La cucina.Luogo dove sperimentare e perfezionare.Ogni piatto è legato a un ricordo della mia infanzia,di un viaggio o semplicemente a un momento condiviso in allegria.Dove anche un semplice piatto di pasta ha un sapore sublime. Perchè la sapiente combinazione di ingredienti e amore per cio' che si sta cucinando crea un sapore e un ricordo unici.Come la sapiente combinazione di note e interpretazione di Musicisti e del Direttore d'Orchestra creano una Musica che ti porti nel cuore.Per sempre.
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giovedì 21 maggio 2015
Foglie d'ulivo agli spinaci con pomodori Piccadilly, ortiche e luertis
Questa volta è proprio dura. Non tanto per il tema della sfida, la n. 48 per l' Mtc , gli Spaghetti col pomodoro, proposta da Paola Sabino del blog Faire's kitchen, che ha vinto la sfida precedente.
Anche se comunque, per fare un piatto di spaghetti degno di questo nome, non basta cuocere la pasta e colorarla di rosso.... quindi "banale" ma non troppo!
Letto e riletto i consigli, mi sono trovata in crisi, perchè proprio non è il momento....ho strappato un un briciolo al tempo, e quasi alla fine di quello concesso dal regolamento, mi è balenata questa idea, che vi propongo. Senza nessuna aspettativa. Senza nessuna gloria. Solo per dire "anche questa volta c'ero". Con uno stato d'animo al limite del sopportabile. Che forse ho trasmesso anche a questo piatto di pasta.....
Si cucina per necessità. Per nutrirsi. Per diletto. Per amore. Per gioco. Per imparare. Per distrarsi. Per festeggiare. Per sfogarsi. Per dimenticare. Per superare.
Si cucina improvvisando, inventando, facendo la spesa mirata, pensando, visualizzando e disegnando il piatto, modificandolo anche, strada facendo....
Le ricette nascono come un lampo nella mente per poi passare agli occhi, alla bocca e al cuore.
Non sono mai fini a sé stesse. Sono sempre rivolte e dedicate a qualcuno. Per sé stessi, quando apriamo il frigorifero e "imbastiamo" un pranzo o una cena. Per gli ospiti, che vogliamo stupire a volte con effetti speciali, non per tirarcela, ma perchè in quel piatto, che magari è costato ore di preparazione e che sarà divorato in un batter d'occhio, è riversato tutto l'amore e l'affetto verso di loro.
I piatti che escono dalla mia cucina sono i piatti della tradizione, quindi "quelli che non si toccano", non si stravolgono, ma si perpetuano nel tempo. Ho un sacco di libri che riempiono la libreria, ma è difficile che copi pari pari una ricetta. Magari mi capita di sfogliarli, molto raramente, e poi chiudo e faccio di testa mia. Anche perchè le volte che ho provato qualche ricetta, non sono stata entusiasta del risultato. Ho dovuto fare qualche modifica strada facendo....Potrei anche venderli, dice mio marito, ma quelli non si toccano. Fanno parte del vissuto, perchè sono stati regalati o comperati in particolari momenti. Escono anche piatti inventati, improvvisati, disegnati.
E questa ricetta è nata per caso. Con ingredienti "genuini" e poveri. La mamma che mi porta una sporta di insalata dell'orto e io che le chiedo se ha anche un po' di ortiche e luertis.(luppolo selvatico). Certo che li ho, risponde....Detto, fatto. Un piatto pungente, rustico, terra terra. Per rimarcare questo periodo un po' forte, duro, difficile. Non è facile vedere l'amica del cuore che sta davvero male. E tu, che devi superare oltre le tue di prove, devi fare buon viso a cattiva sorte, e cercare di sdrammatizzare un attimo la tensione, dimostrare che ci sei sempre, che qualsiasi cosa accada sei li vicino a lei/loro. Sperare che tutto vada per il verso giusto. Che vorresti una bacchetta magica per dare un tocco di magia, serenità, dolcezza alle persone che ami e che stanno superando ogni giorno una prova.
Cosi' nasce questo piatto. Banale. Dal sapore "amaro" della terra, del suo lavoro e dei frutti raccolti. Le ortiche che ti pungono le mani, ma se le sai cogliere dal verso giusto, proprio non ti fanno niente! Certo, trovarlo quel verso giusto! Il colore rosso, caldo e saporito dei pomodori, che ti portano un po' di allegria.
La vita è questa: dolce, amara, colorata, pungente. Un mix di sapori e colori, che se abbinati con i giusti equilibri, ci stanno anche bene insieme. Perchè non si puo' (ma perchè no, comuque?!) essere sempre felici e spensierati. Ci sono gli alti e bassi. Anche se a volte sembra di arrancare sempre raso terra senza risalite.....e qui, alterniamo tutto questo. Un boccone di spensieratezza, uno difficile da mandare giu', uno che da speranza....perchè forse, se si dice che è l'ultima a morire....un fondo di verità dovrà pure esserci!
Ingredienti
140 g di pasta di semola di grano duro formato "Foglie d'ulivo"
500 g pomodori Piccadilly
3 spicchi d'aglio
ortiche, luertis, basilico q.b.
Esecuzione
Lavate accuratamente le ortiche e i luertis. Lessate il tutto con pochissima acqua, per una ventina di minuti.
Sciacquate i pomodori, tagliateli in due o quattro parti a seconda della grandezza e teneteli da parte. Sciacquate le foglie di basilico e mettetele da parte. In una padella, soffriggete in un filo di olio gli spicchi di aglio. Appena saranno imbionditi, versate i pomodori. Cuocete per 4-5 minuti a fiamma vivace e coperti. In questo modo potranno ammorbidirsi. Appena ammorbiditi, abbassate la fiamma, schiacciateli con i rebbi di una forchetta, regolate di sale e fate cuocere ancora per 30 minuti. Il sugo deve restringersi un po', ma non asciugarsi troppo.
Dieci minuti prima della fine cottura, aggiungete le ortiche e i luertis tagliuzzati grossolanamente.
(se vi piacciono potete passarli prima velocemente in padella con uno spicchio di aglio)
Intanto, lessate al dente, in abbondante acqua salata, la pasta. Scolatela e conditela con una parte di sugo di pomodoro, e servitela aggiungendo il restante sugo.
ecco qua, un piatto "terra-terra"....
Con questa ricetta partecipo alla sfida per l' Mtc n. 48 , dedicata alla mia amica del cuore....
Cavoli che meraviglia!!! Adoro le ortiche con la pasta e devo fare ammenda non ho mai visto queste"foglie d'ulivo" ma le voglio assolutamente trovare e provare!!
RispondiEliminaGrazie mille!!E' un formato che ho acquistato all'Artigiano in fiera a Milano....
EliminaMa quanto ti adoro carissima Anto??? Quanto?? Questa tua pasta mi piace da morire!
RispondiEliminaL'ortica la utilizzava sempre mio padre per fare il minestrone (che è e rimane uno dei miei preferiti) non ho però mai provato a farci la pasta e ora vorrei provarci, dove ho l'orto ne cresce tanta e non ci passano le macchine quindi vado sul sicuro...
Grazie, bellissima idea!! :))
Grazie mille!! Che fortunata che sei! Io la uso solo quando mia mamma me la porta, e siccome non è vicinissima, non capita spesso! Nei risotti, frittate, minestre....è una meraviglia!!
RispondiEliminaSi cucina per comunicare. Si cucina per raccontare qualcosa di sé che, a volte, a parole, difficilmente si riesce a fare. Si cucina per esorcizzare qualcosa che ci fa stare male, male davvero. Perché vedere soffrire qualcuno a cui si vuole bene non è mai bello. E allora si vorrebbe fare qualcosa per poter allontanare quel dolore da chi amiamo. E allora si cerca di affettarlo, di stordirlo con aromi, che abbiano il profumo della terra, che siano viscerali come l'amore profondo che lega due amiche. Ti ringrazio per questa ricetta. Ti ringrazio per quanto hai detto. Ti ringrazio per quanto non hai detto. Ti ringrazio di tutto e ti stringo forte!
RispondiEliminaAnto, una valanga di cuori,
RispondiEliminaPer esserci sempre, nonostante tutto
E per esserci così: generosa, sensibile, vera-e un tuttuno con la tua cucina.
Un abbraccione