sabato 23 maggio 2015

Quartetto di pasta ai quattro sughi in cestini di grana


Ultima ricetta per la sfida Mtc di maggio dal tema Pasta col pomodoro  proposta da Paola.
Il tempo è volato troppo in fretta. Poi non ne avevo proprio a disposizione di piu' di quello che ho rubato.....Peccato, perchè ne avevo di idee in testa! Che sono rimaste tali. E tali rimarranno mi sa. Perchè non essendoci piu' la "pastasciuttara" di casa, consumando un solo pasto insieme, io e mio marito, sempre quello serale, e a volte nemmeno quello, la pasta non la mangiamo quasi mai di sera. Rimangono solo i fine settimana, dove posso sfogarmi nella preparazione dei primi, sempre che il tempo me lo conceda. perchè a volte, saltano persino i programmi, quindi....è tutto un terno al lotto!
Ho voluto finire "in bellezza", dedicando questa ricetta alla mia amica, si, quella nominata nella scorsa ricetta. Me la sono immaginata e disegnata, dando un senso ai formati di pasta che avevano tutti un filo conduttore, che portava alla metafora della vita, del rapporto che ho con questa mia amica. E siccome in questo periodo ho meno memoria del solito, me la sono scritta e disegnata, per paura di dimenticare qualcosa o fare confusione. Poi, mentre ora scrivo il post, che anche questo è tutto un programma, guardando le foto....noooooo......ho sbagliatooooo!!!! Ma saro' stordita! Allora....ero partita col voler utilizzare le "penne", simbolo di tutte le frasi, pensieri, lettere che ci siamo scritte, appunti presi a Storia della Musica insieme,la penna, che lega amici lontani con parole che li fanno sentire vicini, i "gemelli", tortuosi, come la strada in salita, che sembra non finire mai, coem la vite senza fine, piena di difficoltà, ma che poi finiscono e si arriva in cima.....le "farfalle", colorate, bellissime, delicate, finalmente libere di volare via dalle preoccupazioni, che spuntano in primavera, segno di rinascita, e poi gli "spaghetti", come filo conduttore della nostra amicizia, un filo lungo che si arrotola, si dipana, su allunga, ma non si spezza mai....già, peccato che al posto degli spaghetti ho utilizzato i "sedanini"!!!! E che cavolo significano nella nostra amicizia i sedanini??!! Ma che storditissima...tutta la poeticità che volevo dare alla mia creazione...va bè, ormai è fatta.

Anche questa volta ho voluto utilizzare la mia "formazione" preferita, il quartetto, che mi riporta indietro nel tempo, a quando ci suonavo....formazione che ho utilizzato anche quaquaqua qua e qua
......ma ora basta starnazzare.....andiamo alla ricetta. Che non è proprio velocissima da preparare, considerando che come base ci sono due tipi di pomodoro e quattro di altri ingredienti da aggiungere separatamente, cuocere in quattro pentole differenti i formati di pasta, colini, ciotole per condire, cucchiai...tutto moltiplicato per quattro....ma non hai tempo, cosa ti metti a farne quattro?! E i cestini poi? Insomma, bisogna coordinare bene i tempi tra scolare, condire, impiattare, FOTOGRAFARE! Ma me l'ero immaginata cosi' e cosi' l'ho voluta fare...piu' o meno, visto che poi alla fine...ho toppato con un formato!!

Gli ingredienti, a parte la pasta e poco piu', non sono pesati ma q.b.....dipende dai gusti personali....

Ingredienti
70 g di pasta per ogni formato ( io penne, farfalle, sedanini, gemelli)
500 g pomodori Ciliegia
500 g pomodori Datterini
6 spicchi d'aglio
pancetta Lucana q.b.
1 falda di peperone giallo
olive taggiasche, capperi "lacrimella", acciughe q.b.
piselli, taccole q.b.
tonno e olive taggiasche q.b.
peproncino, baslico q.b.
200 g di grana grattugiato per i quattro cestini

Esecuzione
Preparate gli ingredienti scritti....se siete smemorate come me......
In una padella antiaderente fate dorare i cubetti di pancetta con un rametto di salvia e rosmarino. Toglietelo dalla padella e tenetelo da parte.
Scottate sulla fiamma il peperone, togliete la pelle e tagliatelo a listarelle non troppo sottili.
Denocciolate le olive. Tagliate le taccole che avrete passato in padella con un goccio di olio e un bicchiere di acqua.

In una padellina antiaderente, foderata con carta da forno, versate 50 g di grana per volta. Quando è ben dorato, adagiatelo su una ciotola o altro contenitore per dare la forma preferita. Lasciate raffreddare.

Sciacquate i pomodori, tagliateli in due o quattro parti a seconda della grandezza e teneteli da parte. Sciacquate le foglie di basilico e mettetele da parte. In due padelle differenti, soffriggete in un filo di olio gli spicchi di aglio. Appena saranno imbionditi, versate i due tipi di pomodori. Cuocete per 4-5 minuti a fiamma vivace e coperti. In questo modo potranno ammorbidirsi. Appena ammorbiditi, abbassate la fiamma, schiacciateli con i rebbi di una forchetta, regolate di sale e fate cuocere ancora per 30 minuti. Il sugo deve restringersi un po', ma non asciugarsi troppo.

I ciliegia.....


i datterini...


Intanto, lessate al dente, in abbondante acqua salata, la pasta. Scolatela e conditela in ciotole separate, con una parte di sugo di pomodoro e gli ingredienti scelti, e servitela nei cestini di grana, aggiungendo il restante sugo e a piacere una macinata di peperoncino.




e volendo "esagerare", se i commensali sono proprio amiciamiciamici....proporla un po' come si fa con la "grolla dell'amicizia", la fondue bourghignonne, la fondue di formaggio o di cioccolato....che si beve dallo stesso contenitore o ci si "litiga" i pezzi....stesso piatto gigante....quattro o piu' forchette e via....la serata si anima!



e a fine pasto...avrei voluto avere una bella bacchetta magica! Invece, visto che la lavastoviglie era colma, ho dovuto lavare a mano tutte queste padelle e pentole....tutto per quattro....


con questa ricetta partecipo alla sfida n 48 dell' Mtc


giovedì 21 maggio 2015

Foglie d'ulivo agli spinaci con pomodori Piccadilly, ortiche e luertis



Questa volta è proprio dura. Non tanto per il tema della sfida, la n. 48 per l' Mtc , gli Spaghetti col pomodoro, proposta da Paola Sabino  del blog Faire's kitchen, che ha vinto la sfida precedente.
Anche se comunque, per fare un piatto di spaghetti degno di questo nome, non basta cuocere la pasta e colorarla di rosso.... quindi "banale" ma non troppo!
Letto e riletto i consigli, mi sono trovata in crisi, perchè proprio non è il momento....ho strappato un un briciolo al tempo, e quasi alla fine di quello concesso dal regolamento, mi è balenata questa idea, che vi propongo. Senza nessuna aspettativa. Senza nessuna gloria. Solo per dire "anche questa volta c'ero". Con uno stato d'animo al limite del sopportabile. Che forse ho trasmesso anche a questo piatto di pasta.....

Si cucina per necessità. Per nutrirsi. Per diletto. Per amore. Per gioco. Per imparare. Per distrarsi. Per festeggiare. Per sfogarsi. Per dimenticare. Per superare.
Si cucina improvvisando, inventando, facendo la spesa mirata, pensando, visualizzando e disegnando il piatto, modificandolo anche, strada facendo....
Le ricette nascono come un lampo nella mente per poi passare agli occhi, alla bocca e al cuore.
Non sono mai fini a sé stesse. Sono sempre rivolte e dedicate a qualcuno. Per sé stessi, quando apriamo il frigorifero e "imbastiamo" un pranzo o una cena. Per gli ospiti, che vogliamo stupire a volte con effetti speciali, non per tirarcela, ma perchè in quel piatto, che magari è costato ore di preparazione e che sarà divorato in un batter d'occhio, è riversato tutto l'amore e l'affetto verso di loro.
I piatti che escono dalla mia cucina sono i piatti della tradizione, quindi "quelli che non si toccano", non si stravolgono, ma si perpetuano nel tempo. Ho un sacco di libri che riempiono la libreria, ma è difficile che copi pari pari una ricetta. Magari mi capita di sfogliarli, molto raramente, e poi chiudo e faccio di testa mia. Anche perchè le volte che ho provato qualche ricetta, non sono stata entusiasta del risultato. Ho dovuto fare qualche modifica strada facendo....Potrei anche venderli, dice mio marito, ma quelli non si toccano. Fanno parte del vissuto, perchè sono stati regalati o comperati in particolari momenti. Escono anche piatti inventati, improvvisati, disegnati.
E questa ricetta è nata per caso. Con ingredienti "genuini" e poveri. La mamma che mi porta una sporta di insalata dell'orto e io che le chiedo se ha anche un po' di ortiche e luertis.(luppolo selvatico). Certo che li ho, risponde....Detto, fatto. Un piatto pungente, rustico, terra terra. Per rimarcare questo periodo un po' forte, duro, difficile. Non è facile vedere l'amica del cuore che sta davvero male. E tu, che devi superare oltre le tue di prove, devi fare buon viso a cattiva sorte, e cercare di sdrammatizzare un attimo la tensione, dimostrare che ci sei sempre, che qualsiasi cosa accada sei li vicino a lei/loro. Sperare che tutto vada per il verso giusto. Che vorresti una bacchetta magica per dare un tocco di magia, serenità, dolcezza alle persone che ami e che stanno superando ogni giorno una prova.
Cosi' nasce questo piatto. Banale. Dal sapore "amaro" della terra, del suo lavoro e dei frutti raccolti. Le ortiche che ti pungono le mani, ma se le sai cogliere dal verso giusto, proprio non ti fanno niente! Certo, trovarlo quel verso giusto! Il colore rosso, caldo e saporito dei pomodori, che ti portano un po' di allegria.
La vita è questa: dolce, amara, colorata, pungente. Un mix di sapori e colori, che se abbinati con i giusti equilibri, ci stanno anche bene insieme. Perchè non si puo' (ma perchè no, comuque?!) essere sempre felici e spensierati. Ci sono gli alti e bassi. Anche se a volte sembra di arrancare sempre raso terra senza risalite.....e qui, alterniamo tutto questo. Un boccone di spensieratezza, uno difficile da mandare giu', uno che da speranza....perchè forse, se si dice che è l'ultima a morire....un fondo di verità dovrà pure esserci!

Ingredienti
140 g di pasta di semola di grano duro formato "Foglie d'ulivo"
500 g pomodori Piccadilly
3 spicchi d'aglio
ortiche, luertis, basilico q.b.

Esecuzione
Lavate accuratamente le ortiche e i luertis. Lessate il tutto con pochissima acqua, per una ventina di minuti.
Sciacquate i pomodori, tagliateli in due o quattro parti a seconda della grandezza e teneteli da parte. Sciacquate le foglie di basilico e mettetele da parte. In una padella, soffriggete in un filo di olio gli spicchi di aglio. Appena saranno imbionditi, versate i pomodori. Cuocete per 4-5 minuti a fiamma vivace e coperti. In questo modo potranno ammorbidirsi. Appena ammorbiditi, abbassate la fiamma, schiacciateli con i rebbi di una forchetta, regolate di sale e fate cuocere ancora per 30 minuti. Il sugo deve restringersi un po', ma non asciugarsi troppo.
Dieci minuti prima della fine cottura, aggiungete le ortiche e i luertis tagliuzzati grossolanamente.
(se vi piacciono potete passarli prima velocemente in padella con uno spicchio di aglio)
Intanto, lessate al dente, in abbondante acqua salata, la pasta. Scolatela e conditela con una parte di sugo di pomodoro, e servitela aggiungendo il restante sugo.



ecco qua, un piatto "terra-terra"....



Con questa ricetta partecipo alla sfida per l' Mtc n. 48 , dedicata alla mia amica del cuore....

 Mtc n. 48

lunedì 18 maggio 2015

"Si fa presto a dire sana alimentazione". B-Well Abano Terme. Relax, buona cucina e.....




Quando mi hanno comunicato che avrei partecipato all'evento B-Well, organizzato da Aifb, ho gioito per diversi motivi: non in ordine di importanza.....avrei rivisto tre amici soci, Solema, Juri e Daniela, che conoscevo già e coi quali avevo condiviso il precedente evento Radicchio tra le Stelle, avrei rivisto Anna Maria e la Patty,(Presidentessa e Consigliere dell'Associazione, avrei conosciuto altre socie, avrei rivissuto la stessa esperienza di relax e di apprendimento. insomma, un bel mix di emozioni!
Se la volta scorsa, sono andata a Montegrotto Terme, e conosciuto le eccellenze del territorio, dal Radicchio ai vini e formaggi, questa volta l'evento era rivolto ad una tematica importantissima, che ci riguarda tutti molto da vicino: "dieta" e buona salute. "Mens sana in corpore sano". Un progetto realizzato e concluso dopo mesi di collaborazione tra lo chef Claudio Crivellaro (Chef presso l’Hotel Bristol Buja, che ci ha ospitati per tutta la durata dell'evento), la nutrizionista Dott.ssa Maria Teresa Nardi e la supervisione del cardiologo Dott. Gianfranco Buja che hanno creato il menu "B-Well", composto da 56 ricette sane, bilanciate e assolutamente colorate e invitanti. Perchè "dieta" non vuol dire privazione, tristezza, cibi poveri, sconditi, sciapi, una foglia di insalata scondita, un formaggio bianchiccio, frutta o poco piu', piatti per nulla accattivanti. "Dieta" vuol dire un insieme di cibi nutrizionalmente bilanciati, belli per colore, gusto, forma, insomma, che ti invogliano a modificare lo stile di vita. Se poi uniamo a tutto questo, un equilibrato esercizio fisico...bè, abbiamo già incominciato a muovere i passi verso la direzione giusta per condurre una vita il piu' corretta possibile.
Quindi, sono partita con uno spirito leggermente diverso rispetto alla volta precedente: conscia di quello che avrei rivissuto, curiosa per l'argomento e per i luminari che avrei incontrato.

Una volta arrivata alla stazione di Abano-Terme Euganee-Montegrotto, salita sull'autobus M, ecco che mi dirigo a piedi percorrendo la zona pedonale per raggiungere l'Hotel. E già quello che vedo mi piace!

Una serie di pergolati con grappoli giganteschi di fiori di glicine, io che lo adoro! Una scacchiera a misura d'uomo, una fontana con due personaggi che si guardano.....


e un "museo" a cielo aperto....queste statue veramente belle "Labirinto" (una mia interpretazione ma penso di non sbagliarmi), "Love" e la testa "Tadashi"......
Sullo sfondo si vede il bellissimo Grand Hotel Orologio:
" Uno degli emblemi della storia di Abano, questo edificio bellissimo fu innalzato nel XVIII secolo dai nobili Dondi dell'Orologio ed ampliato nell'800 con l'aggiunta della facciata neoclassica di Giuseppe Jappelli, che sistemò anche il vasto giardino che circonda l'albergo.
Di fronte al Grand Hotel Orologio sorge l'Hotel Trieste & Victoria, altro edificio di valore storico. Qui infatti ebbe sede di Comando Supremo Italiano durante la Prima Guerra Mondiale (1918) e il Generale Armando Diaz era solito soggiornarvi in un appartamento del primo piano"
(notizia presa dal sito del Comune di Abano Terme)


e la Fontana lunga, con queste bellissime statue dormienti in bronzo.....


Mi sarei dilungata ancora a scoprire le bellezze di Abano, ma....volevo andare in albergo a rilassarmi un po'.
Appena entrata nella hall, mi sono sentita bene, ma cosi' bene! Un'accoglienza squisita, e svolte le classiche formalità, sono salita in camera e...kit di benvenuto con accappatoio, ciabattine e poi frutta fresca. E visto che le altre partecipanti arrivavano a spizzichi e bocconi (per rimanere in tema!), sono andata a rilassarmi in piscina. Anzi, nelle tre piscine termali, una coperta e due esterne, con l'acqua alla temperatura di 30/35°, con idromassaggi, cascate d'acqua. Sono rimasta dentro a farmi coccolare dall'acqua per un tempo vergognosamente lungo, fino a quando guardando l'orologio, mi sono resa conto che dovevo ricompormi e incontrarmi con gli altri.

Riunito il gruppo, dopo baci e abbracci e presentazioni varie, lo Chef ci ha portato nelle cucine e.....che meraviglia....


Subito dopo, visita con il medico che in base al nostro stato di salute ci ha prescritto la modalità dei fanghi da fare il giorno successivo (eh si, il giorno dopo avevamo la mattinata dedicata al benessere psico-fisico)

Ultimi ritocchi prima della presentazione del progetto B-Well con degustazione di aperitivi..

...e che aperitivi!
estratto di pomodoro, basilico, tabasco, salsa Worcestershire, bucatino fritto con polvere di olive e ciliegina di mozzarella,
estratto di finocchio e aneto con tofu alla piastra e pomodoro confit,
estratto di melone e zenzero con gambero,
estratto di ananas e menta con prosciutto di Praga,
estratto di arancia e rabarbaro con pesce spada affumicato e ricciolo di rabarbaro.

notare la cura degli intagli! Sembravano pizzi tanto erano trasparenti!

e dopo i deliziosi aperitivi una sontuosa cena. Al buffet, portate di ogni tipo. Menu' alla carta molto accattivante. Ma tutti noi abbiamo ovviamente optato per il menu' B-Well. 
Che a me personalmente, ha soddisfatto in tutti i sensi, per gusto, colore e profumi. Un menu' veramente interessante e per niente "triste". Non sembrava nemmeno "dietetico", guardate qua!


Mattinata dedicata al benessere psico-fisico con la Fango Terapia Detox. Il fango delle Terme Euganee ha il brevetto Europeo che tutela e garantisce la presenza di numerosi principi attivi, prodotti durante il processo di maturazione secondo un determinato disciplinare.
Il fango termale maturo è una sostanza viva, che non si puo' acquistare in farmacia, nè la si puo' riscaldare ad uso e consumo. E' composto da un'argilla arricchita, che, giunta a maturazione, ha proprietà terapeutiche di tipo antinfiammatorio ed analgesico e benefici su tutto il corpo.
Ed essere avvolte come in un bozzolo, da questo fango benefico, con la mente e il corpo che si rilassano, ascoltando una musica soft, nella penombra della stanza, terminando il trattamento in una vasca con un leggero idromassaggio...bè è impagabile!



E dopo aver curato il corpo, lo spirito e la mente, un regalo anche per il palato! Un gustosissimo pranzo B-Well veramente appagante......


E siccome non siamo qui "solo" a divertirci e a mangiare, anche se parrebbe il contrario, ma anche , e soprattutto, per imparare, ecco che il registro cambia.....andiamo ad affrontare il tema della Tavola Rotonda: "Si fa presto a dire sana alimentazione"
Mentre la nostra presidentessa Anna Maria Pellegrino "intervistava"  il giovanissimo Chef Pasticcere Enrico Magro, che sul tema "La Pasticceria dei Senza", ci deliziava con le sue preparazioni: Creme Brulè di soia alla Fava di Tonka, (senza latticini), Cupcake allo zucchero di canna, cocco e gruè con glassa al muscovado, (senza uova), e Crespelle con farina di canapa e riso alla crema di Tofu e vaniglia, (senza glutine), e lo Chef Michele Viale con le tecniche di cottura sane, la Prof.ssa Lorenza Caregaro direttore dell'U.O.C. di "Dietetica e Nutrizione Clinica" Dipartimento di Medicina Università degli Studi di Padova- Segr. Generale Associazione Italiana Dietetica e Nutrizione Clinica ADI, e il Dott. Gianfranco Buja, Specialista in Cardiologia, ci hanno dato alcuni fondamentali suggerimenti per mantenere uno stile di vita il piu' sano possibile.


Mangiare il "giusto", cibi freschi e non trasformati, preferendo prodotti di stagione e di filiera, Va bene "trasgredire" un giorno alla settimana ma poi si torna a regime.
(Il mio pensiero è: ricordiamoci che "dieta" non vuol dire "morire di fame" o "eliminare" alcuni cibi, ma alternarli intelligentemente e con fantasia)

Fare attività fisica, evitando di stare seduti per più di 30 minuti consecutivi, camminando almeno 2/3 volte a settimana, facendo sport e passeggiate (quello che faccio quotidianamente, tempo meterologico permettendo!)

Non fumare, perchè il fumo è il principale responsabile nello sviluppo di infarto, ictus e arteriopatia (per fortuna non fumo)

In particolare la prof.ssa Caregaro consiglia di mangiare ogni giorno:
Cereali,  preferibilmente integrali.
Frutta e verdura di stagione (preferibilmente non amidacea, come le patate).
Acqua, tra un litro e mezzo e due.
Derivati del latte, yogurt e formaggi magri come ricotta 1-2 volte al giorno per garantire la salute delle ossa.
Usare Olio extravergine di oliva.
Consumare semi, olive e frutta secca perché fonte di grassi salutari.

Mentre consiglia di mangiare nell’arco della settimana:
Proteine animali, al massimo 3 porzioni a settimana e preferendo carne bianca rispetto alla rossa, cercando di evitare il consumo di carni conservate (salumi).
Pesce, consumando almeno 2 porzioni a settimana.
Uova, limitandone a 2-4 a settimana.
Legumi da consumare insieme ai cereali, perchè in questo modo sono un piatto unico
Bisogna assumere occasionalmente, tutti gli alimenti ricchi di zuccheri semplici, come i dolci, gli zuccheri aggiunti (come quelli che mettiamo nel caffè e che sono presenti in quasi tutte le bevande presenti in commercio come i succhi di frutta e le bevande gassate) e gli alcolici. Un bicchiere di vino per le donne, due al massimo per gli uomini.

Da evitare i grassi insaturi "Trans", quelli che si trovano nel grassetto della carne, nei formaggi, nel lardo, burro e strutto, quindi di origine animale
Al posto del sale utilizzare le spezie per insaporire le pietanze

E siccome lo stile di vita è cambiato, dall'alimentazione al lavoro, sono aumentate le persone stressate ed obese, specialmente tra i bambini, per via dell'assunzione di cibi troppo grassi e ricchi di zuccheri.
Lo stress invece puo' essere di due tipi: positivo e negativo. Quello positivo (quando ad esempio facciamo qualcosa che ci appaga, ci sentiamo vivi, pratichiamo il nostro sport preferito, stiamo realizzando un progetto importante che ci rende felici  ecc) è stimolante.
Quello negativo (quando ad esempio ci affidano un compito che a noi sembra pesante, con una meta irraggiungibile, o altre situazioni che ci fanno reagire in modo negativo) è frustrante.
Esiste addirittura la sindrome tako-tsubo chiamata anche cardiomiopatia da stress, evento abbastanza raro, per la verità, ma che esiste, e che colpisce le donne in post-menopausa, con stress importante a seguito di un evento doloroso, perdita economica o altro evento, che viene scambiato per infarto.

Quindi, è vero che l'età anagrafica porta a certe patologie e disturbi, sono tappe della vita alle quali non si sfugge purtroppo, ma basta avere delle semplici accortezze nel nostro stile di vita e nell'alimentazione per arrivare ad ogni traguardo nel migliore dei modi.


Cosi è nato il 1° ricettario B.WELL, frutto della collaborazione dello Chef dell'hotel Claudio Crivellaro, della nutrizionista Dr.ssa Maria Teresa Nardi e del cardiologo Dott. Gianfranco Buja che si compone di 38 ricette tra antipasti, primi, secondi e dessert preparate con prodotti freschi a chilometro zero e bio, con tecniche di cottura adeguate per ogni alimento (come quella a bassa temperatura o sottovuoto, dove si riducono sale e grassi senza stressare il prodotto) e sicuramente innovative, si utilizzano grassi di origine vegetale, cereali non raffinati, spezie ed erbe aromatiche che, dal punto di vista del gusto, impreziosiscono ogni piatto secondo me; zuccheri non raffinati quali lo zucchero di canne e quello muscovado, come per esempio per i dolci, sia per i dessert che per quelli adatti alla prima colazione, a basso contenuto calorico, più delicati al palato.


E dopo la Tavola rotonda, un aperitivo ricco di colori e sapori che mi ha lasciato davvero a bocca aperta, in attesa di entrare nell'elegante sala da pranzo....


Le decorazioni del buffet.....

.....ricco di ricette B-Well, veramente saporite e gustose


trionfo di cioccolatini, dolci e frutta....


La presentazione della Brigata di cucina....emozionante vedere questa parata di giovanissimi e meno giovani cuochi, che hanno realizzato tutto questo!



Domenica...siamo quasi giunti al termine del nostro week end purtroppo! Ma prima facciamo una visita nell’azienda vitivinicola Cà Lustra Zanovello associata alla Strada del Vino dei Colli Euganei, che ha la certificazione di produzione biologica ICEA, di impronta biodinamica: il terreno viene coltivato in maniera attiva, ma questo è possibile solo dopo anni di agricoltura biologica, priva cioè di fertilizzanti e concimi chimici e di derivazione petrolifera, che sarebbero assorbiti dalle viti e di conseguenza, presente anche nel prodotto finale. Il sottosuolo minerale dei Colli Euganei è composto anche da 4 diverse varietà di lava, e questa peculiarità permette all’azienda di coltivare qualità differenti di viti, che permettono la produzione di vini dagli aromi diversi, poiché sono diverse le sostanze che le radici delle piante assorbono. Questa importante azienda è condotta da Franco e Marco Zanovello, e conta ben 25 ettari di vigneto che produce vini in sinergia tra rispetto
dell'ambiente e tradizione.
Una curiosità, ma di fondamentale importanza.....ad ogni inizio di filare è coltivata una pianta di rosa. Alcuni mettono la rosa bianca in concomitanza con le uve bianche, e rossa con le uve nere. Questo perchè la rosa manifesta subito i sintomi del "mal bianco" o "oidio", un terribile nemico della vite, con qualche giorno di anticipo, permettendo così ai viticoltori di correre ai ripari. Il mal bianco dipende da un parassita che si sviluppa in condizioni calde ed umide, dall'inizio della primavera fino l'autunno, e si manifesta come pulviscolo bianco e parziale decolorazione della foglia, che gradualmente ingiallisce e poi diventa secca.


E da un terreno buono, non puo' che nascere un vino buono! Tecniche sofisticate e macchinari che aggiungono i solfiti (additivi che consentono la conservazione dei cibi e prevengono l'ossidazione) solo in fase di imbottigliamento
La fermentazione nelle botti di legno agevola la vita biologica dei vini, e li rende maturi e stabili; in tal modo, il vino può rimanere per molti anni nelle bottiglie, mantenendo la sua stabilità fisica e aromatica.


E dopo questa interessante visita, sul campo e nelle cantine....la degustazione....


Il rientro in Hotel, per degustare l'ultimo pranzo B-Well e poi, dopo i saluti di rito, ognuna di noi ha ripreso la strada del ritorno verso casa. C'è sempre un po' di malinconia quando finiscono questi eventi. Ma anche la gioia di ritornare a casa e condividere con tutti questa esperienza. Raccontando, mostrando fotografie. Ricordando i momenti passati insieme, condividendo la stessa passione, rivendendo le persone già conosciute e conoscendone di nuove. Con un bagaglio di esperienza in piu'. Perchè vero è che ci si diverte, ma abbiamo anche una bella e grande "responsabilità", che è quella di divulgare, condividere tutto quello che abbiamo imparato e che ci è stato detto. Unire l'utile al dilettevole. Il filosofo Feuerbach ha detto che ”Noi siamo quello che mangiamo". Ed è verissimo. Dal nostro stile di vita e dalla nostra alimentazione dipende il nostro stato di salute. Che è una sola. E sarebbe cosa saggia, dal momento che ne abbiamo una soltanto, e che tutti piu' o meno sanno cosa deve o non deve fare....ascoltare e mettere in pratica pochi ma fondamentali consigli per vivere il piu' sano possibile e a lungo.

Sarebbero ancora tante le parole che vorrei scrivere e le foto che vorrei pubblicare. Non è facile riassumere e scegliere foto di tre giorni cosi' intensi! Io poi, che non ho il dono della sintesi, ho sempre paura di dilungarmi troppo e non riuscire a dire tutto.....Se questo piccolo assaggio vi è piaciuto, non vi resta altro da fare che recarvi di persona in questo posto meraviglioso e toccare con mano e gustare tutto quello che avete visto in questo racconto......

Senza l'AIFB tutto questo non sarebbe stato possibile. Quindi un grazie di cuore alla Presidentessa Anna Maria Pellegrino, allo staff dell' Hotel Bristol Buja, allo Chef Claudio Crivellaro e alla sua Brigata di cucina, Elisa Bolognesi, e per finire, ma non per importanza, all'allegra "brigata" dell'AIFB.....

Anna di Cake's Blues
Anna Maria di La cucina di qb
Anna Maria di Pane e Vino
Cinzia di Cindystar
Daniela e Juri di Acqua & Menta
Elisabetta di Swing-cooking
Gabriella di Dulcis di Gabriella Pravato
Laura di Frittomisto: cucina ed emozioni
Monica di Cotto, fotografato e mangiato
Nunzia di Miele di lavanda
Patrizia di Andante con gusto
Stefania di Dolcissima Stefy
Sara di Pixelicious
Sonia di Quattro Passi in Cucina
Stefania di Stefania Profumi e Sapori
Silvia di Acqua e farina-sississima
Solema di La cucina di Nonna Sole
Tamara di Perle e Ciambelle



sabato 9 maggio 2015

Torta paradiso (o Torta Vigoni)



Di sicuro questa soffice torta ha allietato le merende di molti di noi. Quando i tempi erano come dilatati, non come adesso che è tutto una corsa contro il tempo, persino le merende, prese al volo, confezionate, che per quanto buone possano essere, io direi "comode" soprattutto, non hanno il sapore e il calore di quelle preparate dalle nostre nonne, mamme e zie...
Di sicuro ha allietato le mie di merende. Lasciati i giochi da cortile, (il gioco dell'elastico, il salto alla corda, il mondo, ce l'hai, rialzo, nascondino, figurine.....)  vestita con abiti "comodi per il gioco", al "richiamo" della mamma o della nonna che dal balcone chiamavano per la merenda, salivamo di corsa le scale, una rapida lavata di mani che colorava di nero gli asciugamani, e subito ci avventavamo sulle fette di torta ricoperte di candido zucchero a velo, che se per sbaglio ti entrava nel naso ti faceva tossire fino alle lacrime! E poi giu' di nuovo di corsa, con le tracce di zucchero a velo sulle magliette e appagati da tanta bontà.
O se capitava di andare a casa della nonna o qualche zia o conoscente in un giorno di festa, in abiti "giusti", elegante, con le scarpe di vernice tassativamente nere, magari abbellite con un piccolo fiocco di raso lucido od opaco e i calzini traforati fatti dalla mamma che lavorava il cotone con 4 ferri da calza, bella pettinata, allora ti avventavi con cautela alla fetta di torta, anzi ti avvicinavi quasi timorosa di sporcarti il vestito della festa, quindi assumevi una posa strana, protesa in avanti tu e la tua fetta di torta, il piu' lontano possibile dal vestito. Con l'eleganza di un'educanda! E se andavi fuori a giocare, le raccomandazioni della mamma ti accompagnavano per tutto il tempo, "Attenta a non sporcarti"....

Quanto tempo è passato da quelle merende. Per quanto mi riguarda, questa torta è legata a questi ricordi, e spero che anche mia figlia li riserbi nella sua mente e nel suo cuore, visto che ho sempre cercato di allietare le sue merende con torte fatte in casa.
E oggi ho utilizzato prodotti "genuini" perchè il tuffo nel passato fosse piu' "passato" possibile....il burro di una malga della Valchiavenna, le uova di una cascina vicina a casa nostra, la farina del mulino di Teglio, il limone omaggiato da una conoscente della Costiera Amalfitana.....e tanto tanto amore....

Ma quali sono le origini di questo soffice dolce?
La Torta Paradiso nasce a Pavia nel laboratorio di pasticceria di Enrico Vigoni sul finire dell’Ottocento. Si dice che dopo svariati esperimenti, fatta assaggiare ad una nobildonna, quest’ultima d’istinto esclamasse: “Questa torta è un paradiso!”.
Un'altra leggenda tramandata da generazioni narra che un frate erborista della Certosa per cercare tarassaco e angelica arcangelica violava  la Regola, varcando il recinto. Pare addirittura che incontrasse una sposina di Parona che generosamente gli fece assaggiare quella torta. Trovatala eccellente, il frate tornò ad incontrare la sposa per avere la ricetta, ma il Priore insospettito dalle frequenti assenze lo rinchiuse entro le mura del monastero. In ricordo della soave fanciulla, il frate costretto in cattività si dedicò alla preparazione della torta, che tanto piacque ai confratelli e fu battezzata “Torta Paradiso”.

Quale sia leggenda e quale sia verità poco importa, il fatto è che Enrico Vigoni seppe sfruttare i prodotti locali facilmente reperibili nelle campagne pavesi, quali zucchero, uova, farina, burro e fecola di patate, per creare un dolce che fosse semplice e avesse la durata di un paio di mesi, nonostante non esistessero i mezzi di conservazione e i conservanti di oggi. Quindi divenne il simbolo di Pavia e un “classico” della pasticceria italiana.
Nonostante l'alto contenuto di burro è leggera e soffice. Da gustare "in purezza" o abbinata ad un té o un calice di vino passito o un moscato.

  60 g di farina
  60 g di fecola di patate
125 g di burro
125 g di zucchero
    2 uova
1/2 bustina di lievito
la buccia grattugiata di un limone.
Lavorate con un mixer il burro con lo zucchero e la buccia di limone fino ad ottenere un composto omogeneo, unite quindi i tuorli e continuare a lavorarli fino ad ottenere un composto omogeneo. Aggiungete la farina e la fecola setacciate, poi incorporate molto delicatamente gli albumi montati a neve.
Infornate in una teglia da 20 cm, a 180 gradi, per 50 minuti circa, controllando la cottura con uno stuzzicadenti infilato nella torta, che deve fuoriuscire asciutto.