lunedì 15 febbraio 2016

Giornata Nazionale dei Pizzoccheri per il Calendario del Cibo Italiano


Sono particolarmente legata a questo piatto della tradizione valtellinese. Per un po' di motivi...in Valtellina ci ho passato piu' di cinquant'anni delle mie vacanze estive ed invernali. Conosco ogni angolo di Teglio, il paese soleggiato tra Sondrio e Tirano, con la sua bella pineta con la Torre saracena che si staglia sulla valle, che ha fatto da contorno alle varie tappe della mia vita. Quando ero piccola e il viaggio "infinito", quando dalla valle vedevo la Torre, era una gioia, perchè voleva dire che mancava poco ad arrivare su al paese. Momenti indimenticabili, vissuti con la mia amica Luciana, con la quale ho un rapporto molto "sentito" e fraterno. Quante ne abbiamo passate sempre insieme! E sin da piccola, ho potuto gustare le eccellenze del luogo, apprezzando tutto quello che la cucina povera montanare puo' offrire. Che di povero direi non ha niente, perchè è ricca di tradizioni, di genuinità, di gesti compiuti con il cuore, la sapienza tramandata a voce, perchè è facendo le cose, la quotidianità, che rende speciali questi piatti. O magari ricette scritte in grafia incerta, su quadernetti a quadretti, ingialliti dal tempo.
Se sfoglio le fotografie, mi vedo ritratta con la mia famiglia e gli amici, in campi di grano saraceno, dai minuscoli fiori bianchi, e poi la raccolta, il mulino, e infine, la classica mangiata di pizzoccheri, fragranti Sciatt, formaggi locali, ruote di pan di segale...che fortuna aver vissuto quei momenti, dove non esisteva tutta la tecnologia del giorno d'oggi, ma quanta sana felicità nell'apprezzare le piccole e "banali" cose....

Ci sono versioni un po' diverse di questo piatto, in base alla stagionalità o al gusto delle verdure che si usano, il paese o la valle dove vengono preparati, le tradizioni famigliari....c'è chi ci mette le coste, chi gli spinaci, al posto della verza, chi poco burro e aglio, chi invece molto...comunque sia, sono un piatto fantastico. Ma per me, e per gli intenditori, quello vero e originale vede la sua patria a Teglio, garantito e tutelato dall' Accademia del Pizzocchero.

La mia ricetta, che ho visto fare non so quante volte dalla mia nonna e poi mia mamma, insegnata dalle anziane di Teglio, la trovate qui.

E vi invito a leggere il contributo che l'Ambasciatrice Alessandra Petteni del blog Polpetta Pop ha scritto qui, dove troverete altri contributi per Calendario del Cibo Italiano, promosso da AIFB- Associazione Italiana Food Blogger

8 commenti:

  1. Antonella ma le tue ricette Valtellinesi sono strepitose. Al prossimo pranzo che prepari a tema mi posso auto-invitare? Porto una bella bottiglia si Sfursat da stappare insieme :)
    Grazie per aver condiviso oggi questi bei ricordi. Evviva la Valtellina.

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    1. Ci sto!! Sai che divertimento poter condividere un piatto cosi' ricco di sapori e di storia? W la Valtellina e complimenti per il tuo contributo

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  2. e chissà che pinzocheri squisiti hai assaggiato durante le tue vacanze!!!!
    ciao
    elisa

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    1. Squisiti e tante volte! Li ho amati fin dalla prima volta che li ho assaggiati. Sono cresciuta proprio bene!!!

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  3. Ciao antonella, ogni volta che mangio i pizzoccheri il mio amore per questo piatto aumenta, sono certa che sai cosa voglio dire... ti abbraccio! a presto dani

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    1. eh si...mi sa che capisco cosa vuoi dire! E' una sensazione indescrivibile affondare la forchetta tra i pizzocheri filanti di formaggio, profumati di aglio e unti q.b. di ottimo burro!Emozionante oserei dire! Baci ciaoooo

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  4. che bello questo post mi ha commosso e catapultato nell'atmosfera magica dei tuoi ricordi! Grazie e ora vado a leggere la ricetta al link che hai messo, un bacione Helga

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