lunedì 25 gennaio 2016

Minestrone invernale con tagliatelle di grano saraceno



Pizzicatemi. Anzi no, lasciatemi dormire ancora un po'. Lasciatemi assaporare ancora per un attimo, questo stato di beatitudine, di pace con il mondo ma soprattutto con me stessa, di incredibile benessere! Ma non sto sognando! Sono sveglissima e...mi sembra di vivere in un sogno...
Poche, anzi, rarissime volte mi sono sentita in questo stato, e le poche volte che ho minimamente goduto di un attimo di serenità si è sempre abbattuto il classico fulmine in ciel sereno. Ed ora, che mi sento cosi, ho quasi paura! Ma sono troppo contenta e rilassata, per farmi adombrare dalle nubi di quello che potrebbe accadere, dei se e dei ma, per non godermi fino in fondo questa buona dose di positività. 
Dopo una notte quasi insonne, per un materasso non molto adatto per la mia schiena, e il primo traffico mattutino, io, abituata a casa mia nel silenzio assoluto con il mio bel memorex, ho alzato le tapparelle e ho visto una spettacolare giornata, soleggiatissima e caldissima, troppo, per questo strano inverno, che mentre negli States sta sotterrando tutto, qua, nemmeno l'ombra o pochi centimetri.
Dal settimo piano di questo momentaneo nido d'amore, in questa città, lontano da tutto e da tutti, mi sento proprio bene. Le porte dei vicini che si aprono, le voci dei bambini che vanno a scuola, l'ascensore che sale e scende. Rumori di ordinaria vita quotidiana. Mi guardo intorno, e mi piace proprio. Mi sento come se fossi a casa mia, se non fosse per le poche pentole, accessori, strofinacci e altre caccavelle che riempiono la mia cucina. Penso che mi piacerebbe proprio abitarci. E quando dopo colazione sono scesa a fare una passeggiata, per le vie che ormai erano animate di persone, mi sono sentita padrona del mio tempo, di me stessa. Mi sono ritagliata un mio piccolo spazio, per il momento non piu' timbrature di cartellino, non piu' impegni assegnati, piombati tra capo e collo, scelti. No. Saro' io e solo io. Con mio marito ovviamente. Ma solo noi due. Ed é uno stato di grazia che ringrazio il cielo di poter provare e condividere una volta ogni tanto, con chi voglio. 
Ed é in questi momenti, che mi rendo conto di come la vita frenetica di ogni giorno, ci abbruttisce, ci incattivisce, ci allontana da quelli che sono, sarebbero i valori piu' importanti per e della nostra vita.
Invece passiamo la maggior parte del nostro tempo, a contatto con persone, colleghi, delle quali non ce ne frega poi piu' di tanto, forse perchè appunto considerati in veste di colleghi, lontani da casa, dalle persone che piu' contano, tutto perché dobbiamo lavorare e persone sopra di noi sono padrone del nostro tempo e della nostra vita. Che passa inesorabile, e quando è il momento magari di tirare le somme, c'è qualcuno che le tira prima di te...
E allora, decido che finchè posso, la vita me la voglio godere adesso con chi voglio, qui, ora. Non un domani avere rimorsi o rimpianti per quel ritaglio di tempo che non mi sono potuta ritagliare per stare vicino a chi conta. 
Certo, non lo posso sempre fare, ma visto che, come mi dicono e mi dico "mica ti danno la medaglia" "tanto non ti fanno mica il monumento"....ho indossato le ali della libertà e viaaaa.....

Attraverso il grande parco, vedo enormi scacchiere dove sono posizionate enormi pedine di dama e scacchi. Il ritrovo di pensionati, giovani, persone che si ritagliano un briciolo di tempo. Incrocio lo sguardo della signora che porta a passeggio il cane, la signora che tacchetta tutta elegante, il ragazzo con le cuffie nelle orecchie che slalomeggia con la bici, ragazzi e ragazze con gli zaini...e mi sento bene e persino bella. Fa niente se non parlo la loro lingua anche se la capisco abbastanza. Questo rimarrà comunque sempre un mistero. 
Il collega di mio marito, stringendomi la mano, mi dice "anscianté" (lo so che non si scrive cosi!!), anche se ho il cappello di lana, perché comunque l'aria mattutina é appena appena fresca, stile nonna Abelarda, con tutto il rispetto delle nonne che hanno questo nome.
Mi sento un po' "sciura" e penso a come sono le casalinghe e che cosa fanno, sempre ammesso che ci siano le casalinghe qua!!
Sarò lontana dalle solite notizie nefaste, dai gossip, dalle notizie inutile bombardate nel tuo cervello non appena accendi la radio o la tv. Qui, in questo appartamento, non ci sono né radio né televisione. E se il primo impatto é stato di sorpresa, adesso proprio non me ne frega niente.
Salgo dalla passeggiata e mi metto a cucinare questa minestra tutta invernale. Perchè ho avuto un'ispirazione, con quello che avevo a disposizione. Perchè la sfida di questo mese è "confortevole ed emozionante". Brava la Vitto (Vittoria), del blog La cucina piccolina, che ci ha dato la possibilità di "riesumare" ricette del cuore o cimentarci con altre preparazioni. E anche alla Dani e alla Annalena con le loro stupende infografiche che trovate pubblicate anche qui. Mi rendo conto che non è molto rifornita come cucina, ma il tavolo di cristallo temperato, le sedie trasparenti, la finestra che spara la giusta luce...mi intrigano. Con un attimo di disappunto mi rendo conto che non bolle quasi subito come a casa. Qui le piastre sono elettriche, e già temo che il bollore arrivi chissà quando. Ma ho deciso che il tempo lo lascio trascorrere come viene, senza fretta e come per incanto ecco che comincia a diffondersi il profumo del cavolo, carote, cipolle. Il tutto tagliato grossolanamente. Perchè mentre tagliavo, pensavo alla mia nonna, a quando faceva il minestrone con le verdure dell'orto, e lo faceva in maniera "rustica", senza pensare a "julienne" o "cubetti" ecc...ma tagliando tutto comunque con buongusto e armonia.
Butto la pasta, le tagliatelle di grano saraceno, che sono nient'altro che i pizzoccheri, che invece di finire alla "solita maniera", questa volta finiscono nella minestra. Ancora un po' di tempo e...pronti a tavola! Con un certo effetto perchè sul tavolo di cristallo, sembra tutto sospeso nel vuoto!
Mi racconta che prima della prova, il primo violino lo ha presentato all'intera orchestra e al direttore e tutti gli ahanno fatto l'applauso! Conoscendo la sua umilità e assenza di esibizionismo, immagino di come sia diventato rosso!,,,, "Attension si vu plé. Messieur Rino' Ghiretti' ".... sarei voluta essere li...che emozione!

E con una vista cosi', e spaccati di vita cosi', penso che anche il piu' povero dei piatti, assuma un sapore e un valore tutto suo...


Ingredienti
crauto rosso, cavolfiore, verza, sedano rapa, cipolla, patata, carota, indivia riccia, sale
100 g pizzoccheri 
olio extravergine di oliva q.b.
parmigiano gratuggiato, pepe nero q.b. 

Esecuzione
Togliete la parte esterna del sedano rapa. Tagliare tutte le verdure a tocchetti grossolani (o se volete dare un tocco piu' "raffinato", in maniera piu' accurata). 
Riempite di acqua, portate a bollore, salate e quando le verdure cominciano a diventare tenere, buttate la pasta e fatela,cuocere per una ventina di minuti.
Impiattate aggiungendo un filo di olio extravergine di oliva, una splverata di pepe nero  e grana gratuggiato....


 con questa ricetta partecipo alla sfida n.53 dell'Mtc

                                                              

3 commenti:

  1. bellissimo racconto :-) e.... per la ricetta a parte il crauto rosso, per il resto gnam! mi ci ficco e rificco!

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  2. anto, io ho mollato tutto, per una vita così.
    E non voglio pensare al futuro. Mi godo il mio presente, con mio maritoe non mi sembra vero.
    Pure la zuppa per cena, riesco a preparargli :-)

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  3. Sono i momenti così rilassati della vita che contano davvero e dai quali nascono le nostre cose migliori.
    Momenti in cui finalmente possiamo essere noi stesse e assecondare la creatività......... quasi sempre sono momenti rari da considerare come regalo speciale, come stai raccontandoci tu.
    E questa minestra nata così fortunata dev'essere armoniosa ed equilibrata come il tuo stato d'animo.

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