Quando ho letto il tema del contest di
Alessandra "Ricette a spasso nel tempo", mi sono detta uaaaaaaooo, qui bisogna documentarsi,mica semplice la cosa, ma stimolante , intelligente e curioso ! E ho abbozzato una prima idea, su quale personaggio storico o famoso cui ispirarmi,e anche qua mica semplice...siamo pieni di personaggi storici e famosi con aneddoti e curiosità, che davvero c'è l'imbarazzo della scelta. Stringi stringi , ho pensato a personaggi famosi del panorama lirico-sinfonico della musica . Ho ristretto poi la ricerca e la mia scelta è caduta tra due musicisti che hanno lasciato un segno indelebile con i loro capolavori nella storia della musica italiana e che io adoro : Verdi e Puccini . E qui , è stato veramente difficile decidere chi dei due dovesse pretendere tutte le mie attenzioni e finire in un blog di cucina . Ma poi la mia scelta definitiva è caduta su
Giuseppe Verdi per tre motivi.

Inizialmente i motivi erano solo due : perchè adoro tutta la sua musica e perchè proprio durante le recite di Traviata ho conosciuto colui che è diventato poi mio marito....si, suonavamo nella stessa orchestra e tra un Amami Alfredo e un Libiamo nei lieti calici , ci siamo in pratica innamorati....L' altro motivo , avrei preferito non rientrasse in questo elenco e vi spiego il perchè. Avendo deciso di cercare la ricetta preferita di Verdi , volevo farmi aiutare da un'amico che in pratica è la reincarnazione del Mestro! Sa vita , morte e miracoli del grande musicista . Un Verdiano d.o.c. ! Tant'è che la figlia ha chiamato la sua prima bambina Verdiana , in onore del nonno. Cosi', mi sono detta chi meglio di Edy puo' aiutarmi in questa ricerca senza scervellarsi troppo , e finire anche citato per l'aiuto che mi ha dato ? Cos'i ho spedito una mail di richiesta ma dopo due giorni di attesa non ricevo nessuna risposta . Qualche giorno dopo ho avuto una notizia che mi ha raggelato il sangue . Edy , l'amico che amava e conosceva Verdi come la sua vita è morto improvvisamente....Lui , da pochi anni in pensione, che quando parlava della sua nipotina gli si illuminavano gli occhi , che teneva conferenze e pubblicato saggi...ancora adesso non ci credo ! Superato piu'o meno lo chock iniziale , ho fortemente deciso di scervellarmi io nella ricerca e di dedicare questo post anche a lui. Sicuramente non avrà le sfumature che avrebbe dato lui , ma ci provo ugualmente a trasmettere quello che so e magari a farvi amare o conoscere questo personaggio veramente grandioso.
Anni fa Rino aveva un concerto a Busseto, e siamo andati ovviamente a visitare la casa dove Verdi è nato e vissuto , a Roncole . Già è un'emozione ripercorrere i luoghi dove un grande personaggio ha trascorso la sua vita e lasciato il segno, ma per un musicista , entrare nei luoghi dove ha mosso i primi passi il suo compositore preferito , è un'emozione indescrivibile. Si ha quasi timore a camminare dove lui ha camminato e mi ricordo che una volta entrati in quella umilissima e semplicissima casa , ci siamo messi a bisbigliare tra di noi , come se le parole potessero in qualche modo , interrompere un incantesimo che solo noi sentivamo sulla pelle e dentro di noi . Vedere nelle teche il certificato di nascita , 10 ottobre 1833 , redatto in lingua francese perchè in quegli anni il territorio era in mano ai francesi , è stato come vedere un qualcosa di cosi privato da sentirsi quasi a disagio. E cosi anche per il resto delle stanze , quasi come se non avessimo nessun diritto di curiosare tra le sue cose , come se violassimo i suoi spazi. Ma anche la sensazione di sentire la sua presenza e avere la sua approvazione a continuare il nostro cammino.....
Non è facile riassumere in poche righe la sua vita ma vediamo di fare il possibile per incuriosire senza annoiare e senza passare per saputella. Anche per me questo è un ritorno al passato , a quando studiavo Storia della Musica , proprio nel Conservatorio di Musica che porta il suo nome. Citazioni e descrizioni reperite dai ricordi di scuola che stranamente non mi hanno abbandonato nonostante sia passato un bel po' di tempo , e appunti vari che gelosamente conservo , e qualche notizia presa quà e là nella rete.......
Gli inizi....
L'organista della chiesa del piccolo paese , lo prese sotto la sua custodia e lo indirizzo' alla musica . A soli 15 anni compose la sua prima sinfonia e piu' tardi , grazie all'aiuto di Barezzi si stabili' a Milano a Porta Ticinese dove si stabili' con la figlia , che poi sposo' , del suo benefattore, E sapete che non era stato accettato all'esame di ammissione al Conservatorio ( che poi prese il suo nome...) ? Certamente uno conosce le opere maggiori, ma non possiamo dimenticare le sue prime opere , quelle che lo fecero conoscere al pubblico , come ad esempio la prima ,
Oberto Conte di San Bonifacio che ebbe un gran successo e grazie a questo , gli venne commissionato una commedia , Un giorno di regno , che ebbe un esito disastroso in quanto ebbe dei gravissimi lutti in famiglia , la morte della moglie e dei figli. Sempre l'impresario che gli commisiono' l'opera precedente , lo convinse a non abbandonare il suo lavoro e gli consegno' un libretto dal testo biblico :
Il Nabucco, che non si degno' nemmeno di leggere. Ma si dice che una sera , spostandolo , gli cadde e si apri' alle pagine del Va pensiero , che lo scosse a tal punto che lo musico' ed ebbe il successo che tutti conosciamo . Il triste canto degli Ebrei prigionieri in Babilonia trasmette a chi l'ascolta la nostalgia per quei luoghi cari e lontani di cui parlano i versi.
Compose veramente tantissime opere ma quelle piu' popolari che fanno parte appunto della trilogia sono
Rigoletto , dove al centro del dramma c'è la storia di un buffone di corte che con la sua difformità , avendo la gobba , veniva deriso ed emarginato .
Il trovatore , che si basa su una vicenda dove i protagonisti sono proiettati verso un futuro ricco di incognite e colpi di scena , e immersi nei ricordi di un passato lontano che li sospinge verso l'inevitabile morte .
La traviata la cui vicenda ruota attorno alla storia di una cortigiana travolta dall'amore per un giovane di buona famiglia.
Verdi partecipava attivamente alla vita pubblica , era un patriota convinto , e sostenitore dei moti risorgimentali e altra " curiosità " , la scritta dipinta sulle mura della città durante l'occupazione austriaca via V.E.R.D.I. fosse letta come Viva Vittorio Emanuele Re d'Italia e il coro del Va pensiero venne interpretato dal pubblico , in questo periodo , come una metafora della condizione degli italiani soggetti a dominio austriaco.
Nel 1848 , ormai ricco e famoso , acquisto' la villa di Sant'Agata dove si stabili' anni dopo con la sua nuova compagna , Giuseppina Strepponi.
L'amore per la campagna fini' con l'assorbire quasi tutto il suo tempo libero , ma nonostante cio' compose altri capolavori :
Simone Boccanegra ,
Un ballo in maschera , La forza del destino , Don Carlos , e nel periodo di massima maturazione personale ed artistica
Aida , che coincise con il suo ritiro a vita privata , interrotto solamente dalla composizione della
Messa da Requiem in memoria del suo grande amico Alessandro Manzoni . Gli ultimi capolavori sono
Otello , storia del gelossissimo Moro di Venezia e
Falstaff , di carattere comico , genere per il quale non aveva piu' composto nulla dopo la disastrosa rappresentazione di Un giorno di Regno.
Con
I quattro pezzi sacri si ferma la sua attività creativa .
Verdi passo' gli ultimi anni della sua vita tra Sant'Agata e Milano , in un'appartamento al Grand Hotel et De Milan dove , dopo sei giorni di agonia per un malore , mori' la mattina del 27 gennaio a 87 anni . Semplice ed umile com'era sempre stato nonostante la fama e il successo , aveva lasciato disposizioni ben precise per il suo funerale, che voleva si svolgesse all'alba o al tramonto e senza sfarzo nè musica . Le sue ultime volontà vennero rispettate , ma non si poté impedire alle oltre centomila persone che lo avevano conosciuto e amato di seguire in silenzio il feretro . I giorni che precedettero la morte , Via Manzoni e le vie circostanti , vennero cosparse di paglia affinchè lo scalpitio dei cavalli e il rumore delle carrozze non disturbassero il Maestro .
Insieme a Giacomo Puccini , è l'operista piu' rappresentato al mondo , rientrando tra i piu grandi compositori di tutti i tempi.
Fin qui il lato artistico , ma ora vediamo qualche altra sfacettatura della sua vita...
Personaggio amato per la sua genuinità e semplicità nonostante il grande successo , amava i frutti della sua terra , la cucina semplice e genuina e tra i suoi piatti preferiti c'erano i tortelli alle erbette ( o bietole , dipende dove ci si trova...) . E sapeva anche preparare un buonissimo risotto.
Giuseppe Giacosa , il librettista di Puccini , scriveva che ".....Verdi non era goloso, ma raffinato e che la sua tavola era magnifica e la cucina di Sant’Agata avrebbe sicuramente meritato l’onore delle scene, tanto era pittoresca nella sua grandezza e varia nel suo aspetto . Verdi non era un gran mangiatore, né difficile da accontantare. Stava bene a tavola ma ancora di piu' amava veder soddisfatti i suoi ospiti ,con la giocondità sincera che accompagnava le belle e squisite mangiate: era un uomo disciplinato e come tale credeva che ogni funzione della vita dovesse avere il suo momento di prevalenza: è un artista e come tale considera, e con ragione, il pranzo quale opera d’arte.
Chi visitava la villa, e aveva la fortuna di entrare nella cucina, notava il luccichio delle cento pentole di rame, delle casseruole, degli stampi, delle forme, dei bricchi, uno svariato meraviglioso campionario come oggi è raro vederne. E l’acquaio capiente , i tavoli ampi e la madia o credenza . La stufa forse non è più quella del 1864 che il Maestro s’era fatto mandare da Parigi per ferrovia. Nella sala da pranzo, rimasta tale e quale, le cristalliere sono ricolme di argenteria e porcellane. C’è anche il samovar portato dalla Russia. Le posate sono dell’Orfèvrerie Christofle di Parigi, acquistate nel 1867 quando Verdi abitava in Avenue des Champs Elisées, oltre cento pezzi . Su ogni pezzo è incisa elegantemente la lettera V che sormonta due G (Giuseppe e Giuseppina) intrecciate. Dal famoso negoziante parigino acquistarono anche il prezioso vasellame di Sèvres bianco e turchese filettato d’oro. I mobili sono scuri, severi, con intagli che li ingentiliscono, segno di un’agiatezza notevole ma non pretenziosa. Si ricorda come ogni sera il Maestro e Giuseppina si cambiassero d’abito per la cena, che spesso si concludeva con una breve passeggiata o, se c’erano ospiti, con una partita a bigliardo o a carte. A carte Verdi non amava perdere, per cui più volte lo si favoriva.
Gli ospiti illustri che avevano avuto l'onore di frequentare i coniugi Verdi c'erano i Ricordi , fondatori della storica casa editrice musicale milanese , Arrigo Boito, suo librettista , Franco Faccio, Direttore del Conservatorio e Direttore d'orchestra e il soprano Teresa Stolz , grande interprete delle figure femminili delle opere verdiane.
Verdi seguiva da vicino la produzione del vino a Sant'Agata , che mandava in regalo all’ ospedale di Villanova che lui stesso aveva fatto costruire e che manteneva dal 1888. Con la raccomandazione però, da buon parsimonioso qual’era di avere la restituzione delle bottiglie !
Verdi non beveva solo il suo vino. Qui era molto esigente e fine gustatore. In vista del primo viaggio a San Pietroburgo per La forza del destino, il 1861, Giuseppina scriveva che ci volevano tagliatellie e i maccheroni per rendere Verdi di buon umore in mezzo al ghiaccio e alle pelliccerie…
Verdi, lontano da casa, aveva talvolta nostalgia di polenta e si augurava che il suo ritorno a casa finisse “in una polenta a Sant ’Agata”, per ritrovare la pace e i sapori della sue origini. Le sue origini di figlio di un oste e di una ostessa, sicuramente brava in cucina....." .
Il busto in bronzo fa bella mostra di sè davanti alla casa di Roncole , mentre in luoghi piu' vicini a me , ritroviamo il Conservatorio di Musica nel quale ho passato i migliori anni della mia gioventu' e la famosa
Casa Verdi (guai chiamarla Casa di riposo per Musicisti !) , unica al mondo per il suo genere , considerata l'ulitmo suo grande capolavoro al quale dedica gli ultimi due anni della sua vita . Generoso e umile come si è sempre dimostrato , aveva lasciato disposto che fosse inaugurata alla sua morte, per evitare che le persone ospitate si sentissero in dovere di ringraziarlo per la sua generosità!
Inizialmente sepolto al Cimitero Monumentale , venne poi trasportato solennemente in corteo nella Cripta della Casa da lui fondata.
Questo è un riassunto sulla vita di un grande , e non è facile riportare , vagliare , scrivere aneddoti a discapito di altri e col rischio di apparire noiosi e prolissi e .... ah si...la ricetta , finalmente direte voi!!
Ho cercato un po' nella rete se c'era un modo particolare per fare questi tortelli ma poi mi sono accorta che in realtà sono semplicissimi da preparare , in quanto sono come i ravioli con gli spinaci che avevo giä fatto . Pero' ho curiosato un po di piu' nel blog di
Milu' , al quale mi sono ispirata portando qualche modifica , giusto per non essere proprio copiona!!! E quando poi ho riletto la sua ricetta mi sono accorta che nel ripieno non ci avevo messo l'uovo....ma è venuto buono lo stesso . Sicuramente il composto sarebbe riuscito piu' compatto ma anche cosi era gustosissimo! Bè , potete scegliere cosi' quale versione provare , quella originale o la mia "distratta" !!
Ingredienti
Per il ripieno:
500 gr di bietole ( erbette )
250 gr. ricotta
parmigiano reggiano q.b.
sale
pepe nero di Tec-Al q.b.
Per la pasta:
200 gr. farina
2 uova
( tot. 25 tortelli )
burro e salvia q.b.
Esecuzione
Pulite e lavate le erbette, e senza scolarle troppo mettetele a cuocere in una pentola senza aggiungere ulteriore acqua , per non disperdere i valori nutritivi . In questo modo non serve nememno scolarle o strizzarle (foto 1)
Preparate la pasta versando la farina sul tavolo e fate una fontana al centro , sgusciate le uova (foto 2) o se avete la planetaria usate l'apposito contenitore .
Si deve ottenere un'impasto liscio e ben amalgamato, (foto 4) e lasciatelo riposare per qualche minuto coperto con un telo, ( il tempo necessario per preparare il ripieno) .
Tagliate le erbette con il coltello e quando sono fredde aggiungete la ricotta , il parmigiano reggiano , il sale e il pepe (foto 5)
Iniziate a fare le sfoglie , aiutandovi con la macchina per la pasta o a mano come fanno le sfogline emiliane tagliatele con la rondella in quadrati della dimensione che desiderate ( in base alla grandezza del raviolo che volete ottenere) mettete la quantità di ripieno in base alla grossezza del quadrato tagliato (foto 6) e piegate la sfoglia come per i classici ravioli (per vedere le foto passo passo clicca
qui )
Cuocete i tortelli in abbondante acqua bollente salata, scolateli e conditeli con burro fuso con la salvia ed abbondante parmigiano reggiano grattugiato...
con questa ricetta partecipo al contest
e ringrazio tutti coloro che hanno avuto la pazienza e la bontà di leggere fino all'ulitma riga...per chi invece ha gettato la spugna.....non importa......
e un ultimo pensiero , anche se non ultimo , va ovviamente a
Edy , che avrebbe saputo descrivere molto piu' egregiamente di me la vita del grande Maestro .....come vedi , sei finito citato ugualmente....