sia perchè mancano gli ingredienti "veraci" e l'aria e l'acqua del posto ecc....ma se uno si impegna e incrocia le dita il risultato è buono ! Un po' come si dice di solito "la fortuna del principiante"....
Veramente ero un po' scoraggiata perchè tutti dicevano che era lunga e difficile da preparare , ma anche se vedete un elenco di ingredienti che vi sembra infinito, non lasciatevi intimorire , davvero non è una missione impossibile !! Rincuorata dal suo giudizio positivo , infatti, mi sono cimentata per la seconda volta ( ma ahimè lui non c'era ahh) e le mie colleghe mi hanno confermato che era ancora piu' buona della prima...
E ora hanno tutti lanciato una sfida...quella del babà...ma quella è un'altra storia.....

Ingredienti
per la pasta frolla
500 gr farina
    4 uova
100 gr burro
    4 cucchiai zucchero

Ripieno
500 gr grano precotto
500 gr ricotta
500 gr zucchero
    8 uova
500 ml latte
1 bottiglietta di fiori d'arancio
1 bustina di vanillina
1 pizzico di cannella + 2 cucchiaini
50 gr di cedro candito
  1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di zucchero
buccia grattugiata di 1/ limone

Esecuzione
Il ripieno potete prepararlo anche il giorno prima se volete . Bollite il grano con il latte , un cucchiaino di sale , uno di zucchero , la buccia del limone e il pizzico di cannella , fino a quando il latte si sarà completamente assorbito.
Montate i tuorli con lo zucchero fino a renderli bianchi e spumosi , aggiungete la ricotta e delicatamente gli albumi montati a neve. Aggiungete a questo composto il grano cotto , la bottiglietta di fiori d'arancio , 2 cucchiaini di cannella e la bustina di vanillina

Preparate la pasta frolla sbattendo le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto gonfio . Aggiungete la farina e il burro e velocemente impastate con le mani senza scaldare troppo l'impasto . Avvolgete il panetto ottenuto con la carta trasparente da cucina o in una ciotola coperta , e lasciatela riposare in frigorifero per almeno 30 minuti. Stendete la pasta frolla in una tortiera imburrata e infarinata (foto 1 e 2) , tenendo da parte un po' di pasta per fare le striscioline . Versate il ripieno sulla pasta frolla e decorate con le striscioline di pasta ( foto 3) . Cuocete in forno preriscaldato a 180° per quasi 2 ore . Vedrete che durante la cottura il ripieno si gonfierà tantissimo ( sembra sul punto di scoppiare !) , ma non preoccupatevi . Una volta trascorso il tempo di cottura si "siederà" ( foto 5)

con questa ricetta dolce partecipo al  Get aid in the kitchen di Cucina di Barbara


sabato 9 giugno 2012

Tortelli alle erbette

Quando ho letto il tema del contest di Alessandra "Ricette a spasso nel tempo", mi sono detta uaaaaaaooo, qui bisogna documentarsi,mica semplice la cosa, ma stimolante , intelligente e curioso ! E ho abbozzato una prima idea, su quale personaggio storico o famoso cui ispirarmi,e anche qua mica semplice...siamo pieni di personaggi storici e famosi con aneddoti e curiosità, che davvero c'è l'imbarazzo della scelta. Stringi stringi , ho pensato a personaggi famosi del panorama lirico-sinfonico della musica . Ho ristretto poi la ricerca e la mia scelta  è caduta tra due musicisti che hanno lasciato un segno indelebile con i loro capolavori nella storia della musica italiana e che io adoro : Verdi e Puccini . E qui , è stato veramente difficile decidere chi dei due dovesse pretendere tutte le mie attenzioni e finire in un blog di cucina . Ma poi la mia scelta definitiva è caduta su Giuseppe Verdi per tre motivi.
Inizialmente i motivi erano solo due : perchè adoro tutta la sua musica e perchè proprio durante le recite di Traviata ho conosciuto colui che è diventato poi mio marito....si, suonavamo nella stessa orchestra e tra un Amami Alfredo e un Libiamo nei lieti calici , ci siamo in pratica innamorati....L' altro motivo , avrei preferito non rientrasse in questo elenco e vi spiego il perchè. Avendo deciso di cercare la ricetta preferita di Verdi , volevo farmi aiutare da un'amico che in pratica è la reincarnazione del Mestro! Sa vita , morte e miracoli del grande musicista . Un Verdiano d.o.c. ! Tant'è che la figlia ha chiamato la sua prima bambina Verdiana , in onore del nonno. Cosi', mi sono detta chi meglio di Edy puo' aiutarmi in questa ricerca senza scervellarsi troppo , e finire anche citato per l'aiuto che mi ha dato ? Cos'i ho spedito una mail di richiesta ma dopo due giorni di attesa non ricevo nessuna risposta . Qualche giorno dopo ho avuto una notizia che mi ha raggelato il sangue . Edy , l'amico che amava e conosceva Verdi come la sua vita è morto improvvisamente....Lui , da pochi anni in pensione, che quando parlava della sua nipotina gli si illuminavano gli occhi , che teneva conferenze e pubblicato saggi...ancora adesso non ci credo ! Superato piu'o meno lo chock iniziale , ho fortemente deciso di scervellarmi io nella ricerca e di dedicare questo post anche a lui. Sicuramente non avrà le sfumature che avrebbe dato lui , ma ci provo ugualmente a trasmettere quello che so e magari a farvi amare o conoscere questo personaggio veramente grandioso.
Anni fa Rino aveva un concerto a Busseto, e siamo andati ovviamente a visitare la casa dove Verdi è nato e vissuto , a Roncole . Già è un'emozione ripercorrere i luoghi dove un grande personaggio ha trascorso la sua vita e lasciato il segno, ma per un musicista , entrare nei luoghi dove ha mosso i primi passi il suo compositore preferito , è un'emozione indescrivibile. Si ha quasi timore a camminare dove lui ha camminato e mi ricordo che una volta entrati in quella umilissima e semplicissima casa , ci siamo messi a bisbigliare tra di noi , come se le parole potessero in qualche modo , interrompere un incantesimo che solo noi sentivamo sulla pelle e dentro di noi . Vedere nelle teche il certificato di nascita , 10 ottobre 1833 , redatto in lingua francese perchè in quegli anni il territorio era in mano ai francesi , è stato come vedere un qualcosa di cosi privato da sentirsi quasi a disagio. E cosi anche per il resto delle stanze , quasi come se non avessimo nessun diritto di curiosare tra le sue cose , come se violassimo i suoi spazi. Ma anche la sensazione di sentire la sua presenza e avere la sua approvazione a continuare il nostro cammino.....
Non è facile riassumere in poche righe la sua vita  ma vediamo di fare il possibile per incuriosire senza annoiare e senza passare per saputella. Anche per me questo è un ritorno al passato , a quando studiavo Storia della Musica , proprio nel Conservatorio di Musica che porta il suo nome. Citazioni e descrizioni reperite dai ricordi di scuola che stranamente non mi hanno abbandonato nonostante sia passato un bel po' di tempo , e appunti vari  che gelosamente conservo , e qualche notizia presa quà e là nella rete.......

Gli inizi....
L'organista della chiesa del piccolo paese , lo prese sotto la sua custodia e lo indirizzo' alla musica . A soli 15 anni compose la sua prima sinfonia e piu' tardi , grazie all'aiuto di Barezzi si stabili' a Milano a Porta Ticinese dove si stabili' con la figlia , che poi sposo' , del suo benefattore,  E sapete che non era stato accettato all'esame di ammissione al Conservatorio ( che poi prese il suo nome...) ? Certamente uno conosce le opere maggiori, ma non possiamo dimenticare le sue prime opere , quelle che lo fecero conoscere al pubblico , come ad esempio la prima , Oberto Conte di San Bonifacio che ebbe un gran successo e grazie a questo , gli venne commissionato una commedia , Un giorno di regno , che ebbe un esito disastroso in quanto ebbe dei gravissimi lutti in famiglia , la morte della moglie e dei figli. Sempre l'impresario che gli commisiono' l'opera precedente , lo convinse a non abbandonare il suo lavoro e gli consegno' un libretto dal testo biblico : Il Nabucco, che non si degno' nemmeno di leggere. Ma si dice che una sera ,  spostandolo ,  gli cadde e si apri' alle pagine del Va pensiero , che lo scosse a tal punto che lo musico' ed ebbe il successo che tutti conosciamo . Il triste canto degli Ebrei prigionieri in Babilonia trasmette a chi l'ascolta la nostalgia per quei luoghi cari e lontani di cui parlano i versi.
Compose veramente tantissime opere ma quelle piu' popolari che fanno parte appunto della trilogia sono Rigoletto , dove al centro del dramma c'è la storia di un buffone di corte che con la sua difformità , avendo la gobba , veniva deriso ed emarginato . Il trovatore , che si basa su una vicenda dove i protagonisti  sono proiettati verso un futuro ricco di incognite e colpi di scena , e immersi nei ricordi di un passato lontano che li sospinge verso l'inevitabile morte . La traviata la cui vicenda ruota attorno alla storia di una cortigiana travolta dall'amore per un giovane di buona famiglia.
Verdi partecipava attivamente alla vita pubblica , era un patriota convinto , e sostenitore dei moti risorgimentali e altra " curiosità " , la scritta dipinta sulle mura della città durante l'occupazione austriaca via V.E.R.D.I. fosse letta come Viva Vittorio Emanuele Re d'Italia e il coro del Va pensiero venne interpretato dal pubblico , in questo periodo , come una metafora della condizione degli italiani soggetti a dominio austriaco.
Nel 1848 , ormai ricco e famoso , acquisto' la villa di Sant'Agata dove si stabili' anni dopo con la sua nuova compagna , Giuseppina Strepponi.
L'amore per la campagna fini' con l'assorbire quasi tutto il suo tempo libero , ma nonostante cio' compose altri capolavori : Simone Boccanegra , Un ballo in maschera , La forza del destino , Don Carlos , e nel periodo di massima maturazione personale ed artistica  Aida , che coincise con il suo ritiro a vita privata , interrotto solamente dalla composizione della Messa da Requiem in memoria del suo grande amico Alessandro Manzoni . Gli ultimi capolavori sono Otello , storia del gelossissimo Moro di Venezia e Falstaff , di carattere comico , genere per il quale non aveva piu' composto nulla dopo la disastrosa rappresentazione di Un giorno di Regno.
Con I quattro pezzi sacri si ferma la sua attività creativa .
Verdi passo' gli ultimi anni della sua vita tra Sant'Agata e Milano , in un'appartamento al Grand Hotel et De Milan dove , dopo sei giorni di agonia per un malore , mori' la mattina del 27 gennaio a 87 anni . Semplice ed umile com'era sempre stato nonostante la fama e il successo , aveva lasciato disposizioni ben precise per il suo funerale, che voleva si svolgesse all'alba o al tramonto e senza sfarzo nè musica . Le sue ultime volontà vennero rispettate , ma non si poté impedire alle oltre centomila persone che lo avevano conosciuto e amato di seguire in silenzio il feretro . I giorni che precedettero la morte , Via Manzoni e le vie circostanti , vennero cosparse di paglia affinchè lo scalpitio dei cavalli e il rumore delle carrozze non disturbassero il Maestro .
Insieme a Giacomo Puccini , è l'operista piu' rappresentato al mondo , rientrando tra i piu grandi compositori di tutti i tempi.

Fin qui il lato artistico , ma ora vediamo qualche altra sfacettatura della sua vita...

Personaggio amato per la sua genuinità e semplicità nonostante il grande successo , amava i frutti della sua terra , la cucina semplice e genuina e tra i suoi piatti preferiti c'erano  i tortelli alle erbette ( o bietole , dipende dove ci si trova...) . E sapeva anche preparare un buonissimo risotto.
Giuseppe Giacosa , il librettista di Puccini , scriveva che ".....Verdi non era goloso, ma raffinato e che la sua tavola era magnifica e la cucina di Sant’Agata avrebbe sicuramente meritato l’onore delle scene, tanto era pittoresca nella sua grandezza e varia nel suo aspetto . Verdi non era un gran mangiatore, né difficile da accontantare. Stava bene a tavola ma ancora di piu' amava veder soddisfatti i suoi ospiti ,con la giocondità sincera che accompagnava  le belle e squisite mangiate: era un uomo disciplinato e come tale credeva che ogni funzione della vita dovesse avere il suo momento di prevalenza: è un artista e come tale considera, e con ragione, il pranzo quale opera d’arte.
Chi visitava la villa, e aveva la fortuna di entrare nella cucina, notava il luccichio delle cento pentole di rame, delle casseruole, degli stampi, delle forme, dei bricchi, uno svariato meraviglioso campionario come oggi è raro vederne. E l’acquaio capiente , i tavoli ampi e la madia o credenza . La stufa forse non è più quella del 1864 che il Maestro s’era fatto mandare da Parigi per ferrovia. Nella sala da pranzo,  rimasta tale e quale, le cristalliere sono ricolme di argenteria e porcellane. C’è anche il samovar portato dalla Russia. Le posate sono dell’Orfèvrerie Christofle di Parigi, acquistate nel 1867 quando Verdi abitava in Avenue des Champs Elisées, oltre cento pezzi  . Su ogni pezzo è incisa elegantemente la lettera V che sormonta due G (Giuseppe e Giuseppina) intrecciate. Dal famoso negoziante parigino acquistarono anche il prezioso vasellame di Sèvres bianco e turchese filettato d’oro. I mobili sono scuri, severi, con intagli che li ingentiliscono, segno di un’agiatezza notevole ma non pretenziosa. Si ricorda come ogni sera il Maestro e Giuseppina si cambiassero d’abito per la cena, che spesso si concludeva con una breve passeggiata o, se c’erano ospiti, con una partita a bigliardo o a carte. A carte Verdi non amava perdere, per cui più volte lo si favoriva.
Gli ospiti illustri che avevano avuto l'onore di frequentare i coniugi Verdi c'erano i Ricordi , fondatori della storica casa editrice musicale milanese , Arrigo Boito, suo librettista , Franco Faccio, Direttore del Conservatorio e Direttore d'orchestra e il soprano Teresa Stolz , grande interprete delle figure femminili delle opere verdiane.
Verdi seguiva da vicino la produzione del vino a Sant'Agata , che mandava in regalo all’ ospedale di Villanova che lui stesso aveva fatto costruire e che manteneva dal 1888. Con la raccomandazione però, da buon parsimonioso qual’era di avere la restituzione delle bottiglie !
Verdi non beveva solo il suo vino. Qui era molto esigente e fine gustatore. In vista del primo viaggio a San Pietroburgo per La forza del destino, il 1861, Giuseppina scriveva che ci volevano tagliatellie e i maccheroni  per rendere Verdi di buon umore in mezzo al ghiaccio e alle pelliccerie…
Verdi, lontano da casa, aveva talvolta nostalgia di polenta e si augurava che il suo ritorno a casa  finisse “in una polenta a Sant ’Agata”, per ritrovare la pace e i sapori della sue origini. Le sue origini di figlio di un oste e di una ostessa, sicuramente brava in cucina....." .
Il busto in bronzo fa bella mostra di sè davanti alla casa di Roncole , mentre in luoghi piu' vicini a me , ritroviamo il Conservatorio di Musica nel quale ho passato i migliori anni della mia gioventu' e la famosa Casa Verdi (guai chiamarla Casa di riposo per Musicisti !) , unica al mondo per il suo genere , considerata l'ulitmo suo grande capolavoro al quale dedica gli ultimi due anni della sua vita . Generoso e umile come si è sempre dimostrato , aveva lasciato disposto che fosse inaugurata alla sua morte, per evitare che le persone ospitate si sentissero in dovere di ringraziarlo per la sua generosità!
Inizialmente sepolto al Cimitero Monumentale , venne poi trasportato solennemente in corteo nella Cripta della Casa da lui fondata.
Questo è un riassunto sulla vita di un grande , e non è facile riportare  , vagliare , scrivere aneddoti a discapito di altri e col rischio di apparire noiosi e prolissi e .... ah si...la ricetta , finalmente direte voi!!
Ho cercato un po' nella rete se c'era un modo particolare per fare questi tortelli  ma poi mi sono accorta che in realtà sono semplicissimi da preparare , in quanto sono come i ravioli con gli spinaci che avevo giä fatto . Pero' ho curiosato un po di piu' nel blog di Milu' , al quale mi sono ispirata portando qualche modifica , giusto per non essere proprio copiona!!! E quando poi ho riletto la sua ricetta mi sono accorta che nel ripieno non ci avevo messo l'uovo....ma è venuto buono lo stesso . Sicuramente il composto sarebbe riuscito piu' compatto ma anche cosi era gustosissimo! Bè , potete scegliere cosi' quale versione provare , quella originale o la mia "distratta" !!

Ingredienti
Per il ripieno:
500 gr di bietole ( erbette )
250 gr. ricotta
parmigiano reggiano q.b.
sale
pepe nero di Tec-Al q.b.
Per la pasta:
200 gr. farina
2 uova
( tot. 25 tortelli )
burro e salvia q.b.

Esecuzione
Pulite e lavate le erbette, e senza scolarle troppo mettetele a cuocere in una pentola senza aggiungere ulteriore acqua , per non disperdere i valori nutritivi . In questo modo non serve nememno scolarle o strizzarle (foto 1)
Preparate la pasta versando la farina sul tavolo e fate una fontana al centro , sgusciate le uova (foto 2) o se avete la planetaria usate l'apposito contenitore .
Si deve ottenere un'impasto liscio e ben amalgamato, (foto 4) e lasciatelo  riposare per qualche minuto coperto con un telo, ( il tempo necessario per preparare il ripieno) .
Tagliate le erbette con il coltello e quando sono fredde aggiungete la ricotta ,  il parmigiano reggiano , il sale e il pepe (foto 5)
Iniziate a fare le sfoglie , aiutandovi con la macchina per la pasta o a mano come fanno le sfogline emiliane tagliatele con la rondella in quadrati della dimensione che desiderate ( in base alla grandezza del raviolo che volete ottenere) mettete la quantità di ripieno in base alla grossezza del quadrato tagliato (foto 6) e piegate la sfoglia come per i classici ravioli (per vedere le foto passo passo clicca qui )
Cuocete i tortelli in abbondante acqua bollente salata, scolateli e conditeli con burro fuso con la salvia ed abbondante parmigiano reggiano grattugiato...

con questa ricetta partecipo al contest


e ringrazio tutti coloro che hanno avuto la pazienza e la bontà di leggere fino all'ulitma riga...per chi invece ha gettato la spugna.....non importa......
e un ultimo pensiero , anche se non ultimo ,  va ovviamente a Edy , che avrebbe saputo descrivere molto piu' egregiamente di me la vita del grande Maestro .....come vedi , sei finito citato ugualmente....

mercoledì 6 giugno 2012

Le puccette pugliesi




Appuntamento con Quanti modi di fare e rifare ! Tema : le Puccette pugliesi di Vale . Mi piacciono i lievitati , specialmente da quando sono riuscita a imparare ad utilizzare il lievito madre , e quindi pane, focacce e pizze mi vengono direi proprio bene ! E questi che dalla foto sembrano dei normalissimi panini sono in realtà un prodotto tipico del Salento che viene consumato in occasione della vigilia del giorno dell'Immacolata, dove la tradizione vuole che in questo giorno si faccia digiuno mangiando solo una puccia, cosi  le donne hanno il tempo di seguire i riti religiosi legati alla festività. Non so sinceramente con che tipo di farcitura vengono servite , ma dal momento che possono essere considerate come un pane speciale, qualsiasi tipo di ripieno va ben no ? Io ho pensato di servirle con delle verdure grigliate e scamorza affumicata....

Ingredienti
1 kg. di farina 00
1/2 chilo di patate
sale q.b.
50 g. di lievito di birra ( io ho usato il lievito madre)
olio extravergine di oliva Dante q.b.

per la farcitura
scamorza affumicata , melanzana , peperoni , insalata riccia , pomodori , filetti di acciughe q.b.

Esecuzione
Mettete il lievito di birra in un bicchiere, aggiungete un pochino di acqua ed 1 cucchiaino di zucchero, mescolate e lasciate riposare fin quando non forma una "schiumetta" in superficie.
In una ciotola o nella planetaria versate la farina , aggiungete il lievito , il sale, le patate schiacciate .
Fate un salsicciotto e tagliate in porzioni ( a me ne sono uscite 12 )

Lavorate ogni pezzo ricavando delle palline e lasciate raddoppiare disponendole su una teglia con carta forno . Quando sono lievitate , sgonfiatele leggermente con la punta della dita ed infornare a forno già caldo a 220° gradi fino a doratura.
Nel frattempo tagliate a fette le melanzane e lasciatele scolare in uno scolapasta alternate con un pizzico di sale grosso per far perdere il liquido amarognolo per almeno 30 minuti. Dopodichè sciacquatele e fatele grigliare .
Tagliate a falde il peperone togliendo i filamenti bianchi e i semi e fatelo grigliare.
Lavate l'inslata riccia ,  tagliatela grossolanamente e fatela insaporire con un goccio di olio extravergine di oliva e qualche filetto d'acciuga .
Tagliate il pomodoro a fette un po' spesse e fatelo appassire anche lui come per l'insalata.
Sempre in una padella antiaderente fate sciogliere leggermente le fette di scamorza.
Ora non vi resta che farcire le puccette : fetta di pomodoro e scamorza ( foto 1) , melanzana e peperone (foto 2) , insalata riccia e acciughe (foto 3) , peperone, pomodoro, melanzana e scamorza (foto3)
con questa ricetta partecipo al contest