sabato 9 maggio 2015

Torta paradiso (o Torta Vigoni)



Di sicuro questa soffice torta ha allietato le merende di molti di noi. Quando i tempi erano come dilatati, non come adesso che è tutto una corsa contro il tempo, persino le merende, prese al volo, confezionate, che per quanto buone possano essere, io direi "comode" soprattutto, non hanno il sapore e il calore di quelle preparate dalle nostre nonne, mamme e zie...
Di sicuro ha allietato le mie di merende. Lasciati i giochi da cortile, (il gioco dell'elastico, il salto alla corda, il mondo, ce l'hai, rialzo, nascondino, figurine.....)  vestita con abiti "comodi per il gioco", al "richiamo" della mamma o della nonna che dal balcone chiamavano per la merenda, salivamo di corsa le scale, una rapida lavata di mani che colorava di nero gli asciugamani, e subito ci avventavamo sulle fette di torta ricoperte di candido zucchero a velo, che se per sbaglio ti entrava nel naso ti faceva tossire fino alle lacrime! E poi giu' di nuovo di corsa, con le tracce di zucchero a velo sulle magliette e appagati da tanta bontà.
O se capitava di andare a casa della nonna o qualche zia o conoscente in un giorno di festa, in abiti "giusti", elegante, con le scarpe di vernice tassativamente nere, magari abbellite con un piccolo fiocco di raso lucido od opaco e i calzini traforati fatti dalla mamma che lavorava il cotone con 4 ferri da calza, bella pettinata, allora ti avventavi con cautela alla fetta di torta, anzi ti avvicinavi quasi timorosa di sporcarti il vestito della festa, quindi assumevi una posa strana, protesa in avanti tu e la tua fetta di torta, il piu' lontano possibile dal vestito. Con l'eleganza di un'educanda! E se andavi fuori a giocare, le raccomandazioni della mamma ti accompagnavano per tutto il tempo, "Attenta a non sporcarti"....

Quanto tempo è passato da quelle merende. Per quanto mi riguarda, questa torta è legata a questi ricordi, e spero che anche mia figlia li riserbi nella sua mente e nel suo cuore, visto che ho sempre cercato di allietare le sue merende con torte fatte in casa.
E oggi ho utilizzato prodotti "genuini" perchè il tuffo nel passato fosse piu' "passato" possibile....il burro di una malga della Valchiavenna, le uova di una cascina vicina a casa nostra, la farina del mulino di Teglio, il limone omaggiato da una conoscente della Costiera Amalfitana.....e tanto tanto amore....

Ma quali sono le origini di questo soffice dolce?
La Torta Paradiso nasce a Pavia nel laboratorio di pasticceria di Enrico Vigoni sul finire dell’Ottocento. Si dice che dopo svariati esperimenti, fatta assaggiare ad una nobildonna, quest’ultima d’istinto esclamasse: “Questa torta è un paradiso!”.
Un'altra leggenda tramandata da generazioni narra che un frate erborista della Certosa per cercare tarassaco e angelica arcangelica violava  la Regola, varcando il recinto. Pare addirittura che incontrasse una sposina di Parona che generosamente gli fece assaggiare quella torta. Trovatala eccellente, il frate tornò ad incontrare la sposa per avere la ricetta, ma il Priore insospettito dalle frequenti assenze lo rinchiuse entro le mura del monastero. In ricordo della soave fanciulla, il frate costretto in cattività si dedicò alla preparazione della torta, che tanto piacque ai confratelli e fu battezzata “Torta Paradiso”.

Quale sia leggenda e quale sia verità poco importa, il fatto è che Enrico Vigoni seppe sfruttare i prodotti locali facilmente reperibili nelle campagne pavesi, quali zucchero, uova, farina, burro e fecola di patate, per creare un dolce che fosse semplice e avesse la durata di un paio di mesi, nonostante non esistessero i mezzi di conservazione e i conservanti di oggi. Quindi divenne il simbolo di Pavia e un “classico” della pasticceria italiana.
Nonostante l'alto contenuto di burro è leggera e soffice. Da gustare "in purezza" o abbinata ad un té o un calice di vino passito o un moscato.

  60 g di farina
  60 g di fecola di patate
125 g di burro
125 g di zucchero
    2 uova
1/2 bustina di lievito
la buccia grattugiata di un limone.
Lavorate con un mixer il burro con lo zucchero e la buccia di limone fino ad ottenere un composto omogeneo, unite quindi i tuorli e continuare a lavorarli fino ad ottenere un composto omogeneo. Aggiungete la farina e la fecola setacciate, poi incorporate molto delicatamente gli albumi montati a neve.
Infornate in una teglia da 20 cm, a 180 gradi, per 50 minuti circa, controllando la cottura con uno stuzzicadenti infilato nella torta, che deve fuoriuscire asciutto.



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